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8. CAPITAL MARKET THEORY (CMT)
La CMT costituisce un’evoluzione della Portfolio Theory (PT) nata dagli studi di
Markowitz. In pratica, riprende la PT e la amplifica introducendo delle nuove ipotesi. La CMT, ci
permette di costruire due famiglie di modelli previsionali:
Asset Pricing Models
Capital Asset Pricing Model
Arbitrage Pricing Theory
Equilibrium Models
I modelli ci permettono di stimare il prezzo teorico di equilibrio di un’attività sottostante
sulla base di due principali linee guida e con l’ausilio di strumenti matematici relativamente
semplici:
Aspettative e comportamento degli investitori
Organizzando delle affidabili ipotesi di fondo sul mercato dei capitali
Vediamo quali sono le ipotesi di fondo che argomentano la Capital Market Theory,
ricordando, tuttavia che ogni singola ipotesi è contestabile attraverso evidenze sia teoriche che
empiriche:
Modello a due parametri: Media e Varianza. La varianza si distribuisce in forma Gaussiana
in un intorno della media considerando solo il rischio di mercato, tralasciando altre tipologie
di rischio comunque incidenti. Le scelte dell’investitore sono condizionate da
esclusivamente da questi due parametri. Si presuppone, quindi, che tutti gli investitori
agiscano sulla base dello stesso modello matematico. Gli investitori, giungono, quindi. In
via puramente teorica, alla formulazione di aspettative omogenee. Di fatto questo non
accade, in quanto, fenomeni di irrazionalità e l’utilizzo di altre tecniche previsionali
comportano la diffusione di aspettative diverse.
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Razionalità ed Avversione al Rischio. Il concetto di razionalità è descritto di seguito:
A parità di rendimento, l’investitore sceglierà il PTF a più basso rischio
A parità di rischio, l’investitore sceglierà il PTF a più alto rendimento
La teoria, inoltre, prevede la possibilità di operatori irrazionali, ma tale anomalia è eliminata
dalla compensazione di questi comportamenti, quindi dal loro reciproco annullamento che
mantiene valida la teoria. L’irrazionalità si traduce, invece, in propensione al rischio per un
gioco in perdita, avversità per un gioco in vincita. Questa evidenza, abbatte di fatto, un’altra
fondamentale ipotesi, vale a dire la distribuzione Gaussiana della varianza in un intorno
della media.
Orizzonte Temporale Uniperiodale. Questa assunzione deriva dall’esigenza di semplificare
la procedura matematica. Il fattore tempo è invece fondamentale, la frontiera efficiente si
sposta nel tempo imponendo un costante aggiornamento e monitoraggio del PTF di attività
costituito. La CMT fornisce un’immagine statica del PTF quando, invece, l’analisi dovrebbe
essere centrata su tecniche dinamiche.
Aspettative Omogenee. Come già detto, la moltitudine di strumenti previsionali utilizzati,
unita alla diffusa irrazionalità degli investitori, porta alla definizione di diversi risultati e
quindi di diverse aspettative “irrazionali”.
Esistenza di Investimenti Free-Risk. La CMT rispetto alla PTF Theory di Markowitz
introduce la possibilità di investire in titoli senza assumere rischi come permettono di fare i
titoli di stato per esempio oppure qualche combinazione sintetica di titoli, posta in essere sul
mercato dei derivati.
Concorrenza Perfetta. Il prezzo nasce dall’incontro tra domanda ed offerta. Tutti gli
investitori sono Price Takers, nessuno di loro, è in grado di influenzare il mercato con il
proprio comportamento. Questa ipotesi appare incontrastabile, ma in virtù, di quanto detto
con riferimento alle tipologie di trader, riscontriamo che alcuni di questi, per questioni di
professionalità e dimensioni, sono in grado di creare dei Sentiment di mercato, ovvero di
influenzare il comportamento di altri operatori. Vi sono, inoltre, alcuni operatori, che per
professione seguono il comportamento di altri, i Front Runners per esempio.
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Si evidenzia, infine, come da un lato, ci siano le capacità di influenzare il mercato, dall’altro
ci sia una propensione da parte di alcuni soggetti a lasciarsi influenzare. Questa situazione fa
decadere l’ipotesi di concorrenza perfetta, al meno in termini assoluti, in quanto, talvolta, i
prezzo di un’attività converge verso un prezzo obiettivo individuato da qualche importante
operatore di mercato.
Assenza di Costi di Transazione. In pratica, l’acquisto o la vendita di un’attività non avviene
mai al prezzo di equilibrio definito sul mercato. La presenza di frizioni costituisce la
principale determinante di queste differenze. La CMT non considera la presenza di tali costi,
articola, quindi, i suoi modelli matematici sul puro prezzo di equilibrio fornito dal mercato.
Prezzi Anticipatori. I prezzi di mercato anticipano le variazioni dei tassi d’interesse e
incorporano il livello di inflazione prima che questa venga oggettivamente rilevata. Inoltre,
la nozione deve essere ampliata anche al livello di informazione del mercato. Alla data di
comunicazione pubblica dell’informazione, il prezzo di un titolo, sconta già le aspettative di
mercato sul contenuto di tale informazione.
Condizione di Equilibrio dei Mercati di Capitali. I prezzi sono correttamente prezzati in
linea con il livello di rischio. Anche questa ipotesi è contrastata da alcune evidenze
empiriche e da alcuni inspiegabili effetti irrazionali di mercato.
Abbiamo definito l’ambito applicativo dei modelli di Asset Pricing, adesso, poniamoci dalla
parte dell’investitore e vediamo come operare le scelte che ci porteranno a costruire un PTF
conforme alla nostra propensione al rischio.
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9. CAPITAL MARKET LINE (CML)
La principale ipotesi che distingue il modello CMT da quello PT è quella che riguarda la
possibilità di investire senza assumere rischi.
r M σ
M
E (r ) Tasso di rendimento atteso del portafoglio
p
r Tasso di rendimento dell’attività Risk-Free
f
CML Capital Market Line
M Portfolio efficiente di mercato. Contiene tutti gli asset negoziabili sul mercato, rendimento e
rischio di M riflettono, quindi le condizioni di mercato
Come si può evincere dal grafico appena riportato, La retta CML parte da un rendimento
minimo rappresentato dal rendimento dell’attività risk-free ed articola una serie di combinazioni
possibili del portfolio in funzione dei parametri di rendimento atteso e rischio dell’attività
sottostante. Il punto M individua, il portafoglio di mercato. Il punto M è inoltre, divide, la CML in
de semirette, la prima parte rappresenta portafogli riconducibili a combinazioni di attività Risk Free
con il portafoglio M, la parte restante individua un insieme denominato Leveraged Portfolios
ottenuto dalla combinazione tra raccolta al tasso Risk Free (RF) e asset rischiosi.
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σ p
Come si può notare l’intera CML domina la frontiera efficiente, la combinazione tra attività
non rischiose ed attività rischiose permette all’investitore di ottenere un livello di utilità superiore a
quello individuabile attraverso la procedura di Markowitz. Il punto di tangenza tra CML e la curva
d’indifferenza più alta, massimizzerà l’utilità dell’investitore razionale Risk-Averse. Il portafoglio
M determina la ripartizione della ricchezza tra attività rischiose e non.
Per capire meglio quanto finora detto, addentriamoci, nella area matematica del modello
CML. La prima fondamentale distinzione riguarda la parte di ricchezza che l’investitore vuol
destinare alle attività RF, Wf, e la parte da destinare al rischio quindi al portafoglio di mercato,
Wm: Wf + Wm = 1
Wf = 1 – Wm
Otteniamo quindi un rendimento di portafoglio scomponibile tra rendimento e RF e
rendimento di mercato rispettivamente pesati per il livello di ricchezza che si vuol destinare a
ciascuna attività. Traducendo in formule quanto appena esposto avremo:
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Da notare come le attese di rendimento del portafoglio sono legate alle aspettative sul
extrarendimento di mercato rispetto all’attività RF. A questo punto, dobbiamo correttamente
dimensionare Wm. Il dimensionamento della parte di ricchezza da destinare al PTF di mercato è
dato dalla seguente relazione:
In pratica, il dimensionamento dipende dal rischio. In particolare, il dimensionamento della
parte di ricchezza da destinare al PTF di mercato dipende da una funzione che mette in relazione il
rischio di PTF rispetto a quello di mercato. Sostituendo otteniamo la retta CML:
Il valore differenziale che moltiplica Wm è definito come premio per il rischio.
Ricombinando opportunamente l’espressione, otteniamo un’altra espressione che evidenzia un altro
aspetto interessante:
Il prezzo di mercato del rischio è un importante indicatore fornito dal mercato che viene
denominato come Indice di Sharpe. Tale indicatore esprime l’extrarendimento per ogni unità di
rischio che viene assunto dal mercato. L’indicatore esprime il coefficiente angolare della CML. La
deviazione standard del PTF esprime, invece, il rischio complessivo dell’investimento, rischio, che
è scomponibile in due parti:
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Rischio Sistematico Non Diversificabile. Rappresenta la variabilità di un asset determinata
da fattori macroeconomici o di mercato. Questo rischio è una componente residua non
eliminabile attraverso lo Stock Picking
Rischio Specifico Diversificabile. Rappresenta la variabilità di un asset determinata da
fattori specifici riconducibili direttamente all’impresa. Questo rischio può, invece, essere
ridotto attraverso una selezione di titoli, attraverso un’attività di Stock Picking che avrà
come obiettivo quello di ricondurre il rischio di PTF al rischio sistematico
Si dimostra che un portafoglio costituito da almeno 20 attività scelte casualmente da settori
di mercato diversi, ha un rischio complessivo poco differente da quello sistemico. A questo punto,
quindi, il problema del dimensionamento di Wm è ascrivibile ad un problema di identificazione del
rischio sistematico.
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10. IL CO