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Uniti per poi estendersi a tutto il mondo. Organizzazioni sindacali

All'inizio del ventesimo secolo il diritto dei lavoratori di riunirsi in associazioni e contrarre collettivamente era riconosciuto in quasi tutti i paesi e le organizzazioni dei lavoratori detenevano un potere considerevole nel mercato del lavoro.

Capitolo quattordicesimo. Disintegrazione dell'economia internazionale

I mutamenti politici del periodo appena anteriore alla prima guerra mondiale furono talmente repentini da causare conseguenze altrettanto repentine nelle variabili economiche, cosicché i livelli di benessere raggiunti dalla società fino a quel momento furono spazzati radicalmente via e il loro ritorno fu una fatica a dir poco estenuante.

La prima guerra mondiale agli occhi dei contemporanei appare come un tragico preludio alla seconda guerra mondiale, anche se per i risvolti economici ad essa legati non fu seconda alla successiva guerra mondiale. Il suo costo diretto è stimato in circa...

230 miliardi di dollari mentre i danni ammontarono a 150 mld localizzati in gran parte nell'Europa orientale e in alcune regioni dell'Italia e della Francia. Oltre ai danni alle infrastrutture sono da ricordare anche l'eccessivo deprezzamento ed esaurimento degli impianti e delle attrezzature industriali e la fine di gran parte delle relazioni economiche internazionali che avevano caratterizzato il secolo precedente. Quest'ultimo molto probabilmente fu il danno maggiore in quanto da una economia fondamentalmente basata sul libero scambio si passa ad un sistema di relazioni internazionali maggiormente selezionato dagli stati. Infatti all'inizio del secolo e prima che il conflitto prendesse piede Stati Uniti, Inghilterra e Germania si dividevano gran parte del commercio internazionale. All'inizio del conflitto i tedeschi cercarono di mantenere le relazioni commerciali con gli Stati Uniti ma in questo furono ostacolati dalla Gran Bretagna. Nel tentativo di

Limitare anche gli approvvigionamenti britannici, i tedeschi cominciarono ad attaccare le navi britanniche con l'utilizzo dei sommergibili, ma ciò urtò profondamente gli Stati Uniti che si videro chiusi dall'Europa, cosicché decisero di entrare in guerra. Come conseguenza di ciò, molti paesi d'oltremare cominciarono a produrre in proprio molti prodotti europei, proteggendone le relative industrie anche successivamente alla conclusione del conflitto, il che ebbe come conseguenza un ulteriore rallentamento dei traffici commerciali anche successivamente alla fine della guerra. La guerra sconvolse inoltre l'equilibrio dell'agricoltura mondiale. L'aumento della domanda di derrate alimentari fu talmente elevato nel periodo di guerra che costrinse molti agricoltori americani ad indebitarsi per comprare nuove terre, ma la fine della guerra e la conseguente discesa dei prezzi costrinse molti di loro a chiudere bottega.

nell'impossibilità di estinguere le proprie ipoteche. Oltre a perdere i mercati esteri, i paesi belligeranti europei subirono un'ulteriore emorragia di entrate nel settore delle spedizioni marittime e dei servizi. Infatti, la marina mercantile britannica, imbottigliata come era dalla furia belligerante tedesca, perse la sua leadership incontrastata sui mari, proponendo gli Stati Uniti ai vertici delle spedizioni navali. Altra grave perdita causata dalla guerra fu quella dei profitti derivanti dagli investimenti esteri. Prima della guerra, la Gran Bretagna importava più delle esportazioni e il surplus negativo era ricoperto dagli investimenti esteri. E così pure la Germania. Tutti e due i paesi furono costretti durante la guerra a vendere gran parte degli investimenti per finanziare lo sforzo bellico. Altro stravolgimento causato dal conflitto all'economia mondiale derivò dall'inflazione causata dai prestiti contratti durante il periodo bellico che.

Costrinse molti paesi europei ad abbandonare il gold standard ad eccezione degli Stati uniti. La pace di Parigi anziché risolvere i gravi problemi causati dalla guerra finì per inasprirli. L'errore dei pacificatori fu quello di favorire la crescita del nazionalismo economico e accentuare i problemi monetari e finanziari. I singoli trattati di pace presero il nome dei sobborghi di Parigi in cui vennero firmati. Il più importante fu il trattato di Versailles con la Germania. Questo restituiva l'Alsazia-Lorena alla Francia e con altri aggiustamenti di confine la Germania fu privata del 13% del territorio prebellico. La Germania dovette anche cedere la marina da guerra, la maggior parte della flotta mercantile ed un grosso quantitativo di locomotive e vagoni ferroviari. L'aspetto più umiliante del trattato fu la clausola della responsabilità della guerra con cui la Germania si dichiarava responsabile dei danni causati dalla stessa.

Giustificava gli Alleati a richiedere le riparazioni "monetarie" sebbene non ci fosse accordo sul loro ammontare. Lo smembramento dell'impero austroungarico provocò la nascita di due nuovi Stati: Austria ed Ungheria. Altri due nuovi Stati nazione furono la Cecoslovacchia e la Polonia. L'Italia ottenne Trieste, il Trentino ed il Sud Tirolo. L'impero austroungarico, per quanto politicamente anacronistico, aveva un'importante funzione economica in quanto permetteva l'esistenza di un'ampia area di libero scambio nel bacino del Danubio. I nuovi Stati nati dallo smembramento dell'impero erano gelosi l'uno dell'altro e timorosi del dominio di grandi potenze, cosicché si posero l'obiettivo dell'autosufficienza. Il massimo dell'assurdo si ebbe col blocco dei trasporti. Subito dopo la fine del conflitto, con le frontiere contestate, ciascun paese rifiutò di far partire treni presenti sul loro territorio.

Per qualche tempo i traffici si fermarono quasi completamente, il tempo e gli accordi permisero di superare questi eccessi di nazionalismo. Il nazionalismo economico però non era prerogativa unica degli stati nati dallo smembramento degli imperi. Infatti la Russia durante la guerra scomparve completamente dal commercio internazionale per riaffacciarsi successivamente in una veste completamente rinnovata con lo stato unico compratore e venditore negli scambi internazionali. In occidente i paesi che da tempo fondavano la loro economia sugli scambi commerciali intrapresero misure fortemente protezionistiche quali imposizioni di dazi sui prodotti da importare e sussidi all'esportazione. I dazi rimasero anche dopo la guerra e anziché diminuire teserò all'aumento. Gli stati Uniti che già prima della guerra avevano dazi relativamente elevati, li portarono alla fine delle ostilità a livelli mai visti. Le conseguenze nefaste di questo neomercantilismo.

furono un livello di scambi addirittura inferiore a quello registrato nel 1900. Le conseguenze fondamentali di questo nuovo atteggiamento economico furono pressoché simili in tutti gli stati: livelli di produzione edel reddito notevolmente più bassi. Inoltre i disordini monetari e finanziari provocati dalla guerra e aggravati dai trattati di pace condussero col tempo ad un completo collasso dell'economia internazionale e su questo problema incise in maniera sostanziosa il nodo delle riparazioni ovvero come suddividersi i premi di riparazione tra gli alleati. Bisogna anzitutto dire che la Gran Bretagna fino al 1917 era stata la maggiore finanziatrice bellica degli alleati. A questa subentrarono gli Stati Uniti nel ruolo di principali finanziatori. Alla fine delle ostilità il debito di guerra interalleatiammontava ad oltre venti miliardi di dollari, metà dei quali erano stati prestati dal governo statunitense. La gran Bretagna aveva anticipato 7,5 mld di.dollari e la Francia circa 2,5. Questi stati si aspettavano che dopo la guerra questi prestiti sarebbero stati cancellati considerando anche il fatto che gli stati uniti erano entrati tardi in guerra e avevano sacrificato meno uomini e meno armi. Tuttavia gli stati Uniti considerarono i prestiti come un'iniziativa commerciale acconsentendo dopo la guerra solo alla riduzione degli interessi e all'allungamento del periodo di rimborso. A questo punto si riaffacciò la questione delle riparazioni. La Francia e la Gran Bretagna pretesero che la Germania pagasse non solo i danni arrecati ai civili ma anche l'intero costo sopportato dai governi alleati per la prosecuzione della guerra in modo da azzerare i debiti con gli Stati uniti. L'atteggiamento degli Stati uniti non mutò: essi pretendevano tutti i prestiti concessi comprensivi di interessi. La situazione terminò con il completo accollo dei debiti di guerra da parte della Germania. I tedeschi durante

Le diatribe cominciarono a pagare sia in contanti che in natura e prima che fosse reso esecutivo il passivo di guerra. Nel 1921 il passivo fu dichiarato a 33 mld di dollari pari quasi al doppio del reddito nazionale tedesco. Un così alto onere a carico della Germania derivava dal fatto che, con l’indebolimento delle singole economie nazionali, la Gran Bretagna e la Francia avrebbero potuto rimborsare i prestiti statunitensi solo ricevendo dalla Germania una somma equivalente a titolo di riparazioni. Tuttavia la Germania non poteva, debole come era economicamente, permettersi una simile pressione ed alla fine del 22 sospese i pagamenti. La risposta degli alleati fu quella di occupare le miniere di carbone e farsi consegnare il carbone. I tedeschi risposero con la resistenza passiva. Il governo però nel tentativo di indennizzare i lavoratori iniziò a stampare enormi quantitativi di moneta aprendo la strada ad una smisurata inflazione. Il marco che nel gennaio del 1923

era scambiato a 493 per dollaro, alla fine dello stesso anno ci volevano esattamente 4,2 trilioni di marchi per dollaro. A quel punto le autorità monetarie tedesche ritirarono il marco dalla circolazione sostituendolo con la rentenmark equivalente ad un trilione di vecchi marchi. Le dannose conseguenze dell'inflazione non poterono essere esclusivamente confinate alla Germania. Anche Austria, Polonia e Francia ebbero enormi danni dalle tendenze inflazionistiche di quell'economia. La disastrosa inflazione provocò cicatrici profonde nella società tedesca sotto forma di una drastica ridistribuzione del reddito e della ricchezza. Anche nella Gran Bretagna i problemi assunsero dimensioni inquietanti, basti semplicemente pensare al fatto che la Gran Bretagna dipendeva strettamente dal commercio internazionale e per l'approvvigionamento delle materie prime e come fonte principale di reddito. Tutto ciò portò ad un livello di disoccupazione cheraggiunse livelli altissimi. I provvedimenti presi dal governo per affrontare i problemi economici furono timidi e inefficaci e l'unica soluzione per la disoccupazione fu il sussidio, fin troppo oneroso per un bilancio già sottoposto a tensioni eccessive. Altro problema da risolvere fu quello monetario derivante dall'abbandono del gold standard nel 1914. Le maggiori disc
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A.A. 2008-2009
39 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Favero Giovanni.