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L’ARENA COMPETITIVA
Per competere con successo, l’impresa deve mettere in campo
vantaggi competitivi superiori a quelli dei rivali.
Per fare ciò, deve innanzitutto individuare chi sono i suoi rivali e
definire il contesto in cui avviene la competizione (arena
competitiva).
Day, 1990, suggerisce un metodo per definire l’arena competitiva in
cui i rivali si affrontano: essa può essere ampia quanto un intero
settore oppure limitata quanto un singolo prodotto/mercato.
La definizione dipende da 4 criteri:
Ampiezza gamma prodotti/servizi considerati
- Segmenti di clienti
- Orizzonte geografico
- Numero di attività che compongono la catena del valore
-
Day propone di individuare l’arena competitiva ragionando in
termini di sostituzione in due prospettive diverse:
Sostituzione dal lato della domanda al fine di
1) comprendere tutti i modi in cui i clienti possono soddisfare le
proprie esigenze (metodo migliore)
Sostituzione dal lato dell’offerta al fine di individuare
2) tutti i concorrenti che hanno le capacità di servire gli stessi
clienti
Dopo aver costruito il profilo dei principali concorrenti, occorre fare
un confronto tra la loro e la nostra impresa.
A ciascuna impresa, per ciascun fattore di successo, è assegnato un
punteggio che può andare da 1 (assai modesto) a 5 (eccellenza).
L’arena competitiva mette a confronto tutte le imprese presenti, ma
sarebbe bene evitare i rivali più agguerriti perché attaccare un
leader di settore sul suo terreno è sempre rischioso.
Il punto di arrivo dell’analisi dei concorrenti è la costruzione di una o
più mappe di percezione della competizione, con cui l’impresa può
rispondere a due domande:
Quale rivale dobbiamo affrontare?
- Qual è la nostra posizione competitiva?
-
Aspetti da considerare nell’analisi dei concorrenti:
Strategie raccogliere informazioni che consentono di
1) tracciare un quadro delle possibili evoluzioni future
Loro vantaggi competitivi lo scopo è individuare quali
2) delle particolari attività di un concorrente forniscono valore al
cliente e sono quindi la fonte di un vantaggio competitivo
Loro obiettivi finanziari e non (es. tecnologia)
3) Risorse la qualità e la dimensione delle risorse sono
4) indicatori importanti per definire le capacità dei concorrenti
Risultati ottenuti non è detto che i risultati del passato
5) debbano essere ripetuti, ma l’esame del loro andamento e
della loro composizione può essere utile
Portafoglio prodotti/servizi l’impresa dovrebbe avere un
6) portafoglio equilibrato (prodotti vecchi con limitate capacità di
sviluppo + prodotti con un forte potenziale)
Struttura dei costi queste informazioni sono difficili da
7) ottenere, ma la conoscenza della struttura dei costi fornisce
elementi per prevedere le politiche dei prezzi che possono
essere praticate
Dimensioni e sviluppo se la quota di mercato e le vendite
8) crescono rapidamente, significa che il concorrente è forte e ha
strategie di successo; al contrario, se scendono il concorrente
è in difficoltà
Immagine e posizionamento è utile chiedersi quale
9) immagine venga percepita dai compratori e come questa si
collochi rispetto all’immagine dei rivali
Organizzazione e cultura piatta/rigida
10) Barriere all’uscita costituiscono un ostacolo
11)
all’abbandono del settore da parte di un’impresa che intende
farlo I GRUPPI STRATEGICI
In vari settori è possibile distinguere gruppi di imprese che adottano
strategie relativamente omogenee all’interno dello stesso gruppo,
ma diverse da quelle degli altri gruppi. Prendono il nome di gruppi
strategici.
Non esistono regole di sicuro successo per individuarli, ma le
dimensioni usate più frequentemente sono 3:
Variabili organizzative economie di scala, canali di
1) distribuzione, …
Caratteristiche del prodotto e del marketing politica
2) dei prezzi, qualità, immagine, …
Variabili finanziarie costi, …
3)
Le alternative strategiche in un settore possono essere visualizzate
graficamente con le mappe strategiche, costruire individuando due
dimensioni che distinguono chiaramente le strategie delle imprese.
Le imprese con strategie simili sono contenute in un raggio
ravvicinato sulla mappa strategica.
Alcuni gruppi strategici riescono meglio di altri a proteggere le loro
posizioni e conseguono così redditività elevata. Il fattore principale
è l’esistenza di barriere di mobilità, che ostacolano il passaggio da
un gruppo strategico all’altro.
I primi concorrenti di un’impresa sono quelli che appartengono allo
stesso gruppo strategico: dato che tutte le imprese del gruppo
adottano strategie simili, dal punto di vista del consumatore i
prodotti sono l’uno il sostituto dell’altro.
LA TEORIA DEI GIOCHI
I principi della teoria dei giochi sono stati applicati dai condottieri
cinesi 2500 anni fa e sono stati sviluppati e costruiti dagli
economisti moderni in un sistema formalizzato.
Quattro principi della teoria dei giochi:
Visione strategica capacità di analizzare una situazione
1) strategica, anticipare la sua futura evoluzione e prendere una
decisione oggi che avrà effetto favorevole in futuro
Conoscere se stessi e gli altri capacità di capire come gli
2) avversari interpretano la competizione e come valutano la
nostra posizione; è un errore ignorare i propri punti deboli e
concentrarsi solo sui punti di forza
Situazioni che si ripetono/che non si ripetono
3) comportamenti diversi a seconda che la situazione si verifichi
una volta o più volte
Coordinamento e cooperazione la mancanza di fiducia
4) reciproca può penalizzare i risultati; le persone devono
sacrificare i propri obiettivi a quelli del gruppo
LA BEHAVIOUR THEORY
La capacità della teoria dei giochi di anticipare il comportamento
dei rivali si basa sull’assunto che i contendenti adottino un
comportamento razionale, ma nella realtà il management
raramente si comporta in modo tale.
Nel comportamento dei contendenti c’è spesso irrazionalità.
Di fronte ad una scelta strategica, spesso il management è indotto
a orientarsi verso soluzioni semplici, che portano a risultati molto
diversi da quelli ai quali un’analisi razionale avrebbe potuto portare.
Le risposte che darà il rivale che decide in modo cosi intuitivo
difficilmente possono essere quelle suggerite dalla teoria dei giochi.
LA COEVOLUTION
È un concetto mutuato dalla biologia evolutiva.
La teoria è nata osservando quanto avviene in futuro e afferma che
specie diverse possono coevolvere e non sono necessariamente
antagoniste.
RISPOSTA AI CONCORRENTI
Sono state studiate 5 tipologie di risposta attuata nei confronti di
potenziali nuovi concorrenti:
Rappresaglia punendo i concorrenti che attaccano, il
1) leader può condizionare il comportamento dei potenziali nuovi
concorrenti e renderlo prevedibile
Reazione lenta alle sfide la reazione del leader può
2) essere lenta o addirittura non arrivare, se pensa che i successi
dei rivali siano effimeri
Incapacità di rispondere se un’impresa attacca un leader
3) presente sull’intero territorio nazionale praticando forti sconti
in un’area geografica limitata
Risposta selettiva l’impresa non deve rispondere a tutti gli
4) attacchi, ma solo ad alcuni
Risposta non prevedibile nel caso in cui un’impresa abbia
5) comportamenti imprevedibili, è utile calarsi nella loro
situazione e chiedersi che cosa un attaccante potrebbe
attendersi se agisse nelle loro stesse condizioni
ANALISI DELLA DOMANDA
Le esigenze del cliente sono al centro di ogni strategia di marketing.
Per capire quali fattori agiscono sulla creazione di valore per il
cliente è necessario orientare l’analisi in 3 aree:
Benefici di carattere economico
1) Benefici di carattere psicologico
2) Benefici percepiti dal cliente
3)
Il punto di partenza è un’equazione:
Valore per il cliente = benefici percepiti dal cliente – costo
di acquisto
SEGMENTAZIONE DEL
MERCATO
Per segmentazione si intende l’individuazione, nella domanda
potenziale, di esigenze e attese con caratteristiche simili, alle quali
l’impresa può rispondere con lo stesso marketing mix.
Diversi criteri di segmentazione per diversi mercati:
Business-to-consumer sulle attese dei consumatori
- individuali agiscono principalmente la demografia, lo stile di
vita e l’uso del prodotto
Business-to-business le attese delle organizzazioni si
- manifestano in modo diverso rispetto a quelle dei singoli
consumatori; le variabili che intervengono sono le
caratteristiche delle imprese, la cultura organizzativa e l’uso
del prodotto
IL POSIZIONAMENTO
È un esercizio creativo applicato ad un prodotto esistente. Non è
determinato solo da ciò che l’impresa realizza con un prodotto, ma
anche da ciò che l’impresa riesce a creare nella mente del
potenziale compratore.
Posizionare significa dunque creare un’identità o un’immagine del
prodotto e comunicarla ai potenziali compratori.
In genere è attuato mediante due tecniche:
Posizionamento rispetto al leader del settore stabilita
1) la posizione del leader, l’impresa colloca il proprio prodotto di
conseguenza
Posizionamento con un’idea pur posizionando il proprio
2) prodotto in funzione di quanto ha già fatto la concorrenza,
l’impresa può decidere di sottolineare che “il mio prodotto è
meglio”
IL RIPOSIZIONAMENTO
È frequente il caso di prodotti collocati originariamente in una certa
posizione rispetto alla concorrenza, ma che poi sono stati
riposizionati in seguito a risultati deludenti.
Le tecniche sono due:
Modifica del product concept il prodotto/servizio può
1) essere modificato nel beneficio centrale atteso dal cliente
Modifica della comunicazione nuova comunicazione circa
2) i benefici che il cliente può trarre dal prodotto/servizio
ANALISI DELLE RISORSE
L’unica area sulla quale l’impresa ha un controllo diretto è quella
rappresentata dalle proprie risorse. Dunque l’analisi delle risorse è il
punto di partenza di ogni strategia. Si tratta di capire come
l’organizzazione possa costruire vantaggi competitivi rispetto ai
rivali. Una verifica delle risorse tangibili