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ECOSISTEMA DEI MEDIA DIGITALI
Oggi ci troviamo difronte ad un ecosistema complesso formato da:
• Web 1.0 (1994-2004)
Vuol dire tutto il mondo dei siti web.
Non parte dalla nascita di internet ma alla fine degli anni ’60 nell’ambiente militare, che permette di
costruire un percorso di diffusione di informazioni e comunicazione più sicura di quelli precedenti.
E’ un sistema inizialmente chiuso, relegato a questo ambiente.
Dalla fine degli anni ’80 al 1994 succedono diverse cose che accelerano l’arrivo del web.
• Tim Berners-Lee inventa il World Wide Web. Comincia la vera storia di internet e lo sviluppo
della rete poiché questo ha fatto si che anche la gente comune potesse utilizzarla e accedere ai
contenuti disponibili in rete.
• Le attività commerciali lanciano siti web con l’estensione “.com”. Compaiono contenuti rivolti
ad un altro tipo di pubblico (quello dei potenziali utenti della rete, non i singoli), diversi dall’ambito
militare.
• Nascono i primi pacchetti di fruizione, da compagnie private. Nascono i primi internet
provider.
• Nascono i motori di ricerca. Inizialmente per poter raggiungere un sito si poteva solamente
digitare l’indirizzo per arrivarci. Questo implicava la conoscenza di questo indirizzo. Tentativo di
pubblicare delle “Pagine Gialle” del Web. Con l’arrivo dei motori di ricerca data una parola chiave
si poteva raggiungere un elenco di siti. Le parole chiave erano molto meno informali di quelle che
usiamo oggi.
• Web 2.0 (2004-2010)
Cominciano a nascere i blog, nasce Wikipedia, nascono i primi social network e Tim O’Reilly conia
l’espressione “Web 2.0” dicendo che si stanno sviluppando nuove piattaforme che non sono più
uguali a quelle precedenti o a quello che fino ad ora erano conosciuti come siti web. Si passa ad
una dimensione sociale della rete.
• Web 3.0 (2010 - >)
Diverso rapporto che le persone hanno col web. Non è più tra una persona e un mondo che sta
oltre lo schermo. Il mondo non è più così isolato dalla persona. Non c’è un momento in cui io mi
chiudo con quel mondo, ma quel mondo mi circonda sempre e io interagisco continuamente con
esso. Nuovo modo di relazionarsi con le altre persone. Si sviluppano i dispositivi mobili e i sistemi
di geolocalizzazione. I contenuti della rete cominciano a rispondere al posto in cui mi trovo (ex.
mappe, meteo).
Comunque presenti all’interno della rete:
• Media Broadcast
• Stampa
DA MEDIA BROADCAST AL WEB 1.0
• Chi produce dei contenuti, un mezzo per condividerli, chi li guarda = alla tv, radio, stampa.
• Il cambiamento è che i soggetti che sono in grado di mettere online prodotti anche professionali
sono diventati moltissimi.
• Cambiamento legato ai motori di ricerca:
- Da quando sono nati sono diventati i nuovi gatekeeper, cioè filtrano i contenuti, decidono cosa
vedrai per primo etc.
- Sminuzzano i contenuti dei grandi content provider (quando faccio una ricerca raramente vengo
indirizzato all’home page del sito, ma piuttosto vengo indirizzato direttamente sulla pagina che mi
interessa di più).
- Avviano il processo di personalizzazione della rete.
Come funzionano i motori di ricerca?
• I motori di ricerca hanno dei software (detti Spider) che scandagliano in continuazione tutti i
contenuti della rete e archiviano tutto ciò che c’è di nuovo costruendo e ampliano il proprio
database. Sono i primi gatekeeper.
• Definire la rilevanza:
- Chiarezza: se nella descrizione della pagina ci sono le parole che ho usato nella ricerca.
Operatori che organizzano le descrizioni in base alle parole maggiormente usate dalla comunità ->
SEO (Search Engine Organizator)
- Popolarità: non solo quelli maggiormente visitati ma anche quelli con tanti link.
• SEM (Search Engine Marketing): Tutti vogliono stare nella prima pagina dei motori di ricerca,
quindi si attuano strategie. Si usano gli adwords (sorta di aste), che a loro volta producono
annunci. Google non vende spazi pubblicitari. L’unica cosa che possono vendere sono le parole
chiave. Si possono comprare delle parole chiave per un certo periodo (non in esclusiva, bisogna
comunque condividerle con altre aziende). Chi investe meno soldi comparirà meno di chi ne
investe di più. Non tutte le parole hanno lo stesso prezzo. Più la parola è generale più sono gli
acquirenti, però più è specifica più si avrà la possibilità di essere “passati”.
DA WEB 1.0 A WEB 2.0
• Il 2.0 è il termine con cui è definita un'evoluzione del WWW in cui accanto ai siti web si sono
sviluppate delle piattaforme che hanno permesso l’interazione tra persone e contenuti. I social
sono realtà che esistono solo con la partecipazione delle persone. Se nessuno li usa non sono
nulla.
• Crescono i blog. Primo strumento che ha introdotto la deprofessionalizzazione dei contenuti.
Prevedono un autore principale. Devono essere agganciati ad un singolo.
• Nascono le piattaforme “Wiki”: tutte le piattaforme che si basano sulla scrittura collaborativa,
mettere a disposizione degli utenti gli strumenti per produrre insieme dei contenuti. Logica opposta
ai blog (contenuti riconducibili ad un singolo o piccolo gruppo di persone) -> i contenuti non sono di
nessuno autore, e non possono essere ricondotte ad un singolo (EX. Wu Ming)
• Co-costruzione dei contenuti.
• Piattaforme di condivisione di contenuti: Flickr, Youtube
• Social Network basati sul concetto di profilo personale: Myspace, Facebook
• Cambiano i modi di relazionarsi tra chi pubblica contenuti e chi li fruisce.
- Chi li produce vuole che il fruitore si trattenga il più possibile sul proprio sito.
- Nascono strumenti che permettono ai contenuti di arrivare alle persone e non il contrario (Feed
RSS = forme di abbonamento gratuito a dei contenuti, iscrizione via email ad un aggiornamento
costante che viene pubblicato su quel sito/blog —> oggi sono sostituiti dalle pagine sui social
network che pubblicizzano i contenuti)
• Tra il 2004 e il 2006 Tim O’Reilly comincia a teorizzare i cambiamenti che stanno caratterizzando
il web 2.0.
- Si passa da un mondo web fatto di siti ad un mondo web fatto di piattaforme.
- Queste piattaforme hanno anche la caratteristica di essere "Perpetual Beta” ovvero sono
costantemente versioni Beta, mai definitive una volta per tutte, poiché evolvono costantemente e si
aggiornano.
- Il valore aggiunto delle piattaforme sono gli utenti: quanti più utenti lo usano, più la piattaforma
vale.
- Trust your user: il giudizio di valore degli utenti diventa misura del valore del contenuto (stelline,
like, recensioni etc).
Il mondo che abbiamo descritto è un mondo in continuo movimento, composto quindi da
flussi:
• DA Stickiness of people: cercare di attrarre più persone possibile e farle rimanere sul mio sito.
• A Stickiness of conversation: se io ho un contenuto che voglio condividere lo devo far entrare
nelle conversazioni altrui (post condivisi, tweets, video youtube) —> go viral.
• DA Content Management: impedire alla gente di condividere i miei contenuti e quindi storpiarli.
• A Content Curation: lasciare andare i miei contenuti ma seguirli e controllare che non vengano
travisati.
DA WEB 2.0 A WEB 3.0
• Concetto ancora confuso ma definito da alcune linee.
• Verso il Web Semantico: sviluppo della costruzione dei database dei motori di ricerca, dei
software che ricercano al loro interno in modo che sia sempre più possibile agli utenti fare ricerche
in linguaggio naturale. (EX voglio fare un viaggio in inghilterra VS viaggio, inghilterra).
• I motori di ricerca sono in grado di capire l’obbiettivo della ricerca.
• Si è arricchito il modo con cui vengono costruite le pagine web, poiché nell’HTML sono compresi
degli elenchi di descrizioni della pagina già molto ricchi espressi tramite meta tags.
• “Big Data”: si intendono base dati che hanno tre caratteristiche: volume, variety, velocity.
- Volume: sono quantitativamente molto ampi e i software tradizionali non riescono a gestirli. E’
necessario sviluppare nuovi sistemi per trattarli.
- Velocity: vengono prodotti in continuazione, a ritmi sostenuti. Ogni secondo vengono generati
post, video, commenti etc. Essi devono essere archiviati e gestiti in tempo reale poiché il secondo
dopo c’è già una nuova ondata.
- Variety: sono dati di diversa natura (testi, audio, video, flussi di click, segnali che provengono da
cellulari, transazioni commerciali etc).
I Big Data sono una sfida poiché è impossibile seguire completamente cosa succede ogni secondo
in tutta la rete.
I dati strutturati (audio, video, testi) sono i più facili da archiviare, le impronte digitali che lasciamo
in rete (es ricerche) sono più difficili da tracciare perché non sono riconducibili ad una persona
precisa, sono perlopiù flussi.
Ciò che ha incrementato il numero dei Big Data è stata la comunicazione via mobile e li ha resi più
complicati poiché è ancora più difficile ricondurre i Big Data ad una persona anche perché spesso i
telefoni fanno cose anche senza l’input della persona (aggiornano e scaricano dati).
Gli usi dei Big Data:
- Personalizzazione delle pagine social e sui motori di ricerca (in base a cosa cerchi o metti mi
piace ti vengono proposte nuove cose)
- Quando si compra su Amazon (e altri) ti vengono suggeriti prodotti simili o correlati.
• Geospatial Web: Da un lato si tratta di strumenti di geolocalizzazione dall’altro arricchisce il
rapporto tra le persone e lo spazio fisico, ad esempio attraverso dati posti sulle mappe(ex luoghi
dove sono avvenuti terremoti in giappone). Mappe arricchite dai contenuti prodotti dagli utente.
• Realtà Aumentata: Arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in
genere manipolate elettronicamente che non sarebbero percepibili con i 5 sensi (ex. punto lo
smartphone su un certo edificio e mi danno delle info) —> techno-sociality
• Dal Web alle App: Creazione di un “walled garden” ovvero una rosa di app che servono
all’utente. Diventano l’interfaccia tra noi e la rete. Non dobbiamo più cercare quello che ci serve
perché abbiamo un costante accesso tramite l’app. Il giardino di app può essere rinnovato,
cambiandole, eliminandole etc.
- Prima preselezione di punti d’accesso: si scandaglia il panorama di app e si selezionano
quelle che riteniamo “di base”.
La metafora su cui si poggia il Web prima del mobile è la ricerc