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Efficienza della concorrenza perfetta (Libretto 2)

L'efficienza dell'economia con reggine a concorrenza perfetta è determinata da diversi fattori:
  1. Flusso circolare dell'economia, che costituisce il tipico esempio di equilibri di mercato.
  2. Privo di fattori distorsivi, l'equilibrio generale si realizza e si esprime in termini di prezzi e di output dove l'utilità marginale è uguale al costo marginale sostenuto.
L'equilibrio generale è dato da:
  1. Eguagliamento delle utilità marginali ponderate dei consumatori per soddisfare i propri bisogni.
  2. Uguagliamento delle produttività marginali ponderate dei produttori per ottenere servizi e prodotti finiti.
  3. Quando il sistema alloca in modo efficiente beni e servizi mantenendosi sulla frontiera delle possibilità produttive.
Tutto questo è solo un'ipotesi di laboratorio che nella realtà dei fatti non esiste, l'efficienza allocativa dei mercati concorrenziali trova.limiti come il Monopolio, Oligopolio, Concorrenza monopolistica e nei fallimenti di mercato.

CONCORRENZE IMPERFETTE: MONOPOLIO, OLIGOPOLIO E CONCORRENZA MONOPOLISTICA

La concorrenza imperfetta genera minore quantità offerta, prezzi più elevati, profitti più elevati e quindi meno domanda. Ma non sono solo i lati negativi a caratterizzare questo regime ma anche i positivi come: ricerca delle nuove tecnologie, innovazioni di prodotto e di processi. Nei mercati a concorrenza perfetta la domanda è perfettamente elastica, in quelli a concorrenza imperfetta la domanda presenta minore elasticità. Il caso estremo della concorrenza imperfetta è dato dal monopolio che non permette ad altre piccole imprese di immettersi nel mercato con decisione, ma sono continuamente controllate per impedire che le stesse adottino politiche anticoncorrenziali.

MONOPOLIO

Il monopolista come ogni altro imprenditore tende a massimizzare il proprio profitto, ed essendo l'unico a offrire quel prodotto o servizio nel mercato, ha il potere di influenzare il prezzo e la quantità offerta. Questo può portare a prezzi più elevati rispetto alla concorrenza perfetta e a una minore quantità offerta. Il monopolio può essere creato attraverso il controllo delle risorse chiave, l'acquisizione di altre imprese o tramite brevetti e diritti di proprietà intellettuale. Tuttavia, i monopolisti possono anche beneficiare di economie di scala e investire in ricerca e sviluppo per migliorare i loro prodotti o servizi.

servizio determinerà un prezzo. Se il prezzo del bene sarà basso la domanda sarà superiore al caso in cui il bene sarà inserito nel mercato con un prezzo più alto. Se le quantità del bene sono superiori i prezzi saranno inferiori e viceversa. Il mercato del bene viene studiato attraverso gli indici di elasticità dalla domanda. In modo che il profitto del monopolista sarà maggiore preferirà adottare il metodo della quantità minore ma ad un prezzo più alto, nel caso in cui la domanda si sposterà di poco. Se invece la domanda sarà molto elastica adotterà l'altro metodo (più quantità e meno prezzo). Il sacrificio di diminuire il prezzo sarà compensato da maggiori ricavi. Ricavo marginale: il ricavo marginale è l'aumento del ricavo totale conseguente alla vendita di un'unità addizionale di un bene o di un servizio. Aumentando le offerte diminuisce il ricavo.

Il ricavo totale è dato dal prodotto del prezzo per le quantità ai diversi livelli offerti. Ad esempio:

Se l'incremento percentuale delle quantità offerte sarà superiore alle riduzioni percentuali di prezzo, la domanda è elastica e quindi il ricavo totale aumenta e il ricavo marginale sarà positivo o maggiore di zero.

Lo scopo del monopolista è rendere maggiore la differenza tra Rt e Ct (Rt-Ct = Pt, prezzo).

L'OLIGOPOLIO è caratterizzato da:

  • industria dominata da poche imprese che soddisfano tutta la domanda di mercato
  • alto rapporto di concentrazione della produzione nelle mani di poche imprese
  • tendenza a evitare la concorrenza e colludere
  • tendenza a maggiore concentrazione
  • capacità delle singole imprese di incidere nel mercato

Le cause che determinano la concentrazione sono costituite da:

  1. alto livello tecnologico e produttivo
  2. esistenza di barriere all'ingresso

interazione strategica a economia di scala

tendenza a colludere per ridurre danni creando Trust

una lotta tra imprese, determinanti la perdita di altre imprese, diminuendo i prezzi, preferiscono evitare di colludere.

oligopolio collusivo: collusione di aziende per aumentare i profitti.

CONCORRENZA MONOPOLISTICA

È caratterizzata da:

  • molte imprese che operano nel mercato e offrono prodotti
  • libertà di ingresso e di uscita dal mercato
  • i prezzi si accettano per dati, non si possono cambiare
  • i prodotti sono differenziati, al contrario della concorrenza.

figure nel libretto 1 MERCATO DEI FATTORI, TERRA LAVORO E CAPITALE

A detenere questi fattori sono le famiglie che immettono nel mercato un qualsiasi fattore ad un certo prezzo che per essere in equilibrio è dato dall'incontro di domanda e offerta.

TERRA

Caratteristiche:

  1. la curva dell'offerta è completamente anelastica
  2. la rendita è il pagamento, fattore a offerta fissa
  3. Si ha equilibrio
di mercato all'incontro tra domanda imprese e offerta delle famiglie fig.est.4. in concorrenza l'offerta e domandata dal mercato5. le imposte sulla terra non modificano i prezzi ma agravano la rendita del proprietario.

LAVORO

  • l'evoluzione dei sistemi economici a portato ad un aumento dei salari e meno ore lavorative
  • in cocorrenza perfetta il salario e dato dall'incontro di domanda e offerta del lavoro, e il salario sarà dato dal prodotto ottenuto dal lavoratore marginale, ma ciò presuppone che tutte le occupazioni siano uguali e che una miriade di imprese dimandino lavoratori
  • la produttività aumenta all'aumentare del capitale
  • più capitale e più produttività porta ad un aumento dei salari
  • professionalità, cultura e produttività variano da soggetto a soggetto
  • la miglior paga l'avrà la miglior competenza e professionalità le altre

condizioni lavorative più disagiate avranno salari compensativi, dipende tutto dal livello di istruzione. fig.estCAPITALETerra e lavoro sono fattori primari mentre il capitale è un fattore derivato dal processo produttivo, e costituito da:

  • Impianti e strutture
  • Macchinari e attrezzature
  • scorte

Tasso di rendimento del capitale:
Rapporto tra rendimento netto e valore capitale impiegato, cioè una componente del profitto lordo.
Rna/Vca

Le famiglie tramite risparmi e incrementi si riesce a offrirlo al mercato dei capitali.
Le imprese, attraverso canali finanziari e con interessi, domandano e ottengono i risparmi per investirli.

Tasso di rendimento reale del capitale:
è dato dal rendimento monetario – il tasso di inflazione Rr = Rm – Ti

Rendita perpetua:
Ci aiuta a trovare il valore attuale dividendolo con il saggio di interesse. V= N/i

Teoria del capitale
I renditi disponibili non consumati destinati al risparmio creano capitale in futuro, potendo riutilizzarlo.

Aumentare il capitale con altro eventuale risparmio. Le imprese ne fanno uso ad uncerto costo di interesse per investirlo e dargli un rendimento. In economia concorrenziale il tasso di rendimento del capitale corrisponde al al tasso di interesse diequilibrio nel mercato.

Nel breve periodo: L'offerta di capitale è fissa.

Nel lungo periodo: lo stock di capitale è variabile nel tempo perché si incrementa con i risparmi delle famiglie.

La teoria classica tramite uno studio detiene che il capitale deve tenere conto:

  • imposte
  • inflazione
  • progresso tecnico
  • rischi e incertezze negli investimenti

Ogni innovazione crea sempre un monopolio temporaneo.

COMMERCIO INTERNAZIONALE, VANTAGGIO COMPARATO E PROTEZIONISMO

COMMERCIO INTERNAZIONALE

I vantaggi e le caratteristiche del commercio internazionale:

  • gli scambi interessano l'intero pianeta e non l'autosufficienza interna come nei passati sistemi economici
  • promuove efficienza

specializzazione e produttività, ma può determinare inflazione e caduta di occupazione

  • maggiore ampiezza di mercato e di scambio
  • la regolamentazione pone problemi di tassi di scambio
  • costi decrescenti di produzione che stimolano gli scambi internazionali.

VANTAGGIO COMPARATO

Il commercio internazionale si realizza in modo che ogni nazione può consumare di più di quello potrebbe produrre da sola.

Il principio del vantaggio comparato si basa sulla specializzazione produttiva, costi decrescenti ed efficienza che costituiscono l'essenza del mercato.

Quindi ogni paese produrrà solo quello che avrà meno costo di produzione, che parte destinerà all'esportazione.

La teoria del vantaggio comparato è stata elaborata da David Ricardo nel 1817.

In assenza di commercio internazionale, le produzioni saranno più forzate dal punto di vista dei costi, devono cercare di produrre tutto quello che serve ad una nazione con le proprie.

forze.In presenza invece, deriverà una crescita del PIL reale e maggiore soddisfacimento di tutta lacollettività.Graficamente: ESEMPIO ITALIA E BRASILEPROTEZIONISMOMalgrado gli economisti si trovano a studire come favorire il libero scambio, gli Stati si trovanopressati per proteggere le produzioni interne e lo fa tramite dazi doganali:tariffe doganali:

  • fiscali
  • protettive
  • contingenti alle importazioni
  • barriere non tariffate
  • restrizioni volontarie delle esportazioni
in un mercato chiuso:i dazi doganali sono molto elevati, i produttori hanno margini di guadagno decrescenti e limitano laproduzione alle quantità.In un reggime libero:tutte le imprese che detengono prezzi alti usciranno dal mercato, mentre le altre grazie allo scambioriusciranno a mantenersi su una soglia di prezzo e aumenteranno i propri profitti, ma tutto questo inassenza di dazi doganali che limitano le importazioni.MACROECONOMIALa microeconomia considera l'impresa

o l'individuo (il singolo operatore economico); la Macroeconomia invece considera l'entità economica globale e viene influenzata da movimenti politici e dall'azione dello stato. Nello sviluppo economico dei paesi ad economia di mercato le fasi economiche di sviluppo hanno periodi di discesa e di ripresa, il tutto su un trend generale crescente dell'economia, rappresentato dal PIL o reddito nazionale. Keynes, il fondatore della moderna Macroeconomia con la sua "teoria generale dell'occupazione, interesse e moneta" nel 1936, vede una possibilità di attenuare le crisi economiche agendo sulla massa monetaria, sul prelievo fiscale, sulla spesa pubblica e quindi sulle decisioni di investimento. Dopo l'esperienza della crisi del 1929 in America, Keynes
Dettagli
Publisher
A.A. 2005-2006
14 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Non --.