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PRINCIPI DI ECONOMIA
Il mercato è il luogo reale e ideale di incontro della domanda e di offerta di una merce. L'impresa è l'unità elementare del processo produttivo.
Teoria del consumatore
Il consumatore per soddisfare i propri bisogni programma di spendere il reddito di cui dispone per l'acquisto di vari beni. Dati i prezzi di mercato di questi beni, il consumatore mira ad acquistare le merci in modo da conseguire il massimo livello di soddisfazione o di utilità. A questo fine il consumatore deve essere in grado di confrontare l'utilità ritratta dai diversi set di merci che è possibile acquistare con il proprio reddito.
Il confronto dell'utilità può avvenire secondo due approcci: l'approccio cardinale e l'approccio ordinale.
L'approccio cardinale presuppone che per il soggetto l'utilità può essere misurata cardinalmente e in particolare con la moneta. Tuttavia questa
unità di misura non è costante perché per il soggetto l'utilità di ogni singola unità di moneta, come di qualsiasi altra merce, decresce al crescere della disponibilità di moneta e della merce. Si dice allora che l'utilità marginale della moneta è decrescente. Questa regola vale in genere per tutti i beni il cui consumo induce livelli di utilità decrescenti dovuti alla progressiva soddisfazione del bisogno a cui il bene provvede. I beni possono essere classificati in beni indipendenti, beni complementari e beni succedanei. Per i beni indipendenti, il consumo congiunto crea per il soggetto un'utilità totale uguale alla somma delle utilità indotte dai singoli beni. Per i beni complementari il consumo congiunto induce un'utilità maggiore della somma dell'utilità dei singoli beni. Per i beni succedanei il cui consumo genera la stessa utilità, l'utilità.totale è indicativamente la ripetizione dell'utilità dei singoli beni. La condizione di equilibrio del consumatore rispetto ad un singolo bene è raggiunta in corrispondenza della quantità x* per la quale l'utilità marginale è uguale al prezzo del bene. Se l'utilità marginale supera il prezzo (disutilità) il soggetto continua a consumare il bene fino alla quantità in cui utilità e disutilità si eguagliano. Nell'approccio cardinale la curva di domanda di un bene ripete la funzione dell'utilità marginale in quanto è direttamente ottenuta ponendo l'eguaglianza tra l'utilità marginale (decrescente) e il prezzo. La derivazione della curva di domanda è consentita dall'ipotesi di utilità marginale costante della moneta. La funzione di domanda viene, per convenzione, presentata stabilendo che la quantità domandata di una marca risulta.La funzione del prezzo. L'approccio ordinale presuppone che il consumatore possa ordinare le sue preferenze rispetto al paniere dei beni senza dovere attribuire una misura monetaria ai livelli di utilità. Le preferenze del consumatore sono ordinate nelle curve di indifferenza che rappresentano il luogo dei punti geometrici ove il consumatore ritrae lo stesso livello di utilità nel consumo di una coppia di beni. Si indica come saggio marginale di sostituzione SMS di x1 rispetto ad x2 la pendenza della curva di indifferenza. x1, x2 Il saggio marginale di sostituzione esprime la modalità di sostituzione nello stesso paniere dei due beni per lo stesso livello di soddisfazione. Le curve di indifferenza dei beni indipendenti presentano le seguenti proprietà:
- La pendenza della curva di indifferenza è negativa e il saggio marginale di sostituzione decrescente;
- La distanza radiale delle curve di indifferenza dall'origine indica livelli crescenti di
benessere;
- Le curve di indifferenza associate a diversi livelli di utilità non si intersecano;
- Le curve di indifferenza mostrano la convessità verso l'origine degli assi.
Nell'approccio ordinale l'equilibrio del consumatore considera il reddito R, il prezzo p1 del bene x1 e il prezzo p2 del bene x2. In assenza di risparmio il vincolo di risparmio del consumatore è posto dall'eguaglianza tra il reddito e le somme spese per l'acquisto dei due beni:
Diagrammaticamente il punto di equilibrio corrisponde alla combinazione delle quantità dei due beni che scaturisce dal punto di tangenza della linea di bilancio con la curva di indifferenza più elevata intercettata.
Nell'approccio ordinale la derivazione della curva di domanda si svolge considerando le curve di indifferenza costruite per il bene x e il reddito R al posto dell'altro bene. La linea di bilancio presenta l'intercetta R quando il reddito non è
speso per l'acquisto del bene e il punto di ascissa R/q' quando tutto il reddito è speso interamente per questa quantità del bene.
La spezzata che congiunge i punti di equilibrio sulla mappa di indifferenza si dice curva prezzo-consumo. Se su un diagramma di domanda si riportano in ascissa le quantità x' e x'' misurate sulle curve di indifferenza e i rispettivi prezzi p' e p'' in ordinata, si ottiene l'insieme dei punti che individuano la curva di domanda.
Nelle condizioni di equilibrio di lungo periodo le imprese non conseguono extraprofitti ma solo il profitto normale e non si verifica alcuna entrata e/o uscita di imprese del mercato.
MONOPOLIO
In situazione di monopolio nel mercato vi è la presenza di un solo offerente e di numerosi compratori, l'elasticità della domanda rispetto al prezzo è finita, non vi sono sostituti stretti della merce e sono poste barriere all'entrata di nuove imprese.
Le cause che generano il monopolio sono legate: - Alla proprietà esclusiva di materie prime e di brevetti per i prodotti e per i processi produttivi; - Alle disposizioni legislative e alla concessioni governative; - Alla estensione del mercato della merce del servizio che induce realizzare grandi impianti per sfruttare le economie di scala solitamente per i servizi pubblici; - Alla concentrazione dell'offerta per la progressiva esclusione dal mercato delle alte imprese con correnti e per la formazione di accordi collusivi. L'equilibrio dell'impresa monopolistica segue la regola della massimizzazione del profitto che può essere raggiunto attraverso due strategie alternative. Nella prima strategia il monopolista fissa la quantità e accetta il prezzo offerto dal mercato. La fissazione della quantità avviene rispetto alle curve di costo dell'impresa. Il punto di equilibrio corrisponde al prezzo p* che il mercato è disposto a pagare.per ogni segmento di mercato determina il ricavo totale dell'impresa monopolistica. L'obiettivo dell'impresa è massimizzare il suo profitto, quindi deve trovare il punto in cui il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Questo punto determina la quantità prodotta e il prezzo di vendita per ciascun segmento di mercato. La discriminazione del prezzo di offerta consente all'impresa monopolistica di massimizzare i suoi profitti sfruttando le differenze di elasticità della domanda tra i diversi segmenti di mercato. In questo modo, l'impresa può adattare il prezzo in base alla disponibilità dei consumatori a pagare e massimizzare il suo profitto complessivo. Tuttavia, la discriminazione del prezzo di offerta richiede che i sottomercati siano nettamente separati e che non vi sia possibilità di rivendita tra di essi. Questo è importante per evitare che i consumatori acquistino la merce a un prezzo più basso in un sottomercato e la rivendano a un prezzo più alto in un altro sottomercato. In conclusione, l'impresa monopolistica può adottare diverse strategie di prezzo per massimizzare i suoi profitti, tra cui la fissazione di un unico prezzo per tutti i consumatori o la discriminazione del prezzo di offerta. La scelta della strategia dipende dalle caratteristiche del mercato e dalle preferenze dei consumatori.totali dei sottomercati risulta maggiore del ricavo totale del mercato unico. Ciò avviene a spese dei surplus che i consumatori avrebbero a disposizione se tutta la quantità fosse venduta al prezzo uniforme. Nel caso della costituzione di due sottomercati si parla di discriminazione del prezzo di terzo ordine; nel caso estremo di costituzione di tanti mercati quanti sono i compratori si è dinanzi a una discriminazione del prezzo di primo ordine.
CONCORRENZA MONOPOLISTICA
Nella concorrenza monopolistica valgono le stesse condizioni della concorrenza monopolistica perfetta tranne che la condizione di omogeneità del prodotto. In questa forma di mercato vi sono numerosi compratori e venditori, libertà di entrata e di uscita e conoscenza perfetta delle quantità scambiate e dei prezzi relativi. Il grado di disomogeneità del prodotto deve in ogni caso consentire che i prodotti siano costituiti stretti e abbiano per questo un'elevata
elasticità incrociata e solitamente un'altra elasticità incrociata e solitamente un'alta elasticità rispetto al prezzo nell'ambito del mercato. La differenziazione del prodotto può essere reale o illusoria, tecnologica o economica. La differenziazione reale consiste nella diversità intrinseca del prodotto, nella localizzazione dell'impresa, nel bacino di utenti in relazione all'accessibilità, nell'offerta di servizi accessori. La differenziazione apparente si basa sulle forme di pubblicità e di promozione e di presentazione del prodotto. La differenziazione tecnologica è legata alla capacità del prodotto di soddisfare un certo bisogno; la differenziazione economica del prodotto è relativa alla possibilità di soddisfare un certo bisogno allo stesso livello di prezzo degli altri prodotti dello stesso gruppo. Nelle condizioni della concorrenza monopolistica le imprese dispongono di un
certo grado di discrezionalità nellafissazione del prezzo del prodotto, in quanto ciascuna impresa può esercitare entro certi limiti un potere di tipo monopolistico. Tale potere però decade oltre certi limiti per la presenza delle altre imprese concorrenti che offrono merci simili. La forma di mercato è detta di concorrenza monopolistica perché include aspetti del monopolio e aspetti della concorrenza: l'impresa non subisce il prezzo di mercato ma non ha un potere discrezionale illimitato. La curva delle vendite effettive è il luogo dei punti corrispondenti alle quantità effettivamente vendute ai diversi prezzi quando le imprese concorrenti aggiustano il prezzo ignorando le relazioni dei concorrenti.
OLIGOPOLIO
Oligopolio non collusivo
Nel mercato oligopolistico l'offerta è rappresentata da un ridotto numero di imprese. Il comportamento delle imprese oligopolistiche può essere reciprocamente influenzato da un sistema di interdipendenze.
Questo sistema può essere rivolto verso la rivalità tra le imprese (oligopolio non collusivo) oppure verso la stipula di accordi (oligopolio collusivo). Le merci prodotte dalle imprese oligopolistiche possono essere omogenee (oligopoli