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Estratto del documento

MP E

In corrispondenza della scelta ottimale si ha la determinazione contestuale della domanda del

fattore lavoro, E*, e dell’offerta di beni sul mercato, Y*.

Una variazione di W (supponiamo un aumento del salario monetario) porta ad un aumento del

salario reale, W/P. A livello grafico la retta di isoprofitto diventa più inclinata, quindi il punto

di tangenza si troverà in basso a sinistra (rispetto alla posizione iniziale):

- l’impresa riduce la domanda di lavoro, da E a E

0 1

- dato il vincolo tecnologico (K è dato, nel breve periodo), riduce l’offerta di beni sul

0

mercato, Y

Domanda aggregata di lavoro: poiché si assume che le imprese siano tutte identiche e il loro

, moltiplicando la domanda di

numero è dato, è possibile ottenere la domanda aggregata, D

E

lavoro della singola impresa per il numero delle imprese. Quindi D sarà una funzione

E

decrescente di W/P.

W/P Domanda aggregata di lavoro

D

E

E (occupazione)

3

(iii) equilibrio del mercato del lavoro (in concorrenza perfetta)

Nel modello neoclassico stilizzato (con perfetta informazione, flessibilità piena e istantanea di

P e W) l’interazione tra la domanda di lavoro e l’offerta di lavoro è sufficiente garantire il

raggiungimento della posizione di equilibrio:

Data la funzione di domanda di lavoro, D(W/P), decrescente rispetto al salario reale, e data la

funzione di offerta di lavoro, S(W/P), crescente rispetto al salario reale:

E* = D(W/P)* = S(W/P)*

dove E* è il livello di occupazione di equilibrio e (W/P)* è il salario di equilibrio, ovvero il

livello salariale in corrispondenza del quale tutti i lavoratori che al salario corrente desiderano

lavorare sono occupati, e tutte le imprese che al salario corrente vogliono impiegare lavoratori

riescono a farlo.

W/P S E

(W/P)* D

E

E* E (occupazione)

In questo mondo stilizzato, ogni aggiustamento è pieno e istantaneo: la flessibilità di W e di P

assicura la determinazione del salario reale di equilibrio, (W/P)*, in corrispondenza del quale

D (W/P) = S (W/P). In questo mondo non esiste disoccupazione. Ma non esiste nemmeno

E E

l’intervento dello stato; ovvero, non vi sono contributi versati dalle imprese e dai lavoratori

per il pagamento di varie prestazioni sociali (come malattia, infortuni, maternità, pensioni),

non è presente alcuna forma di tassazione sul lavoro, né vi sono contributi versati dallo stato a

favore delle imprese o dei lavoratori.

W/P S E Salario minimo = (W/P)

min

(W/P) Nel caso di fissazione del salario

min (reale) al di sopra del livello di

(W/P)* equilibrio (W/P)* si ha

disoccupazione in quanto:

D = E

E 1

S = E

E 2

E < E

1 2

D dove U = E – E

E 1 2

E* E E

E

1 2 4

In questo mondo non esiste disoccupazione, le variazioni del salario reale garantiscono che la

domanda e l’offerta di lavoro siano continuamente in equilibrio:

- l’analisi del mercato del lavoro perfettamente concorrenziale considera un mondo

senza “frizioni”, ovvero senza ostacoli alla piena flessibilità di W e P;

- questo significa che la presenza, ad esempio, della contrattazione collettiva (quindi di

sindacati) così come della legislazione del lavoro (che prevede un salario minimo, che

deve essere garantito per assicurare un minimo standard di vita) sono visti come un

ostacolo al funzionamento efficiente del mercato del lavoro.

Va detto che nessun economista considera il modello perfettamente competitivo – nei termini

della descrizione stilizzata qui presentata – utile per descrivere il funzionamento del mercato

del lavoro nel mondo reale. Piuttosto, questo modello, molto semplice e stilizzato, viene

utilizzato come modello ideale di riferimento, caratterizzato da proprietà ideali desiderabili

(piena occupazione, aggiustamento costante di quantità e prezzi, efficienza).

2. Il ruolo della politica economica (tasse, trattenute, sussidi) sull’equilibrio del mercato

del lavoro

2.1 Salario lordo e salario netto, costo del lavoro medio annuo e costo del lavoro orario

Nel mondo reale sia le imprese sia lavoratori versano nelle casse dello stato gli oneri

previdenziali ed assicurativi, i lavoratori pagano le tasse sul reddito la lavoro percepito, infine

vi possono essere dei sussidi da parte dello stato a favore delle imprese oppure a favore dei

lavoratori, il governo può imporre alle imprese di dare ai lavoratori dei benefici particolari, ad

esempio un certo numero di giorni di riposo retribuito all’anno, un ambiente di lavoro sicuro,

eccetera. Si cercherà ora di vedere come si modifica l’equilibrio nel mercato del lavoro in

presenza di un intervento da parte del governo.

Gli studenti sono invitati a chiarire i concetti qui semplicemente elencati analizzando quanto

riportato nel manuale alla Tabella 4.1 (Borjas 2010, pp. 108-109) e alla Tabella 4.2 (Borjas

2010, p. 109).

Si vedano le definizioni riportate nelle ultime due pagine di questi appunti.

Si vedano la tabelle 4.1 (Borjas 2010, pp. 108-109) e la tabella 4.2 (Borjas 2010, pp. 109).

E’ importante ricordare che per i lavoratori la scelta di quante ore di lavoro offrire sul mercato

dipende dal salario netto per unità di lavoro (ovvero quanto effettivamente mettono in tasca,

al netto degli oneri previdenziali e delle tasse, per unità di lavoro). Per le imprese, la decisione

relativa all’impiego del fattore lavoro dipende dal costo del lavoro per ora effettivamente

lavorata; nel computo del costo del lavoro entra pertanto il salario lordo, più tutti gli oneri

previdenziali a carico delle imprese, oltre al costo sopportato per le ore non lavorate ma

retribuite (per ferie, festività, permessi retribuiti, malattia, infortuni, gravidanza, formazione).

2.2 L’impatto di una trattenuta in busta paga a carico delle imprese

Consideriamo il modello stilizzato senza alcun intervento da parte del governo. Ipotizziamo

ora che venga deciso di imporre alle imprese il pagamento di una trattenuta sulla busta paga.

Per semplicità, ipotizziamo una trattenuta in cifra fissa pari a T. Questa trattenuta costituisce

un onere per le imprese che si aggiunge al salario pagato per ogni unità di lavoro utilizzata.

L’imposizione di una trattenuta a carico delle imprese modifica la soluzione di equilibrio sul

mercato in quanto aumenta, a parità di salario percepito dai lavoratori, il costo del lavoro.

5

E’ possibile rappresentare graficamente il caso di una imposizione di una trattenuta a carico

delle imprese. La posizione di equilibrio iniziale (senza trattenuta) corrisponde al punto A Il

punto di equilibrio finale (con trattenuta) corrisponde al punto B.

W/P S 0

(W/P) + T

1

(W/P) A

0

(W/P) B

1 D

0

D

1

E E E

1 0

Nel grafico, l’imposizione di una trattenuta a carico delle imprese è rappresentata dallo

spostamento della curva di domanda di lavoro verso il basso (da D a D ). Il livello salariale

0 1

precedente, (W/P) , non è in gradi di assicurare l’equilibrio sul mercato del lavoro: si ha un

0

eccesso di offerta di lavoro rispetto alla domanda. L’interazione tra domanda e offerta di

lavoro porta alla nuova posizione di equilibrio caratterizzata da: < (W/P) ,

un livello salariale più basso rispetto alla posizione iniziale, (W/P)

o 1 0

un costo del lavoro aumentato di T rispetto al salario pagato ai lavoratori,

o un livello occupazionale di equilibrio inferiore rispetto alla situazione iniziale: E < E

o 1 0

Si veda sul manuale la figura 4.2 (Borjas 2010, p. 111).

2.3 L’impatto di una trattenuta in busta paga a carico dei lavoratori

Si può ora considerare l’impatto dell’imposizione di una trattenuta quando questa va a gravare

sui lavoratori (anziché sulle imprese, come nel caso discusso in precedenza). Ipotizziamo

pertanto che il governo decida deciso di imporre ai lavoratori il pagamento di una trattenuta

sulla busta paga. Per semplicità, ipotizziamo una trattenuta in cifra fissa pari a T. Questa

trattenuta riduce il salario netto percepito dai lavoratori.

Nella rappresentazione grafica, l’imposizione di una trattenuta a carico dei lavoratori è

rappresentata dallo spostamento della curva di offerta di lavoro verso sinistra (da S a S ).

0 1

Anche in questo caso si osserva una differenza tra il costo del lavoro sostenuto dalle imprese e

il salario netto ricevuto dai lavoratori. Nel manuale (Borjas, fig. 4.3, p. 112) si assume (per

semplicità espositiva) che P = 1, quindi salario reale, W/P, e salario monetario, W,

coincidono.

La posizione iniziale di equilibrio (punto A) non è più raggiungibile. Il livello salariale di

equilibrio iniziale, (W/P) , non è in grado di assicurare l’equilibrio sul mercato del lavoro.

0 6

L’interazione tra domanda e offerta di lavoro porta alla nuova posizione di equilibrio (punto

B) caratterizzata da:

un salariale netto (quello in base al quale i lavoratori scelgono quante ore lavorare)

o inferiore a quello: ((W/P) – T) < W

1 0

un costo del lavoro più elevato del salario netto dei lavoratori: (W/P) > ((W/P) – T)

o 1 1 < E

un livello occupazionale di equilibrio inferiore rispetto alla situazione iniziale: E

o 1 0

W/P S Figura 1

1 S 0

(W/P) B

1

(W/P) A

0

-T

(W/P)

1 D

0

E E Occupazione

1 0

Si veda sul manuale la figura 4.3 (Borjas 2010, p. 112).

E’ possibile ora mettere a confronto i due casi: l’imposizione di una trattenuta a carico delle

imprese e l’imposizione di una trattenuta a carico dei lavoratori. Il risultato sul mercato del

lavoro è identico: si osserva in primo luogo un aumento del costo del lavoro e una riduzione

del salario netto, e in secondo luogo una riduzione del livello di occupazione.

Su questo punto si rimanda alla spiegazione presentata nel manuale (Borjas 2010, p. 113)

L’impatto di una trattenuta in busta paga (in termini di riduzione del salario netto e riduzione

dell’occupazione) sarà molto diverso se viene fatto su mercati con una curva di offerta molto

elastica (es. per la forza lavoro femminile) o su mercati con una curva di offerta inelastica (es.

per la forza lavoro maschile, nelle fasce di età centrali).

Per capire perché l’elasticità dell’offerta di lavoro è cruciale nel determinare il diverso

impatto di una trattenuta è utile considerare il caso limite con la curva dell’offerta di lavoro

completamente inelastica (ovvero, insensibile a variazioni nel salario).

Su questo punto gli studenti sono invitati a commentare le due figure qui di seguito riportate

(una con curva di offerta elastica e una con curva di of

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
12 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Zaba91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Villa Paolo.