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R F
Lavoro R S 23
Profitto R i
Profitto dell'impresa individuale
Contratti incompleti e remunerazione delle risorse->A causa della complessità
dell'azienda si devono avere relazioni contrattuali tra i soggetti che operano
nell'impresa e anche verso la stessa. Vengono descritte la prestazione e la
corrispondente remunerazione. La voce specifica che l'apporto di denaro a rischio
nella società non prevede un esplicito compenso.
Il concetto di profitto-> Determinati i costi delle materie prime, l'ammortamento, i
salari. Il riscontro di una differenza (con i ricavi) positiva non pregiudica il fatto che
sia "economicamente profittevole" l'attività d'impresa.
L'imprenditore infatti si avvale di risorse che non trovano un'esplicita indicazioni
contabile. Ci sono fattori che vengono tralasciati:
-il tempo dell'imprenditore, e quindi il proprio lavoro. Il fatto che potesse lavorare
sotto un imprenditore e quindi avere un salario fisso, era un'alternativa economica,
ma egli ha preferito rischiare aprendo in proprio. L'attività imprenditoriale, per
risultare accettabile, deve essere in grado di recuperare (almeno) il costo del lavoro
manageriale non contabilizzato, detto "costo figurativo delle alternative perdute".
- per avviare e consolidare la propria attività, il signor Filippo conferisce all'iniziativa
capitale proprio. Non sarebbe corretto trascurare il valore del contributo dei mezzi
finirai forniti dall'imprenditore. È necessaria quindi una valutazione attendibile. Le
tali risorse si sarebbero potute impiegare altrove, ottenendo una remunerazione.
-La scelta verso la propria impresa dovrà fornire un ritorno non inferiore al
rendimento della migliore tra le alternative alle quali ha rinunciato.
-Utilizzo magazzino, di un alloggio o attrezzature o di know-how, di proprietà
dell'imprenditore.
Dopo aver determinato tutti i costi di tutti gli elementi utilizzati (compresi i costi
opportunità), la differenza tra il valore complessivo della produzione e quello dei
fattori produttivi misura il vero profitto dell'impresa. Un risultato positivo segnala che
24
la produzione ha dato luogo ad una creazione di valore eccedente da quello delle
risorse necessarie per realizzarla.
Dall'utile al profitto-> Sono due grandezze diverse e, di solito, non coincidenti. Può
generare un utile contabile, ma al netto del costo opportunità derivarne un profitto
negativo che segnala l'incapacità dell'imprenditore di trasformare in nuovo valore la
"ricchezza" costituita dai beni reali e finanziari consumati.
Marshall-> definiva il reddito dell'imprenditore, o profitto, quanto rimane del reddito
del proprietario, dopo aver dedotto l'interesse sul suo capitale al tasso corrente.
Impresa: eguaglianza tra prezzo e e il costo medio di produzione e l'assenza di
extraprofitti).
Pacces-> Definisce il profitto (al lordo delle imposte) con il simbolo Ri
(remunerazione imprenditore), inteso come elemento residuale derivante dalla
℗
differenza tra la produzione e la dimensione del compenso dei fattori produttivi,
rappresentati da consumi (P'), gli ammortamenti (Q), dal lavoro (Rs) e dai mezzi
finanziari (Rf) compreso il capitale di rischio.
Ri=P-(P'+Q+Rs+Rf).
Dall’utile al profitto: il caso di Marco ed Elena
Marco ed Elena decidono di rinunciare ad un’offerta di lavoro, caratterizzata da una
remunerazione annua individuale pari a 10.000 Euro e di iniziare un’attività
imprenditoriale offrendo servizi di traduzione di testi e di materiale didattico. Marco
apporta alla società i suoi risparmi pari a 7.000 Euro, attualmente depositati sul
conto corrente bancario ad un tasso del 3%.
Elena apporta il proprio computer e relativa stampante, acquistati da pochi giorni
con una spesa di 3.000 Euro (durata 5 anni). Tale operazione era stata finanziata
tramite la vendita di titoli che le rendevano il 5% l’anno. L’arredamento dell’ufficio
comporta una spesa complessiva di 10.000 Euro (durata 5 anni), finanziata con
indebitamento bancario al 4%, per le esigenze finanziarie che superano l’apporto
dei soci. La remunerazione del capitale delle imprese del settore si aggira sul 10%.
Durante il tempo t l’attività di traduzione genera i seguenti costi e ricavi:
- ricavi 30.000 Euro
- costo materiali e affitti 4.000 Euro.
Tenuto conto che la costituzione della società avviene all’1/1 del tempo t, si
indichino: a) lo Stato Patrimoniale all’1/1 del tempo t; b) il Conto Economico del
periodo 1/1 – 31/12/t; c) la dimensione del profitto 25
Gli obiettivi della grande impresa e il “valore” generato per l’azionista
L’impresa capitalistica familiare e manageriale-> nell’impresa capitalistica i
proprietari hanno il diritto di indirizzare e controllare l’attività (titolarità). La famiglia
o il gruppo di soci controllano la società e possiedono la titolarità di indirizzo.
Esiste una specie di impresa capitalistica detta “manageriale” dove i proprietari del
capitale possiedono individualmente una quota ridotta di capitale e di conseguenza
non sono in grado di esercitare la titolarità di indirizzo. L’insieme dei proprietari del
capitale delega la gestione ad un gruppo di manager. Si realizza così la distinzione
tra proprietà del capitale e l’attività manageriale. Questa forma viene definita “public
company”.
Chi sopporta maggiori rischi pretende l’attribuzione del potere di coordinamento.
Gli obiettivi dell’impresa capitalistica a controllo familiare-> la valutazione
dell’impresa è associata alla capacità di reddito.
R
∑
= t
V ( ) t
+
t 1 K
Valore dell’impresa (V), dato il costo del capitale (K) e il reddito annuo (R )
t
Il proprietario è interessato alle aziende che rendono V il più elevato possibile Þ
massimizzazione del valore attuale dei redditi futuri.
Ma…….
L’imprenditore bada anche a vantaggi non monetari (NM), quali i rapporti con i
lavoratori, le istituzioni e il prestigio.
Pertanto:
massimizza una funzione di utilità (U), dove la componente non monetaria assume
un peso rilevante:
U = U (V, NM)
Obiettivi dell’impresa manageriale
La titolarità compete ai manager.
I manager massimizzano la loro funzione di utilità (U) 26
U dipende da:
Vettore G = remunerazione, benefici indiretti (automobile) e
gratificazioni non economiche (supporto di segreteria)
sicurezza del posto di lavoro S
Pertanto:
U = U (G, S) dove U è positivamente correlato a G e S
Molti elementi appartenenti a G sono correlati alla crescita. La crescita induce
pertanto a trascurare il rischio e la redditività dell’impresa, ma resta la
preoccupazione del posto di lavoro che incentiva la ricerca di un profitto
soddisfacente per l’azionista.
Obiettivi dell’impresa intesa come “sistema”-> i modelli di capitalismo sono diversi,
ma nella sostanza si può constatare che spesso la figura dell’azionista passa in
secondo piano. L’impresa viene considerata come una istituzione che deve essere
protetta: quest’ultima si preoccupa di tutelare gli interessi dei vari soggetti che
operano in essa. Come soggetto condizionato dal sistema l’impresa ha finalità
condizionate. L’obiettivo del massimo surplus di lungo periodo (profitto) può essere
un obiettivo genericamente proponibile, ma deve restare un’ipotesi provvisoria, una
tendenza parziale che deve essere riportata alla strategia d’insieme.
Caso Reina
Il signor REINA, noto allevatore valdostano, avuta conoscenza della politica di
favore dell'Autorità per l'Energia verso il settore idroelettrico e considerato che la
spesa attuale di 200 mila Euro per consumi energetici potrebbe essere dimezzata
tramite la produzione diretta, decide di diversificare la sua attività verso tale settore.
Egli canalizza parte delle acque attualmente utilizzate per irrigare i suoi pascoli
verso un “salto” che gli consenta di costruire una centrale idroelettrica.
La REINA-IDRO S.p.A. presenta il seguente conto economico di previsione (in
migliaia di Euro):
Vendite 11.000
Acquisti 2.000
Scorte iniziali 300
Scorte finali 400
Costo del lavoro 2.100 27
Ammortamenti 1.600
Oneri finanziari 2.400
Imposte 1.500
Utile netto 1.500
Tenuto presente che:
il sig. REINA per affrontare tale investimento intende vendere un immobile e
relativo esercizio commerciale che gli fruttano un reddito annuo al netto delle
imposte di 1,2 milioni;
il disinvestimento gli consente di incassare 10 milioni, mentre altri 30 milioni
necessari per completare la centrale sono forniti dalla finanziaria regionale;
l’imprenditore gestisce direttamente la centrale avvalendosi della
collaborazione dei due figli. Il compenso dei tre amministratori viene erogato
in sede di distribuzione degli utili e risulta pari al 3% del fatturato;
le decisioni dell'Autorità porteranno in futuro alla liberalizzazione del mercato
e comporteranno una riduzione dei prezzi pari a circa il 10%;
il titolare vede con favore l’iniziativa poiché intende utilizzare un contabile, in
organico alla società per un costo annuo di 40 mila Euro, per gestire
direttamente i suoi affari personali;
gli ammortamenti sono calcolati secondo le aliquote fiscali ma in realtà è noto
che le centrali idroelettriche hanno una durata media pari a circa 40 anni.
La REINA-IDRO S.p.A. sarà in grado di generare profitto?
Profittabilità dell’impresa e la produzione di valore per l’azionista
La molteplicità degli interessi riscontrati all’interno della grande impresa allenta la
tensione verso il profitto e pertanto l’utile contabile. Con il passaggio dall’impresa
individuale alla società di capitali, viene meno il problema della quantificazione del
costo opportunità del lavoro imprenditoriale e delle risorse reali. Il Consiglio di
Amministrazione, nel nuovo sistema, riceve un compenso e viene esplicitato nei
valori di bilancio.
Il profitto di breve e lungo periodo-> nel breve termine, l’attenzione è mirata alla
rettifica del risultato d’esercizio, per verificare in quale misura l’impresa ha distrutto
ricchezza o prodotta. 28
Nel lungo termine, la creazione di valore totale viene misurata confrontando il
valore di mercato del capitale azionario (attese sui redditi prospettici) con il valore
del capitale effettivamente investito dagli azionisti ed evidenziato dalle consistenze
patrimoniali.