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(L)
q
=
PME L L
Produttività marginale (variazione di out dovuta a incremento di in)
(
Δq L)
=
PMG L ΔL 5
Legge produttività marginale decrescente: all’aumentare della quantità di un
fattore variabile ci sarà un minore output addizionale
Costi di produzione dipendono: da produttività dei fattori e prezzo dei fattori (se
mercati a concorrenza perfetta e se data la funzione si sceglie la quantità in modo da
minimizzare i costi). Il costo dipende solo dall’output CT=CT(q)
Costo totale (CT) dato da somma del Costo fisso (CF, costo per acquisire fattori di
produzione fissi) e Costo variabile(CV, costo per acquisire fattori di produzione
variabili) CT=CF+CV
Costo medio (CME) pari al costo per unità di produzione CME = CT/q (CME = costo
fisso medio + costo variabile medio).Decrescente fino a intersezione con curva del
costo marginale, poi crescente.
Costo marginale (CMG) è l’incremento di costo che si sostiene per produrre un’unità
/∆
∆ CT q
in più CMG = , tutti costi marginali sono variabili. Decrescente fino a
quando costo totale cresce in modo meno che proporzionale all’aumento di
produzione, poi è crescente.
Costo fisso medio (CFME) sempre decrescente.
Costo variabile medio (CVME) come CME
Costi di lungo periodo: nel lungo periodo tutti gli input sono variabili. Se ipotizziamo
di variare nella stessa proporzione tutti gli input si può avere:
-Rendimenti costanti di scala: un aumento percentuale di tutti gli input
produce lo stesso incremento percentuale di output.
-Rendimenti crescenti di scala: un aumento percentuale di tutti input
produce incremento più che proporzionale di output.
-Rendimenti decrescenti di scala: un aumento percentuale di input produce
aumento meno che proporzionale dell’output
Economie di scala se i costi medi di produzione diminuiscono all’aumentare
dell’output prodotto (tecnologia, specializzazione lavoro, organizzazione, diminuzione
costi fissi, efficienza grandi macchinari)
Diseconomie di scala se il costo medio di produzione aumenta all’aumentare
dell’output prodotto (lavoratori alienati, problemi gestionali e coordinamento)
Curva di costo medio di lungo periodo (CMELP): (prezzi dei fattori, lo stato della
tecnologia, la qualità dei fattori e il livello di output dati) la forma della curva CMELP si
ipotizza abbia forma a U; Inizialmente si manifestano le economie di scala, quando
sono state sfruttate i costi medi rimangono costanti e in seguito iniziano a manifestarsi
diseconomie di scala.
Ricavo totale: entrate che l’impresa ottiene in un certo tempo per la vendita di una
∙
quantità di prodotto RT=p q
Ricavo medio: ammontare che l’impresa ottiene per unità venduta RME=RT/q
Δ
Ricavo marginale: incremento di ricavo da unità aggiuntiva venduta RMG= RT/
Δq
Massimizzazione profitto: dato dalla differenza tra ricavo totale e costo totale di
produzione π=RT-CT per massimizzarlo si usano le curve di costo e ricavo totale,
medio e marginale RMG=CMG 6
Forme di mercato
Mercati distinti in base a: -Libertà con cui nuove imprese possono entrare;
-Natura del prodotto;
-Controllo sul prezzo da parte delle imprese.
Concorrenza perfetta: completa libertà di entrata, prodotto omogeneo, nessun
controllo sul prezzo.
Monopolio: presenza barriere all’entrata, prodotto unico, massimo grado di controllo
del prezzo.
Concorrenza monopolistica: libertà di entrata ma prodotto differenziato.
Oligopolio: barriere all’entrata, prodotto differenziato o omogeneo.
Concorrenza perfetta
Forma estrema di mercato in cui le imprese sono sottoposte alle forze del mercato,
imprese e clienti detti price takers (numero elevato di imprese, prodotto identico,
conoscenza perfetta di acquirenti e imprenditori, libertà di entrata e uscita)
Equilibrio di breve periodo: Impresa produce il livello di output che le consente di
massimizzare extraprofitto è in equilibrio di breve periodo.
q P q P q
CME( )< π(extraprofitto)>0 CME( )= π=0 CME(
e e e e e
P
)> π(perdita)<0
e
Anche se in perdita per breve periodo l’impresa continua a produrre, chiude solo
P
quando non può coprire i costi medi variabili.
e Q P
Determinazione di a porta a determinare la curva di offerta
e e
dell’impresa di breve periodo: tratto della curva del costo marginale che si situa
sopra il punto di chiusura.
Curva di offerta dell’industria concorrenziale di breve periodo risulta da
somma orizzontale delle curve di offerta delle imprese nel mercato.
Equilibrio di lungo periodo: se le imprese già presenti ottengono extraprofitti,
nuove imprese entrano nell’industria o imprese già presenti hanno convenienza ad
aumentare la produzione. L’effetto è un aumento dell’offerta dell’industria e calo di
P . Offerta continua ad aumentare e prezzo a diminuire finché le imprese non
e
ottengono solo profitti normali.
Mercati con potere sui prezzi: imprese hanno potere sui prezzi, i mercati non si
portano in equilibrio in tempi brevi, lavoro organizzato da sindacati e lo Stato
interviene nell’economia per correggere carenze dei mercati.
Monopolio
Un solo imprenditore che produce, forti barriere d’entrata, bene senza sostituti,
consumatori non influenzano sul prezzo; L’impresa può influire sui prezzi.
Non è chiaro quando una industria deve essere classificata come monopolistica,
dipende dall’ampiezza della definizione (Impresa ferroviaria può essere monopolistica
per tratta su binari ma non per altri tipi di trasporto come bus e auto). All’impresa
interessa il grado di potere monopolistico che esercita e dipende dal grado di
sostuibilità del prodotto. 7
Per mantenere monopolio sono necessarie barriere all’entrata (differenziazione
prodotto e fedeltà, costi inferiori per imprese già presenti, controllo di fattori
produttivi, controllo reti di vendita, protezione legale, fusioni/acquisizioni, tattiche
aggressive).
L’imprenditore influisce sul prezzo e la funzione di domanda dell’impresa coincide con
la domanda di mercato e ha andamento decrescente. Monopolista può stabilire il
prezzo (e vendere la quantità che i consumatori sono disposti ad acquistare) oppure
stabilire la quantità (e accettare il prezzo che i consumatori sono disposti a pagare)
Max π(Q) -> CMR(Q)=RMR(Q)
Concorrenza monopolistica
Si basa sulle ipotesi che i beni non sono omogenei, esiste un elevato numero di
imprese, c’è libertà di entrata e uscita e nessun consumatore può influire sui prezzi.
Equilibrio di breve periodo è dato dalla condizione Max π -> CMR=RMR
Nel lungo periodo se ci sono extraprofitti entrano nuove imprese nel mercato che
distolgono clienti dalle imprese esistenti facendo cadere la domanda. Il processo
continua finché non ci sono extraprofitti.
Equilibrio di lungo periodo si ha quando la curva di domanda è tangente al costo
medio causando un eccesso di capacità produttiva (tante imprese piccole).
Oltre al prezzo e quantità l’impresa deve decidere anche su qualità e pubblicità.
Qualità: permette di distinguere un prodotto di un’impresa da quello di un’altra
(stabilita qualità i consumatori sono guidati dalle proprie preferenze, costi
qualità e livello profitto)
Pubblicità: si cerca di influenzare il consumatore (in modo diretto o indiretto,
costi pubblicità e vendita, aumento domanda)
Oligopolio
Poche imprese di grandi dimensioni, prodotto virtualmente identico o differenziato,
interdipendenza strategica tra imprese e barriere all’entrata.
Oligopolio collusivo: cercare di eliminare interdipendenza strategica con rivali,
accordandosi con le altre e massimizzare il profitto congiunto, comportandosi da
monopolista. Oligopolisti si accordano su prezzi, quote di mercato e spese
pubblicitarie. Ridotto grado di incertezza dell’industria. Cartello è un accordo formale
con cui vengono massimizzati i profitti dei partecipanti, se tutte le imprese
partecipano al cartello ci si trova di fronte a un monopolio. Politica tipica del cartello è
evitare riduzione dei prezzi. Collusione tacita quando imprese fissano lo stesso
prezzo del leader (impresa che domina l’industria) così si ha una leadership di
prezzo dell’impresa dominante. Il leader di prezzo può anche essere l’impresa che
nel tempo è emersa come la più affidabile, la pratica prende il nome di leadership di
prezzo dell’impresa barometro. In alternativa all’esistenza di un leader è la
presenza di regole stabilite che le imprese seguono (costi, prezzo, pubblicità, design).
Collusione favorita se poche imprese che si conoscono, non ci sono segreti su costi e
tecniche, costi medi simili, beni simili, c’è un’impresa dominante, presenti barriere
all’entrata, mercato stabile)
Vantaggi Svantaggi
-Extraprofitto usato per ricerca e sviluppo -Prezzi elevati
-Concorrenza non di prezzo consente -Non pieno sfruttamento di economie di
maggiore scelta per consumatori sulla scala 8
differenziazione di prodotto -Maggior uso pubblicità
Oligopolio non collusivo: imprese competono con le rivali per conquistare maggiori
quote di mercato e quindi profitto.
Discriminazione di prezzi: per massimizzare i profitti l’impresa vende quantità Q
(data da CMG=RMG) a prezzi diversi in segmenti diversi del mercato (se c’è diversità
nelle elasticità della domanda e i segmenti sono separati)
Discriminazione primo grado: ogni unità di prodotto viene venduta al
massimo prezzo possibile
Discriminazione secondo grado: prezzo che consumatore paga dipende dal
numero di unità acquistate
Discriminazione terzo grado: consumatori diversi pagano prezzi diversi
Economia comportamentale
Branca dell’economia che parte da analisi sperimentale e con concetti di psicologia
elabora modelli di comportamento alternativi rispetto a quelli formulati da economia
standard.
EC abbandona ipotesi di razionalità e osserva il comportamento reale delle persone
(persone con emozioni e impulsi che si traducono in errori e distorsioni)
Cause di scelte irrazionali: troppa varietà, razionalità limitata, scelte relative, pensiero
di gruppo, costi irrecuperabili, modelli diversi di presentare alternative)
È possibile che anche imprese prendano decisioni irrazionali che non massimizzano il
profitto (complessità e incertezza ambiente e presenza di altri obiettivi)
Bilancio economico azienda agraria
Evidenziare come elemento differenziale il