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Non c’è attività economica, e l’economia è ridotta a un casinò (cit. J.M. Kenynes).

Non si dice che la finanza non sia utile, significa che la finanza deve essere al servizio

dell’economia reale. Se cerco obiettivi diversi, snaturo il ruolo della finanza e la vedo

come uno strumento per massimizzare la ricchezza propria senza che la ricchezza reale

cresca.

Se dobbiamo stare attenti al potere delle imprese e se il consumatore non è sovrano,

anche la finanza dovrebbe mantenere i propri impegni.

Schumpeter mette in evidenza il credito per la creazione della ricchezza.

Le imprese infatti, necessitano di anticipazioni finanziarie per comprare impianti e

anticipare i salari (anticipazioni rispetto al realizzo di prodotti e servizi).

La funzione finanza è molto delicata. Potrebbe anche figurare come un bene pubblico.

Capitolo 1 – Crisi economica come dell’economia reale e crisi della teoria

economica.

Con la crisi petrolifera degli anni ’70, le teorie keynesiane entrano in crisi per il verificarsi

del fenomeno della stagflazione (stagnazione ed inflazione). Ebbe come risposta il ritorno

del pensiero liberista. La colpa è dell’intervento dello stato. Se lasciamo i mercati agire da

soli, dato che essi si autoregolamentano, la situazione si risolve.

Esempi di crisi economiche:

• Tulipanomania: nel 17° secolo vi fu un tale interesse nei bulbi de i tulipani che tutti i

giorni, parte della popolazione partecipava al commercio dei bulbi nella convinzione

che il giorno seguente, il prezzo dei bulbi sarebbe stato più alto del prezzo

d’acquisto. Ciò favorì iniziative che portarono all’ibridazione del tulipano nero, che in

natura non esiste. Le comunità dei diversi paesi, indissero un premio per chi avesse

inventato il prodotto. Il periodo in esame è quello della guerra dei 30 anni. Nei

periodi di guerra c’è sempre incertezza, che in questo contesto trovò sfogo nel

mercato dei tulipani. Nonostante per un po’ di tempo il prezzo fosse crescente, ad

un certo punto cominciò a calare. Quando il prezzo cala, a volte,

indipendentemente dalle ragioni, la gente realizza i bulbi in stock perché teme che il

giorno dopo i prezzi siano inferiori. Nel 1600 quindi si ha questo fenomeno simile a

una bolla speculativa che ad un certo punto si spegne.

• Fallimento della Mississippi Company: 18° secolo.

La Mississippi Company fu un invenzione di un finanziere scozzese: John Law, il

quale fuggì da Londra perché accusato di omicidio ed esiliò presso la Corte di

Francia. Le casse reali di quei tempi non se la passavano troppo bene perché non

esisteva un economia fiorente dalla quale prelevare imposte. Le case reali perciò si

indebitavano. Un ruolo importante fu giocato dai banchieri fiorentini e veneziani che

inventarono validi strumenti. Law, inventò il primo tipo di carta moneta. Creando la

Banca Royale creò titoli scambiabili con moneta a valore intrinseco servibili anche

per pagare le imposte. Questo funzionò per un certo periodo ma l’emissione fu così

elevata che gli operatori rifiutavano la moneta per un fenomeno inflazionistico. A

quel tempo la Francia, possedeva vari territori negli USA in particolare la Louisiana

e gli USA erano stati sotto dominio spagnolo. La Mississippi Company fu costituita

perché si pensava che anche nei possedimenti oltremare vi fosse oro. Vennero

quindi emesse azioni non soggetto solo di transazioni d’alta finanza ma scambiabili

anche tra modesti operatori. Il valore quindi aumentò di molto. Qualcuno però

cominciò a nutrire dubbi sull’esistenza dell’oro nelle paludi della Louisiana. Una

spedizione infatti verificò che in quei posti non vi era oro ne’ argento. Anche in

questo caso, coloro che possedevano le azioni le svendevano per recuperare

finché non ebbero un valore nullo. La Mississippi Company fallì. Law fuggì ed andò

a Venezia.

• South Sea Company: consente di capire un po’ di più sulla natura dell’impresa

come S.P.A. (Corporation). Prototipo del fenomeno noto come cartolarizzazione.

La South Sea Company riuscì a nascere perché fece capire di potersi appropriare

dei diritti commerciali della Spagna che avrebbe di lì apoco perso la guerra contro

la Gran Bretagna. La South Sea Company non è costituita du una capitale in

contanti ma da obbligazioni della Corona. In virtù di questa, può emettere azioni

che scambia con i cittadini per i debiti che essa ha con i cittadini. Accetta debiti che

la corona ha nei confronti della gente. Con una serie di operazioni furbe, riduce il

debito dei sovrani. Doveva far valere però i diritti agli scambi commerciali ma non

riesce. La storia la chiama la prima bolla (South Sea Bubble). Ciò comporta

l’emissione da parte del Parlamento di un bill (Bubble Act) che stabilisce che per

costituire una società a responsabilità limitata, è necessaria una autorizzazione del

Parlamento. Si stabilì che strutture responsabili solo del patrimonio versato, sono

autorizzate solo dal Parlamento perché le Corporation per essere ammesse come

operatrici devono mostrare attitudine alla tensione del benessere collettivo. La

morte della South Sea Company, è diversa da quella della Mississippi Company

perché la South Sea Company non esplode con un fallimento ma è graduale.

• Hedge fund: fine anni ’90. Dall’inglese “to hedge” ossia coprirsi. Sembrerebbe che

questi fondi non siano speculativi, ma in realtà lo sono. Raccolgono non più di 100

persone (partimoni) perché costituiti da versamenti di persone molto facoltose.

L’Hedge Fund è noto anche come Long Term Capital Management (LTCM).

Nasce nei primi ’90 da John Meriwether da un fatto non ben spiegato. Non si sa

infatti se abbia agito o meno in situazione di conflitto d’interesse. E’ un’idea molto

ambiziosa per chi volesse accumulare in poco tempo miliardi di dollari. Li vuole

investire poi in operazioni di arbitraggio su tassi d’interesse coperti dal rischio del

tasso di cambio. Meriwether intende acquistare e vendere titoli del tesoro e in più,

date che se investo in titoli esteri ho il rischio di cambio, fare arbitraggi nei tassi

d’interesse coperti dal rischio di cambio. Lucra piccole differenze che in poco tempo

gli fanno guadagnare prima milioni e poi miliardi di dollari. I capitali che voleva

raccogliere però, non riusciva a raccoglierli tutti nello stesso momento perché era

nuovo di quel sistema. Utilizzando quindi l’effetto leva, si fa prestare denaro dalle

banche per gli arbitraggi. Se però l’arbitraggio di J.M. funziona, allora anche tutti gli

altri operatori cominciano ad agire allo stesso modo e quindi i margini si riducono.

Inoltre esistono anche i costi di transazione (es. commissioni). Dunque anche se il

mercato mostra che c’è un guadagno, i costi di transazione uniti all’entrata in gioco

della concorrenza fanno così annullare i margini. J.M. pensa allora di fare altre

operazioni. Il LTCM è formato da scienziati. Due di questi inventarono l’algoritmo

per la valutazione delle opzioni. Tale algoritmo faceva riferimento alla modalità di

dissipazione dei gas. L’economia finanziaria entra perciò in legame con la scienza e

trova spiegazioni che applica ai mercati reali. In un primo momento J.M. continua a

fare profitti. La riduzione del margine però fa si che la massa investita cresca

sempre più e si opera su titoli sempre più rischiosi. Si arriva alla speculazione delle

valute (rublo, monete asiatiche, peso messicano…). Si assiste a un collasso

simultaneo di tali valute e il fondo accumulato comincia a entrare in un periodo in

cui deve sborsare fino a 600 milioni al giorno. Il fondo e i fondatori entrano in

difficoltà.

Capitolo 2 – Capire come la teoria delle crisi sia stata affrontata da quella

economica.

Partiamo dagli economisti classici e da una nozione di crisi del sistema rivolta

all’eccessivo utilismo che porta eccesso d’investimenti e a una produzione difficilmente

assorbibile dal mercato. Ad esempio se potenziamo gli investimenti per la produzione e

produciamo 50 mila unità in più, chi le compra? (Immagini del 2008 al porto di Amburgo:

macchine non imbarcate per ordini cancellati). Deve esserci equilibri tra ciò che il sistema

produce e quello che la popolazione assorbe. Se crea una situazione dovuta a errori nei

conti degli imprenditori.

Simon De S. da una spiegazione al fatto che questi errori si verifichino e siano più

frequenti di quanto osservato da Adam Smith. L’economia di mercato manca infatti di un

meccanismo di coordinamento. Non c’è adeguatezza tra domanda e offerta perché

l’impresa non produce per se stessa ma deve interpretare bisogni diversi da quelli

dell’impresa. Nel sistema di riferimento, sono i prezzi che allocano le risorse e che hanno

contenuto informativo del sistema economico. Sono tutto ciò che serve a consumatori e

produttori. Questo tipo di informazione non è sufficiente ma è utile osservare che nel

sistema sono necessario informazioni che evitano i colli di bottiglia (Richardson). Es.: se

mi servono tot semilavorati, il sistema di prezzi è sufficiente a a garantirmi quel quantum di

semilavorati. Nel sistema di riferimento c’è un messaggio proveniente da un banditore

che informa e autorizza gli scambi fornendo l’equilibrio.

Come si fa dopo 300 anni a non caipre che questa osservazione debba essere presa in

considerazione? E’ vero che la storia non si ripete ma si può imparare dalle esperienze

passate.

La diseguaglianza nella distribuzione dei redditi

Già in tempi non sospetti, la diseguaglianza nella distribuzione dei redditi, era intesa come

causa delle crisi.

Malkus: spiega la divergenza tra la crescita della popolazione e dei mezzi di sussistenza.

C’è uno squilibrio. Malkus si accorge delle diseguaglianze, solo che mentre Simon De S.

auspica una diversa e meno diseguale distribuzione del reddito, Malkus invita le classi più

abbienti a consumare di più. Un aspetto positivo è la convinzione che il risparmio sia una

delle strutture portanti anche se non è sempre una virtù perché viene meno quel

meccanismo di alimentazione della domanda aggregata.

Marx: è convinto che la crisi sia un fatto esogeno ed endemico. Il sistema crollerà.

Contrariamente a ciò che pensava invece è crollato il socialismo. L’ipotesi che alimenta i

suoi pensieri riguarda il saggio del profitto. Lo sviluppo del sistema per cui chi accumula

profitti che trasformava in capitale, vede

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
6 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher edo16rock di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Garlato Guglielmo.