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Organizzazione aziendale
L'organizzazione aziendale viene attuata per facilitare all'azienda il raggiungimento degli obiettivi, che sono la massimizzazione del profitto e la minimizzazione dei costi. L'organizzazione aziendale può essere usata per la suddivisione del lavoro (gestione operativa), standardizzare la produzione, gestire i processi e scegliere la migliore strategia per raggiungere gli obiettivi. Per la gestione del lavoro vengono messe in pratica diverse teorie, la più in voga è la teoria di Mintzberg. Secondo questa teoria, i lavoratori possono essere divisi in 5 categorie: Nucleo operativo, linea intermedia, vertice strategico, tecnostruttura e staff di supporto. Le prime tre categorie possono essere posizionate in una struttura piramidale, dove alla base si ha il nucleo operativo che ha la funzione esecutiva, funzione anche di acquisto di materie prime e ha una responsabilità limitata nei confronti degli obiettivi da raggiungere. La lineain diverse tipologie di organizzazione aziendale. Ecco alcune delle principali: 1. Organizzazione funzionale: in questo tipo di organizzazione, le attività aziendali sono suddivise in funzioni specifiche, come produzione, marketing, finanza, risorse umane, ecc. Ogni funzione ha un proprio responsabile e il coordinamento avviene attraverso la linea gerarchica. 2. Organizzazione divisionale: in questo caso, l'azienda è suddivisa in divisioni o unità autonome, ognuna delle quali è responsabile di un prodotto, servizio o mercato specifico. Ogni divisione ha un proprio vertice strategico e può avere una propria linea intermedia e tecnostruttura. 3. Organizzazione matriciale: in questo tipo di organizzazione, le attività aziendali sono organizzate sia per funzioni che per prodotti o progetti specifici. Ciò significa che i dipendenti possono far parte di più team o gruppi di lavoro, a seconda delle loro competenze e delle esigenze del progetto. 4. Organizzazione a rete: in questo caso, l'azienda si basa su una rete di collaborazioni esterne, come fornitori, partner o consulenti. L'azienda si concentra sul coordinamento delle attività e sulla gestione delle relazioni con le diverse parti coinvolte. Queste sono solo alcune delle possibili tipologie di organizzazione aziendale, e spesso le aziende combinano più elementi di diverse tipologie per adattarsi alle proprie esigenze specifiche.A dare diverse strutture: struttura elementare, struttura funzionale e struttura divisionale. La struttura elementare, tipica delle aziende a gestione familiare, è la più semplice, quasi sempre nell'industria alimentare non si ha la linea intermedia perché il ruolo è ricoperto dal vertice strategico. Si ha quindi l'alta direzione che coincide con il vertice strategico ed un insieme di organi operativi. Questa struttura da vantaggi per la flessibilità e la capacità di adattamento, va bene per le aziende di piccole dimensioni. La struttura funzionale divide l'azienda in aree omogenee sulla base delle attività svolte e si avranno tante funzioni tante quante sono le attività aziendali. I vantaggi sono che permette di raggiungere alti livelli di efficienza ed alte specializzazioni dei ruoli, i rischi sono dati dalla possibile mancanza di coordinamento tra le diverse funzioni, per evitar ciò si aggiunge la figura di
Un product manager ha la funzione di coordinare le attività svolte in azienda. La struttura divisionale si ha quando l'azienda viene suddivisa in base a una specifica dimensione del business, come ad esempio una linea produttiva, e l'azienda può decidere se creare una o più divisioni. I vantaggi di questa struttura sono che si crea competizione interna tra le divisioni e si ha un aumento delle performance. Tuttavia, ciò può anche creare svantaggi, poiché può rendere difficili, se non impossibili, alcune dinamiche interne. Tutte queste dinamiche sono riferite alle organizzazioni interne alle aziende e quindi fanno parte dei fattori interni.
TIPOLOGIE DI ORGANIZZAZIONI VERTICALI:
Nelle filiere agro-alimentari, le imprese hanno diverse modalità per organizzare i propri scambi e quindi le relazioni verticali, al fine di portare a termine le proprie transazioni.
Per organizzare le relazioni verticali sono tre: organizzazione legata alle forme di mercato, organizzazione delle forme ibride e le forme di integrazione verticali.
Le organizzazioni legate alle forme di mercato a loro volta comprendono:
- La borsa merci, mette in relazione il settore agricolo con l'industria alimentare ossia il luogo fisico dove avvengono gli scambi di prodotti non deperibili, che quindi non sono presenti al momento dello scambio, e che sono facilmente standardizzabili dal punto di vista della qualità, come i cereali.
- Mercato ortofrutticolo, mette in relazione agricoltura con la distribuzione e tratta prodotti deperibili, che sono presenti al momento dello scambio e che sono difficilmente standardizzabili dal punto di vista della qualità. Lo scambio, come avviene anche per la borsa merci, finisce con la quotazione ed entrambi sono di natura semplice e con legami brevi.
Le organizzazioni ibride, sono ad esempio i contratti, ossia degli accordi formalizzati.
vendita e distribuzione. Questi percorsi sono caratterizzati da relazioni verticali tra i diversi attori coinvolti. Nella filiera agro-alimentare, i contratti sono fondamentali per regolare le transazioni tra i vari soggetti. Essi definiscono le condizioni di acquisto o vendita di un bene, che può essere ancora inesistente o non ancora prodotto. Le condizioni contrattuali riguardano principalmente il prezzo, la qualità, il costo del trasporto, le penali e la quantità. Un aspetto importante da considerare è l'utilizzo della soccida, un metodo arcaico che non viene più utilizzato per motivi etici. La soccida consiste nell'acquisto di un bene prima che venga effettivamente prodotto, con il rischio di non ottenere il prodotto desiderato o di ricevere un prodotto di qualità inferiore. Un'altra forma di relazione verticale nella filiera agro-alimentare è l'integrazione verticale. Questa si verifica quando vengono integrati i flussi di prodotti, flussi informativi e flussi finanziari che collegano due diversi settori. Nella filiera agro-alimentare, l'integrazione verticale è principalmente presente nelle cooperative, che gestiscono l'intero processo produttivo, dalla produzione alla distribuzione. In conclusione, le relazioni verticali sono fondamentali nella filiera agro-alimentare e sono regolate da contratti che definiscono le condizioni di acquisto o vendita dei beni. L'integrazione verticale è un'altra forma di relazione presente nella filiera, soprattutto nelle cooperative.della formattazione del testo, puoi utilizzare i seguenti tag HTML: - `` per definire un paragrafo
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- ` distribuzione e flussi. Esistono 4 tipologie di flussi: La filiera non è altro che una scomposizione del settore agro-alimentare in senso verticale, in quanto riguarda tutti i passaggi da materia prima a prodotto finito. Il settore invece si riferisce ad un insieme di imprese. Le filiere possiedono tre diverse tipologie di strutture organizzative: A supporto della formattazione del testo, puoi utilizzare i seguenti tag HTML: incertezza elevato ed un grado di assetspecifity medio-basso. MARKETING ANALITICO 5 Il marketing analitico studia il mercato in relazione a: concorrenza, prodotto, la clientela e tutta la realtà interna ed esterna, analizzando il mercato nel suo complesso, esso è divisibile in: analisi della domanda ed analisi dell’offerta. L’analisi della domanda studia: la segmentazione del mercato per capire il consumatore di riferimento, dividendo la clientela in gruppi omogenei; analisi dell’andamento dei consumi pro-capite, per le scelte strategiche, in quanto si vede quanto incida sulla domanda; studiare le caratteristiche socio-demografiche dei consumatori, delineando il mercato, si studiano le caratteristiche generali, come sesso, età o titolo di studio o fascia reddituale; le caratteristiche territoriali, per previsioni perché è differente la domanda da territorio a territorio e la stima della domanda potenziale. L’analisi dell’offerta, invece, studia: la segmentazione del mercato, per capire chi sia la concorrenza; andamento della produzione; caratteristiche dei flussi di import ed export, per sapere come vadano i mercati esteri per degli eventuali sbocchi dell'azienda; le caratteristiche dei prodotti concorrenti e l'analisi quantitativa dei trend che serve per calcolare degli indici che sintetizzano la situazione del mercato relativa ai concorrenti, ad esempio si calcolerà la quota di mercato data dal fatturato dell'azienda fratto il fatturato dell'azienda competitor, capendo quanto la mia azienda conti rispetto al competitor vincente. Analizzando la clientela si deduce che i consumi alimentari possono essere domestici ed extra-domestici e la dinamica in Italia è vista come una "dinamica reale" cioè che calcola i consumi a prezzi costanti eliminando l'inflazione. I compartimenti più importanti sono: carne, pasta, pane, cereali, latte, formaggio, uova, frutta. prodotti ittici. Quindi sono quelli che hanno un peso rilevante in fatto di domanda. La spesa mensile delle persone in Italia si aggira attorno ai 400€ tranne per la provincia di Bolzano che è intorno ai 500€, questo indica come ci sia un target` e `
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determinazione della forma di governo più efficiente per le transazioni. La teoria neoistituzionale, che si basa sulla teoria neoclassica, considera che gli attori economici abbiano una razionalità limitata e un'informazione imperfetta. Questo significa che non sono in grado di prendere decisioni che massimizzino la propria utilità e che non conoscono tutti i dettagli del prodotto.
Le industrie alimentari possono scegliere tra tre forme di coordinamento: forme di mercato, forme ibride o forme di integrazione verticale. La scelta della forma dipende da tre indici: specificity asset, grado di incertezza e grado di frequenza. La teoria dei costi di transizione, insieme alla teoria neoistituzionale, cerca di determinare la forma di governo delle transazioni più efficiente.minimizzazione dei costi di transizione e di produzione dell'azienda, dove i costi di transizione non sono tangibili, motivo per questo motivo non compaiono nel bilancio di esercizio e neanche nel conto economico e possono essere: costi di informazione, di negoziazione e di monitoraggio. Le caratteristiche della transazione sono date da: grado di frequenza della transazione, grado con cui le due parti si rapportano; grado di incertezza della transazione, ossia la probabilità che lo scambio andrà a buon fine ed il grado di asset specifity, ossia la dipendenza specifica. La teoria dice che a seconda del grado di incertezza e di asset specifity si avranno costi più o meno elevati. In particolare, ad un basso livello di asset specifity le imprese si rivolgeranno a forme di mercato, nel momento in cui il grado di incertezza sia elevato e con elevato asset specifity, si opterà per un'integrazione verticale. La forma ibrida è scelta in caso di grado di<p>
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