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Valutare il rischio di estinzione

Allora qui vediamo aspetti che in parte abbiamo già trattato quando abbiamo parlato sia di popolazione che di Comunità, ma diciamo è importante riprenderli e così si vede anche come è funzionale quello che abbiamo fatto nella ecologia di popolazione e di comunità come è funzionale alla biologia della conservazione; cioè Quali sono le caratteristiche delle specie e quindi delle popolazioni che influenzano la vulnerabilità di queste? La influenzano in maniera indipendente ma anche ovviamente interagendo.

I tratti funzionali abbiamo sono caratteristiche fondamentali che determinano la viabilità di una popolazione e quindi di conseguenza il suo rischio di estinzione: specie più grandi sono più sensibili e quindi sono più magari numericamente meno rappresentate in una comunità, ma possono essere ad esempio più abbondanti come biomassa complessiva e quindi più a

rischio; la posizione trofica è importante perché definisce la funzionalità di una comunità, abbiamo visto alcune specie e soprattutto all'apice della Catena trofica sono più vulnerabili, perché sono meno numerose e più grandi in termini di biomassa;- abbiamo parlato della distribuzione: distribuzioni piccole rendono le popolazioni più vulnerabili,Specie con un numero basso di popolazioni saranno più vulnerabili rispetto a Specie con numero più alto di popolazioni (abbiamo accennato al concetto di metapopolazione, cioè di un numero popolazioni tra loro collegati);- è chiaro che colazione con N basso è più vulnerabile;- abbiamo parlato di dinamica delle popolazioni: Quindi (vedi living planet index) una popolazione in declino sia perché riusciamo a stimare N o perché consideriamo un indice di abbondanza, sarà a maggior rischio;- Vedremo adesso le minacce allabiodiversità: se le minacce sono alte il rischio di estinzione cresce, considerare le minacce quindi, ad esempio, la perdita di Habitat oppure il tasso di bracconaggio per una certa specie è chiaramente importante per valutare il rischio estinzione; - la stabilità dell'habitat anche in termini globali in relazione ad esempio ai cambiamenti climatici è importante, oppure i livelli di protezione degli Habitat è un habitat protetto perché è un parco nazionale o no? È importante per il rischio di estinzione; - E poi abbiamo visto, quando si parlava di piccole popolazioni, quindi di soglia vitale delle popolazioni, come la variabilità genetica sia anch'essa molto importante, perché sotto una certa soglia, le popolazioni entrano nel cosiddetto vortice di estinzione per depressione da inincrocio, quindi anche questo è un importante tratto che informa sul rischio di estinzione. 61T RATTI FUNZIONALI la massa

corporea appunto vulnerabilità alla cacciacorrelata anche ad altri tratti, quindi maggioridimensioni vuol dire un home range maggiore,distribuzione maggiore, Tasso riproduttivo piùlento, capacità di dispersione su aree più vaste,lunghezza alle generazioni più lunga (“questografico da questo nostro studio ci indicachiaramente come comunità che sono menodisturbate, cioè più lontane da insediamentiantropici fuori dalle aree protette sonomediamente più grandi sostanzialmente, comedistribuzione media delle masse”).

Come anche abbiamo già parlato di distribuzione, questi sono i due criteri fondamentali della lista rossadell'IUCN per valutare la distribuzione delle specie e fare quindi l’Assessment del loro rischio diestinzione. Ci sono due misure fondamentali:

  1. Una si chiama Extent of occurence, cioè la superficie complessiva in cui si trova la specie, Quindise abbiamo una serie di

popolazioni oppure degli individui, saranno in una serie di Celle(possiamo pensarle anche con una serie di patch, di blocchi di Habitat), quando riprendiamo nelloro insieme facendo proprio un minimo Poligono convesso su questi punti, abbiamo le extentof occurrence, se vediamo che stiamo sotto i 100 km quadrati la specie è sicuramentecriticamente minacciata (critically endangered), se siamo sotto i 5000 chilometri quadrati, laspecie è minacciata, se siamo sotto i 20.000 km quadrati La specie è vulnerabile.

2. L'area occupancy invece è il numero di celle, quindi là sotto area in cui ci sono gli individui diquesta popolazione, quindi non considera le celle (quindi le aree, che possiamo consideraledirettamente blocchi di habitat) in cui a specie non è presente, quindi in questo caso se siamosotto i 10 chilometri quadrati di area occupancy, la specie criticamente minacciate, se siamosotto i 500 (si vede come è più restrittivo)

è un criterio di specie minacciata, se siamo sotto i 2000è una specie vulnerabile. Quindi è una scala più fine della distribuzione complessiva. Quindi questo è come l'analisi della distribuzione viene formalizzata per definire il rischio di estinzione.

62M INACCE ALLA BIODIVERSITÀ

Passiamo quindi, avendo analizzato il rischio di estinzione, passiamo ad un altro argomento fondamentale di questa seconda parte della trattazione dellabiodiversità e conservazione, che sono le minacce alla biodiversità. Noi abbiamo visto la parte introduttiva come la biologia della conservazione documenta la diversità e documenta però anche lo stato di conservazione della diversità, quindi identifica le minacce per poter proporre delle strategie di conservazione, quindi è importante studiare e analizzare nel dettaglio quali sono i fattori che determinano il rischio di estinzione che determina la perdita di specie.

Si fa una prima

Distinzione tra minacce remote (indirette) e minacce prossime ovvero dirette, e per analizzarle prendiamo un esempio dei primati in generale nel mondo (primati non umani).

"Da una review che abbiamo con diversi colleghi fatto e pubblicato nel 2017 proprio sul rischio imminente di estinzione delle specie di primati nel mondo e poi anche sul perché sono importanti, questo è un lavoro abbastanza emblematico di un lavoro di biologia della conservazione, perché che cosa si fa? Si ricapitola la distribuzione, il numero di specie dei primati, si analizzano le minacce e si cerca di far capire qual è l'importanza, quindi qual è la rilevanza sociale di queste specie (?), per cui riassume per un particolare gruppo l'importanza il modo di procedere della biologia della conservazione.

Noi abbiamo al momento 504 specie di primati, uomo escluso, in 79 generi nel mondo; i primati sono specie tipicamente tropicali e subtropicali quindi qui vedete la distribuzione,

conuna ricchezza che è particolarmente alta, nelle zone di foresta pluviale soprattutto in Amazzonia, nella fascia del Congo e nel sud-est asiatico, Indonesia Borneo, ecc.; quindi qui è semplicemente una mappa dove abbiamo la ricchezza plottata in maniera spazialmente esplicita, cioè con dei pixel dove il numero di specie S è indicato. Invece in questo grafico abbiamo per tutti i primati e per i singoli continenti, quindi centro e Sud America, Africa, Madagascar che a volte è unito all'Africa, a volte è tenuto come un continente a sé, perché ha una geografia e storia geologica e quindi evolutiva totalmente sconnessa a quella dell'Africa e quindi una fauna del tutto particolari, e poi appunto il sud-est asiatico; vedete come la percentuale di specie minacciate è in verde e il numero di popolazione in declino in rosso (questi sono dati della IUCN, alcuni sono stati verificati e aggiornati, ma sostanzialmente i dati ci sono tutti).

Nella lista rossa, cioè il numero delle specie minacciate altro non è che le tre categorie di maggiore vulnerabilità delle specie e le popolazioni in declino derivano da un'analisi più fine di Trend che anche essa è quasi sempre presente nella banca dati della IUCN. Vedete come questa situazione è drammatica, per cui il numero delle specie minacciate va 36-37 tra le Americhe e l'Africa, fino a raggiungere addirittura il Madagascar con l'87%, quindi una grossa popolazione, mediamente del 60%, sono minacciate di estinzione e popolazione in declino addirittura più alto, il 75% di queste specie hanno popolazioni che sono in declino; quindi questo non è nuovo, abbiamo già visto come appunto il livello di minaccia e Trend delle popolazioni sono due importantissimi proxy di rischio d'estinzione futuro anche."

MINACCE PROSSIME

Ma quali sono le minacce prossime ovvero quelle dirette? quelle che direttamente causano

O no la perdita di queste specie o il rischio di queste specie o il loro declino. Beh le cause sono sostanzialmente antropogeniche o una conseguenza di azioni umane e la più grande e universale è la perdita di habitat, che vuol dire sostanzialmente per i primati, la perdita di habitat forestale, il taglio e la frammentazione delle foreste che viene fatto per fare spazio all'agricoltura, allevamenti intensivi, prelievo di legname, estrazione di combustibili fossili, nuovi impianti di estrazione del gas, nuove miniere, la costruzione di strade, le dighe, sono tutte infrastrutture che generano/causano poi a cascata perdita di habitat. In questo grafico si vede chiaramente come la perdita di copertura di foresta nelle aree di presenze primati, quindi siamo soprattutto nei tropici, secondo i dati della FAO, va di pari passo con un incremento della espansione agricola in milioni di chilometri quadrati, nello stesso periodo di tempo (siamo tra il 90 e il 2010). Seconda grande minaccia

È il bracconaggio e il commercio illegale di specie che purtroppo per i primati è molto elevato. Terza causa diretta di perdita di biodiversità dei primati, sono le minacce che in qualche modo sono più recenti e anche più crescenti negli ultimi anni e quelle che hanno una dinamica più globale, ovvero il cambiamento climatico (di cui parleremo un po' più in dettaglio nella terza parte di questo programma) e le malattie, la diffusione di zoonosi e di specie invasive che possono essere dannose. LE CAUSE REMOTE Le cause remote, Cosa sono le cause remote? sono tutti i processi, anche questi di origine antropica socio-economici che a loro volta creano le condizioni perché le cause prossime agiscano sulle specie; e queste sono facilmente intuibili: la crescita smisurata della popolazione umana e chiaramente la povertà, il basso livello di educazione, gli usi insostenibile del suolo, di aree soprattutto tropicali.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
121 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diegot.b di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ecologia con laboratorio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Rovero Francesco.