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ESTERNALITA’ DI RETE
Un’esternalità è un vantaggio o uno svantaggio che l’impresa subisce a seconda di fattori esterni. Ci
sono due tipi di esternalità e sono legate o alla base dei clienti (quante persone usano il prodotto) o
ai beni complementari.
Basi di clienti vuol dire che più persone usano il prodotto più persone lo compreranno. Se ci sono
due prodotti più o meno alternativi sul mercato, ma uno è usato da 100 persone e l'altro è usato da
10 persone, il 111 consumatore sceglierà naturalmente il prodotto usato dalle 100 persone,
indipendentemente che questo sia un prodotto tecnicamente migliore. Questo avviene perché il
prodotto usato da 100 può essere scambiato con più facilità (con altri 100), quindi si sceglierà sempre
quello usato da 100, perché si hanno più persone con cui scambiare. Più clienti, più valore. E ciò vale
solo su quei prodotti che godono di esternalità di rete.
Un’altra esternalità è legata ai beni complementari. Una tecnologia è complementare quando
aumenta il valore di un bene. es. per una console di videogiochi, i videogiochi sono beni
complementari. Una console con tanti giochi disponibili venderà sicuramente di più rispetto ad
un'altra con meno giochi ma tecnicamente migliore, perché il valore della console dipende anche da
quanti giochi sono disponibili. Anche questa esternalità non vale per tutti i prodotti ma solo per
quelli che hanno beni complementari.
Nel caso windows vs apple: se la maggioranza
acquisterà windows anche i produttori di software
lavoreranno più per windows. Windows avrà più beni
complementari da poter offrire. Si va a creare un circolo
vizioso. Aumentare la base clienti significa incentivare
i produttori di beni complementari a lavorare per quel
prodotto.
Si può dunque dire che esiste un circolo vizioso delle
esternalità di rete: se ci sono esternalità di rete dovute
alla Base dei clienti, è possibile attirare più consumatori,
quindi è molto probabile che ci sia la realizzazione di
Beni complementari (in modo tale da indurre
l'acquisto del prodotto). 21
Sviluppo Tecnologico
PROVVEDIMENTI GOVERNATIVI
Un altro fattore che può determinare un disegno dominante sono i provvedimenti governativi, cioè
non è il mercato a decidere qual è la tecnologia vincente, è lo stato, è una legge.
Ad esempio, il digitale terrestre non era l’unico strumento per far viaggiare le informazioni c’era
anche la fibra ottica, ma il governo ha deciso che tutte le informazioni si sarebbero dovute
trasmettere attraverso il digitale terrestre.
3.2.1 Mercati Winner take all
Sono mercati in cui il vincitore prende tutto, sono mercati in cui non possono coesistere più
standard alternativi, quindi sul mercato c’è un solo prodotto, e il consumatore è costretto ad
acquistare quel prodotto. In questi mercati è molto importante decidere il disegno dominate. Questi
mercati soffrono dell’evoluzione storica, quello che si fa in un determinato istante, avrà delle
conseguenze amplificate successivamente, quindi fare un errore o una tecnologia vincente oggi
comporta un effetto amplificato positivo o negativo domani. Sono mercati che hanno una storia e
questo è più rischioso, perché qualsiasi investimento si fa può anche non essere sufficiente. Questi
mercati sono popolati solo da grossi player, perché hanno le spalle abbastanza grandi da sopportare
eventuali errori.
es.: farmaceutica, elettronica.
3.3 VALORE DI UNA TECNOLOGIA
Per valutare una soluzione tecnologica il valore di
quella tecnologia dipende dal valore stand-alone,
cioè da quanto quella tecnologia è migliore
tecnicamente di un’altra, e dipende anche dal
valore delle esternalità di rete. La somma di questi
elementi determinanoo il valore della tecnologia.
Nel grafico si vede che il valore della tecnologia è
dato dalla somma dell’utilità tecnologica, ovvero
il valore stand-alone, quanto un prodotto è
tecnicamente buono, la base dei clienti ovvero
quante persone usano quel prodotto, e infine la
disponibilità dei beni complementari (dove
base dei clienti+beni complementari=esternalità
di rete).
Quindi si può avere anche un prodotto molto
migliore rispetto ad un altro, ma con una piccola base clienti e pochi beni complementari, e dunque
tenderò a scegliere comunque un altro prodotto. Per affermare un disegno dominante si deve
giocare su 3 fattori e si deve giocare su quello su
cui si è più forte. Un’impresa grossa è più forte su
base clienti e disponibilità dei beni complementari.
es. la Sony faceva videoregistratori e
videocassette, ma una piccola azienda non si può
permettere di fare anche le videocassette.
es. Il modello apple ha vinto quando ha
spostato la competizione dall’utilità economica
sulle applicazioni ovvero sui beni complementari
e sul design del prodotto. 22
Sviluppo Tecnologico
3.3.1 Concorrenza per il disegno dominante
La tecnologia non parte da zero perché
anche se la usano 0 persone ha una
sua utilità tecnologica intrinseca.
All’aumentare della base di clienti il
valore aumenta in base alla pendenza
che si vede in figura. Non si stanno
considerando i beni complementari,
ma solo utilità tecnologica e basi di
clienti.
Supponiamo di avere due tecnologie
diverse A e B (figura 2), per la
tecnologia A il valore aumenta da
sinistra verso destra, per la tecnologia
B il valore aumenta da destra verso
sinistra.
Sono praticamente speculari fino al
50%, appena una delle due supera il 50% delle
quote di mercato si ha una differenza di
mercato elevatissima, perchè si generano gli
effetti di apprendimento e questo è legato al
fatto che il valore stand-alone delle due
tecnologie è lo stesso, quindi l'unica
differenziale è data dalle esternalità di rete.
Questo esempio è simile ma è diverso perché
la tecnologia B ha un’utilità tecnologica
intrinseca superiore, quindi il punto di
inversione di rotta è del 60%, quindi per poter
preferire A, A deve avere il 61% delle quote di
mercato della base dei clienti.
In questo caso (figura 3), per questo prodotto, c’è un’area chiamata area di indifferenza in cui i due
standard possono coesistere, cioè per il consumatore è indifferente A o B (il mercato non è winner-
take-all). Nei due casi precedenti abbiamo visto
un punto di indifferenza, quello in cui si
incontrano le due curve, anziché avere un'area. 23
Organizzazione dei processi di Innovazione
– L’ORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI DI INNOVAZIONE
4
Vedremo quale relazione esiste tra il modo in cui un'impresa si organizza e la sua capacità d'innovare,
quindi come le variabili organizzative impattano sulle performance di innovazione (dimensioni,
variabili di struttura, modularità, gestione dei processi internazionali di innovazione).
4.1 Le dimensioni dell’impresa
Il primo elemento chiave è capire se la dimensione dell'impresa possa essere rilevante nel processo
d'innovazione (cioè se essere grandi imprese significa avere maggiore possibilità di innovare), e
quindi quali sono le differenze tra imprese grandi, in termini dimensionale e di numero di dipendenti,
e imprese piccole. È chiaro che le imprese grandi hanno probabilmente maggiore capacità di gestire il
rischio collegato all'innovazione, perché il costo del fallimento può essere meno incisivo rispetto a
quello che sosterrebbero le piccole imprese. E questo è dovuto al fatto che le imprese grandi hanno:
Facile accesso ai capitali di mercato (finanziamenti), perché possono offrire più garanzie agli
– investitori (privati o banche) e hanno maggiore reputazione e capacità per attirare investitori nei
confronti delle sue attività.
Ripartizione dei rischi sui volumi di vendita, cioè più l’impresa è grande e più ha capacità
– produttiva (e quindi può ripartire i rischi sui vari volumi di produzione).
es. Sony: se un prodotto nella divisione entertainment, piuttosto che un prodotto nella
divisione elettronica, va male i ricavi positivi che si ottengono nell'elettronica possono
compensare le perdite del processo d'innovazione legato all’altro ambito (avere degli ampi
volumi di vendita ti permette di ripartire i rischi dell'insucesso).
Effetti di scala: producendo tanti prodotti si abbattono i costi.
– es. si può contrattare il prezzo di fornitura con il fornitore perché se ne comprano tanti.
Effetti di apprendimento: un'impresa grande fa tante volte un'attività (produce tanto). Più si fa e
– più si impara a farlo meglio, e più è possibile abbattere i costi di sperimentazione.
Presenza di risorse complementari: un’impresa grande può avere già a disposizione quegli
– asset complementari che servono ad aumentare il valore della sua innovazione. Quindi
un’impresa che ha maggiori risorse umane, distributive e di varia natura può essere più
efficiente nel processo innovazione.
es. Sony può realizzare sia la console che i videogames perché ha le risorse per poterlo fare, può
arricchire il suo prodotto principale con una serie di beni complementari.
Quindi i vantaggi legati alla maggiore capacità d’innovazione delle grandi imprese sono: la
dimensione e le risorse economiche, la capacità produttiva maggiore e i minori rischi, gli effetti di
scala e di apprendimento, i beni complementari.
• Domanda: se un'impresa grande è più efficiente, allora le imprese piccole potrebbero mettersi
insieme, formare una rete e diventare un'impresa grande?
No, non sarebbe lo stesso: la differenza tra 100 imprese piccole di 10 dipendenti e un'impresa di 1000
dipendenti qual è? Nel momento in cui si collabora con l'esterno, è necessario stipulare contratti e
controllarli, cioè si devono sostenere dei costi per la gestione delle relazioni (quindi alti costi di
transazione ed è necessaria un'alta capacità assorbitiva). Se si ha tutto all'interno, non ci sarebbero
questi costi di transazione, perché il controllo sarebbe più facile, essendo tutti sotto la stessa
gerarchia, e non si stipulerebbero contratti perchè si lavora nello stesso apparato organizzativo.
Quindi i costi di transazione d