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LM'
IS Abbinando una politica monetaria espansiva, si passa
da B a C (i ritorna al valore di partenza perché LM trasla
B verso destra).
Y, invece, aumenta grazie a 2 incrementi.
A C
Y
2) “Fiscal drag” (drenaggio fiscale): deriva da un sistema di imposizione personale sul
reddito progressivo, poiché un incremento del reddito provoca uno slittamento verso
scaglioni con aliquote più elevate. Se l'incremento deriva da una crescita reale del
Paese, il potere d'acquisto è migliorato; se invece deriva dall'inflazione, non è
giustificato chiedere maggiori tasse dato che il potere d'acquisto è rimasto lo stesso.
Per eliminare la parte di fiscal drag legata all'inflazione, occorre indicizzare gli
scaglioni al tasso d'inflazione.
Nell'Eurozona e in Giappone l'inflazione resta sotto l'obiettivo del 2% (il fatto che il tasso
d'inflazione resti vicino a 0 in una situazione come quella attuale è il segnale di un timore
di processi deflazionistici).
“Consensus forecast” = media delle previsioni di crescita reale, inflazione e saldo della
bilancia dei pagamenti, calcolata con cadenza mensile da parte dei principali 15 istituti di
previsione.
“Composed leading indicators” = grandezze che anticipano l'andamento del Pil (in
Italia: indicatore della fiducia dei consumatori, tendenze future della produzione
manifatturiera, ecc.).
Condizioni finanziarie che riguardano la crescita = exchange rate (se il cambio si
apprezza, il Paese perde competitività, diminuiscono le export), short and long term risk
rates (tassi d'interesse dei finanziamenti) e house hold wealth (ricchezza posseduta, ≠
reddito).
Dinamica inflazionistica = se si vuole migliorare il saldo delle bilance dei pagamenti
correnti, bisogna attuare dei cambiamenti in favore dell'inflazione. Tali squilibri si
correggono migliorando la competitività del Paese in disavanzo (con r < 1); r può
salire alzando c, diminuendo p e sperando che p* salga (o che p/p* scenda):
Aumento di c (cambio nominale), accettando una situazione di
– svalutazione/deprezzamento della propria moneta → Non è possibile nell'area
dell'€;
Diminuzione di p (prezzi interni) oppure di p/p*, cioè, il tasso d'inflazione interno è
– inferiore al tasso d'inflazione estero (= svalutazione interna).
Per rilanciare l'economia mondiale è necessario un approccio cooperativo tra i Paesi
in disavanzo (che devono accelerare la crescita) e quelli in avanzo (che invece la devono
rallentare).
“Tapering” = scelta di rallentare l'espansione.
E' necessaria una politica macroeconomica che supporti la domanda nelle economie
avanzate per limitare i meccanismi negativi di aspettativa causati dagli elevati e
crescenti rapporti debito/Pil di alcuni Paesi (continuazione del consolidamento fiscale): i
problemi di un Paese derivano da problemi strutturali e dall'effetto della crisi, ma è
difficile separare le due cause.
ORDINAMENTO MONETARIO INTERNAZIONALE (7 momenti)
1) International gold standard (fine 1800 – 1° guerra mondiale): particolare applicazione
del sistema a cambi fissi, per tutti gli operatori c'era la libertà di acquistare/vendere oro e
di importarlo/ esportarlo, le BC si impegnavano a comprare/vendere oro a tutti gli
operatori a un prezzo prefissato e garantito. Equivale a dire che la BC convertiva l'oro
nella sua valuta e viceversa sempre al medesimo prezzo: fermo restando l'esistenza dei
mercati valutari (tassi di cambio derivati dall'incontro tra domanda e offerta), un operatore,
per effettuare un pagamento all'estero, poteva scegliere se andare sul mk valutario o
ricorrere alla BC (i cui tassi tengono conto dei costi di trasporto e assicurazione legati allo
scambio dell'oro);
2) Interwar instability (1918 – 1939): si passa ai cambi flessibili fino al 1925 (floating
system), anno in cui si ritorna al gold standard → Errore clamoroso: la fissazione del
prezzo dell'oro incide sulla determinazione della fascia di oscillazione del cambio
valtario, perciò i Paesi che avevano scelto di sopravvalutare la propria valuta videro
peggiorare la propria produzione. Ritorno alla fluttuazione dopo lo scoppio della crisi
del 1929: illusione che un singolo Paese potesse sottrarsi alla crisi svalutando
competitivamente la propria moneta, ma si dà inizio ad un circolo vizioso di svalutazioni;
3) Dollar standard o sistema di Bretton-Woods (1944 – 1971): ogni BC si impegna a
intervenire sui mk valutari per mantenere il cambio della propria valuta con il $
intorno alla parità (vale per tutte le BC, tranne la Fed). La Fed ha comunque un
impegno a vendere oro contro $ a un prezzo prefissato solo alle BC estere → Il $
diventa la base del sistema, ma è ancora garantito dall'oro;
4) Floating rate dollar standard (1971 – 1973): Bretton-Woods va in crisi perché il $ non è
più convertibile in oro, si passa a un sistema a cambi flessibili. Il sistema però vorrebbe
tornare ai cambi fissi: nel dicembre 1971 si propone un rilancio di Bretton-Woods su
basi nuove: la fascia di oscillazione è ±2,25% (più che raddoppiata rispetto a prima) e si
accetta che la Fed non converta più i $ in oro. Tale sistema viene però abbandonato nel
1973, in seguito alla pesante inflazione dovuta alla prima crisi petrolifera;
5) European monetary system and greater D-Mark zone (1979 – 1998): nella Comunità
europea si inizia a pensare a un ordinamento monetario su base europea. Il sistema
monetario europeo nasce nel 1979 per dare maggiore stabilità; ha due poli
fondamentali: i meccanismi di intervento delle BC di tipo Bretton-Woods e la creazione
di una moneta-paniere (non circola, non viene emessa, esiste solo nei conti: è composta
da tutte le valute che aderiscono al sistema ponderate in base a parametri storici);
6) Plaza-Louvre intervention courts (1985 e 1987): nei primi anni '80 il $ aveva iniziato ad
apprezzarsi sui mk valutari e quindi a perdere competitività. Nel 1985 i principali Paesi
industriali si riunirono a NY per interrompere – e magari invertire – tale tendenza:
concertazione delle BC che andarono a vendere $ sui mk valutari.
Funzionò al punto che nel 1987 il $ si stava deprezzando troppo, così gli stessi Paesi si
riunirono al Louvre e concertarono l'acquisto di $ sui mk valutari;
7) Dal 1993 a oggi: l'ancoraggio nei confronti del $ finì nel 1997 (dopo l'emersione di
profonde debolezze dei sistemi ancora ancorati unilateralmente al $, come per i Paesi del
Sud-est asiatico) e nel 1999 è nata l'Unione monetaria europea.
Componenti elementari dell'Ordinamento monetario internazionale: sistema a cambi
flessibili radicale e sistema a cambi fissi radicale → Tra i due, nascono dei sistemi ibridi.
Domanda di valuta estera
• Prezzo = prezzo di 1$ in €/yuan...
Quantità = quantità domandata di $
Domanda valuta chi deve importare merci o servizi, chi fa
investimenti finanziari all'estero, chi deve pagare interessi
passivi sui finanziamenti ottenuti all'estero o rimborsarli, chi
deve pagare redditi a lavoratori stranieri che hanno lavorato
nel Paese.
La quantità domandata di $ dipende dal prezzo dei $, dal
livello di reddito del Paese (Y) cioè dal suo livello produttivo,
D dalla differenza tra il tasso d'interesse nel Paese e quello
all'estero (i – i*) e dal rischio di cambio.
q = f(p, Y, i – i*, -Δc/c)
D' è dato o dall'aumento di Y, o dalla diminuzione di i mentre i*
è rimasto uguale (i – i* è diminuito) o se prevedo che la valuta
D' nazionale si deprezzerà in confronto a quella estera.
D Offerta di valuta estera:
• Offre valuta chi deve esportare e chi percepisce redditi o
O
yuan interessi all'estero.
in
1$
di
Prezzo Quantità offerta
Cambi flessibili (concorrenza perfetta):
• Il sistema trova da solo l'equilibrio, ma questo dura un
istante. Il mk si muove da solo per cercare continuamente il
l'equilibrio e il prezzo si deve muovere sempre. Le BC sono
totalmente assenti, non intervengono sugli equilibri valutari e
non hanno bisogno di strumenti di intervento (come le riserve
valutarie).
Il rovescio della medaglia è la possibile oscillazione indesiderata del cambio nel tempo
e nella quantità. Questo aspetto incide molto sulle scelte produttive e di budget delle
imprese che operano all'estero.
Cambi fissi : La BC si impegna a mantenere un cambio fisso, con o senza impegni
• ufficiali. Prezzo difeso
Prezzo difeso Prezzo difeso
1° CASO 2° CASO 3° CASO
1) Gli operatori vanno sul mk e l'equilibrio che ne deriva si posiziona al di sopra del prezzo
fisso, in corrispondenza del quale la quantità domandata è superiore alla quantità offerta
(la differenza è un eccesso di domanda sull'offerta): bisogna riuscire a soddisfare la
domanda che non trova risposta nell'offerta di mk. Un soggetto esterno al mk (la BC)
immette $ sul mk al prezzo fissato (funziona perché il prezzo difeso è inferiore al
prezzo di equilibrio e finché la BC dispone di riserve valutarie);
2) La situazione è opposta: il mk trova l'equilibrio a un livello più basso di quello garantito
e si crea un eccesso di offerta: la BC assorbe i $ in vendita in eccesso che non trovano
acquirenti sul mk (funziona perché il prezzo difeso è superiore al prezzo di equilibrio e
perché la BC può acquistarne illimitata quantità);
Esempi: caso della Cina (non vuole che lo yuan valga più del $, vuole che si mantenga
competitivo, perciò acquista continuamente $ e le sue riserve valutarie crescono sempre di
più) e politica agricola comunitaria (dal dopoguerra si cerca di difendere i redditi degli
agricoltori e mantenre un livello strategico di risorse alimentari: in Europa viene fissato il
prezzo di alcuni prodotti agricoli a un livello più alto di quello internazionale, il soggetto
comunitario si impegna ad acquistare fino al limite di determinate “quote”, poi può
distruggere i prodotti, trasformarli o venderli sul mk internazionale, abbassando
ulteriormente il loro prezzo → Difesa dei produttori europei, ma danneggiamento dei
consumatori e dei produttori esteri).
3) La BC non interviene.
Asimmetria: una BC può acquistare valuta estera all'infinito (perché può emettere la
sua all'infinito), ma è limitata nella sua vendita (limite delle riserve valutarie). Inoltre, nel
caso 1, è necessaria austerità nel Paese , mentre nel 2 non c