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A) VALORE DELLA PRODUZIONE
RICAVI VENDITA
PROVENTI VARI
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
VARIAZIONE RIMANENZE M. P.
AFFITTI PASSIVI
SP. AMM.
SP. VENDITA
CONSULENZE
COSTO DEL LAVORO
AMMORTAMENTI
SPESE ACQUISTI
TOTALE COSTI PRODUZIONE
A-B) RISULTATO OPERATIVO
C)PROVENTI E ONERI FINANZIARI
INTERESSI PASSIVI
DIVIDENDI DA PARTECIPAZIONI
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
RISULTATO PRIMA IMPOSTE A-B +/- C +/-E
IMPOSTE D’ESERCIZIO
RISULTATO D’ESERCIZIO
Stato Patrimoniale
IMPIEGHI IMPORTO FONTI IMPORTO
ATTIVO Passività correnti
IMMOBILIZZATO
Immobilizzazioni
immateriali
Immobilizzazioni Passività
materiali consolidate
Immobilizzazioni
finanziarie
ATTIVO Capitale proprio
CIRCOLANTE
Rimanenze
Crediti
Disponibilità
finanziaria
Liquidità
TOTALE ATTIVITA’ TOTALE A
PAREGGIO
LA GESTIONE STRATEGICA DELLE RISORSE UMANE
Sono un elemento di valorizzazione delle strutture, e alcune strutture in particolare quelle
alberghiere senza risorse umane sarebbe come avere delle grosse scatole vuote e delle realtà
molto asettiche.
E’ un’attività fondamentale che contribuisce a formulare la strategia dell’impresa e costituirne
il vantaggio competitivo (in particolare nel turismo) e che è condizionata da numerosi fattori,
sia interni che esterni all’impresa (sistema vitale, cfr. G.M. Golinelli)-> distribuzione delle
risorse, sia reali che formali (organigramma), ed è questo che fa la differenza e che permette
al mio cliente di tornare nella mia struttura.
LA STRATEGIA DI IMPRESA:
elementi chiave sono:
obiettivi
tempistiche
risorse
modalità di valutazione
OBIETTIVI DELLA STRATEGIA
strategia -> vantaggio competitivo->creazione di valore
PRINCIPALI MODELLI STARTEGICI
analisi competitiva: privilegia l’ambiente esterno (mercato, 5 forze di Porter)
resource-based view: privilegia l’ambiente interno (SWOT analysis)
LE RISORSE DELL’IMPRESA SONO:
tangibili (macchinari e impianti produttivi)
n intangibili (brevetti e proprietà intellettuale, marchio)
n umane (qualità del personale, skills)
n
Nello stato patrimoniale non posso registrare le risorse umane, perché esse sono persone e
non possono essere inserite nel bilancio in quanto non sono di proprietà del datore di lavoro e
solo i beni di proprietà possono essere inserite nel patrimonio netto, solo i calciatori fanno
eccezione.
LA GESTIONE STRATEGICA: significa formulare una strategia non è sufficiente, occorre:
attuarla e gestirla nelle fasi che conducono agli obiettivi prefissati.
Le risorse umane: OPPURE
a) seguono soltanto le linee strategiche dell’impresa? (approccio passivo)
b) costituiscono parte attiva nella realizzazione della strategia di impresa?
Avvalorando la visione b), la gestione delle risorse umane diviene centrale nel processo di
creazione di valore all’impresa-> Strategic Human Resource Management (SHRM)
GLI OBIETTIVI DELLO SHRM:
sviluppare pratiche di gestione delle risorse umane coerenti con l’ambiente interno
n dell’impresa
integrare le politiche delle risorse umane con le strategie aziendali
n contribuire alla formulazione delle strategie aziendali (correlando punti fermi e
n debolezza interni con opportunità e minacce esterne) Lezione 10/03/2017
LE COMPETENZE DEI MANAGER HR
- Conoscenza del business
- Competenze gestionali e relazionali (se voglio che il gruppo sia empatico, io in primis lo
devo essere)
- Sviluppo della cultura aziendale
- Gestione del cambiamento (bisogna entrare nella logica che si cambieranno almeno 3/4
funzioni lavorative; il cambiamento è ormai imprescindibile)
Gestione delle Risorse Umane al giorno d’oggi: le competenze uguali agli altri manager,
devono conoscere bene l’ambiente in cui lavorano. Psicologo del lavoro.
Lo sviluppo della cultura aziendale riguarda il modo di fare, lo stile.
L’impresa è una realtà dinamica: gestione del cambiamento, che riguarda le postazioni
lavorative e funzioni, un cambiamento imprescindibile.
La buona gestione delle Risorse Umane deve guidare e deve andare verso una certa
direzione: come le scelte di delocalizzazione. L’abilità è quella di portare al minimo il discorso
degli attriti.
Come si combina tutto questo con l’incrementare il valore all’interno della struttura? Si
combina con il fatto che la gestione delle risorse umane è la prima che va a creare un dialogo
con gli stakeholder.
LA FUNZIONE HR E GLI STAKEHOLDER
La funzione HR sta diventando sempre più rilevante nella relazione con gli stakeholder; le
risorse umane sono l’elemento primario di dialogo diretto con gli stakeholder.
STAKEHOLDER
- Interni (proprietà e risorse umane)
- Esterni, ovvero di natura competitiva (clienti e fornitori) e non competitiva (es. pubblica
amministrazione, mass media, ecc.…) Questi elementi costituiscono il SISTEMA IMPRESA.
MODELLI ORGANIZZATIVI E GESTIONE HR
Il turismo è una realtà dai confini poco definiti, realtà molto dinamica e basata su elementi
intangibili.
I modelli organizzativi Definiscono :
- Ruoli
- Responsabilità (livelli di responsabilità dell’azienda fino ad arrivare al quadro dirigenziale)
- Relazioni l’organigramma
Guardando ovvero una rappresentazione grafica della intera
organizzazione aziendale o di una parte di essa; esso mette in evidenza i vari organi e i loro
rapporti sia di gerarchia sia di funzione. Nell'organigramma può essere evidenziato sia
l'organico, cioè il numero delle persone che compongo ogni organo e sia i nomi delle persone
con la propria qualifica.
Analizzando l’organigramma, vedremo due piani di lettura. Dimensione orizzontale: dove
posso leggere la divisione dei principali compiti (di fatto trovo le varie funzioni). Dimensione
verticale: decisione e controllo. In base al disegno capisco dove devo arrivare (fisso degli
obiettivi e vedo se riesco ad arrivarci. Se non riesco a raggiungere il mio obiettivo, devo
andare a controllare le varie funzioni, analizzare i vari errori. Gli errori possono essere anche
tecnici).
Un manager non ha tutela sindacale; ovvero può essere licenziato da un momento all’altro
senza preavviso. Man mano che vai avanti si arriva ad un grado di responsabilità sempre più
grande.
PRINCIPALI MODELLI (a livello organizzativo)
Semplice
Funzionale
Multi divisionale
A matrice
Ragionando in maniera logica ne potremmo menzionare solo tre, il modello semplice è un
non modello.
SISTEMA SEMPLICE
La struttura elementare di una azienda è quella di una piccola impresa, in cui un solo
imprenditore svolge la funzione direttiva, di coordinamento e di controllo. L'imprenditore ha
alle sue dirette dipendenze uno o più insiemi di operai, che possiamo distinguere in reparti, e
uno o più uffici per i compiti amministrativi. Gli organi operativi, cioè gli operai e gli impiegati
sono fortemente condizionati dalla personalità dell'imprenditore; i rapporti non sono
formalizzati, cioè non seguono un iter burocratico, ma sono personalizzati e le comunicazioni
tra i vari organi sono di tipo diretto. Questo tipo o modello di struttura elementare va bene
per la piccola azienda; esso, infatti, garantisce la massima efficacia e rapidità delle scelte,
fatte direttamente dall'imprenditore, e la massima efficienza, in quanto i costi amministrativi
e di gestione sono ridotti al minimo.
L’articolazione della struttura è limitata, quasi inesistente.
Formalizzazione del sistema organizzativo (norme, regole, procedure) essenziale
Flussi informativi e decisionali sono accentrati sul vertice strategico (una persona è
l’imprenditore; il capo dell’impresa è il capo famiglia)
Gestione del personale svolta dall’imprenditore (criteri principalmente soggettivi)
MODELLO MULTIFUNZIONALE
Il modello multifunzionale è il modello più diffuso per le imprese medio-piccole. Questo tipo di
modello ha due tipi di funzioni. Parliamo di funzioni dello staff: sono funzioni di supporto, sono
sempre collocate all’esterno. Perché un modello organizzativo abbia senso deve essere
plasmato (aderente) alla struttura dell’azienda. Man mano che aumentano le dimensioni
della azienda non si può più andare avanti con i metodi empirici, cioè quelli basati sulla
esperienza della singola persona, acquisita con i continui errori e riaggiustamenti di ogni
giorno. Occorre, invece, adottare modelli più complessi di struttura organizzativa, col fine sia
di garantire la efficacia delle scelte e sia la efficienza. Nel modello di struttura funzionale la
organizzazione si basa sulla suddivisione del lavoro in base alle funzioni; le funzioni sono un
modo di suddividere i processi in modo che siano della medesima specie. Questo modello si
applica ad imprese ad un solo prodotto o a una linea omogenea di prodotti, destinati ad un
solo tipo di clienti; cioè ad imprese che effettuano una produzione standardizzata, cioè
realizzano prodotti sostanzialmente identici e che differiscono solo per elementi di secondaria
importanza. Per esempio nelle imprese automobilistiche, dove le automobili dello stesso tipo
sono tutte uguali e differiscono solo per il colore o gli accessori.
Caratteristiche
Tipico delle imprese focalizzare su di un singolo settore (sono imprese che non hanno
molte gamme di prodotti)
I processi aziendali sono raggruppati per funzioni omogenee
La gestione del personale avviene secondo regole formalizzate
Prevale la dimensione verticale (gerarchia)
Punti di forza e debolezza
PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
- Struttura essenziale - Tendenza all’elevata burocratizzazione
- Omogenia delle competenze all’interno delle funzioni - Scorsa visione “sistemica”
dell’impresa
- Investimenti specifici per ogni area funzionale - Lenta risposta agli stimoli ambientali
MODELLO MULTIDIVISIONALE
Non tutte le aziende arrivano a questo punto. Nelle aziende di grandi dimensioni si può fare
una divisione della struttura aziendale in base alle linee dei vari prodotti, o in base alle zone
geografiche in cui sono poste le varie divisioni aziendali, oppure in base ai clienti a cui sono
destinati i prodotti o i servizi. Al vertice di ogni divisione vi è una Direzione di divisione che è
responsabile del risultato economico parziale relativo alla singola divisione. La singola
divisione è poi suddivisa a un secondo livello in ba