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La protezione della proprietà intellettuale

La protezione della proprietà intellettuale si basa sulla territorialità, per cui bisogna tener conto del fatto che ogni paese possiede le proprie regole. Il mondo reale è diverso da quello offline: la rete non ha una struttura territoriale, ma aterritoriale, logica che non valorizza la permanenza dei dati in transito all'interno di un certo paese (a internet non interessa se i dati varcano il territorio nazionale). In rete non è facilmente possibile localizzare le attività che si svolgono: se un editore pubblica un romanzo in formato ebook, è scontato che questa copia digitale varchi i confini italiani. È il legislatore italiano a decidere quali opere dell'ingegno sono protette in Italia, a stabilire il contenuto dei diritti e a chi darli, a fissare le procedure disponibili contro chi viola questi diritti. Il legislatore può sanzionare solo comportamenti abusivi che si realizzano sul suolo italiano o in relazione ad esso.

ma ci sono alcune differenze significative che possono influire sulla protezione dei diritti d'autore. Ad esempio, alcuni paesi possono avere regole più rigide sulla durata della protezione dei diritti d'autore, mentre altri possono avere regole più flessibili. Inoltre, le istituzioni europee hanno anche adottato normative per affrontare le sfide poste dalla condivisione di contenuti online. Ad esempio, la Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale, adottata nel 2019, mira a garantire una migliore protezione dei diritti d'autore e una remunerazione equa per gli autori e gli artisti. Tuttavia, nonostante questi sforzi normativi, la protezione dei diritti d'autore online rimane una sfida complessa. La facilità con cui i contenuti possono essere condivisi e accessibili da qualsiasi parte del mondo rende difficile controllare e proteggere i diritti d'autore. Pertanto, è importante che gli autori e gli artisti siano consapevoli dei loro diritti e delle possibili misure di protezione disponibili. Inoltre, è fondamentale educare il pubblico sull'importanza del rispetto dei diritti d'autore e promuovere una cultura di pagamento equo per l'utilizzo dei contenuti online. In conclusione, la condivisione di contenuti online ha aperto nuove opportunità per gli autori e gli artisti, ma ha anche sollevato sfide per la protezione dei diritti d'autore. È necessario un equilibrio tra la facilità di accesso ai contenuti e la protezione dei diritti degli autori, al fine di garantire una remunerazione equa e sostenibile per il lavoro creativo.

Perché negli anni '60 del 900 è stato stipulato un accordo internazionale che detta delle regole di armonizzazione del diritto dei paesi aderenti in materia di brevetti, e istituisce un ufficio europeo dei brevetti, con sede a Monaco di Baviera, che riceve le domande di richiesta di concessione di brevetti e valuta se queste possono essere accolte. Questo sistema non prevede il rilascio di un unico brevetto con effetti estesi all'interno del territorio europeo, ma è un sistema che prevede una procedura unificata della domanda di brevetto, all'esito della quale nascono tanti brevetti nazionali come se il richiedente avesse fatto domanda in ciascun paese. Non esiste un brevetto comunitario dell'UE, non è possibile ottenere un unico diritto i cui effetti valgano sull'intero territorio europeo.

Dal 1994 esiste il marchio dell'UE, regolamento grazie al quale si può mandare una domanda per ottenere un marchio dell'UE.

all'ufficio per la proprietà intellettuale europea, con sede ad Alicante, e nel caso in cui la domanda fosse accolta si riceve un unico diritto di marchio dell'UE con effetti in tutta Europa. Lo stesso vale per il design. Principio di esaurimento In Europa esiste il principio di esaurimento, secondo il quale il titolare del diritto di proprietà intellettuale che mette in commercio beni che incorporano un marchio, disegno o invenzione protetta, non può impedire che questi beni vengano acquistati nei paesi in cui sono messi in commercio e rivenduti in altri paesi dell'UE (esempio macchine Germania e Italia). Si applica il principio di esaurimento sul mondo di internet? Se compro un ebook o un software, li posso rivendere? Ci sono diverse sentenze della CGUE che affermano fatti, come ad esempio il caso Oracle, nel quale la CGUE ha affermato che il principio di esaurimento si applica anche in rete, per cui è legittimo dal punto di vista del diritto rivendere un ebook o un software acquistato.

diritto d'autore: rivendere un software usato a condizione che si sia certi che ci sia un suo trasferimento e non una sua moltiplicazione (vietata); in relazione all'ebook la CGUE ha ritenuto che ad esso non si applica il principio di esaurimento, per cui non è possibile vendere un ebook usato.

Globalizzazione e IP

Nel mondo post-coloniale matura il modello di organizzazione conosciuto come globalizzazione, ossia la costruzione di un'infrastruttura, innanzitutto giuridica, che faciliti la circolazione delle merci a livello globale. Alla fine degli anni 80 del 900 si dà vita a una nuova struttura giuridica, l'organizzazione mondiale del commercio (WTO), organizzazione alla quale possono accedere i paesi che si impegnano a conformarsi a una serie di obblighi internazionali in materia di commercio. L'essenza di questa costruzione è che i paesi ammessi fanno parte di un sistema nel quale le imprese operanti sul loro territorio possono esportare le

merci verso gli altri paesi che fanno parte della medesima organizzazione. Libertà di esportare significa inapplicabilità di dazi in ingresso e assenza di restrizioni quantitative delle merci che possono essere esportate da un paese all'altro. Nella WTO c'è una sezione dedicata alla proprietà intellettuale, nota come TRIPS (the agreement on trade related aspects of intellectual property rights), che obbliga gli stati membri della WTO ad adottare degli standard di protezione della proprietà intellettuale più elevati di quelli previsti dalla CUP e dalla CUB. I paesi occidentali hanno desiderato tanto il rafforzamento della protezione proprietà intellettuale internazionale per due ragioni principali: la prima è quella di acquistare i diritti esclusivi nel più alto numero possibile di paesi nel mondo; la seconda riguarda la delocalizzazione, che implica un trasferimento di conoscenza (esempio Apple), la quale nei paesi neiquali viene trasferita non è liberamente utilizzabile perché soggetta alla protezione dei diritti intellettuali introdotta da TRIPS. Negli ultimi anni ci sono stati vari tentativi di stipulare nuovi accordi internazionali volta a elevare ulteriormente la tutela dell'IP, tutti falliti: il più famoso tra questi è l'accordo ACTA (accordo commerciale anticontraffazione), progetto di accordo contro la contraffazione e la pirateria naufragato perché considerato come uno strumento per limitare le libertà di impresa sulla rete. I trattati bilaterali, invece, hanno avuto maggiore successo.

Settimana 3

Il dibattito sulla IP

Perché bisogna proteggere la proprietà intellettuale, ossia le creazioni dell'ingegno, le opere letterarie e artistiche, i segni distintivi e i marchi? Vi sono due prospettive principali:

Prospettiva giusnaturalistica (il giusnaturalismo è una corrente filosofica che ritiene esistenti delle leggi che

nascono dalla natura delle cose, non è l'uomo a crearle ma si limita a riconoscerle come esistenti. Si contrappone al positivismo, secondo cui le leggi sono creazioni dell'uomo, che decide di generarle per scopi precisi). Secondo questa chiave di lettura la proprietà intellettuale riguarda delle creazioni dell'uomo che meritano di essere protette in quanto tali (perché l'uomo ha faticato per crearle). Questa visione è riflessa in alcuni documenti, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che all'art. 27.2 afferma che "ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore" e l'art. 17.2 della Carta di Nizza secondo cui "ogni individuo ha il diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e lasciarli in eredità". Nessuno può essere

privato della proprietà se non per causa di pubblico interesse, nei casi e nei modi previsti dalla legge e contro il pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della stessa. L'uso dei beni può essere regolato dalla legge nei limiti imposti dall'interesse generale.

2) La proprietà intellettuale è protetta. La proprietà intellettuale è dunque protetta perché è la cosa giusta da fare. Prospettiva utilitaristica. L'art. 1 della sez. 8 della Costituzione americana dice "The Congress small have power to promote the progress of science and useful arts, by securing for limited times to authors and inventors the exclusive right to their respective writings and discoveries". In questo caso l'interesse principale è quello generale, con l'obiettivo di far progredire la scienza e le arti. Gli autori e inventori non sono protetti perché è giusto proteggerli.

Ma perché questo comportamento corrisponde al modo giusto per seguire l'interesse generale. La tutela della proprietà intellettuale è vista come un'eccezione rispetto al principio della libera concorrenza, perciò queste regole vanno limitate e contenute.

Diritti morali nell'IPI diritti morali sono diritti riconosciuti per proteggere gli interessi degli inventori e autori relativi alle loro creazioni intellettuali (ad es. il diritto di paternità, il diritto all'integrità dell'opera, il diritto al ritiro dell'opera dal commercio). I diritti morali negli Stati Uniti sono un'eccezione, sono attribuiti solo ad alcuni inventori perché l'importante è il progresso delle scienze e delle arti.

La durata della tutela da noi viene decisa a partire dall'obiettivo di assicurare agli autori e alle loro famiglie la possibilità di ricavare un reddito dallo sfruttamento dell'opera.

Dall'altra parte dell'Atlantico la protezione deve essere lunga quanto è opportuno per convincere le persone a dedicarsi ad opere dell'ingegno anziché ad attività più redditizie.

Diritti patrimoniali nell'IP

In Europa prevale l'idea che spetti all'autore il diritto di sfruttare la sua opera in ogni forma e modo, ciò significa che il diritto patrimoniale dell'autore (diritto all'utilizzazione economica in esclusiva del trovato) è un diritto elastico.

Il diritto patrimoniale è capace di estendersi, ha cioè un contenuto atipico, non tipizzato dal legislatore. Secondo la norma statunitense, invece, il suo contenuto è tipico, quindi all'autore spettano i diritti di utilizzazione che la legge riconosce, e siccome non vale il principio di eccezionalità questi diritti non possono estendersi a regole nuove.

In materia di libere utilizzazioni (casi indicati nella legge nei quali i

terzi possonoutilizzare l'opera lecitamente senza dover chiedere il consenso all'autore), negl

Dettagli
A.A. 2021-2022
35 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher khadija.chniny di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di diritto commerciale nell'era digitale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cogo Alessandro.