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CRITERI DI SEGMENTAZIONE DELLA DOMANDA
Segmentazione: cioè analizzare quelle che sono le componenti di una teoria scientifica, filosofica,
di un oggetto, anche di una persona.
Segmentare: andare a vedere le varie componenti, analizzare una qualsiasi cosa vuol dire
segmentare, la stessa cosa si fa per l’analisi della domanda, senza fare quest’analisi è difficile
capire le esigenze ed i bisogni.
La domanda interna può essere segmenta attraverso due criteri
Esempio città di Torino le due macro categorie della domanda:
• persone singole, le famiglie, i residenti, che hanno certe esigenze;
• le imprese che hanno altre esigenze;
per ognuna di queste c’è ancora una suddivisione:
• Le persone hanno delle esigenze diverse a Torino a seconda se sono cittadini residenti a
Torino, oppure persone che vivono, lavorano, studiano a Torino ma arrivano da fuori;
• per le imprese (persone giuridiche) vale la stessa cosa un conto sono le esigenze di
un’impresa che lavora ed è insediata nella città (imprese che possono essere
manifatturiere, di servizi, culturali, l’Università, le istituzioni scolastiche, gli ospedali, tutto
dev’essere gestito come un’impresa altrimenti si arriva al fallimento, se non c’è una
mentalità imprenditoriale, ma c’è una mentalità burocratica, come avviene nel pubblico, si
fanno i deficit anziché creare valore)
Una cosa diversa sono le esigenze e le richieste che ha un’impresa che non è di quel
territorio, ma che fornisce ad esempio prodotti all’impresa di quel territorio. (Per esempio la
Fiat, la Brembo, che produce sistemi frenanti, che è in Lombardia ha esigenze diverse
rispetto all’azienda che è insediata su questo territorio.
LA DOMANDA TERRITORIALE
Si può prendere anche al contrario: appartenenti al territorio e cioè residenti nel territorio: cittadini
interni o esterni, natura dell’ente: persone fisiche o giuridiche; oppure persone fisiche: che
risiedono o che vengono da fuori, persone giuridiche (imprese): che sono lì o che sono fuori dal
territorio.
La segmentazione in 4 grandi macro-aree della domanda territoriale.
Domanda territoriale INTERNA delle IMPRESE
①
Una componente essenziale per rendere competitivo il territorio è l’organo di governo, il territorio è
una comunità localizzata governata da un sistema di norme, si è visto il compito dell’organo di
governo: la pianificazione strategica cioè individuare che progetto l’amministrazione vuole per
quella città, per quel territorio, questo vale soprattutto per le organizzazioni economico-sociali e
cioè per le imprese.
L’organo di governo se fallisce la sua opera e cioè non riuscendo a far crescere o a rafforzare o a
mantenere o meglio ancora a incrementare il patrimonio di aziende/di imprese che vive sul suo
territorio, fallisce la sua impresa/mission: se non riesce a rafforzare il sistema imprenditoriale non
rafforzerà il suo territorio, perché le imprese ridurranno sempre la manodopera, la gente non
trovando lavoro per i giovani si sposta via, quindi si delocalizzerà, il territorio si impoverirà e quindi
diventerà più povero dal punto di vista culturale, sociale, assistenziale, sportivo.
Invece l’organo di governo che riesce a dedicare energie, risorse al sistema produttivo, riesce a
creare un volano che genera valore per il territorio. Per quanto riguarda le imprese si hanno:
• imprese storicamente su quel territorio che sono quelle LOCALI,
• ci sono le imprese che si riescono ad ATTRARRE da fuori dal territorio e portarle nel
territorio. (Non è detto che siano sempre positivi)
Esempio: Carmagnola, lo sviluppo di questa città negli anni ’60 era una piccola cittadina
agricola, con piccole imprese di servizio, quando la Fiat ha deciso di costruire uno
stabilimento a Carmagnola questa città che allora aveva 8-10.000 abitanti nel giro di
qualche anno è arrivata a 40.000 abitanti. E’ stata attratta un’azienda che su quel territorio
ha realizzato delle infrastrutture. Ma arrivavano famiglie dal Sud per lavorare, ma nessuno
aveva pensato che dovevano trovare casa, avevano figli (dovevano esserci scuole),
c’erano anziani (strutture di ospitalità per gli anziani). I proprietari terrieri si sono arricchiti
perché hanno trasformato le cascine in territorio edificabile, e la città si è sviluppata, è
cresciuta.
Esempio: nell’area di Cuneo è arrivata negli anni ’70 la Michelin è stata una rivoluzione,
meglio governata che a Carmagnola.
NON sempre svilupparsi ha solo elementi POSITIVI, se lo sviluppo non è governato allora
può avere aspetti NEGATIVI, diventano prevalenti questi ultimi.
Esempio altro modello di sviluppo: nelle Langhe attorno ad Alba negli anni ’60-’70-’80 è
cresciuta la Ferrero, dimensioni notevoli senza provocare niente in termini urbanistici e
sociali perché l’azienda si è preoccupata dai bisogni/esigenze dei cittadini e dei lavoratori,
invece di portare la gente a vivere ad Alba, ha fatto un’altra politica dicendo di rimanere a
vivere nelle loro comunità/paesi, occupandosi del trasporto in modo che potessero andare
a lavorare ad Alba, servizi pubblici messi a disposizione dall’azienda, così i lavoratori sono
rimasti nelle proprie comunità/paesi. Nel tempo libero molti lavoratori, finite le ore in
Ferrero, avevano 2-3 giornate di vigne, noccioleti, così avevano lo stipendio doppio.
Non sempre attrarre un imprese è di per se un fatto significativo, è importante avere un
organo di governo che gestisce un certo tipo di sviluppo è fondamentale. E’ complesso
gestire un territorio, è più complesso che gestire un’impresa, il territorio ha delle variabili
che sono più complicate, più complesse.
Obiettivo riferito alle imprese è duplice:
• per le imprese locali che sono lì insediate, l’obiettivo è trattenerle; non farle scappare;
• per quelle che vengono da fuori, quelle attratte una volta che si sono attratte sul territorio
bisogna metterle in condizione di svilupparsi nel migliore dei modi. Questo crea vantaggio
di tipo localizzativo ed economie di tipo esterne. I vantaggi di insediamento che portano le
imprese locali, è l’incremento di valore che arriva dall’esterno, l’economia di tipo esterno.
(gente che non abita lì, ma lavora a pranzo, caffè,... cioè ci sono economie esterne che
vanno ad arricchire il territorio nel quale si lavora, per raggiungere quegli obiettivi e creare
quei vantaggi cosa bisogna fare nei confronti delle imprese? Occorre un’attenta capacità di
monitoraggio, cioè mettere in piedi un audit o auditing territoriale. Una delle componenti
essenziali di un’azienda, obbligatoria per le imprese quotate, ma ormai è diventata di
routine in tutte le aziende, la struttura dell’Audit.
La struttura dell’audit è affidata ad un soggetto che ha il compito di verificare che nei vari
passaggi dal Cda, alla prima linea, agli operativi, alle decisioni, ci sia correttezza di
procedura, che le cose avvengano in modo corretto e cioè si tratta di una funzione di
vigilanza di quello che avviene all’interno dell’azienda. Lo stesso per il territorio, occorre
monitorare di quello che avviene. L’organo di governo su un territorio per mantenere il
valore delle imprese locali e di quelle attratte dev’essere attento a non favorire il ri-
orientamento della domanda localizzata.
Audit: attenzione ascolto monitoraggio di quello che avviene.
Criticità da monitorare = auditing territoriale
Fattori di ri-orientamento della domanda localizzativa. Fattori che favoriscono il rio-
orientamento o la ri-localizzazione o la fuori uscita di aziende da un certo territorio.
1) Insorgere di difficoltà nei rapporti con la comunità locale;
Bisogna che stia attendo a non favorire il ri-orientamento della domanda localizzata. Se
nascono conflitti tra l’azienda e la comunità locale, perché per esempio quell’azienda
inquina o fa rumore, o manda emissioni di un certo tipo (idriche o atmosferiche), tutto quello
che abbassa la qualità della vita, se insorgono queste difficoltà la comunità locale non
consentirà più la permanenza dell’azienda.
2) Peggioramento del trattamento fiscale;
A volte certe realtà/territori/paesi c’è un trattamento fiscale peggiore di quello del paese
vicino.
Esempio: Italia, il sistema fiscale non è vantaggioso per le imprese locali (per la
permanenza) e per quelle che verrebbero in Italia (attrazione). Favorisce al fuga delle
imprese, non l’attrazione.
Molte volte sono le imprese stesse, gli stessi imprenditori che delocalizzano, perché costa
poco ad esempio la manodopera all’estero (Romania, Cina,…), negli anni si sono viste le
aziende tessili del Piemonte che hanno portato fuori gli stabilimenti, hanno mantenuto il
design, la parte organizzativa (che è la parte di qualità dell’azienda);
3) Acquisizione di imprese all’estero;
4) Diminuzione delle vendite sul mercato locale;
Un’azienda può anche chiudere o andarsene se diminuisce il mercato locale, se recessione
dell’Europa dal 2008, i consumi mese per mese diminuiscono e quindi le azienda sono
obbligate a produrre meno e quindi a licenziare dei lavoratori, e quindi si genera circolo
perverso che crea riduzione di valore per l’impresa, ma complessivamente per il territorio.
Molte aziende anche quelle importanti sono andate in Cina perché la domanda di quel
Paese è in costante crescita.
5) Elevato costo della manodopera.
L’elevato costo dell’energia.
Per esempio l’energia alle imprese in Italia, costa due volte e più di quella francese, perché
hanno centrali nucleari, l’Italia ha bocciato costruzione di siti nucleari con un referendum.
Le nostre aziende partono sfavoreggiate, la loro competitività è minore, quindi la
competitività del territorio è minore. Le aziende Italiane per fortuna sopperiscono con
l’inventiva, maggior capacità di fare cose belle, raffinate, eleganti.
Il processo di risposta alla domanda delle imprese, imprese locali e quelle attratte non finisce, non
è che quando si ha un numero di aziende proporzionato alla dimensione del territorio bisogna stare
fermi, è un processo continuo perché gli altri si evolvono, vanno avanti e se si resta fermi
immediatamente si resta indietro. Non andare avanti non vuol dire stare fermi, vuol dire andare
indietro.
Il concetto di gover