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I IIIB
IIIB I
Strato
Suolo Sedimenti
eterotrofo
Materiale geologico originario Materiale geologico originario
(B)
(A) IV
DIFFERENZE:
• Biomassa
Tempo di turnover = biomassa / produttività
Sistema forestale con biomassa di 20.000 g/m2
Tasso di accrescimento annuale 1000 g/m2 per anno
Tempo di turnover B/P 20000/1000=20
20 anni rappresentano il turnover o il tempo di sostituzione per questa foresta
La velocità di turnover è il reciproco: P/B
1/20=0.05 Ecosistema acquatici: tempo di turnover basso
(biomassa minore, tasso di incremento maggiore)
ECOSISTEMI ETEROTROFI
Flusso di energia DIAGRAMMA FUNZIONALE DI UN ECOSISTEMA
unidirezionale Limite dell’ecosistema Immagazzinamento
dell’energia (materia
organica, organismi)
Anello di controllo
a feedback e
immagazzinamento
dell’energia
Entrata di materiali
(nutrienti) e organismi Simboli utilzzati nei modelli di ecosistema
Cicli e depositi
dei materiali Materiale
(nutrienti) esportato SORGENTE DI ENERGIA
Stuttura biotica Perdita ETROTROFI
(comunità) di calore PERDITA DI ENERGIA
SOTTOFORMA DI CALORE
Flusso: traiettoria movimenti di materiali
ed energia AUTOTROFI
Entrate ed uscite ENERGIA IMMAGAZZINATA
Proprietà del sistema
Retrocontrollo: meccanismo interno al
sistema che ne influenza il funzionamento:
Negativo: è stabilizzante.
Positivo: allontana il sistema dall’equilibrio INTERAZIONE
A B C
Anello di retro-controllo
Modello a comparti con un anello o controllo di retro-controllo che trasforma un sistema
lineare in uno parzialmente ciclico
I meccanismi di controllo sono interni e diffusi ed implicano interazioni tra i sub-sistemi
Ecosfera
Bioma Non vi sono punti specifici di controllo.
Paesaggio Il sistema è mantenuto in uno stato
pulsante da feedback + e –
Ecosistema
Comunità OMEORESI
Popolazione
ORGANISMO
Apparato Presenza di sistemi di
Organo controllo retroattivi (+ e -)
che mantengono uno
stato stazionario
Tessuto
Cellule OMEOSTASI
Molecole
Atomo Controllo dipende dal feedback
Feeedback positivo - accelerazione della deviazione
Feedback negativo – neutralizzazione della deviazione
Meccanismi che mantengono uno stato stazionario
(omestatici - omeoretici)
Stabilità mantenuta da complessità funzionale (+ anelli di
feedback potenziale) o strutturale (alta biodiversità)?
Stabilità di resistenza, capacità di resistere
Stabilità di resilienza, capacità di recupero
Stabilità totale
Perturbazione
Regolare ampiezza delle oscillazioni
Misura di
resistenza
ecosistemica Stabilità
totale
Funzione Misura di resilienza
Tempo
Ecologia ecosistemica
• Ecosistema = comunita’ e ambiente abiotico
– flusso di energia
– ciclo dei nutrienti
– reti trofiche Modello di flusso di energia ecologico
CATENA TROFICA
Successione di organismi che mangiano e vengono mangiati
Sorgente di energia utilizzata
Catena Catena
alimentare alimentare
di pascolo di detrito
strato strato
autotrofo eterotrofo
starne
detrito gamberetti
organico aguglie falchi
pescatori
anguille
piante aironi
limnee
acquatiche verdi RETE TROFICA DI
passere
di mare smerghi UN ECOSISTEMA LITORALE
pectinidi ciprinotondi
plancton cormorani
cavedani gabbiani
zanzare carpe martin
pescatori
piante grilli tordi
di palude
1° livello 2° livello 3° livello 4° livello
trofico trofico trofico trofico
foglie di
mangrovia
fitoplancton
E alghe del
benthos funghi
batteri
protozoi copepodi
granchi CATENA DI DETRITO
anfipodi larve di
insetti
nematodi gamberetti
molluschi
bivalvi ciprinidi misidacei
CONSUMATORI DI DETRITO
PICCOLI CARNIVORI
Catene trofiche sono generalmente incluse in reti trofiche piu’ complesse.
Molti organismi si nutrono di piu’ di un livello trofico
CATENA ALIMENTARE RETE TROFICA
Una rete alimentare nel lago Gatun, Panama La figura riassume
le principali interazioni preda-predatore all’interno della
comunità. RETI TROFICHE
Un importante paramentro nello studio delle reti alimentari è la
connettanza definita come:
C = N/[S( S-1)]
Dove N è il numero di interazioni reali tra le specie ed S è il numero di specie presenti nella
rete. Così definita la connettanza rappresenta il rapporto tra il numero di interazioni
interspecifiche reali presenti nella rete e il massimo numero di interazioni interspecifiche
possibili nella stessa rete
Il prodotto SC rappresenta la connettività. Questo parametro assume valori costanti
compresi fra 4-5; ciò indica che mediamente ciascuna specie interagisce direttamente con
poche altre CARATTERISTICHE DELLE RETI TROFICHE
sono brevi
n° degli
onnivori connettività
è basso costante
specie terminali, intermedie e basali, si trovano in
proporzioni cost indipendentemente dal n° di
specie
( ad es. Comunità altamente diverse hanno le stesse proporzioni
del n° totale di specie nei livelli trofici TEORIA DEGLI
EFFETTI A CASCATA
IPOTESI HSS
(Hairston, Smith & Slobodkin, 1960)
• In condizioni di equilibrio, tutto il cibo prodotto dalle
piante deve essere consumato da qualche specie
• Poiché quasi tutta la produzione terrestre cade al suolo
non mangiata è difficile pensare che gli erbivori siano
limitati e limitino la PPN
• Poiché né piante né erbivori crescono all’infinito,
entrambi devono avere un fattore di controllo che deve
essere sempre legato alle interazioni trofiche
ENUNCIATO
I differenti livelli trofici vengono alternativamente limitati dal basso o dall’alto
• le piante sono limitate dai nutrienti (basso)
• gli erbivori dai loro predatori (alto)
• i carnivori dalla densità di erbivori (basso)
• i detrivori dalla disponibilità di detrito (basso)