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TOTALE DECARBONIZZAZIONE: QUANDO NASCE L'IDEA

Ci sono diversi settori da tenere in considerazione: settore di consumo, di produzione dell'energia elettrica, dei trasporti, del riscaldamento e quello delle industrie. Come si possono abbattere le emissioni di CO2 totalmente?

In primo luogo, è necessario sottolineare che l'emissione di CO2 non può essere abbattuta del tutto, ci sono alcuni settori che avranno sempre bisogno dell'emissione di CO2 come la produzione della plastica che sarà sempre necessaria che si produce bruciando petrolio e quindi con l'utilizzo di CO2, oppure altri settori industriali.

Quindi il primo messaggio è che la CO2 non si può totalmente abbattere ma si stima che circa il 95% si possa abbattere, il restante deve venire assorbito e si assorbe in due modi:

  1. Aumentando il nostro polmone naturale di assorbimento della CO2 che sono le foreste e gli alberi che assorbono CO2 ed emettono idrogeno, quindi, è
necessario stoppare il processo di deforestazione, ma su questo da sola l'Europa può fare poco. Con le tecnologie di cattura della CO2, queste tecnologie esistono ma sicuramente poi c'è anche il problema di come stoccarla e di creare un rifiuto che poi però nel tempo potrebbe diventare pesante da mantenere. La CO2 che non si riuscirà a non emettere dovrà essere catturata o tramite l'assorbimento delle foreste o attraverso la cattura esplicita. Cosa fare per arrivare alla decarbonizzazione nei vari settori e cosa è necessario: 1. Efficienza energetica: le tecnologie oggi permettono grandi margini di efficienza energetica ed essa potrà dare i propri contributi soprattutto nel settore del riscaldamento perché ancora oggi il riscaldamento delle abitazioni comporta degli sprechi enormi di energia soprattutto per le case vecchie che non sono ben isolate. Pagina 44 2. Per quanto riguarda invece l'energia elettrica,

pian piano si può sostituire la produzione di energia elettrica da fonti fossili a fonti rinnovabili (sole, acqua, eolico ecc).

Per il settore dei trasporti e dell'industria come si fa a eliminare l'utilizzo di petrolio, gas e derivati? Si potrebbe ottenere la decarbonizzazione in questi settori attraverso l'elettrificazione → prima devo rendere l'energia elettrica rinnovabile e poi posso sostituire in questi settori l'utilizzo dei combustibili fossili con l'energia elettrica. Quindi la via per la decarbonizzazione è una via di elettrificazione (auto elettriche, treni elettrici, autobus elettrici, navi elettriche, aereo elettrici).

Gas rinnovabili: sono prevalentemente biogas quindi un po' di gas si può trattenere a patto che sia gas non di fonte fossile (es. il metano che è di fonte biologica).

Idrogeno: l'idrogeno è un vettore, non è una fonte. Con acqua e energia elettrica si

può ottenere l'idrogeno (H) in modo tale che provenga da fonti pulite. L'idrogeno in alcune applicazioni finali può essere utilizzabile al costo dell'energia elettrica diretta. L'idrogeno come mi aiuta?

  • A stoccare l'energia elettrica rinnovabile
  • A trasportare l'energia elettrica rinnovabile

Riassumendo: Come si arriva alla completa decarbonizzazione?

  1. Elettrificazione dei consumi finali
  2. Gas rinnovabili
  3. Cattura della CO2
  4. Efficienze energetiche

All'interno dell'energia elettrica è necessario capire come stoccare e come trasportare l'energia elettrica; ci sono oggi alcune alternative disponibili per fare ciò, l'idrogeno è una delle alternative interessanti oltre alle batterie. L'idrogeno quindi è un alleato, un mezzo per utilizzare meglio e di più l'energia elettrica e l'elettrificazione.

IL GREEN DEAL: LA POLITICA EUROPEA EVOLVE

Il Green Deal non mette insieme

energia e clima, mette insieme tutto il clima. Naturalmente c'è un altro elemento importante che è quello della giusta transizione nessuno deve essere lasciato indietro (ad es. non bisogna far pagare la decarbonizzazione alle classi più deboli, ad esempio, mettendo una tassa e quindi aumentando a dismisura il prezzo della benzina, così il ricco con l'auto elettrica è contento e chi non se la può permettere si vede aumentare di molto le sue spese).

Obiettivi 2030

Il Green Deal deve poi anche essere un'occasione di rilancio dell'economia.

Un punto importante del Green Deal è che se si vuole ottenere la completa decarbonizzazione nel 2050, l'obiettivo del Clean Energy Package di riduzione del di riduzione della CO2 emissioni non basta: ci vuole una riduzione al 2030 almeno al 55%. Quello nel grafico è il percorso dell'obiettivo studiato

All'interno del Green Deal. Il grafico rappresenta infatti gli obiettivi fissati per il 2030: per seguire la decarbonizzazione al 2050 è necessario rivedere i piani 2030, raggiungendo una riduzione delle emissioni del 55% (contro il 40% fissato da Clean Energy Package).

Il Green Deal ad oggi è solo un progetto, un progetto che ha una roadmap ben precisa (vedere slide 27) che la nuova commissione ha stabilito ed ha approvato ed ha iniziato a mettere in piedi poco prima che iniziasse la pandemia del Covid. Questa roadmap prevede la realizzazione di una legge, per la quale esiste già una proposta di legge che è ancora in discussione. Sono state realizzate diverse iniziative, tra le quali il Just Transition Fund e altre iniziative parallele.

Il Covid in generale non ha rallentato il programma della Von Der Leyen di Green Deal neanche di qualche mese: le date che vediamo nella slide sono state rispettate esattamente. Il Next Generation EU è il piano

provvisorio stabilito nell'estate 2020 per gestire il post Covid che ha stanziato 750 miliardi di aiuti e poi a fine 2020 è stato approvato il bilancio di lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027 che ha innalzato a 1800 miliardi di euro i fondi a disposizione per la ricostruzione post Covid. Questi fondi sono destinati alla modernizzazione e alla ripresa, ma per tutti i fondi esisterà un vincolo di non essere contrari alla transizione quindi alla decarbonizzazione e il 30% almeno dei fondi sarà dedicato esplicitamente alla lotta al cambiamento climatico. Quindi il green deal ancora non è in atto, ma dà già i suoi frutti nel senso che si cerca di conformare tutta la politica europea alla decarbonizzazione, e questo è un passaggio di mentalità non indifferente. Conclusioni: - L'Unione Europea fin dagli albori ha puntato sulla politica energetica come elemento strategico di coesione e, nonostante le resistenze degli SM,

La politica energetica oggi è ampiamente dettata dalle regole della commissione europea. Politiche per energia e clima sono oggi strettamente legate. I pilastri della politica energetica sono infatti la creazione di mercati competitivi, la penetrazione delle rinnovabili, l'integrazione e l'armonizzazione. Gli obiettivi per il 2030 sono stati fissati e sono in via di approvazione e recepimento nelle politiche nazionali, nel solco della strategia 2050 verso la (quasi) completa decarbonizzazione. Il Post Covid non ha rallentato ma anzi rafforzato le politiche per il clima: tutti i fondi per la ripresa vanno vincolati alla compatibilità con la decarbonizzazione.

Pagina 46 22/03/2021

L'energia nucleare

Testimonianza di Marta Ferrari sull'Energia Nucleare

Marta Ferrari è un fisico che si occupa di energia nucleare e ha lavorato per 17 anni per l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, con sede a Vienna. Presso l'Agenzia Internazionale,

Il tuo ultimo compito è stato di sviluppare la Banca Internazionale del Combustibile, la prima banca internazionale sotto l'egida delle Nazioni Unite. Il progetto ha anche un obiettivo di non proliferazione, quindi di lotta alla diffusione degli armamenti nucleari. L'energia nucleare è un tema molto controverso, che suscita accesi dibattiti fra sostenitori ed detrattori. Cercheremo di vederne i rischi e i benefici, in chiave critica.

La prospettiva del mondo

STORIA DELL'ENERGIA NUCLEARE

L'energia nucleare ha iniziato a svilupparsi negli anni '50. Negli anni possiamo vederne la crescita in termini di numero di reattori nucleari e capacità installata. La crescita è piuttosto lenta fra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, per poi crescere vertiginosamente negli anni '70 fino al plateau della metà degli anni '80. Ciò è derivato da uno stop al nucleare in

seguito all'incidente di Chernobyl e all'avvento di nuove fonti energetiche molto economiche, Generation Electricity ha facilitato lo switch. Il plateau continua fino ai giorni nostri. Se invece osserviamo il fenomeno regione per regione, possiamo apprezzare come il plateau riguardi l'Europa (sia dell'est e dell'ovest), sia il Nord America, mentre il nucleare in Asia ha continuato a crescere negli anni '90 e 2000 con un andamento quasi lineare.

PROSPETTIVA MONDIALE SUL NUCLEARE

La situazione attuale è che ci sono 443 reattori in esercizio in 30 paesi, con una

capacità installata di circa 393 GW. Il nucleare fornisce circa il 10% dell'energia elettrica generata nel mondo. I paesi con più reattori e maggior produzione sono gli USA, la Francia e la Cina. Seguono Russia, Corea e Canada. Si tratta di economie molto sviluppate.

Se andiamo a considerare quanto il nucleare contribuisce percentualmente all'energia prodotta in ciascun paese (c.d. Nuclear share), il paese al primo posto è la Francia (col 70% dell'elettricità prodotta dal nucleare). Seguono paesi dell'est Europa: Slovacchia, Ucraina, Ungheria, Belgio. Il caso della Francia è particolarmente interessante, perché il paese ha costruito il proprio modello economico sulla base dell'utilizzo di energia nucleare. Il go

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Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
85 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher emma.r8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia dell'energia e gestione dei beni ambientali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Frey Marco.