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DI
REALE S TAR
elevato Q
UESTIONS MARK
Elevati flussi di Flussi di cassa
cassa in entrata e negativi
ANNUO uscita
DEL
CRESCITA
TASSO D OG
C
ridotto ASH COW Flussi di cassa
Flussi di cassa instabili e tendenti
consistenti e stabili al negativo
Non ci sono dettagli e ci sono poche variabili.
Nel quadrante Star si possiede una elevate quota di mercato in presenza di forte crescita del
mercato (suggerimento:investire).
Per i Question mark (posizione di debole crescita) bisogna guardare se c’è un evoluzione verso il
quadrante Star o dog (quindi investire o disinvestire).
Il quadrante Cash cow indica la disponibilità di stabili flussi di cassa utili per sostenere nuovi
investimenti nel quadrante Star.
Il quadrante Dog individua le attività che occorre sfruttare al meglio in vista di un successivo
disinvestimento. 9
le due variabili esplicative della performance del business risultano assolutamente riduttive
rispetto alla numerosità delle variabili che determinano l’interesse per il business e il
vantaggio competitivo;
la definizione del business e il relativo posizionamento interno alla matrice sono molto
complessi. Con il processo di globalizzazione è difficile definire correttamente la quota di
mercato relativa;
spesso, esistono sinergie rilevanti tra i vari business per cui l’uscita da un’area di business
in declino (Dog) potrebbe avere effetti negativi su business ad elevato potenziale (Star);
le competenze manageriali possono trasformare business perdenti in attività di successo.
In molte circostanze, è proprio una corretta impostazione strategica a definire un risultato
vincente; pertanto l’indicazione di eliminare o meno il business risulta alquanto riduttiva.
La matrice General Eletric (G.E.)/ Mc Kinsey-> La matrice General eletric è un modello indirizzato
alla pianificazione e al bilanciamento del portafoglio.
Si basa su uno schema simile ai BCG, ma ha più dettagli. Ogni SBU fa riferimento a 2 variabili
fondamentali ai fini della reattività: l’attrattività del comparto e la posizione competitiva dell’impresa.
Nel modello BCG l’attrattività era indicata dal tasso di crescita del mercato. Nella matrice General
Electric l’attrattività è determinata dalla dimensione assoluta del mercato, dalla crescita negli ultimi
10 anni, rendimento medio del settore e dal ciclo di vita, della capacità di gestione, dal peso dei
mercati esteri rispetto a quello nazionale. La posizione competitiva della SBU viene misurata non
solo riferendosi alla quota di mercato del principale concorrente, ma anche alla quota del mercato
interno e di quello estero.
La matrice riporta 3 livelli di performance: ridotto, medio ed elevato. Il bilanciamento del portafoglio
avviene attraverso un corretto equilibrio tra le attività che generano flussi di cassa e quelle che
assorbono risorse. Viene post molta attenzione al ciclo di vita del prodotto.
Quindi si devono sviluppare i business ad alta attrattività e posizione competitiva, mentre per le
posizioni meno favorevoli si sfruttano le potenzialità residue, minimizzando gli investimenti.
La curva a “S” del ciclo di vita del prodotto-> Modello di Porter-> il successo dell’impresa dipende
dal posizionamento rispetto alle 5 forze competitive, Grant sostiene però che il processo va calato
in un contesto dinamico. Se si acquista un vantaggio, bisogna difenderlo con continuità dalle
imitazioni e innovazioni degli avversari. Bisogna tener conto del fatto che i settori sono in costante
10
evoluzione ed è possibile delineare schemi che individuano gli elementi che generano i
cambiamenti.
L’analisi della dinamica della domanda può essere condotta tramite il modello del “ciclo di vita del
prodotto”.
Esso presenta una caratteristica curva ad S che evidenzia la fase di introduzione del prodotto
(poche vendite e bisogno di posizionarsi sul mercato), lo sviluppo ( + domanda, + tecnologia), la
maturità (rallentamento della domanda e saturazione mercato) e la fase di declino (sostituzione dei
vecchi prodotti).
Ciclo di vita del settore-> la diffusione della conoscenza e il progresso tecnologico generano nuovi
beni, ma soprattutto apportano miglioramenti a quelli già esistenti. Migliorano le tecnologie che
segnano la durata del prodotto. Grant sottolinea la presenza di un “ciclo di vita del settore” in
continua evoluzione. La domanda è condizionata dalla capacità dei singoli concorrenti di
modificare le caratteristiche dei beni e del servizio offerto.
La vita del prodotto e il fenomeno innovativo-> i due fattori innovativi ( innovazione di prodotto e di
processo in relazione al ciclo di vita del prodotto) sono in continua interazione.
Quando viene introdotto un nuovo, vi segue un periodo di grande innovazione di processo per
ridurre i costi. La competizione segna i vari prodotti (sostitutivi) e la definizione standard di
riferimento. La standardizzazione consente una riduzione dei costi e ricadute positive sui prezzi e
sulla domanda. La tecnologia produce benefici con limitati investimenti. Nella fase di maturità, il
costo incrementale aumenta e quindi si avrà un minor investimento nella tecnologia. Con la
saturazione del mercato occorre rivitalizzare il prodotto esistente o pensare a nuove soluzioni. Il
successo dell’attività innovativa (per creare nuovi prodotti) dipende dalle caratteristiche intrinseche
del settore e dalla capacità dell’impresa di orientare correttamente l’attività di ricerca e sviluppo. 11
Time to market-> l’impresa che riesce ad innovare più rapidamente degli avversari beneficia di
vantaggi significativi. La capacità di accelerare i tempi del rinnovo del prodotto rispetto alla
concorrenza permette di aumentare i volumi globali delle vendite, grazie alla rivitalizzazione della
domanda (che prima era in declino); la presenza del nuovo prodotto rilancia la domanda e trascura
la fase più accentuata del declino. Si avrà dunque una saturazione della capacità produttiva. I
prezzi risultano più elevati, grazie alla qualità superiore del prodotto rinnovato rispetto a quello in
declino. Se aumentano i tempi di introduzione del prodotto verranno incrementati i costi
incrementali di sviluppo che vengono ripagati all’aumento delle vendite.
Per migliorare il “Time to market” occorre esaminare tutto il processo delle attività che verranno
svolte per introdurre il bene sul mercato. Per esempio la pianificazione, l’ingegneria del prodotto,
sperimentazione di prototipi, standardizzazione della produzione e fase iniziale delle vendite. Per
migliorare la tempistica bisogna essere rapidi nella realizzazione delle singole fasi, cercare di
operare in parallelo riducendo al minimo la sequenzialità. 12
L’ottimizzazione del tempo:
il “consumo di tempo” deve assumere importanza pari a quella dei consumi di materiali e
servizi;
occorre migliorare la flessibilità e la rapidità di risposta alle istanze dei clienti, anche a
scapito di extra costi;
è necessario riprogettare la logistica in entrata e uscita, la produzione e la
commercializzazione del prodotto. In genere, la trasformazione fisica è assai veloce, ma il
ciclo operativo è lento;
deve essere accelerato il processo informativo, trasferendo, in tempo reale, le informazioni
disponibili a tutti gli interessati.
Per avere un vantaggio, bisogna essere più rapidi degli altri e questo comporta un difficile trade-off
tra le scelte produttive. Il rapporto diretto con il cliente consente di migliorare la personalizzazione
del prodotto, ma vi sono lunghi tempi di attesa a volte (connessi all’evasione dell’ordine, che
finiranno in magazzino).
Esperienza cumulata->BCG documenta la riduzione nel tempo dei costi di produzione di numerosi
beni all’aumentare della produzione cumulata, dimostrando l’esistenza di “economie di
apprendimento”.
È possibile misurare l’esperienza cumulata? All’aumentare delle quantità realizzate, si avrà una
riduzione del costo medio di struttura, la diminuzione dei costi medi variabili diretti di produzione
(come le spese legate alle ore di lavoro); questo fenomeno non può venir associato ad un maggior
sfruttamento della capacità produttiva, ma è invece frutto dell’apprendimento a seguito dell’attività
lavorativa.
L’esperienza di un soggetto o di un gruppo organizzato è generata dai volumi di attività realizzati.
Con l’aumentare delle quantità gestite nel tempo da ogni lavoratore (o più lavoratori appartenenti
allo stesso business), migliora l’esperienza, si riducono le ore di lavoro per unità di prodotto e di
conseguenza i costi.
Le analisi condotte dal BCG dimostrano che in alcuni comparti, se raddoppio il volume
complessivo di produzione di un bene, il costo unitario dei fattori produttivi componenti il valore
aggiunto (costo unitario totale al netto del costo unitario relativo ai materiali consumati e a servizi
esterni) subisce una riduzione ad un tasso costante e prevedibile.
La relazione tra l’andamento del costo medio e l’esperienza derivante dai maggiori volumi di
attività fu definita curva di esperienza.
− a
Y
−
=
t t n t
CUM CUM
Y Y Y
−
t n
dove: 13
Yt
CUM = costo unitario medio del bene Y al tempo t
Yt-n
CUM = costo unitario medio del bene Y al tempo t-n
Y = produzione cumulata al tempo t
t
Y = produzione cumulata al tempo t-n
t-n
a = costante, relativa al tasso di apprendimento caratterizzante il comparto produttivo. Si tratta
dell’elasticità del costo unitario medio rispetto alla produzione cumulata.
Yt Yt-1 -a – 0,32195
(CUM / CUM ) = (Y / Y ) Þ (800 / 400) = 0,8
t t-n 14
In ordinate troviamo il costo unitario medio di produzione delle componenti del valore aggiunto e in
ascissa i volumi di produzione cumulata fino al periodo considerato. Questi ultimi rappresentano
degli indicatori dell’esperienza cumulata. A ogni raddoppio dell’esperienza, i costi unitari di
produzione calano del 20% rispetto al valore originario
Yt Yt-1 -a – 0,32195
(CUM / CUM ) = (Y / Y ) Þ (800 / 400) = 0,8
t t-n
Ricadute operative derivanti dall’apprendimento-> le decisioni operative, inerenti ai costi di breve
termine, potrebbero risultare non corrette se venisse trascurata la componente connessa
all’esperienza cumulata.
Esempio: situazione di breve termine, con una produzione annua di 200 unità. Si può ipotizzare
che la curva di costo