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La produzione diventa reddito, che può essere solo consumato (entra nel flusso circolare) o risparmiato (uscita dal flusso circolare)
Y ≡ C (consumo) + S (risparmio)
Il consumo del reddito Y diventa parte della spesa per l'acquisto di beni e servizi finali (flusso circolare del reddito), cui si aggiungono anche gli investimenti (entrata nel flusso circolare); insieme costituiscono la domanda aggregata
Y ≡ C (consumi) + I (investimenti)
C + I C + S Coincide Produzione e reddito: identità o uguaglianza? ≡ Y ≡ [≡ ---- .]C + I e C + S, sono uguali o sono identicamente uguali? Sono sempre uguali uno all'altro ma in certe circostanze non sono uguali?
Gli investimenti I è la variazione di capacità produttiva (es. nuovi impianti) ma anche la variazione delle scorte in quanto possono essere vendute nei periodi successivi. A parte eventuali variazioni programmate delle scorte per far fronte a un aumento di domanda previsto, le scorte
variano in più o in meno perché si è venduto meno o più di quanto previsto. L'aumento (riduzione) delle scorte può essere equiparato ex post a un investimento non programmato (o non desiderato). L'investimento programmato (ex ante) è la variazione di capacità produttiva incluse le sole variazioni programmate delle scorte; l'investimento effettivo (ex post), maggiore o minore, è l'investimento programmato più o meno la variazione delle scorte. Se consideriamo l'investimento effettivo, compresa la variazione delle scorte, più il consumo è l'intera domanda rivolta alle imprese e coincide con la domanda effettiva C+I, Y coincide con C + I. La produzione effettiva Y e la domanda effettiva C+I, poiché tutta la produzione viene consumata o investita (se si include in I tutto lo stock di capacità produttiva, incluse le scorte e la loro variazione anche nonEconomia del territorio
La produzione effettiva Y e la domanda programmata C + IP non necessariamente coincidono:
- Si eguagliano solo quando INP (investimento non programmato, variazione delle scorte) = 0 e quindi I = IP
- In tal caso la produzione non solo coincide con la domanda effettiva ex post ma anche con la domanda programmata ex ante Y ≡ C + I ≡ C + IP
Se il flusso circolare: reddito/persone: può essere solo consumato o risparmiato Y coincide SMP con C + S
Flusso circolare: imprese: la domanda effettiva coincide con il reddito (C + I ≡ Y ≡ C+ S), ma la domanda programmata coincide con il reddito solo per un punto, quello in cui l'intera produzione viene effettivamente venduta e non ci sono variazioni nelle scorte (C + IP investimento programmato = Y ≡ C + S).
C + IP sarà uguale a Y quando IP sarà uguale a S (investimento programmato uguale al risparmio).
Rappresentare la
La produzione rappresentata in funzione di sé stessa è la bisettrice del piano (funzione in blu), la domanda programmata C + IP hp. costante (funzione in verde, orizzontale): vi è un punto in cui la produzione è uguale alla domanda programmata solo là perché in tutti gli altri punti l'investimento non programmato è diverso da 0 e si ha un accumulo di scorte (dx. INP maggiore 0: sottoproduzione) o una riduzione di scorte (sx. INP minore 0: sovrapproduzione, riduzione degli investimenti non programmati per far coincidere investimenti ex-post con la produzione C+I per farlo coincidere con C+S.). (Per ora per semplicità si ipotizza costante e non funzione di Y) C + IP: se è investimento effettivo ex-post coincide sempre con la produzione ma se considero l'investimento programmato, coinciderà con la produzione soltanto in un punto- Sx: D
ciò che pone in equilibrio la domanda complessiva di beni e servizi finali e strumentali con la sua produzione: grafico: consideriamo una situazione di produzione nella quale la domanda aggregata è inferiore alla produzione complessiva e si accumulano scorte e le imprese decideranno nel tempo di ridurre la produzione. Se ci troviamo in una situazione in cui la domanda aggregata è maggiore alla produzione le imprese produrranno di più, aumenteranno la produzione. Da una parte la produzione tende a scendere o salire per arrivare al punto di equilibrio E che rende uguali la domanda aggregata e la produzione. Ora rimuoviamo la semplificazione introdotta prima e quindi reintroduciamo il settore pubblico e gli scambi con l'estero; ora: il sistema è aperto, ci sono importazioni, esportazioni, è presente la pubblica amministrazione con tasse e spesa pubblica. La produzione si distribuisce fra tasse (T), risparmio (S), consumo (C) (interno) e importazioni (iM: acquisti dall'estero).> Y (domanda aggregata maggiore della produzione: aumento la produzione): Eccesso di domanda (sottoproduzione): scorte calano: si programma aumento di produzione
- Dx: D < Y /se la domanda aggregata è minore della produzione: diminuisco la produzione): Eccesso di produzione (sovrapproduzione): scorte crescono: si programma riduzione di produzione
------ naturale tendenza a spostarsi verso il punto E
25/03 RIPASSO: Flusso circolare del reddito – reddito di equilibrio: mette in equilibrio le entrate e le uscite dal flusso circolare del reddito: per semplicità abbiamo hp. sistema chiuso (no scambi con l'estero, no pubblica amministrazione). Entrate: investimenti; Economia del territorio uscite: risparmi. Se consideriamo la variabile Investimento come variabile ex-post (le variazioni delle scorte invendute sono investimento, allora abbiamo una identità sempre verificata perché consideriamo ciò che è prodotto e non venduto) ma se consideriamo
(esteri) (uscita dal flusso circolare) Y ≡ C + S + T + iM
Consumi, investimenti, ma ora anche spesa pubblica (G) (per acquisti e per trasferimenti) ed esportazioni (eX) insieme costituiscono la domanda aggregata Y ≡ C+ I + G + eX
Quando è che possiamo porre un'identità (dire che le due grandezze coincidono sempre)? Quando considero che un eccesso di offerta rispetto alla domanda determinando un aumento di scorte si può considerare un aumento degli investimenti e automaticamente la domanda diventa uguale all'offerta.
Se vogliamo determinare il livello di produzione che mette in equilibrio la produzione dobbiamo fare un ragionamento solo sull'investimento programmato non tenendo conto dell'invenduto (se aumenta l'invenduto, si riduce la produzione; se diminuisce, si aumenta la produzione).
[Quindi C + I + G + X ≡ Y ≡ C + S + T + M
Come prima, ex post, coincidono sempre; ma ex ante, la domanda (programmata) è uguale
alla produzione solo in un punto che corrisponde al reddito/produzione di equilibrioC + IP + G + X = Y ≡ C + S + T + M
Quando Y è in equilibrio si ha I = IP perché IP + G + X = S + T + M]
Poiché è C + I + G + X ≡ Y ≡ C + S + T + M
Allora è anche S ≡ I + (G ⎯ T) + (X – M). Risparmio è pari all’investimento più la differenza tra spesa pubblica e tassazione, più la differenza tra il pagamento di ciò che esportiamo e il pagamento in uscita di ciò che importiamo. Risparmio uguale agli investimenti più il disavanzo del bilancio dello stato, più il saldo della bilancia commerciale.
Il risparmio “alimenta” investimenti e spesa pubblica.
Se la spesa pubblica è maggiore delle entrate fiscali (disavanzo bilancio pubblico) allora gli investimenti privati (I) necessariamente si devono ridurre perché se non l’identità non è rispettata. Secomplessivamente il sistema economico realizza un determinato ammontare di risparmi ma vi è un eccesso di spesa pubblica. Questa spesa pubblica, che deve essere finanziata dai risparmi, farà sì che rimangano meno risorse per gli investimenti. Se la spesa pubblica eccede la tassazione (cioè il bilancio dello stato è in disavanzo G – T), si riducono gli investimenti privati. I = S – (G – T) – (X – M). Ma se si aumenta la tassazione si riduce il reddito disponibile e quindi si riducono il consumo (le imprese riducono l'attività produttiva) e il risparmio (meno risorse per gli investimenti). Non aumentare la tassazione porta a indebitarsi sul mercato finanziario. La politica economica consiste nel cercare di influire, attraverso azioni della pubblica amministrazione (politica monetaria o politica fiscale o leggi), sull'andamento dell'economia nel suo insieme per cercare di ottenere obiettivi desiderabili per l'economia del territorio.
La società nel suo complesso. [Il problema dell'equilibrio (e della crescita) del reddito è alla base delle decisioni di politica economica.] La politica economica di un paese è un insieme di misure fiscali (tasse, spesa pubblica, sussidi) e monetarie (offerta di moneta, tassi di interesse) che mirano a migliorare il tenore di vita dei cittadini, principalmente:
- Aumentando l'occupazione e il reddito complessivo;
- Perseguendo la sua più equilibrata distribuzione, sia attraverso l'occupazione che la redistribuzione;
- Evitando perdite di potere d'acquisto della moneta (inflazione si ha quando vi è un aumento generale dei prezzi ed è generata dall'eccesso delle spese pubbliche, peggioramento del tasso di cambio) [in ita, tasse pagate proporzionalmente al reddito: criterio di progressività].
Per fare questo, gli sforzi si concentrano sul cercare di fare aumentare gli investimenti e l'occupazione.
Gli obiettivi
dell'intervento della politica nell'economia: la ricchezza e la sua distribuzione Gli strumenti a disposizione dello stato: 1) La politica fiscale: - La spesa pubblica (acquisti di beni e servizi, e investimenti, trasferimenti: reddito minimo, di cittadinanza, le sovvenzioni che vengono date alle imprese) - La copertura della spesa: - Tasse - Debito pubblico (ogni anno bisogna aggiungere gli interessi dei prestiti contratti finora, gli effetti di un debito eccessivo: gli interessi, lo spread: divario esistente tra tassi di interesse che deve pagare lo stato e i tassi pubblici di riferimento (per l'Italia sono quelli tedeschi: se è più alto di quello tedesco allora non è tanto sicura la restituzione del prestito)) 2) La politica monetaria Si sta attenti all'andamento dei tassi di interesse perché incide molto sul variare del debito pubblico: più è alto più gli interessi passivi crescono. La vis