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L'IPOTESI DELLA CURVA DI DOMANDA AD ANGOLO

Una teoria sulla determinazione del prezzo in regime di oligopolio è stata elaborata dall'economista americano Sweezy ed è nota come teoria della curva di domanda ad angolo. L'impresa oligopolistica ritiene che, se si riducesse il prezzo, le altre imprese sue rivali seguirebbero il suo esempio e lo ridurrebbero anche esse; pertanto essa non registrerebbe un aumento rilevante delle vendite perché non sottrarrebbe clienti alle altre imprese. Inoltre l'impresa ritiene che, se aumentasse il prezzo, registrerebbe una forte diminuzione delle vendite, poiché le altre imprese non farebbero altrettanto. Pertanto essa avrà convenienza a mantenere il prezzo immutato. Ciò significa che l'impresa oligopolistica presenta questa curva di domanda:

Essa è chiamata curva di domanda ad angolo (o a gomito o spezzata). Il punto E rappresenta la posizione di equilibrio per l'impresa.

corrispondono il prezzo corrente e la quantità che l'impresa vende a quel prezzo. La curva di domanda è elastica nel tratto superiore ad E e rigida nel tratto inferiore. Se l'impresa aumentasse il prezzo al di sopra di p, la quantità domandata per l'impresa diminuirebbe fortemente; viceversa, se l'impresa diminuisse il prezzo (anche di molto), la quantità domandata aumenterebbe poco.

La teoria ha tuttavia un limite, poiché spiega perché il prezzo tenda a rimanere immutato, ma non spiega come si sia determinato un prezzo anziché un altro.

LE BARRIERE ALL'INGRESSO DI NUOVE IMPRESE NEI MERCATI E L'IMPRESA LEADER

Uno dei presupposti della concorrenza pura è che vi sia libero ingresso nel mercato di nuove imprese. Spesso esistono delle barriere all'ingresso di nuove imprese che, però, non sono insuperabili. In varie industrie esiste il fenomeno delle economie di scala, per cui

L'introduzione di grossi impianti consente la riduzione dei costi di produzione; ciò fa sì che la domanda di mercato sia soddisfatta solo da alcune grandi imprese, dato che le piccole hanno costi di produzione parecchio più elevati e, quindi, è pressoché impossibile entrare nel settore. Tuttavia, anche per una grande impresa può essere difficile entrare in un nuovo settore, perché le imprese che già vi operano possiedono conoscenze e disponibilità di tecnologie (barriere tecnologiche) diverse. Oltre a queste, vi sono anche barriere finanziarie dovute agli elevati costi a cui va incontro un'impresa per l'acquisto di macchinari necessari ad un determinato mercato. Spesso, comunque, le grandi imprese riescono ad entrare in un mercato se hanno i mezzi finanziari adeguati e se lo ritengono conveniente. Un mercato oligopolistico può essere caratterizzato dalla presenza di alcune grandi imprese, che influenzano il

L'impresa leader (può essere una o alcune in accordo tra loro), se vuole evitare l'entrata di altre imprese, non fisserà un prezzo troppo alto, ma stabilirà un prezzo inferiore a quello che consentirebbe alle imprese entranti di fissare un normale profitto: questo prezzo prende il nome di prezzo di esclusione. Se, invece, l'impresa leader volesse eliminare dal mercato imprese che già ne fanno parte, fisserà un prezzo inferiore al costo medio minimo delle imprese che vuole eliminare: questo prezzo prende il nome di prezzo di eliminazione.
I MERCATI CONTENDIBILI
Un mercato viene definito contendibile quando un'impresa può entrarvi e, se vuole, poi uscirne senza costi e senza perdite di investimento. Un'impresa può entrare in un mercato contendibile e lo farà, se si aspetta di ottenere dei profitti vendendo i beni ad un prezzo

uguale o minore di quello a cui le imprese presenti vendono i beni stessi; la vendita avviene allo stesso prezzo solo se l'impresa che entra ritiene che la domanda non sia completamente soddisfatta. Uscire dal mercato senza costi è molti difficile, poiché esistono costi non recuperabili (sunk costs), ovvero costi che l'impresa che opera nel settore ha sostenuto e non può recuperare se esce dal mercato. La maggior parte delle spese per la ricerca scientifica è, ad esempio, un costo non recuperabile.

L'OLIGOPOLIO COLLUSIVO E LE COALIZIONI INDUSTRIALI

Quando alcune grandi imprese si mettono d'accordo per svolgere una comune politica di mercato, si ha una coalizione; la politica comune mira al controllo del mercato (prezzo di vendita, quantità di merce ecc.). In questo modo le imprese eviteranno di farsi la guerra tra di loro, instaurando un rapporto collusivo anziché conflittuale. Questi accordi, chiamati sindacati industriali,

Possono prendere due forme:

  • Cartelli = Ideato in Germania, ogni impresa mantiene la sua autonomia. Quando il cartello prevede anche la creazione di un ufficio centrale che controlli e coordini le attività delle imprese aderenti, si ha il pool;
  • Trusts = Ideato negli Stati Uniti, le imprese si danno un'unica direzione. Spesso porta ad una fusione tra le imprese, le quali diventano degli stabilimenti soggetti ad un unico centro direzionale.

Le coalizioni possono essere:

  • Orizzontali = Accordi tra imprese dello stesso ramo produttivo (es. diverse case produttrici di automobili);
  • Verticali = Accordi tra imprese che producono beni strumentali e finali dello stesso ciclo produttivo (es. imprese che producono motori di automobili e imprese che producono impianti elettrici per automobili).

Quando le imprese oligopolistiche producono tutte uno stesso prodotto e stipulano un cartello (o un trust), il risultato è quasi come se nel mercato vi fosse un'unica impresa monopolistica.

Tali accordinon durano a lungo e spesso sono vietati da legislazioni antimonopolistiche.

LE TEORIE DELL'IMPRESA NEOSCHUMPETERIANE E LA NUOVA ECONOMIA INDUSTRIALE

Schumpeter aveva rilevato come il mercato non funzioni secondo il modello della concorrenzaprecedentemente esaminato, poiché nella realtà esiste una concorrenza dinamica tra le imprese, basata sul progresso tecnologico. Diversi studiosi hanno elaborato delle teorie dell'impresaneoschumpeteriane. Essi sostengono che un'impresa, quando introduce un'innovazione, realizza deiprofitti di tipo monopolistico. Man mano che l'innovazione si diffonde, anche le altre imprese produrranno il medesimo bene e adotteranno il nuovo processo, e la concorrenza tra le imprese provocherà una diminuzione dei prezzi a cui la prima impresa si dovrà adeguare, facendo scomparire i profitti monopolistici che c'erano in origine.

La nuova economia industriale, un indirizzo scientifico recente,

rileva che tutte le teorie tradizionali dell'impresa finora analizzate considerano l'impresa come un'entità che si adatta alle condizioni esterne (consumatori, concorrenti, tecnologia). In realtà le grandi imprese tendono a modificare queste condizioni e l'ambiente in cui operano: accelerano o rallentano il progresso tecnico svolgendo attività di ricerca, pongono delle barriere all'ingresso di altre imprese nel mercato e cercano di influenzare i consumatori attraverso le pubblicità e cercando di differenziare il prodotto. L'OLIGOPOLIO E LA TEORIA DEI GIOCHI In un mercato oligopolistico le imprese possono accordarsi sui prezzi da praticare e sulle aree in cui vendere o, viceversa, possono decidere di farsi la guerra. Consideriamo un mercato in cui due imprese (A e B) riducono i prezzi a vicenda per cercare di escludere l'altra dal mercato. La riduzione dei prezzi avviene in maniera alternata (-10% A, poi -10% B ecc.) e, se continuasse,

finirebbe con la rovina di entrambe le imprese; ovviamente, prima che ciò avvenga, le imprese si renderanno conto che conviene loro agire in modo cooperativo (o collusivo).

Le strategie delle imprese possono essere analizzate mediante la teoria dei giochi: essa analizza situazioni in cui due o più soggetti adottano comportamenti (o strategie) che influenzano il comportamento (o strategia) degli altri. Consideriamo due imprese (A e B) che vendono un bene, e la seguente tabella dei prezzi (p e p') e dei profitti (π e π') delle rispettive imprese:

p p'
a 30 30
b 20 40

Nella prima situazione (I) l'impresa A e l'impresa B vendono entrambe il bene al prezzo di 30 e hanno entrambe un profitto di 10. Questa situazione però non è stabile: l'impresa A se ritiene che, anche se essa abbassi il prezzo, l'impresa B mantenga ugualmente fisso il suo prezzo di vendita, abbasserà il prezzo a 20, poiché questo le consente di acquisire numerosi clienti.

B e avere un profitto assai più alto. Si passa così alla seconda situazione (II), in cui l'impresa A, avendo abbassato il prezzo a 20, realizza un profitto pari a 18 mentre, l'impresa B, ha una perdita pari a -3, indi per cui anch'essa abbasserà il prezzo a 20. Si passa così alla terza situazione (III), in cui le imprese hanno entrambe un profitto pari a 0. Naturalmente chiamiamo profitti gli extraprofitti di tipo monopolistico; quando π = 0, l'impresa percepisce un profitto normale. La terza situazione, in cui i profitti sono nulli, è la situazione concorrenziale e rappresenta un equilibrio di Nash. Tale equilibrio viene raggiunto sulla base dell'ipotesi che ogni giocatore, data la strategia dell'altro, adotta la strategia che per lui stesso è migliore; questo è il modo in cui opera un processo concorrenziale che conduce ad una situazione in cui le imprese non hanno extraprofitti. Esse, tuttavia, potrebbero

Raggiungere ad un comportamento collusivo (vantaggioso per le imprese, ma che si risolve in un danno per la collettività) una volta arrivati alla prima situazione, garantendosi entrambe un profitto; la collusione risulta difficile se vi è un elevato numero di imprese o se vi è una potenziale concorrenza di imprese che possono entrare nel settore.

MONOPSONIO E OLIGOPSONIO

In tutti gli esempi fatti finora monopolio e oligopolio riguardano l'offerta. Tuttavia esistono casi di monopolio e oligopolio anche dal lato della domanda: in questi casi si parla di:

  • Monopsonio = Situazione di mercato caratterizzata dall'accentramento della domanda da parte di un solo soggetto economico e dall'impossibilità per altri acquirenti di entrare sul mercato;
  • Oligopsonio = Situazione di mercato in cui la domanda è concentrata in un ristretto numero di operatori, mentre l'offerta è frammentata in un numero indefinito di operatori.

LA MODERNA IMPRESA

i e regolamenti specifici, le seconde sono soggette a norme meno stringenti, mentre le terze godono di una maggiore flessibilità normativa. L'industria è uno dei settori più importanti dell'economia, in quanto produce beni e servizi che soddisfano i bisogni della società. Le imprese industriali possono essere di diversi tipi, come ad esempio quelle manifatturiere, che producono beni fisici, o quelle di servizi, che offrono servizi alle persone. L'industria è caratterizzata da processi produttivi complessi, che richiedono l'utilizzo di macchinari e tecnologie avanzate. Inoltre, l'industria può avere un impatto significativo sull'ambiente, sia in termini di inquinamento che di consumo di risorse naturali. Per questo motivo, è importante che le imprese industriali adottino pratiche sostenibili e rispettose dell'ambiente.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
52 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Samuele1903 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof D'Arconte Carmine.