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L’AUTOFORMAZIONE GUIDATA (BERTRAND SCHWARTZ)

E’ una sorta di orientamento educativo, però è un auto-orientamento guidato. L’autoformazione

guidata ha la funzione, nell’ambito della educazione degli adulti, non solo di orientare alle decisioni

in merito a compiti specifici e di breve scadenza, ma di alimentare visioni prospettiche e generare

istanze di riflessione ed approfondimento.

Strategie:

• Confidenza in sé  cioè il fare affidamento su di sé, il prendersi consapevolmente cura di sé,

come è stato sottolineato a più riprese dai programmi e dalle iniziative comunitarie, in

particolare per i pubblici più sfavoriti: donne, anziani, immigrati, disoccupati, fasce di

emarginazione.

Il fare affidamento su di sé vuol dire alimentare un senso di fiducia su di sé, e quindi sostenere,

far cadere certe remore, far aprire la persona rispetto a certe determinate capacità, alimentare

confidenza con se stessi (è chiaro che per avere la confidenza in sé occorre che tra l’educatore

e la persona ci sia una corrispondenza di affetto)

• Fare il punto della situazione  orientata a fare il punto della situazione riguardo ai propri

compiti

• Capitalizzare i successi  sia dal punto di vista emozionale che da quello cognitivo:

individuazione delle capacità chiave, dei livelli soglia, dei reali sviluppi della situazione, delle

conoscenze applicabili e reinterpretabili, delle possibilità future.

Dal punto di vista emozionale: Come io riesco a gestire le mie emozioni

• Esigenza di contestualizzazione  analisi di una situazione che richiede il continuo riferimento

ad uno sfondo, ad una “cornice”, cioè quando io lavoro e faccio un lavoro di educazione degli

adulti devo capire anche qual è lo sfondo, qual è la cornice in cui io mi inserisco e quindi un

lavoro di figura/sfondo, di testo/contesto. Figura/sfondo: cioè ogni figura è dentro, all’interno di

uno sfondo, ogni persona, ogni conoscenza, ogni evento è dentro un contesto, in uno sfondo.

Collocare la figura, la persona, le conoscenze all’interno di un determinato sfondo.

Testo/contesto: quando noi interveniamo nell’educazione degli adulti dobbiamo tener conto tra

la situazione complessiva e il tipo di intervento specifico che facciamo, e quindi da un lato

sapere che io mi inserisco in un evento complesso e dall’altro che il mio intervento è qualcosa

di specifico che si inserisce in questo evento complesso. Autobiografia formativa: io faccio la

storia di quelle che sono state le cose importanti per me nella mia vita. Riflessione sulla mia

vita personale che fa emergere quelli che sono i momenti fondamentali della mia vita (passaggi

di svolta), quegli incontri, quegli eventi che sono stati dei passaggi di svolta, che mi hanno

cambiato.

• Livello soglia  Un’esperienza di formazione diventa un’esperienza produttiva e positiva se si

rispetta un certo livello soglia: al di sotto o al di sopra del quale il processo di formazione risulta

inadeguato, vuoi per carenza di informazioni, di orientamenti e di “sostegni”, vuoi per

sovrabbondanza di stimoli, di raccomandazioni ed eccesso di “aiuti”. Se c’è una carenza di

informazioni e quindi di orientamenti e di “sostegni” vuol dire che il livello soglia è troppo basso

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e non ha incidenza; se invece c’è una sovrabbondanza di stimoli, di raccomandazioni ed

eccesso di “aiuti” il livello di intervento è caotico, produce confusione, incapacità di capire il

messaggio. Ogni volta che pensiamo a un intervento dobbiamo pensare il livello soglia che ci

vuole in quella situazione perché se è troppo basso genera noia e non ha una sua influenza,

se è troppo alto diventa difficile, può generare angoscia; quindi il livello soglia significa fare un

certo tipo di lavoro che promuova la persona ma nello stesso tempo non sia eccessivo rispetto

alla sua capacità di reazione; non c’è una regola per decidere il livello soglia, lo si decide in

base alle esigenza di contestualizzazione per esempio, in base al contesto, alla persona che

hai di fronte, alla confidenza che hai con una certa persona (se hai una certa confidenza puoi

anche puntare alto e fare un lavoro più in profondità, se invece hai poca confidenza devi

limitarti a un livello soglia più basso). Nell’utilizzare il livello soglia è importante sapere come

l’altro reagisce.

GLI ANTEFATTI DEL LIFELONG LEARNING

Conferenze e Congressi internazionali dell’Unesco:

L’Unesco ha incominciato a interessarsi delle situazioni dell’educazione permanente a partire dalla

fine del Secondo Conflitto Mondiale.

• Elsinor : Danimarca, 1949, prima conferenza. La prima forma di educazione degli adulti ha una

sua caratteristica occidentale, cioè la concezione occidentale di educazione degli adulti per il

cittadino europeo già scolarizzato. Quindi l’educazione degli adulti all’indomani del Secondo

Conflitto Mondiale è ancora influenzata dalle visioni occidentali dell’uomo. E’ riferita soprattutto

al cittadino europeo che ha già un bagaglio culturale, che è già scolarizzato, quindi può essere

una forma di riqualificazione professionale, oppure anche educazione degli adulti come

utilizzazione del tempo libero, come promozione dell’associazionismo. Esempio di questa

concezione occidentale di educazione degli adulti: nelle università aperte (la più famosa è la

open università inglese) dove vanno tutte le persone che hanno già o una laurea o un diploma

e si vogliono iscrivere a dei corsi online (all’inizio era per corrispondenza poi è diventata online)

dove per esempio imparano determinate concezioni di psicologia, di arte, di espressione

artistica, di teatro, quindi una concezione molto riduttiva di educazione degli adulti.

• Montreal e Teheran : 1960 e 1965, fanno emergere quello che è uno dei problemi grossi del sud

del mondo: l’analafabetismo. Quindi l’educazione degli adulti si amplia e diventa la lotta

all’analfabetismo che all’inizio era di tipo letterale. Emerge un concetto che è l’alfabetizzazione

strumentale o funzionale, che è quella di dare alle persone che non hanno la capacità di

esprimersi a parole o per iscritto questa competenza di tipo strumentale, saper leggere e

scrivere, competenza funzionale.

• Rapporto Faure : 1972, il punto di svolta. L’educazione permanente si presenta come un

progetto di umanesimo o umanizzazione, cioè attraverso l’educazione noi cerchiamo di dare

più dignità all’uomo, e quindi dare alle persone la capacità di essere più critiche, di intervenire;

l’educazione permanente diventa una forma di essere (apprendere a essere), diventa

un’educazione che riguarda l’integralità della persona, ci si avvicina a quel concetto di

educazione che è il lessico pedagogico, l’educazione non può non essere integrale e deve

dare maggiore coscienza alla persona, maggiore coscienza della propria collocazione, del

proprio valore. Educazione per la democrazia, educazione per diventare cittadini democratici,

educazione politica, educazione verso comportamenti democratici. Tendenze dell’educazione

in prospettiva internazionale, cioè questo rapporto fa un’analisi dei sistemi educativi in sei

Paesi del mondo (due dell’Africa, uno in Europa, uno in America Latina e uno in Asia) e fa una

comparazione su quelle che sono le conquiste dell’educazione in questi Paesi, dimostrando

come le forme dell’educazione sono mentalmente diverse. Educazione permanente vista come

sorgente di una comunità educante, l’educazione permanente diventa anche l’educazione a

vivere insieme, diventare comunità (città educativa), di costituire un organismo in cui tutte le

varie componenti di quel determinato organismo (villaggio dell’Africa, un Paese dell’Europa,

una comunità agricola) dove ci sia questo senso di fare comunità, della comunità educante.

• Conferenza di Nairobi : 1976, una conferenza grossissima. Definizione ambivalente

dell’educazione degli adulti: da un lato “sviluppo delle attitudini e delle potenzialità delle

persone” (il concetto di formazione) , “crescita integrale, dimensione verticale della formazione,

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opzione ai valori” (scelta di determinati valori che dovrebbero dare il sufficiente appoggio e

sostegno all’educazione degli adulti), dall’altro “qualificazioni professionali”, “partecipazione allo

sviluppo economico equilibrato e indipendente”, “apprendimento continuo e aggiornamento

delle competenze”, dimensione orizzontale e si introduce il motivo delle “flessibilità”, cioè si

dice che all’interno delle società moderne o post-moderne c’è l’esigenza che la persona sappia

anche cambiare le proprie competenze, trasformare, adattarsi alle situazioni (flessibilità e

adattamento).

Critica all’alfabetizzazione funzionale: l’alfabetizzazione che era quella strumentale/funzionale

nata a Montreal e Teheran viene criticata a Nairobi per arrivare al concetto di educazione

polifunzionale, cioè non c’è più solo un’alfabetizzazione solo del leggere e dello scrivere ma

una alfabetizzazione che implica più funzioni (la capacità non solo di leggere e di scrivere ma

anche per esempio la capacità di apprendere lingue nuove - lotta all’analfabetismo linguistico

- , la capacità di ragionare, di comprendere quello che si legge – lotta all’analfabetismo

concettuale - , e la capacità anche di fare delle riflessioni personali su quello che avviene, su

quello che si sente, su quello che si vede, su quello che si legge), quindi educazione

polifunzionale considerata come dato culturale non strumentale, cioè l’alfabetizzazione viene

vista come un processo di inculturazione, come un elemento della cultura, quindi si allarga il

concetto di alfabetizzazione del leggere e dello scrivere e diventa un’ alfabetizzazione che

riguarda tutti gli aspetti della comprensione della vita, della comprensione di se stessi, e quindi

anche della cultura di cui si fa parte in rapporto al contesto in cui si sviluppa.

• Memorandum : Commissione Europea del 2000, con i suoi sei messaggi chiave. E’ orientata a

una visione politica, cioè l’educazione degli adulti e anche l’educazione permanente (che

include l’educazione degli adulti) diventa un’educazione alla partecipazione, non è concepita

solo come un diritto, ma la chiave per affrontare i problemi dello svilu

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
20 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddalenaonor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Educazione degli adulti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Istituto Universitario Salesiano Venezia - IUSVE o del prof Albarea Roberto.