Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 85
Economia del settore bancario Pag. 1 Economia del settore bancario Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 85.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Economia del settore bancario Pag. 81
1 su 85
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MONETA CARTACEA E SIGNORAGGIO

Emettere banconote è un'attività molto remunerativa perché attraverso le banconote la banca si indebita pagando un tasso di interesse nullo. Ma a fronte delle banconote, debiti a tasso zero, le banche detengono attività che generano un rendimento. L'emissione di banconote genera dei proventi da signoraggio, rappresentati dalla differenza fra i tassi attivi e quelli passivi (pari a 0). Questi proventi, in un mondo di monete metalliche, erodevano i benefici del signoraggio che spettavano all'autorità che dava in licenza la coniazione delle monete.

Le autorità hanno quindi permesso solo ad alcune banche di emettere banconote, che rappresentava un privilegio che veniva garantito dal sovrano, il quale concedeva tale privilegio in cambio di denaro. Le banche che emettevano banconote erano quasi invariabilmente i principali creditori del sovrano; infatti, le banche di emissione hanno sempre avuto un rapporto

Lo stretto col sovrano è caratterizzato da uno scambio reciproco di benefici. Inoltre, l'emissione di banconote non richiede il monopolio, perché può essere permessa anche a banche in concorrenza fra loro.

In Scozia esisteva un simile sistema. Quando le banconote coesistono con la moneta metallica, l'unità di conto è rappresentata dalla moneta metallica, denominata in oro oppure argento. Il valore di scambio delle banconote deriva quindi solo dalla reputazione dell'emittente e, se questi non era considerato rischioso, le banconote circolavano alla pari. Le banconote emesse dalle diverse banche erano infatti tutte convertibili a vista in oro.

LE BANCHE CENTRALI

In generale esistono delle economie di scala nella gestione dell'emissione di cartamoneta, perché è costoso per gli utenti riconoscere molte banconote diverse fra loro. L'emissione è quindi vantaggiosa solo per banche grandi, di solidità riconosciuta e con

un ampio network che permette sempre l'eventuale conversione in moneta metallica. Tuttavia, nella maggior parte dei paesi è stata raggiunta rapidamente una condizione di monopolio nell'emissione. Da un lato, le economie di scala hanno spinto le banche di emissione più grandi a rilevare le più piccole e deboli; dall'altro, tipicamente il sovrano permetteva ad un'unica banca di gestire i propri pagamenti, rendendo la carta moneta dell banca in questione legal tender. La banca che gestisce i pagamenti dello stato è naturalmente anche quella che presta più soldi allo stato e a condizioni più vantaggiose. La contiguità con il sovrano ha sempre portato ad attribuire progressivamente il monopolio dell'emissione ad una sola banca. Quando un'unica banca ha il monopolio dell'emissione, finisce per svolgere anche delle funzioni di interesse pubblico. La stabilità del sistema bancario diventa allo stessotempo è diventato un bene pubblico e un importante obiettivo privato della banca di emissione; infatti, la capacità di emettere banconote rende la banca di emissione più redditizia e solida delle altre banche e quindi essa diventa naturalmente il prestatore di ultima istanza del sistema. La disponibilità di risorse maggiori la rende un arbitro del sistema, in quanto, stabilendo i termini ai quali presta alle banche deboli, contribuisce a definire le regole del sistema. La regolamentazione del settore ha finito progressivamente per attribuire alla banca centrale delle funzioni ispettive nei confronti delle altre banche del sistema. La banca centrale svolge quindi un ruolo microeconomico di tutela della stabilità del sistema, ruolo che oggi viene svolto attraverso il potere di intraprendere attività ispettive, ma soprattutto attraverso la capacità di prestatore di ultima istanza. Da quando è stato abbandonato il legame fra la moneta e l'oro, la

La capacità di prestare delle banche centrali è diventata potenzialmente infinita. Una banca centrale può comprare qualunque titolo o prestare alle banche le somme che desidera perché può farlo stampando banconote che tutti accettano. In un sistema bancario moderno il meccanismo è un po' più complicato, ma il principio rimane analogo. L'unico vincolo che la banca centrale deve affrontare nell'emettere banconote in un sistema contemporaneo è rappresentato dalla potenziale perdita di valore delle proprie passività causato dall'inflazione.

In passato le banche centrali non si preoccupavano dell'inflazione; infatti, dato che la moneta era legata all'oro, il livello dei prezzi dipendeva dalla quantità di oro nel sistema. Gli unici periodi in cui la banca centrale creava inflazione erano i periodi in cui la convertibilità in oro delle banconote veniva sospesa su richiesta del sovrano.

Questo accadeva per permettere al sovrano di finanziare spese straordinarie, come quelle belliche, attraverso la monetizzazione del debito tramite la carta moneta (un simile fenomeno su scala molto ampia si verificò durante la Grande Guerra). Nei paesi che non riuscirono a controllare l'emissione di carta moneta l'inflazione divenne incontrollabile e fu una delle cause principali dell'ascesa al potere del nazismo; l'iperinflazione infatti genera spaventosi trasferimenti di ricchezza dai creditori ai debitori e profonde contrazioni dell'output.

L'abbandono della convertibilità aurea delle monete richiede un ruolo attivo delle banche centrali nel controllo dell'inflazione. Dal secondo dopoguerra la teoria economica ritiene che l'emissione di moneta debba essere gestita in modo da rispondere a precisi obiettivi macroeconomici, ovvero il rispetto di un prefissato tasso di inflazione ed un livello dell'output associato a bassi

livelli di disoccupazione. Le banche centrali svolgono il ruolo macroeconomico dicondurre la politica monetaria allo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Oggi lo strumento principale attraverso il quale le banche centrali conducono la politica monetaria è il tasso di interesse al quale prestano alle banche. Le banche si prestano soldi in continuazione attraverso il mercato interbancario e la banca centrale interviene attivamente in questo mercato influenzando i tassi. La banca centrale annuncia il livello del tasso di interesse a tre mesi che desidera e lo implementa intervenendo sul mercato interbancario.

LA BANK OF ENGLAND

La Bank of England fu fondata nel 1694, sei anni dopo la Glorious Revolution, per raccogliere fondi a favore dello stato. Ha operato come banca privata a scopo di lucro fino al 1946 quando venne nazionalizzata. Nacque come joint-stock company e tre anni dopo il parlamento proibì la nascita di altre joint-stock companies; perciò rimase

l'unica banca adoperare come joint-stock company a responsabilità limitata fino al 1826. Le fu attribuito un Royal Charter che le attribuiva il monopolio nell'emissione di Bank Notes a Londra e il monopolio nelle negoziazioni dei titoli di stato. Il monopolio nella city rappresentava un grosso vantaggio competitivo, in quanto a Londra aveva sede il più importante mercato finanziario. Le banconote della Bank of England diventarono inoltre legal tender nel 1865, di conseguenza tutte le transazioni dello stato venivano condotte in note della BoE. Essa divenne quindi la banca che gestiva i pagamenti del governo, ma era soltanto primus inter pares rispetto alle altre banche. Per motivi teorici e politici i diritti di emissione delle altre banche non furono via via rinnovati. Man mano che le banche si fondevano o cambiavano status giuridico per altre ragioni, le licenze non venivano rinnovate. Diverse issuing banks, infatti erano fallite o si erano trovate a dover

Sospendere i pagamenti durante le crisi del 1816-17 e 1825-26; molte banche avevano infatti emesso troppe banconote e non avevano sufficienti riserve durante i bank run che avvennero durante le crisi. Pertanto, la Bank of England dovette intervenire garantendo la convertibilità delle banconote delle altre banche per evitare il collasso del sistema.

In seguito alle crisi, il diritto di emissione fu concesso soltanto a joint-stock companies opportunamente capitalizzate. Durante la crisi del 1839 tuttavia vi furono altri bank run, e anche la BoE dovette prendere a prestito oro dalla Banque de France e dal settore privato per farvi fronte. A seguito di tale crisi venne intrapresa una nuova riforma: gli ispiratori delle riforme di quel periodo si dividevano in due campi:

  • La Currency School, la cui figura più rappresentativa era David Ricardo, e che sosteneva che le banconote fossero moneta a tutti gli effetti e che quindi l'emissione dovesse essere garantita da riserve auree molto ampie.

Pari a due terzi delle banconote emesse.- La Banking School, la cui figura più rappresentativa era invece Thomas Tooke, e che sosteneva che le banconote fossero dei titoli di credito cartacei e che fossero sufficienti riserve pari ad un terzo delle emissioni. La prima scuola finì per prevalere, influenzando il Bank Charter Act di Peel, del 1844. La Bank of England venne rinforzata, fissando per legge la quota di banconote che tutte le altre banche potevano emettere. Nel 1921 la Bank of England rimase l'unica banca di emissione in Inghilterra e si trovò, poco per volta, a fare da prestatore di ultima istanza del sistema bancario, esercitando anche una funzione di moral suasion per organizzare il salvataggio delle banche andavano in crisi di liquidità. Inoltre, il parlamento intervenne per garantire maggiore stabilità al sistema rafforzando il ruolo della BoE.

LA BANCA D'ITALIA

Le prime banche di emissione sotto forma di società per azioni

Nacquero in Italia nel 1844 e 1847 a Genova e Torino. Vennero fuse nel 1849 dando vita alla Banca Nazionale degli Stati Sardi. In Toscana sei banche nate all'inizio dell'Ottocento potevano emettere banconote e dalla loro fusione nacque nel 1857 la Banca nazionale Toscana. Nel 1859 nacque la Banca Toscana di Credito per le Industrie ed il Commercio, che in misura più limitata cominciò a emettere moneta a partire dal 1863. Nello Stato Pontificio esistevano due banche che avevano diritto di emissione, la Banca Romana e la Banca Pontificia per le Quattro Legazioni. Nel Regno delle Due Sicilie non esisteva una vera e propria banca di emissione e le funzioni di pagamento dello stato erano svolte da un banco pubblico, il Banco delle Due Sicilie, nato in epoca napoleonica; nel 1849 da esso furono scorporate le sedi stabilite in Sicilia, dando vita ad una banca che dopo l'unità assunse il nome di Banco di Sicilia, mentre il Banco delle Due Sicilie divenne il

Uniti, istituita nel 1861, divenne la Banca d'Italia nel 1893. Nel 1893, la Banca d'Italia assorbì la Banca Nazionale Toscana e la Banca Nazionale del Regno di Napoli, dando vita al Banco di Napoli. Il Banco di Napoli divenne così una delle principali banche italiane, con filiali in tutto il paese. Nel corso del XX secolo, il Banco di Napoli si è evoluto e si è adattato ai cambiamenti del sistema bancario italiano. Nel 2007, il Banco di Napoli è stato fuso con il Banco di Sicilia per formare il Banco di Napoli-Banco di Sicilia, che a sua volta è stato acquisito da Intesa Sanpaolo nel 2011.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
85 pagine
7 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MF0909 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del settore bancario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Dia Enzo.