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Le domande correlate
Con le domande correlate, la domanda di A dipende sia dal prezzo di A sia di B. Analogamente, la domanda di B dipende sia dal prezzo di A sia di B.
Secondo la scuola di Harvard tenderebbe a generale il monopolio e la chiama la monopolizzazione del mercato secondario. La scuola di Chicago non è d'accordo. Due prodotti che hanno le domande correlate. Es. Stampante e toner.
La domanda del toner si genera in base alla quantità di domanda stampata. Normalmente sul secondo prodotto, in questo caso il toner posso essere monopolista. Come faccio a massimizzare il profitto?
Innanzitutto, dobbiamo dire che dobbiamo massimizzare il profitto in maniera congiunta (contemporaneamente), poiché sono due prodotti. Se io abbassassi il prezzo del primo prodotto, in questo caso della stampante, allora la domanda aumenta e dunque verrebbero comprate più stampanti e dunque aumentato la domanda del toner. E dunque, mi conviene ridurre il prezzo della stampa per.
Poi guadagnare sul toner. La scuola di Harvard reputa questo aspetto interessante sotto l'aspetto antitrust perché infatti parla di monopolizzazione del mercato secondario. Riassumendo, la scuola di Harvard pensa che non sia importante fare profitto sul primo prodotto perché tanto si monopolizza il secondo.
La scuola di Chicago contesta questo tipo di ragionamento parlando di razionalità del consumatore. Perché quando un consumatore deve comprare un prodotto controlla il prezzo del prodotto correlato.
VENDITE ABBINATE
I consumatori acquistano un prodotto e viene poi richiesto loro di effettuare tutti i loro acquisti di qualche altro prodotto connesso dallo stesso produttore.
Es. Macchina del caffè e cialde (nel bar) = Vendita abbinata vincolata da punto di vista contrattuale
Nei bar spesso le macchine del caffè vengono date gratuitamente ma sono vincolate da un contratto dove li obbligano a comprare determinate cialde o il proprio caffè.
Normalmente non sono vincolati con la quantità. È legale o non è legale la discriminazione di prezzo? 1936 non era legale. Adesso:
- se le pratiche di discriminazione di prezzo sono solo finalizzate a estrarre maggiore rendita dei consumatori e non ha alcun rapporto con il tema dell'efficienza allora questa è considerata illegale
- se le pratiche di discriminazione di prezzo hanno una giustificazione dal punto di vista dell'efficienza questa è considerata legale
Comportamento strategico
Analizziamo soprattutto i prezzi predatori. È un tema che viene sviluppato dalla scuola di Harvard che lo identifica come una possibile strategia di monopolizzazione. Ovvero un'impresa che ha una notevole capacità produttiva può temporaneamente inondare il mercato e fare sì che i costi diminuiscano fino a sotto i costi marginali. I concorrenti escono dal mercato e l'impresa è, dunque, da sola e potrà trasformare il
mercato in un monopolio. Due fasi: La prima fase è la fase di prelazione dove abbasso i prezzi sotto ai costi marginali. La seconda fase le imprese escono dal mercato e l'impresa rimanente monopolizza. La scuola di Chicago i prezzi predatori non hanno senso, l'ha sempre criticato. Mette in evidenza perché non rientrano quando i prezzi salgono sopra i costi marginali. Quindi l'impresa tra le due fasi dovrà essere in grado di mettere le barriere all'entrata. Per la scuola di Chicago le barriere d'entrata sono solo quelli legali. Un secondo elemento è il comportamento delle imprese nella fase di prelazione. Vediamo ora il comportamento dell'impresa che fa predazione e quello della preda. Quando si abbassa il prezzo, la quantità aumenta. L'impresa che fa predazione più meno della preda. Il costo di trasporto: che generalmente non viene preso in considerazione nella concorrenza perfetta, ma nella realtà i.I costi di trasporto sono importanti. Immaginiamo di avere due imprese che vogliono fare un accordo di cartello. Vado a fare, dunque, una ripartizione geografica. Essa risulta complessa se mi trovo di fronte a un'industria pesante, ovvero dove c'è un bene, il cui costo di trasporto è importante.
Il segmento rappresenta la distanza tra i due stabilimenti. Il costo complessivo è dato dal prezzo del bene più il costo di trasporto. Immagino che il costo di trasporto sia una funzione lineare della distanza trascorsa. Quindi più chilometri fa, più il costo di trasporto aumenta.
Se due prodotti costano uguali sia da A che da B, andrò a comprare dall'impresa più vicina perché il costo di trasporto è inferiore e dunque anche il costo totale. Le imprese faranno un accordo dove troviamo un prezzo fisso per entrambe. Se fanno questo accordo succede che un consumatore può comprare sia da A che da B.
Integrazioni
Finora abbiamo solo parlato di mercato, imprese, domanda ... non abbiamo mai parlato del tema che riguarda i regimi fiscali lungo la filiera. Tutto quello che c'è dietro alla domanda e all'offerta è una vera e propria industria, è una vera e propria filiera. Esistono industrie che producono beni che non sono destinati al consumatore finale ma destinati ad essere trasformati ulteriormente. Questo mercato è un mercato che funziona con le regole che ci siamo appena detti e quindi monopolio, duopolio, concorrenza, oligopolio... Il problema del potere di mercato non c'è solo quando il consumatore compra ma può risiedere a qualunque livello della filiera. Posso dividere la integrazione: 1. consiste in un processo di "internalizzazione sequenziale o verticale" delle fasi della filiera 2. l'impresa tecnologico-produttiva immediatamente collegate a quelle in cui già opera l'impresa.espande l'attività a prodotti, processi e know-how affini alla filiera tecnologico-Orizzontali: produttiva già esistente.
Conglomerali: due imprese che operano in due filiere diverse
Il franchising è esempio ideale per l'integrazione verticale. Uno dei motivi che potrebbe favorire l'integrazione verticale è l'esistenza dei regimi fiscali.
Monopolio bilaterale
Il monopsonio è il contrario del monopolio ovvero un solo consumatore con tante imprese. Il monopolio bilaterale è una forma di mercato in cui due operatori, un monopolista e un monopsonista, si fronteggiano. Ognuno dei due sa di poter influire sull'altro e di dover a sua volta subire l'influsso della decisione della controparte. Un mercato di monopolio bilaterale non è raro in quanto dipende dalla specificità del bene.
Monopolio:
L'equilibrio è il punto intersecato tra ricavo marginale e costo marginale
Monopsonio:
Abbiamo il costo
marginale e la spesa marginaleSi vende al prezzo più basso a cui sono disposti a vendere le imprese. 49Monopolio bilaterale:È la somma tra monopolio e monopsonio. Non ho un problema di quantità perché entrambi hanno interesse aridurre la quantità rispetto alla concorrenza perfetta perché sanno che se abbassano la quantità possono alzareo abbassare il prezzo. Quindi ho un problema di prezzo perché il monopolista vuole vendere al prezzo piùalto rispetto a quello di concorrenza perfetta per estrarre surplus hai consumatori, mentre il monopsonistavuole vendere al prezzo più basso rispetto a quello di concorrenza perfetta. Quindi troviamo unanegoziazione del prezzo e non rispetto alla quantità, poiché entrambi non vogliono spingere la quantità allivello della quantità di concorrenza perfetta.Analizzo i surplusA= surplus del consumatore, che sarebbe il prezzo che è disposto a pagare meno
Il prezzo che realmentepaga (può anche essere di più ma non conoscendo il prezzo posso solo affermare che è A)F= surplus del venditoreB+D= è l'area che non attribuisco né al consumatore né al venditore perché non ho ancora affermato il prezzo.La negoziazione tra monopolista e monopsonista è B + D. Quindi investono al massimo B+D sia il monopolista che il monopsonista. Ma non posso investire due volte B+D nella negoziazione poiché la negoziazione vale solo un B + D quindi ho ottenuto una perdita. Lo scontro tra monopolista e monopsonista genera una perdita.Come posso risolvere il problema del monopolista bilaterale? 50Tramite l'integrazione verticale.Integrazione verticaleL'integrazione verticale tra un fornitore tra ben input e il produttoreQui troviamo un fornitore che vende alle altre imprese. Ho queste imprese che per produrre un determinato bene hanno bisogno di un determinato fattore input che sarà
prodotto in monopolio e lo venderà ad altre imprese che a loro volta lo trasformano. Voglio valutare se conviene all'impresa fare un'integrazione verticale con uno dei produttori che utilizza il suo input. Le altre imprese saranno in concorrenza. Per fare questo tipo di valutazione, è necessario considerare ciò che accade all'interno della struttura di costo e della struttura produttiva dell'impresa che trasforma i beni input. L'impresa sta minimizzando i costi e tutte le imprese minimizzano i costi nello stesso modo. Si può rappresentare un isoquanto e un isocosto. L'isoquanto dipende dalla funzione di produzione ma non è la funzione di produzione. L'isoquanto f(100) individua tutte le opzioni di capitale e lavoro che danno un output finale della quantità 100. Per ottenere 100 output, potrei utilizzare tanto capitale e poco lavoro o viceversa. L'isocosto rappresenta lo stesso costo e si ipotizza che la nostra impresa sia price taker e quindi non influenzi il prezzo di mercato.ha la possibilità né di influenzare il costo dell'altro né il costo del capitale. Sapendo che q e i sono fissi, facendo variare il costo io ho insieme di rette parallele, e ognuna di questa retta rappresenta un diverso livello di costo che ovviamente la mia impresa potrà valutare dove minimizzo i costi.
Cosa succede alla funzione di isocosto dopo l'integrazione verticale? Costa di meno l'input perché un'impresa comprava gli input da un'altra al mercato al prezzo di monopolio perché era monopolista. Ora che sono diventante un'unica impresa il trasferimento degli input da monte a valle non avviene più al prezzo di monopolio ma al costo marginale. Quindi effetto dell'integrazione verticale che per l'unica impresa, di cui c'è stata l'integrazione, il fattore input che prima comprava in monopolio ora gli viene trasferito da un'impresa che fa parte del suo stesso gruppo a un