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CAMBI FLESSIBILI

1. Cambi flessibili politica finanziaria espansiva. Ragione per cui una politica monetaria espansiva è efficace. Immaginiamo che l'EMG sia ritenuto insufficiente e le autorità tentino di riequilibrare aumentando la spesa pubblica, spostamento della IS verso destra, temporaneamente l'E si sposta da E a E1 dove la situazione della BP non è più in equilibrio, BP è attiva, al tasso di cambio corrente c'è un eccesso dell'offerta di domanda di moneta sulla domanda. Tc* In questo caso però i cambi sono flessibili, non c'è più l'intervento obbligatorio della Banca centrale. Qui il prezzo della valuta si riduce, passerà da TC* al prezzo di Equilibrio tcE. BP2 attiva al tasso di cambio corrente, se il mercato è libero, il mercato si sposterà verso il TC di equilibrio più basso di quello iniziale, quindi la nostra moneta si rivaluta. Le esportazioni si riducono e

la nostra IS rimbalza alla posizione originaria, prima dell'aumento della Spesa Pubblica. Riduzione competitività prezzo quindi le esportazioni del paese si ridurranno. Se le esportazioni si riducono la nostra IS rimbalza indietro, alla posizione prima dell'aumento della Spesa Pubblica. Politica monetaria espansiva non è efficace.

2. Cambi flessibili politica monetaria espansiva LM si sposta verso destra, per esempio da E in E2, qui la BP non è più in equilibrio ma passiva, quindi sul mercato valutario, la domanda di valuta è maggiore dell'offerta di valuta al tasso di cambio corrente, quindi E2 corrisponde sul nostro grafico a questa situazione al tasso di cambio tc** la domanda è maggiore dell'offerta di valuta. Sottolineo che l'eccesso della domanda sulla offerta ha senso solo se riferito a un tasso di cambio. Domanda e offerta si riequilibrio a un certo tasso di cambio. In questo caso tc** la domanda di valuta è

maggiore dell'offerta di valuta. I cambi sono flessibili e il mercato valutario è libero, quindi se c'è un eccesso il prezzo di questo bene aumenterà. Il prezzo della valuta aumenta e si sposterà da tc** a tcE, quindi la moneta nazionale si svaluta. Se tc aumenta, aumenta la competitività prezzo del paese, le esportazioni costano meno quindi aumenteranno. Se aumentano le esportazioni la IS si sposta verso destra. Le nostre tra curve tornano a intersecarsi in E3. Se i cambi sono flessibili la politica monetaria è espansiva, svalutazione della moneta che fa aumentare le esportazioni e fa si che la politica monetaria espansiva ha aumentato il reddito e quindi l'occupazione, tramite la svalutazione della moneta. In cambi flessibili è efficace solo la politica monetaria espansiva, in cambi fissi è efficace solo la politica finanziaria espansiva. Altro argomento interessante consente di comprendere meglio la complessità dei.Mercati valutari della nostra epoca, epoca di cambi flessibili. Abbiamo ipotizzato che i movimenti dei capitali si realizzino solo a seguito di differenze tra tasso di interesse del paese e tasso di interesse internazionale. C'è in realtà un'altra variabile ed è la previsione circa l'andamento dei tassi di cambio. Ci limiteremo a una formula molto semplice da ricordare per l'esame: i (tasso interesse interno) - if (tasso interesse internazionale) - Delta tce (previsione della variazione del tasso di cambio).
  • Se questa somma è positiva, ci sarà un afflusso netto di capitali
  • Se questa somma è negativa, ci sarà un deflusso netto di capitali
i (tasso interesse interno) if (tasso interesse internazionale) Delta tce (previsione della variazione del tasso di cambio)
10% 5% 0%
10% 5% 10%
10% 5% 5%

Il capitalista che deve decidere se deve investire in un paese, tiene conto delle due I ma anche della previsione delle variazioni del tasso di cambio. Se la previsione è di un tasso di cambio che non varia, la somma tenendo conto

dei segni è complessivamente del 5% quindi conviene investire nel Paese. Conviene investire nel Paese se questa formula ha un valore positivo. Conviene investire all'estero se questa formula ha un valore negativo. C'è indifferenza se la formula ha valore 0.

31) Caso di interesse interno 10%, interesse internazionale 5%, previsione di tasso di cambio che non cambia. Il valore della formula è 5% valore positivo e al nostro investitore razionale conviene investire nel proprio Paese. Decisione non viene determinata dalla previsione di tasso di cambio, ma dalla differenza tra tasso interesse interno ed esterno

2) Altro caso tasso interno 10%, tasso internazionale 5%, ma si prevede una svalutazione della moneta del Paese pari al 5%, in questo caso il valore della formula sarà 0, caso di indifferenza a investire all'interno o all'estero. Differenza dei tassi di interesse è compensata dalla svalutazione della moneta. Decisione

  1. Primo caso: Tasso interesse interno 5% tasso internazionale 10%, si prevede una massiccia rivalutazione della moneta del paese pari al 10%, si avrà un valore della formula 5%-10%+10%= valore positivo 5%, quindi conviene investire nel Paese. Decisione viene determinata dalla previsione di tasso di cambio.
  2. Secondo caso: Tasso interesse interno 10% tasso internazionale 5%, si prevede una massiccia svalutazione della moneta del paese pari al 10%, si avrà un valore della formula -5%, quindi conviene investire all'estero. Decisione viene determinata dalla previsione di tasso di cambio.
  3. Terzo caso: Tasso interesse interno 10% tasso internazionale 5%, si prevede una massiccia svalutazione della moneta del paese pari al 10%, si avrà un valore della formula -5%, quindi conviene investire all'estero. Decisione viene determinata dalla previsione di tasso di cambio.
  4. Ultimo caso quello della Svizzera. Il tasso di interesse interno bassissimo, rispetto a quello internazionale. Il franco svizzero è una moneta che per varie ragioni è molto gradita a livello internazionale e il tasso di cambio si abbassa sempre. Facendo il conteggio viene fuori un valore positivo 3%-5%+5%= valore positivo 3% interessante perché in una situazione in cui il tasso di interesse interno sia basso rispetto a quello internazionale, questa convenienza è compensata perché si prevede che la moneta interna si rivaluti sempre.

Se siamo nel caso di indifferenza tra investire nel Paese o investire all'estero,

cambio.che possono far variare gli investimenti. Ancora un concetto: che esprime l'argomento del passaggio dalla moneta nazionale a una moneta comune. Vedremo le ipotesi che sono state alla base dell'rinuncia alla propria moneta nazionale a favore di una moneta unica. : in pratica riguarda le condizioni economiche che possono portare un Paese a rinunciare alla propria sovranità monetaria. Per esempio, nel caso europeo per rinunciare alle monete nazionali passando all'Euro. Faremo una presentazione generale con qualche riferimento all'euro per dare un'idea della questione. Passaggio o meno dalla moneta nazionale a una moneta sovra nazionale è un'operazione di politica economica. Abbiamo detto più volte che la politica economica non è qualcosa di scientifico ma un insieme di provvedimenti che fanno riferimento a giudizi di valore.

Perché avvantaggiano qualcuno e svantaggiano qualcun altro. Ogni misura allontanerebbe il sistema economico dall'ottimo paretiano. Se uno volesse attenersi all'economia del benessere dovrebbe rinunciare alle misure di politica economica. Tutti questi provvedimenti si fondano su una comparazione di interessi toccati e questa comparazione è fondata su giudizi di valore. Non è una scienza ma un'arte. Sempre per ragioni logiche sottoponibile a critiche, non condivisibili da tutti.

Anche questa adesione ad una moneta internazionale, area valutaria ottima, ha benefici e costi. Benefici che in sostanza sono questi:

  • La rinuncia consente di risparmiare i costi di commissione bancaria per i cambi di moneta.
  • Seppur con varie limitazioni, i tassi di cambio tra monete di cambio non erano fissi, si è cercato di limitare le oscillazioni ma flessibili e questo implicava la necessità di fare delle previsioni e questo creava problemi nelle decisioni.

La soppressione delle monete nazionali ha determinato la soppressione dei tassi di cambio e quindi dei vantaggi. Il passaggio ha anche comportato questo vantaggio. La moneta viene emessa da una banca centrale sovranazionale sia più sensibile alla stabilità e quindi contraria all'inflazione rispetto a quanto possa esserlo una banca centrale nazionale. Questo passaggio di potere riduce l'inflazione.

Questi benefici crescerebbero al crescere del grado di integrazione economica tra i paesi partecipanti alla creazione della moneta internazionale. Integrazione economica (IE): rapporto tra il valore del commercio estero di un paese e il suo PIL somma tutte le esportazioni somma tutte le importazioni e rapporta questa somma al PIL italiano, tanto maggiore è questo rapporto tanto più il paese è integrato con i paesi dell'Unione Monetaria.

IE= E+IM/PIL

I benefici del passaggio da una moneta nazionale a quella internazionale sarebbe una funzione

Il grado di integrazione economica di un paese con gli altri paesi BEN è crescente. Da 30 anni questa idea dell'euro, che non è la prima moneta sovranazionale della storia. I benefici sono stati molto ben pubblicizzati. I costi del passaggio all'euro quali sono?

La rinuncia alla sovranità nazionale ha determinato dei costi: Competitività prezzo internazionale (CP), rapporto che ha al denominatore il prezzo internodel paese al numeratore il rapporto tra tasso di cambio e il prezzo medio internazionale (pf).

Abbiamo detto che le esportazioni di un paese sono una funzione crescente di questo CP, tanto aumenta cp tanto aumentano le esportazioni e diminuiscono le importazioni. Se Cp si riduce, le esportazioni diminuiscono e le importazioni aumentano. Immaginiamo che la competitività prezzo di un paese diminuisca, per esempio, per un aumento del suo prezzo medio. Se P aumenta più di Pf le importazioni si riducono e le esportazioni aumentano. Questo diminuisce.

reddito aumenta, l'occupazione diminuisce. Questo è un fenomeno noto come "effetto reddito". Quando le persone guadagnano di più, tendono a lavorare meno perché hanno meno bisogno di soldi per soddisfare i loro bisogni. Di conseguenza, l'offerta di lavoro diminuisce e l'occupazione diminuisce. Questo effetto può essere spiegato anche dal concetto di "effetto sostituzione". Quando il reddito aumenta, le persone possono permettersi di lavorare meno e godersi più tempo libero. Inoltre, possono permettersi di acquistare beni e servizi che prima non potevano permettersi, come ad esempio servizi di pulizia o ristoranti. Di conseguenza, la domanda di lavoro in settori come la pulizia o la ristorazione aumenta, mentre la domanda di lavoro in settori come la produzione o l'agricoltura diminuisce. In conclusione, un aumento del reddito può portare a una diminuzione dell'occupazione a causa dell'effetto reddito e dell'effetto sostituzione. Tuttavia, è importante considerare anche altri fattori, come ad esempio la politica economica e le condizioni del mercato del lavoro, che possono influenzare l'occupazione in modo diverso.
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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FraS di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Mornati Fiorenzo.
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