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DALL’EFFICIENZA
Il punto di partenza per l’analisi dei comportamenti nei mercati finanziari tradizionalmente si basa
su avversione al rischio e razionalità. Nel mondo reale degli investimenti sembrano compiere
sempre errori operativi e effettuare scelte non massimizzanti. Nei mercati inoltre si manifestano
molto spesso inefficienze come bolle speculative che non riflettono sempre il valore delle attività
finanziaria. La teoria in questione di sviluppa più compiutamente intorno agli anni ’70, facendo
verifiche empiriche con basi di psicologia comportamentale. Gli psicologi affermano che le indagini
effettuate sui soggetti investitori rivelano che tali persone effettuano le loro stime sulla base di …
Un numero limitato di meccanismi euristici che permettano di ridurre la complessità del
problema
Per prendere decisioni in caso di incertezza è necessario stimare le probabilità di un evento, ma è
sbagliato decidere sulla base di pochi elementi, semplificando un evento in maniera troppo
approssimativa, come se le uniche caratteristiche che lo influenzano siano quelle più evidenti. Gli
investitori non sono quindi razionali, ma del tutto approssimativi e compiono spesso errori simili di
valutazione. Tipicamente commettono errori di OVERCONFIDENCE, dove gli investitori pensano
di avere più informazioni rispetto a quelle che realmente hanno. Un esempio lampante fu il periodo
alla fine del secolo scorso, denominato New Economy, in cui il mercato azionario esplose, trainato
dall’espansione dei redditi di settori in crescita come quelli tecnologici. La maggior parte di queste
espansioni fu in realtà solo una bolla speculativa alimentata da investimenti di soggetti non del
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tutto consapevoli. L’investitore compie spesso l’errore di comprare in zone di ipercomprato
(comprando il titolo crescere su valori molto alti) e vendere in zone di ipervenduto (vendendo in
zone dove il prezzo è molto basso e in discesa apparente), finanziariamente la scelta migliore
dovrebbe essere l’opposto, ma di questi errori se ne avvantaggiano gli investitori più sapienti che
acquistano/vendono nei momenti migliori non percepiti dai clienti meno attenti. Spesso accade che
anche gli investitori abbiano le cosiddette UNDER o OVEREACTION, reagendo più o meno
emotivamente agli eventi, uno dei fenomeni di questo tipo più disastrosi è il PANICO con grosse
conseguenze sull’andamento dei mercati (ad es. all’attacco delle Torri Gemelle i mercati furono
sospesi per evitare andamenti dovuti al panico degli investitori). Questi errori andrebbero corretti,
ma la componente emotiva è sempre presente anche in una scienza come l’economia.
LE OBBLIGAZIONI
Come si calcola il rendimento di un’obbligazione? Partiamo dal semplice caso di un ZCB a cedola
fissa. Dato 98 il prezzo d’acquisto e 100 il prezzo di vendita, da cosa è dato il rendimento? Gli
interessi su un’obbligazione sono calcolati sia con la capitalizzazione semplice che con la
capitalizzazione composta. In particolare la capitalizzazione semplice è utilizzata in particolare
per le durate di investimento inferiori o pari all’anno, se la maturity è superiore allora si preferisce
t
(1+i)
la composta. 100/ = 98 sarà la formula che ci permetterà di calcolare il rendimento a
scadenza, supponendo che il titolo sia detenuto a scadenza senza default dell’emittente. Ma il
calcolo del rendimento ex ante corrisponde a quello ex post? Dipende dall’andamento dei tassi di
interesse.
Quali sono le possibili vie per calcolare il rendimento di un’obbligazione?
PREZZO 1=4% 2=4% 3=4% 4=4%
• RENDIMENTO NOMINALE (TRN): cedola/VN (valore nominale); questa formula
semplifica eccessivamente gli elementi che influiscono sul rendimento. Considera solo
il rendimento degli interessi e non quello in conto capitale con la differenza tra prezzo e
rendimento.
• RENDIMENTO IMMEDIATO (TRI): cedola/ prezzo (al corso secco); più preciso, ma non
tiene conto di valori come la durata o il reinvestimento delle cedole
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• RENDIMENTO EFFETTIVO A SCADENZA (TRES): Il TRES (IRR o TIR) è il tasso che
meglio si addice a calcolare il rendimento di un’obbligazione ed è quel tasso che rende
uguale il prezzo tel quel alla sommatoria attualizzata dei flussi di cassa attesi (in regime
composto). Con corso tel quel si considera il corso secco del titolo e il rateo della
cedola maturato.
4 4 4 104
98= + + +
1 2 3 4
1+i 1+ i 1+i i)
( ) ( ) ( ) (1+
Il TRES è una rappresentazione abbastanza veritiera del rendimento dell’obbligazione, ma
prevede che il sottostante sia detenuto a scadenza e che le cedole siano reinvestire al TRES
(ipotesi abbastanza poco realistiche). Il TRES ex post è più basso, essendo comprese anche le
cedole reinvestite.
Ipotizziamo una curva dei tassi piatta, che prosegua cioè senza incrementi di tassi nel tempo. Si
parla di DURATION come durata media finanziaria, cioè la media ponderata dei flussi in cui il peso
è il rapporto tra il valore attuale dei prezzi e il prezzo tel quel del titolo.
TRES CURVA DEI TASSI
t
F x k
1+TRES
D = FORMULA DELLA DURATION
∑ T x
k P quel)
(tel
Il valore attuale di una somma diminuisce mano a mano che ci si allontana nel tempo. La duration
è quella durata per cui tutti i flussi finanziari sono in equilibrio. Serve per misurare il rischio di un
titolo, a duration più alta corrisponde un rischio maggiore. A parità di condizione la duration
aumenta con il tempo, diminuisce all’aumentare delle cedole. Ma per un movimento di tasso
quanto è ampio il movimento di prezzo? Serve un indicatore denominato DURATION
MODIFICATA (espressa in anni o frazioni di anno).
DURATION MODIFICATA = DURATION / (1 + TRES)
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In teoria a scadenze crescenti il tasso dovrebbe cresce, in primis perché la durata è medio – lunga
ed è più rischiosa, in secondo luogo perché il vincolo di immobilizzo del capitale è maggiore e si è
disposti a tale vincoli solo per rendimenti più alti. La curva dei tassi quindi difficilmente è piatta ma
segue spesso possibilità di questo genere che però non sono regole. Quando il TRES ex ante è
uguale al TRES ex post? A volte le ipotesi forti alla base non si verificano, ad esempio le condizioni
alla base del mercato che determinano i tassi possono cambiare e sarebbe impossibile rispettare
la condizione del reinvestimento al TRES.
Quant’è la variazione istantanea del prezzo a una variazione istantanea del tasso? La duration
modifica funziona se sono rispettate le ipotesi alla base di curva dei tassi piatta e di variazione
istantanea e parallela dei tassi, benché siano comunque molto semplificatrici.
∆ P P
/
tel quel tel quel=(circa)− DURATION MODIFICATA X ∆ TRES
Esista una relazione INVERSA tra prezzo e rendimento. E importante che sia istantanea, un attimo
dopo la duration cambia. Il segno meno presente nella formula indica l’esistenza della relazione
inversa. Tale relazione non è lineare ma curvilinea, ecco perché circa uguale nella formula.
Questo grafico illustra che la duration modificata graficamente può essere rappresentata da una
retta tangente alla duration nel punto dei valori istantanei del TRES e del prezzo. Questa retta è
un’approssimazione dell’andamento della curva quindi è a sua derivata. Da un’indicazione
prudenziale della variazione del prezzo sovrastimando le perdite coi tassi in salita e sottostimando
i guadagni nel caso contrario. In questo modo la curva è approssimata dalla retta, serve avere
indicazione sulla concavità della curva, per sapere quanto i valori della curva si discostano dalla
retta. Questo valore è detto CONVEXITY ed è data dalla derivata seconda della curva. Maggiore è
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la convexity più è conveniente l’investimento: si avrebbero perdite molto minori del previsto e
viceversa guadagni molto maggiori per una variazione minima del tasso. Generalmente un titolo
con flussi di cedola molto distanti dalla duration ha una convexity maggiore. L’equazione mostrata
in basso nel grafico comprende anche il valore determinato dalla convexity c.
Il TEOREMA DELL’IMMUNIZZAZIONE afferma che se realizzo un investimento con holding
period uguale alla duration, sarò immune dalle variazioni di tasso istantanea e parallela. Si deve
considerare che la duration cambia nel tempo e la tangente di riferimento cambia, ma l’holding
period no. Per avere sempre un’immunizzazione costante dovrei modificare continuamente la
composizione del portafoglio in funzione della duration. Tutto questo funziona rispettando le ipotesi
alla base, cioè curva die tassi piatta, spostamenti dei prezzi parallela e istantanea. In realtà come
abbiamo detto tali ipotesi possono non essere verificate. La curva dei tassi non è piatta nella
maggior parte dei casi: in molti casi questi sono crescenti, ma esistono anche tassi decrescenti al
crescere della scadenza e questo succede quando il pericolo di default a breve è molto alto; un
ulteriore possibilità sono i movimenti dei tassi a SMILE oppure andamenti altalenanti con salite nel
breve e discese nel lungo e viceversa. In questi ultimi casi di tassi altalenati, alti nel breve e basso
nel lungo, possono essere soluzioni le cosiddette strategie BARBEL che prevede una posizione
lunga sia a breve che a lunga scadenza guadagnando nel breve con gli interessi e sul lungo con
prezzo. Anche i movimenti dei tassi rispetto al prezzo non sono spesso paralleli (altra ipotesi
smentita).
C’è una relazione lineare tra VITA RESIDUA e DURATION? Non sempre. Se il titolo è uno ZCB sì,
ma se è con cedola allo stacco della cedola la duration si alza un pochettino, tale effetto viene
denominato effetto drift.
In sintesi per valutare la rischiosità di un titolo si prendono in considerazione vita residua, cedola e
TRES. Rispetto alla vita residua più è lunga più è rischiosa, rispetto alla cedola più è bassa e più è
rischiosa.
IL RATING
Le principali agenzie di rating nel mondo sono 3, Moody’s, Standard & Poors, Fitch. Il rating divide
i titoli emessi e “giudicati” in due categorie, in base alla rischiosità: investiment grade e
speculative grade. Il rating è un’arma molto potente, le agenzie che se ne occupano provvedono
a valutare la solvibilità dell’emittente del titolo in esame, in base ai loro giudizi riescono quindi a
determinare l’andamento dei prezzi di tali attività, compresi i Titoli di Stato. L’effetto del rating è
quindi segnaletico, determina le caratteristiche dell’accesso