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DOMANDA AGGREGATA PER BENI NON RIVALI
Un bene pubblico deve essere consumato in quantità uguali da tutti gli individui e non ha
quindi senso sommare le quantità di un bene pubblico che diversi individui consumerebbero in
corrispondenza di un certo prezzo.
Sommiamo quindi i prezzi che ogni individuo sarebbe disposto a pagare per una certa quantità.
La disponibilità a pagare complessiva per un bene pubblico si trova sommando verticalmente le
curve di domanda individuali. La disponibilità a pagare complessiva è il beneficio marginale
sociale del consumo di un bene pubblico.
Data una quantità di bene pubblico si determina quindi il prezzo, espresso in termini di costo-
opportunità (soldi che non si possono spendere per un bene privato) ed è quindi il saggio
marginale di sostituzione.
Quindi il prezzo è l’utilità marginale del bene, rapportata a quella di un altro bene che non ci si
può permettere à MRS
Si noti la simmetria tra beni privati e beni pubblici. Nel caso di un bene privato, tutti presentano
il medesimo MRS, ma ciascuno può consumare quantità diverse, e quindi, le curve di domanda
vengono sommate orizzontalmente. Nel caso di un bene pubblico, tutti consumano la stessa
quantità, anche se ciascuno ha un suo MRS e per trovare la disponibilità complessiva a pagare
si sommano le domande verticalmente.
EFFICIENZA NEL LIVELLO DI BENE PUBBLICO
Il livello ottimale è quello in cui domanda (sociale) e offerta si intersecano, chiamato Qsoc,
ovvero la quantità socialmente efficiente che rappresenta la massimizzazione benessere
sociale.
Quello è il benchmark e quanto più ci si allontana da quello, tanto più il mercato è inefficiente.
Se lo stato fornisse una quantità maggiore non sarebbe comunque efficiente, in quanto i costi
(sociali) supererebbero i benefici.
Ci si sofferma sull’efficienza dal punto di vista sociale, lasciando da parte la desiderabilità.
Il mercato concorrenziale sarebbe in grado di produrre quella quantità? La soluzione in
concorrenza è di solito diversa da Qsoc.
REGOLA DI SAMUELSON
Ha mostrato quali siano le condizioni di ottimalità paretiana in presenza di beni pubblici e
privati. MRT=ΣMRS
9
Permette di determinare la quantità socialmente efficiente ed è quella che eguaglia la somma
dei benefici individuali (somma saggi marginali di sostituzione) a quella dei costi sociali.
MRT rappresenta il costo marginale di fornire un’unità aggiuntiva del bene pubblico. E’
quindi il costo, in termine di bene privato, per avere un’unità in più di bene pubblico;
ΣMRS rappresenta il beneficio sociale marginale a consumare un’unità aggiuntiva del
bene pubblico.
La frontiera delle possibilità produttive tra il bene pubblico e il bene privato rappresenta le
combinazioni dei due beni che possono essere prodotte, date le risorse disponibili.
Poiché per individuare la frontiera delle utilità possibili è necessario individuare la massima
utilità che può ottenere un individuo, data quella dell’altro. Samuelson suggerisce di partire da
una data curva di indifferenza dell’individuo e di cercare la combinazione di beni che permette
all’altro individuo di raggiungere la massima utilità possibile.
Per rappresentare graficamente la condizione di produzione efficiente abbiamo bisogno di:
Frontiera dalla produzione;
La curva di indifferenza di un consumatore;
La curva di domanda residuale: differenza tra la frontiera delle possibilità produttive e la
curva di indifferenza. La sua pendenza è la differenza tra quella della frontiera della
produzione (MRT) e quella della curva di indifferenza del consumatore (MRS).
Data la quantità di bene pubblico g, se si garantisce U all’agente 1, per l’agente 2 rimane la
1
quantità di bene privato x-x Muovendosi lungo U per diverse quantità di g si ottengono tutte
1. 1
le possibili combinazioni di beni di cui può disporre l’agente 2 (curva residuale). La pendenza
della curva residuale è MRT-MRS .
1
L’ottimo si trova sulla curva di indifferenza più alta di 2, compatibilmente con la curva
residuale, cioè quando c’è tangenza. Analiticamente: MRS =MRT-MRS
2 1
RIASSUMENDO
Per i beni pubblici:
Le funzioni di domanda individuale: misurano le disponibilità a pagare dei singoli per ogni
data quantità di bene pubblico (pari al MRS).
La funzione di domanda aggregata (somma verticale di quelle individuali) misura la
disponibilità a pagare complessiva (somma dei MRS).
La curva di offerta del bene pubblico è derivata in modo analogo ai beni privati e misura il
costo marginale (saggio marginale di trasformazione MRT).
DAL PUNTO DI VISTA TECNICO
I beni pubblici puri sono forniti in modo efficiente quando la somma dei benefici marginali
(somma dei MRS) è uguale al costo marginale (MRT).
Se ƩMRS>MRT è ottimale aumentare la fornitura del bene pubblico , mentre se ƩMRS<MRT è
ottimale diminuire la fornitura del bene pubblico.
Quindi c’è efficienza quando la disponibilità a pagare complessiva per una ulteriore unità di
bene pubblico uguaglia il costo opportunità del bene pubblico in termini di bene privato.
Se la disponibilità complessiva a pagare è maggiore del costo opportunità marginale, è ottimale
fornire più bene pubblico, mentre se è inferiore, è ottimale ridurre la fornitura.
La non rivalità crea problemi di sotto/sovraproduzione rispetto all’equilibrio
concorrenziale.
Il criterio corretto è l’uguaglianza tra desiderabilità sociale (somma delle desiderabilità
individuali) e costo-opportunità.
La non escludibilità crea problemi di opportunismo (free-riding).
Perché pagare per un bene dal cui consumo non posso essere escluso? Perché dichiarare
interesse per un bene se poi, una volta finanziato, posso usarlo senza contribuire?
L’OPPORTUNISMO (FREE-RIDING)
Per sapere quanto bene fornire possiamo chiedere alle persone quanto valore attribuiscono a
quel bene.
10
Per un bene privato scambiato su un mercato concorrenziale, l’individuo non ha alcun motivo di
mentire, mentre per un bene pubblico non escludibile, gli individui potrebbero essere
incentivati a nascondere le loro preferenze.
Se gli individui hanno la stessa disponibilità a pagare ciascuno preferisce che il bene pubblico
venga finanziato mediante una equi-contribuzione ai costi rispetto a quella in cui il bene non è
prodotto. Ma è ancor meglio la situazione in cui lui stesso non contribuisce e gli altri lo fanno. Il
non contribuente non può comunque essere escluso dall’uso. Se è possibile consumare un
bene senza contribuirne alla produzione esiste incentivo a sottostimarne la domanda.
A causa del free-riding è molto probabile che il mercato fornirà una quantità del bene pubblico
nulla o inferiore a quella efficiente. I mercati, quindi, non raggiungono automaticamente le
condizioni di efficiente fornitura per i beni non escludibili.
I meccanismi che inducono la rivelazione sincera delle preferenze di solito impongono costi ed
inefficienze. Esistono soluzioni teoriche per la corretta rivelazione delle preferenze (es:
meccanismo di Lindahl), ma sono di difficile applicazione e comunque non esenti da difetti.
11 ESTERNALITA’
L’esternalità è l’attività di un soggetto economico che influisce sul benessere di un altro
direttamente, ossia non mediante variazioni dei prezzi di mercato.
A differenza degli effetti trasmessi mediante i prezzi di mercato, le esternalità alterano le
condizioni dell’efficienza economica. In altre parole, salta uno degli aspetti essenziali del primo
teorema ed è quello che il prezzo rappresenti la scarsità di quel bene (contiene tutte le
informazioni rilevanti riguardo il bene).
Un’esternalità deriva dunque dalla mancata assegnazione dei diritti di proprietà o
dall’impossibilità di farlo. Se la proprietà di un fiume fosse definita, si dovrebbe pagare un
prezzo per usarlo e non si creerebbe alcuna esternalità.
Le esternalità possono essere:
a. Positive.
Nel consumo: Arte, cultura, sistemi di sicurezza;
Nella produzione: R&D.
b. Negative.
Nel consumo: fumare;
Nella produzione: l’emissione di inquinanti.
A differenza di quanto accade in assenza di esternalità, i mercati privati non producono un
livello di output socialmente efficiente. In particolare:
produce poca perché tiene conto solo del proprio beneficio e non di quello sociale.
Con esternalità negative si ha un eccesso di produzione o consumo. Infatti, chi produce
esternalità negative, ne produce più di quanto sarebbe socialmente ottimale.
LE SOLUZIONI ALLE INEFFICIENZE
SOLUZIONI PRIVATE
In questa sezione analizzeremo le condizioni in cui i singoli cittadini possono autonomamente
correggere le inefficienze allocative derivanti dalle esternalità.
1. Internalizzazione delle esternalità (fusioni, cooperative).
Internalizzare l’esternalità significa forzare gli agenti ad includere gli effetti esterni delle
proprie azioni nelle proprie funzioni obiettivo (profitto, utilità).
Ipotizziamo che allevatore ed agricoltore si sposino: essi vorranno massimizzare il profitto
congiunto del pascolo e della coltivazione e per farlo costruiscono il recinto intorno alla
coltivazione.
Il concetto è che se chi produce l’esternalità, per qualche ragione subisce anche le
conseguenze della propria azione, subirà un cambiamento del comportamento.
Analiticamente: si sceglie un livello di produzione che massimizza profitti/utilità congiunti.
E’ però praticamente improponibile per problemi di esternalità di interesse “globale”, come
l’inquinamento o il buco nell’ozono.
Se l’esternalità è un “bene pubblico” si possono verificare comportamenti opportunistici come il
mancato rispetto degli accordi cooperativi di non inquinamento. Occorrono quindi strumenti
legali adatti per garantire il rispetto degli accordi.
2. Assegnazione dei diritti di proprietà e negoziazione tra privati (teorema di Coase).
All’origine delle esternalità c’è l’assenza di diritti di proprietà, quindi un modo per risolvere il
problema potrebbe essere di assegnare ai privati la proprietà delle risorse in questione.
Supponiamo che i diritti di proprietà del fiume siano asse