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VALUTAZIONE DELLA
DEGRADABILITÁ DI UNA SOSTANZA:
metodo AFNOR, metodo della bottiglia
chiusa, metodo STRUM e MITI test (respirometro).
Metodo AFNOR. Durata 28-30 giorni, va bene a scopo di ricerca, non se c’è un allarme ambientale. Viene
utilizzato per le sostanze volatili e poco tossiche. Per la misura del TOC (Total Organic Carbon) metto
acqua distillata, Sali nutritivi, immetto la sostanza di cui voglio testare la degradabilità con [40] mg/L e metto
l’inoculo batterico. Per misurare il TOC ci sono 2 metodi: combustione termica e ossidazione a umido. Nella
combustione termica separo i 2 campioni in 2 aliquote. Acidifico la prima (per esempio con acido fosforico)
₃ ⁺ ₂ ₂
in modo che l’acido carbonifica il carbonio inorganico: CO ²ˉ + 2H CO + H O (misuro la CO2 uscente).
La seconda aliquota viene iniettata nella camera di combustione (600-700°C) in modo da bruciare tutta la
₂ ₂
sostanza organica e inorganica. Il carbonio organico e inorganico viene ossidato. C + O CO (misuro la
CO2).
TOC= C tot- C inorganico. Dopo 28-30 giorni viene misurato ancora il TOC. Se il TOC finale ≈ TOC iniziale
la sostanza non è degradabile; se TOC finale < TOC iniziale la sostanza è degradabile. TOC finale/ TOC
iniziale *100= % di degradazione. Per convenzione una sostanza si considera mineralizzabile se dopo 30
giorni ne scompare almeno il 70%. Perché 70%? Se in 30 giorni è arrivato al 70%, allora in ambiente in 3-4
mesi si degrada al 100%
METODO DELLA BOTTIGIA CHIUSA
₂
BOD quantità di O necessaria ai batteri per degradare la sostanza organica. Ogni sostanza organica è
degradata nel tempo secondo una cinetica di ordine zero (andamento lineare inverso). Ma dato che in
ambiente c’è una miscela di sostanza organiche e non una sola, la curva che raccoglie tutte le curve
cinetiche di ordine zero dei diversi composti è iperbolica ed è detta cinetica di PSEUDO-PRIM’ORDINE. Il
BOD nel tempo aumenta perché i batteri continuano a lavorare e il BOD si accumula. Il BOD (che è quanto
ossigeno hanno consumato i batteri) arriva all’asintoto perché poi non viene più consumato poiché finisce
₅
la sostanza organica da degradare. Nel grafico si è considerato il BOD perché nel fiume inglese ci mette
più di 5 giorni ad arrivare al mare.
Com’è misurato il BOD? Si va sul campo e si prende un campione dal fiume, successivamente ossigeno il
campione o con aria normale o con ossigeno puro e porto i livelli di ossigeno alla saturazione. A 20°C la [ ]
₂
di saturazione di O è di 9 mg/l. il resto del campione lo aliquoto in diverse bottiglie scure (almeno 3), la
bottiglia scura serve perché se non campione sono presenti alghe queste non possono produrre ossigeno.
Bisogna tenere il campione sotto lenta agitazione in modo da mantenere il particolato sospeso poiché, se si
formasse uno strato di fondo, i batteri potrebbero portare alla formazione di uno strato anossico facendo
cessare la biodegradazione. Le bottiglie scure vengono tenute per 5 giorni e ogni giorno viene misurata la
₂
[O ]. E se la concentrazione ci ossigeno dopo 3 giorni è zero o va sotto 1,5 mg/L? A quel punto prendo nota
₃
di BOD . (…. ???). Non è un sistema preciso perché se mi accorgo un po’ dopo che la concentrazione di
₂ ₅
ossigeno è circa 1,5 mg/L o sotto, non farò BOD ma BOD , poiché la [ ] è scesa prima, cioè dopo 2,5
₂ ₂
giorni e non dopo 3. Cosa posso fare per evitare che l’O sia limitante? I batteri usano O ma lo usano
perché c’è tanta materia organica, in questo caso si può diluire il campione. … il risultato lo devo
₅ ₂ ₂
moltiplicare per il fattore di diluizione. Dopo 5 giorni BOD = [O ]iniziale – [O ]finale.
Fonti di errore del BOD.
• Cattiva miscelazione del campione
• pH del campione (i batteri vivono a 6,5< pH <8.5), se il range è diverso intervengo con acidi e basi.
• Inoculo batterico che deve essere dei batteri giusti
• Non biodegradabilità di alcune sostanze (es. cellulosa). Queste sostanze non riescono ad essere
misurate poiché non vengono degradate dai batteri; in questo caso posso dare il TOC.
• Tossicità del campione. Nelle faglie (???) ci arrivano tante cose. Devo vedere se nel campione ci
sono sostanze tossiche per i batteri. Come posso ovviare a questo problema? Un campione è
tossico se raggiunge una certa [ ], in questo caso diluisco. Esempio: nel Lambro mi aspetto che
abbia una BOD alta poiché è molto inquinato ma, in realtà, abbiamo uno BOD basso forse poiché
non ci sono batteri dato che sono morti.
METODO STURH ₂
Metodo per la misura della CO . Inucolo batterico + acqua distillata + minerali + sostanze (20 mg/L). Si
₂ ₂
insuffla (si soffia dentro) O in modo da non farlo diventare limitante, cosi facendo la CO esce e va in
₂
un'altra scatola con aria e viene pressata in un altro recipiente con Ba(HO) (idrossido di bario) che attiva la
₂ ₂ ₂
CO e la trasforma. Conosco le moli iniziali di Ba(HO) e posso calcolare le moli di CO tramite una
₂ ₂
reazione stechiometrica. Sapendo poi il numero di moli di CO posso calcolare le moli di O poiché per
degradazione di sostanza organica utilizzo 1 mole di ossigeno per ottenere una mole di anidride carbonica.
Svantaggi dei metodi di degradazione:
• Nell’ambiente i composti organici persistenti generalmente non passano in un impianto di
depurazione.
• Si possono formare dei metaboliti stabili, anziché andare incontro ad una mineralizzazione
completa.
• Non considerano le miscele di sostanze.
DISTRIBUZIONE DEI CONTAMINANTI NELL’AMBIENTE
Spesso una sostanza inquinante non rimane dove viene immessa inizialmente (es. gli erbicidi evaporano o
entrano in soluzioni acquose poiché sono idrofili). Le sostanze inquinanti in un corpo idrico possono
rientrare in varie categorie: se idrofoba va nel particolato sospeso o nei sedimenti; se l’inquinante è idrofilo
solitamente finisce nella matrice acquosa. Se invece la sostanza è lipofila può accumularsi.
Caratteristiche chimico-fisiche necessarie per la valutazione della distribuzione:
• Peso molecolare
• Densità
• Punto di ebollizione
• Solubilità in acqua (o in altri solventi)
• Tensione di vapore
• Coefficiente di ripartizione (contatto di due compartimenti ambientali diversi)
In un compartimento bifasico (acqua e sedimento) lo studio della distribuzione di un contaminante prevede:
₁ ₂ ₁ ₂
un aspetto cinetico (V ≠V ) e una situazione di equilibrio (V =V ); nella situazione di equilibrio abbiamo un
equilibrio dinamico poiché uguali moli di inquinanti vanno da un compartimento all’altro e viceversa, dato
che le velocità sono uguali la [ ] non cambia. I coefficienti di ripartizione bifasici permettono di avere un’idea
immediata della tendenza di una sostanza a migrare da una fase all’altra.
Usare la Kow è scomodo poiché si
ottiene un valore troppo grande,
spesso si utilizza il logaritmo
(logKow).
Si possono trovare diversi valori di
logKow in letteratura.
Metto in un contenitore acqua e n-
ottanolo a successivamente aggiungo
la sostanza di interesse a [ ] nota.
Agito fortemente per circa 20/30
minuti. Metto poi l’imbuto a riposo per
una decina di minuti e aspetto che le
due fasi si separino. Con l’agitazione
ho messo in stretto contatto le 3 fasi e
ho dato la possibilità alla sostanza di
interesse di scegliere la fase che
preferisce (o acqua o n-ottanolo). La
sostanza non si sposta tutta in una
fase poiché si trova in condizione di
equilibrio. L’acqua si trova nello strato
inferiore e sopra di essa l’n-ottanolo.
Successivamente faccio uscire
l’acqua in modo da vedere bene la
distinzione delle due fasi. Nell’imbuto rimane solo l’n-ottanolo. Per evitare che ci sia acqua residua
aggiungo una sostanza che raccoglie l’acqua residua. Prendo poi una parte dell’n-ottanolo e lo analizzo
con una gas-cromatografia e analizzo la sua nuova [ ] C iniziale – C finale= C acqua. Se lamaggior parte
della sostanza si trova in n-ottanolo utilizzo un gas cromatografo. Se la sostanza è in acqua uso HPLC
(cromatografia liquida ad alta prestazione, in inglese High Performance Liquid Chromatography). I
problemi/svantaggi del metodo shake-flask sono: tempi di esecuzione piuttosto lunghi, grosse quantità di
composto puro e formazione di emulsioni tra le due fasi si formano delle bolle che rischiano di farmi avere
una sottostima o un riscontro sbagliato. Per ovviare a questo problema posso raffreddare il campione e
questo diminuisce la formazione di emulsione; in alternativa posso aggiungere dei Sali ma questa
procedura non è consigliata poiché è meglio non aggiungere qualcosa alla soluzione; come terza
alternativa posso utilizzare il metodo SSM che prevede di agitare lentamente con un agitatore magnetico.
La cromatografia liquida ad alta prestazione (in inglese High Performance Liquid Chromatography), più
semplicemente nota con l'acronimo inglese HPLC è un tipo di cromatografia liquida che rappresenta
l'evoluzione strumentale della cromatografia in fase liquida su colonna classica. Si tratta di una tecnica
cromatografica che permette di separare due o più composti presenti in un solvente sfruttando l'equilibrio di
affinità tra una "fase stazionaria" posta all'interno della colonna cromatografica e una "fase mobile" che
fluisce attraverso essa. Una sostanza più affine alla fase stazionaria rispetto alla fase mobile impiega un
tempo maggiore a percorrere la colonna cromatografica (tempo di ritenzione), rispetto ad una sostanza con
bassa affinità per la fase stazionaria ed alta per la fase mobile. Il campione da analizzare è iniettato
all'inizio della colonna cromatografica dove è "spinto" attraverso la fase stazionaria dalla fase mobile
applicando pressioni dell'ordine delle centinaia di atmosfere. Per ottenere un'elevata efficienza nella
separazione è necessario che le dimensioni delle particelle del riempimento siano molto ridotte (di solito
hanno diametri compresi da 3 a 10 µm), per questo motivo è indispensabile applicare un'elevata pressione
se si vuole mantenere una ragionevole velocità di flusso dell'eluente e quindi un tempo di analisi adeguato.
Alla fine della colonna è applicato un rilevatore (IR, UV-VIS, spettrofluorimetrico, spettrometro di massa) e
un calcolatore che permettono una analisi in continuo dell'uscita della colonna e quindi di poter