Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Connessioni tra capitale economico e capitale di funzionamento
Il capitale di funzionamento, o capitale di gestione, è il capitale che trova espressione nella situazione patrimoniale del bilancio d'esercizio. La sua determinazione è motivata dalla necessità di determinare il reddito di esercizio, che rappresenta il valore astratto su cui si basa la periodica remunerazione del capitale proprio.
Secondo un principio fondamentale della scienza economica, il reddito è l'ammontare di ricchezza che può essere consumata da un soggetto in un determinato periodo, senza intaccare la ricchezza detenuta all'inizio del periodo stesso.
Applicato all'ambito aziendale, questo concetto si configura come la ricchezza che può essere distribuita ai detentori del capitale proprio senza intaccare il valore complessivo di quest'ultimo.
Di conseguenza, esiste un'associazione indissolubile tra la misura del reddito e la misura del capitale, al punto che il primo potrebbe anche essere definito
comel'accrescimento del capitale proprio determinatosi in un certo periodo pereffetto della gestione.Diverse configurazioni associate di reddito e di capitale che si possono farconseguire a tali definizioni; ad esempio in un recente contributo Guatridistingue cinque definizioni su quattro livelli: reddito contabile, reddito dibilancio, reddito gestionale, reddito depurato, reddito reale per l'investitore.Ma consiste nella differenza tra il valore del capitale economico alla fine delperiodo e all'inizio del periodo maggiorato ddel dividendo eventualmentedistribuito nel periodo stesso(o diminuita degli apporti di nuovo capitaleeffettuati nel periodo).La definizione data al concetto di reddito reale per l'investitore : la piùconcettualmente corretta espressione del reddito come valore economico.Le modalità di determinazione del capitale netto di funzionamento rendonoimpossibile la realizzazione di tale coincidenza.La relazione tra le due configurazionidi capitale rimane di ordine essenzialmente qualitativo. Ci riferiamo al fenomeno del progressivo modificarsi del modello economico d'impresa che è andato via via determinandosi nei tempi recenti e più ancora sembra destinato a connotare il futuro prossimo delle imprese. Terziarizzazione: si vanno modificando la natura degli investimenti e le componenti del patrimonio reale d'impresa. Sia queste che quelli assumono connotazioni sempre più di tipo immateriale: immagine, quota di mercato, capacità innovativa, know-how, qualità del management, sistemi di gestione, sono tutti esempi di aree di crescente peso nel determinare il valore d'impresa. Capitale economico e scelte d'impresa: Nel mondo anglossassone e negli Stati Uniti in particolare esistono condizioni che rendono non totalmente astratto il riferimento a mercati efficienti, cioè mercati nei quali il capitale trova adeguati strumenti e occasioni di mobilità. Innanzitutto.può considerarsi acquisito il principio in base al quale il valore del capitale economico rappresenta il parametro meglio di ogni altro capace di esprimere l'interesse dei portatori di capitale. Così il valore si presenta come l'unico indicatore capace di aiutare l'azionista nel gestire l'eterno problema del trade-off tra risultati a breve e risultati futuri a medio e lungo periodo. Su un piano ancor più generale il valore viene riconosciuto come misura di sintesi concettualmente più appropriata degli obiettivi generali d'impresa. Il valore d'uso (capacità di rispondere a bisogni differenziati e a bisogni nuovi attraverso informazioni, conoscenze, sapere incorporati alle macchine, nell'organizzazione, nella professionalità) viene progressivamente a prevalere sui valori di scambio (realizzazione di prodotti standard attraverso risorse standard). Mentre in un'economia di valori di scambio è il mercato.Fondamentalmente, a determinare il valore d'impresa, in un'economia di valori d'uso, tale valore dipende dalla dialettica tra impresa e mercato ed in particolare dalla capacità dell'impresa di congegnare nuove formule imprenditoriali che, mettendo in gioco competenze distintive e vantaggi competitivi, consentano all'impresa di conquistare e difendere differenziali di redditività rispetto alle altre.
Uno dei motivi che più possono aver frenato l'importanza degli schemi concettuali e metodologici della moderna Finanza americana è costituito dall'ampio ricorso a valori di mercato mobiliare.
Gli interessi dei detentori di capitale proprio di fatto verranno ad esercitare sulle scelte dell'impresa un peso relativo superiore a quello che possono acquisire in situazioni di azionariato polverizzato, nelle quali è più probabile che tali interessi siano maggiormente condizionati dalla tutela degli interessi degli altri stakeholders.
primo fra tutti il management. In conclusione ci pare sensato arguire che proprio nei contesti menorispondenti al modello delle perfetta efficienza, nei quali per ovviocorollario i valori che si formano sul mercato dei capitali sono poveri disignificato economico, quanto più esiste differenza tra valore di mercato delcapitale e valore economico del capitale, tanto più è necessario il criterio delvalore economico del capitale.
Oggi si sostiene che il capitale economico è vero punto essenziale diriferimento nei giudizi sull'opera dei managers e nella stima dei risultati.
CAPITOLO 4: PRINCIPI DI DETERMINAZIONE QUANTITATIVA DEL VALORE:
I ragionamenti svolti nel capitolo precedente ci hanno condotto adidentificare il valore economico del capitale proprio come il parametroteoricamente più appropriato per orientare e valutare correttamente, sottoil profilo economico i comportamenti e le scelte d'impresa.
Il problema che rimane a questo punto è
Allora quello di identificare le modalità più appropriate per dare espressione quantitativa a tale valore. I principi cardine della determinazione quantitativa del valore saranno adesso analizzati. I metodi di determinazione sintomatica o indiretta del valore saranno adesso analizzati e infine saranno analizzati i metodi di determinazione diretta.
4.1.: PRINCIPI DI DETERMINAZIONE DEL VALORE:
Il valore di un qualunque capitale coincide con i frutti che tale capitale è atteso dare in futuro. Ma tali redditi non potranno essere sommati nei loro nominali, in quanto la diversa disponibilità temporale ne rende diversi i loro valori economici. Per tradurre i futuri redditi attesi in valori omogenei e quindi renderli sommabili devo pertanto attualizzarli in modo da esprimerli tutti nel loro equivalente valore attuale. Il ragionamento ci conduce ad una prima espressione vel valore V del capitale posseduto che è data da:
V= somme con i da 1 a n Ri/(1+r)^i
Si inserisce la
varia a seconda del contesto in cui si opera, ma in generale si può affermare che il rischio è una componente fondamentale nel calcolo del valore di un reddito atteso. Mentre il reddito atteso (Ri) può essere considerato come un valore certo, l'operare d'impresa è tipicamente soggetto a rischio, quindi il valore di Ri diventa solo presunto anziché certo. Esistono due approcci per calcolare il valore: 1. Intervenire direttamente sul valore di reddito atteso (Ri) penalizzandolo in base al rischio. In questo caso, si calcola un equivalente certo (R) di Ri, utilizzando un coefficiente (σ) compreso tra 0 e 1. Questo coefficiente riduce il valore di Ri in misura proporzionale al grado di rischio associato ad esso. 2. La seconda strada consiste nell'intervenire non sul valore di reddito atteso (Ri), ma sul tasso di attualizzazione, che rappresenta il tasso di rendimento richiesto per compensare il rischio associato a Ri. In questo caso, il tasso di attualizzazione viene aumentato in base al rischio di Ri. In entrambi i casi, il valore viene scomposto tra la somma dei redditi attesi per un determinato periodo (da 0 a n) e il valore del capitale stesso alla fine di questo periodo. La scelta tra i due approcci dipende dal contesto specifico e dalla logica applicata nel calcolo del valore.vorrebbe che i valori da attualizzare corrispondessero alle risorse monetarie che si renderanno disponibili per il detentore del capitale, le quali potrebbero almeno temporaneamente non coincidere con il reddito futuro atteso dal capitale stesso. Alla luce di quest'ultima integrazione possiamo concludere che l'espressione più generale del valore economico di un capitale è data da: V = somme con i da 1 a inf. di FC i/(1+r)^i Dove FC sta ad indicare l'entità attesa dei flussi di cassa, cioè delle risorse monetarie che il detentore del capitale è in grado di far proprie (o eventualmente di cui deve privarsi) come conseguenza dell'impiego del capitale posseduto. Dunque principi fondamentali sono: al valore di un capitale concorrono soltanto i benefici futuri che da tale capitale stesso potranno generarsi; tali benefici futuri devono rendersi monetariamente disponibili all'investitore; per essere sommati devono essere resi omogenei attraverso il processo di attualizzazione.procedimento dell'attualizzazione; avendo adeguata considerazione per il livello di rischio dei flussi monetari futuri: maggiore è tale rischio minore è il valore economico attribuibile al capitale; il rischio può essere correttamente considerato attraverso due modalità: penalizzando i flussi monetari attesi, o elevando il tasso di attualizzazione.
4.2.: METODI DI DETERMINAZIONE INDIRETTA O SINTOMATICA DEL VALORE:
L'indice che con la massima sintesi esprime la redditività aziendale è ritrovabile come è noto nel ROE (return on equity), dato dal rapporto tra il reddito netto ed il valore del capitale netto. Indicatore di ovvia rilevanza per apprezzare il livello di remunerazione del capitale a pieno rischio.
Il ROI (return on investment) dato dal rapporto tra il reddito operativo ed il capitale complessivamente investito nell'impresa esprime la redditività operativa dell'impresa stessa. È consuetudine scomporlo il ROI,
nel prodotto tra il ROS (indice di economicità delle vendite, dato dal rapporto tra il reddito operativo e il fatturato dell'azienda) e la rotazione del capitale investito (rapporto tra il fatturato e il capitale investito nell'attività operativa). L'effetto di Leva finanziaria è costituito dall'impatto esercitato sulla redditività aziendale dalla struttura delle fonti di finanziamento, cioè dalle modalità attraverso le quali è finanziato il capitale investito. Come è ben noto, infatti, l'indebitamento riduce la porzione di impiego di capitale da parte dei soci (denominatore del ROE), ma determina al tempo stesso il sorgere di oneri finanziari che deprimono il reddito che a favore dei soci residua (numeratore del ROE). Così si dimostra che un indebitamento in cui il tasso di costo i è inferiore al