Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Relazione tra produttività e salari
Generalmente, i paesi con bassi salari sono caratterizzati da bassa produttività, mentre i paesi con alti salari hanno alta produttività. Ciò significa che all'aumentare della produttività aumenta anche il salario, esistendo una relazione positiva tra produttività e salari.
Il confronto tra salari relativi e produttività relative ci permette di capire i divari produttivi tra paesi. Nei settori a maggior contenuto di tecnologia, saranno i paesi con maggiore produttività a produrre ed esportare tali beni. Nei settori più maturi, in cui la tecnologia è più anziana, il salario relativo è la variabile che fa sì che questi beni siano prodotti ed esportati dai paesi con i salari relativamente più bassi.
Il modello ricardiano è un modello statico, in cui i coefficienti tecnici di produzione sono costanti.
neltempo (ipotesi di base). Il mondo è caratterizzato da progresso tecnologico, che determina una variazione in diminuzione dei coefficienti tecnici. L'insieme delle possibilità produttive di ciascun paese si amplia. Il progresso tecnologico può modificare i vantaggi comparati dei paesi, invertendo la direzione dei flussi commerciali. Potrebbe invertire i flussi commerciali quando riesce a ribaltare i ruoli nel commercio. Il modello ricardiano con molti beni Supponiamo ora che esistano N beni. L'ammontare di lavoro per unità di bene i: - Nel paese H è li - Nel paese F è *li I beni verranno prodotti laddove ciò può avvenire a costi inferiori. Sia w il salario in H e w* il salario in F. Se: *l1/ l1 > w/w* La produttività relativa di H nella produzione del bene 1 è maggiore del salario relativo, il bene 1 sarà prodotto nel paese H. Come si determina il salario relativo? Attraverso l'offerta relativa.e la domanda relativa di lavoro. La domanda relativa (derivata) di lavoro H diminuisce al crescere di w/w* (perché se le imprese dovranno pagare un salario più alto chiederanno meno lavoratori): in ipotesi in cui il lavoro H diventa più caro (aumento salario relativo a causa dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro) relativamente al lavoro in F. I beni prodotti in H diventano più cari e la domanda di questi beni, e quindi del lavoro necessario a produrli si riduce; meno beni vengono prodotti in H, il che riduce ulteriormente la domanda di lavoro nel paese per farla però aumentare in F. Considerate un aumento di w/w* da 0,75 a 10: la domanda relativa avrà un andamento a gradini. Supponiamo che l'offerta relativa di lavoro non dipenda da w/w*, ma sia fissa al livello determinato dalla popolazione di H e F (L/L*). All'aumentare del salario, sempre di più i prodotti verranno prodotti dall'altro paese. Il salario relativo.è determinato dall'incontro tra la domanda relativa e l'offerta relativa. I limiti del modello ricardiano sono i seguenti: - Non considera gli effetti del commercio internazionale sulla distribuzione del reddito all'interno dei paesi; - Non considera come causa dello scambio la differenza di risorse; - Trascura il possibile ruolo delle economie di scala, lasciando non spiegati i flussi commerciali tra paesi simili; - È un modello a rendimenti di scala costanti, prevedendo che i paesi si specializzino completamente nella produzione, ma questo si verifica raramente per tre ragioni: - La presenza di più di un fattore di produzione riduce la tendenza alla specializzazione completa; - Le politiche commerciali; - I costi di trasporto riducono o impediscono il commercio e questo può far sì che ciascun paese produca gli stessi beni o servizi. Tiriamo le somme: cos'è il modello ricardiano? Il modello di Ricardo è un modello nel quale il commercio è determinato dall'incontro tra la domanda relativa e l'offerta relativa.Il commercio internazionale avviene a seguito della specializzazione dei paesi nei settori in cui hanno un vantaggio comparato. Il vantaggio comparato è definito da un costo opportunità nel settore di produzione inferiore. Il costo opportunità all'interno del settore è costante ed è quindi rappresentato da rette. Uno dei limiti è che non tiene conto del reddito all'interno dei paesi perché c'è un solo fattore produttivo. Non prende in considerazione l'eventuale differenza di risorse produttive che possono caratterizzare i Paesi. È poi un modello che assume concorrenza perfetta.
Il modello a fattori specifici supera alcune ipotesi ed assunti del modello di Ricardo. Il primo elemento di innovazione rispetto al modello precedente è l'introduzione di fattori specifici che ci permette di capire come funziona e cosa causa la ridistribuzione di ricchezza: alcuni paesi quindi perdono nel commercio internazionale.
ed altri guadagnano. Le cause principali per cui il commercio internazionale ha effetto negativi rilevanti sulla ridistribuzione del reddito di un paese sono due: 1. Le risorse produttive non possono essere spostate immediatamente e senza costi da un settore ad un altro, conseguenza di breve periodo. 2. I settori sono diversi in termini di fattori produttivi richiesti, conseguenza di lungo periodo. Il modello a fattori specifici prevede un impatto del commercio sulla distribuzione del reddito. È un modello 2x3 e prevede due beni: cibo e stoffa; tre fattori della produzione: lavoro L, capitale K, terra T; mercati perfettamente concorrenziali. CASO: Giappone: https://www.risoitaliano.eu/giappone-assediato-dal-riso-low-cost/ Il riso oggi è assediato da riso straniero a basso costo. Ciò ha portato ad un decremento della produzione di riso cinese e di conseguenza un aumento del prezzo locale. Questo ha portato quindi all'introduzione di riso importato che ancheSu suolo cinese viene venduto a costo basso. Nel 2018 il Giappone ha firmato il partenariato transpacifico, tra i quali promotori c'è stata l'Australia, magli USA. L'accordo prevede l'accesso a condizioni di libero scambio, ovvero senza dazi ai mercati dei paesi partecipanti. Alcuni importatori giapponesi hanno riscontrato un vantaggio nell'importazione di cibo che può quindi essere venduta a prezzi più bassi rispetto al riso locale. La produzione del riso giapponese è ad oggi sempre più destinata al fine di mangime piuttosto che al riso umano. Questo implica che il riso umano diventa sempre più raro e costoso e allo stesso tempo implica una ridistribuzione del reddito. I produttori di riso giapponese vedranno infatti ridotta la loro quota di mercato. Se la loro posizione sul mercato è insediata dall'offerta estera a basso costo, parte della domanda locale verrà accolta da questi nuovi importatori.
E tralasciano il riso giapponese che è molto caro. Ecco quindi che gli importatori vedranno il loro reddito aumentare, mentre i produttori locali lo vedranno ridotto.
Il modello a fattori specifici non
La stoffa viene prodotta utilizzando capitale e lavoro ma la terra; o non
Il cibo viene prodotto utilizzando terra e lavoro ma capitale; o Il lavoro è un fattore mobile che si può spostare fra i due settori; o Il capitale è il fattore specifico del settore stoffa, mentre il capitale è fattore specifico del settore cibo. Il lavoro è invece aspecifico.
Ci chiediamo ora quante quantità di ogni bene produce l'economia.
La funzione di produzione della stoffa è quella relazione che lega la quantità di stoffa che può essere prodotta data qualsiasi combinazione di capitale e lavoro: Qs=Qs(K, Ls)
Dove: Qs è la quantità di stoffa prodotta, K è lo stock di capitale, Ls è la forza lavoro impiegata nel
settore tessile Per il settore del cibo abbiamo invece la funzione di produzione del cibo che indica la quantità di cibo che può essere prodotta data qualsiasi combinazione di terra e lavoro: Qc=Qc(T, Lc) Qc è la produzione totale di cibo T è l'offerta di terra coltivabile Lc è la forza lavoro dedicata alla produzione di cibo Dobbiamo capire come cambia il mix produttivo dell'economia quando il lavoro si sposta da un settore all'altro. In genere quando il lavoro si sposta dal settore alimentare a quello tessile la produzione di cibo diminuisce e quella di stoffa aumenta (e viceversa). Se la produzione di stoffa impiega capitale e lavoro e io incremento solo il lavoro: il prodotto marginale di ogni lavoratore o ogni ora lavorata in più è sempre più piccola Rendimenti Marginale Decrescenti dei fattori produttivi. Questo significa che la funzione è crescente ad un tasso decrescente. Chiaramente lo stessovale per il settore del cibo. La legge dei rendimenti marginali decrescente ci dice che l'aggiunta di un lavoratore implica che ognuno abbia a disposizione una quantità di capitale inferiore con cui lavorare. Di conseguenza ogni successivo incremento di lavoro genererà un aumento di produzione minore rispetto al precedente. L'inclinazione della funzione di produzione rappresenta il prodotto marginale del lavoro cioè la quantità aggiuntiva di prodotto generata aumentando di una unità la quantità di lavoro. Il prodotto marginale del lavoro diminuisce all'aumentare del lavoro impiegato. Questa curva è l'antenata della domanda di lavoro nel settore della stoffa (espressa sulla base del costo del lavoro). Per l'economia nel suo complesso, il lavoro totale occupato deve essere pari alla somma dell'offerta totale di lavoro L: Lc+Ls=L. Utilizzando questa equazione si può derivare lafrontiera delle possibilità produttive dell'economia ovverole massime quantità prodotte di cibo e stoffa in autarchia.Le possibilità produttive:
I quadranti:
IV: funzione di produzione della stoffa
II: funzione di produzione del cibo
III: allocazione del lavoro dell'economia
I: frontiera delle possibilità produttive dell'economia
Minoto 27... La frontiera delle possibilità produttiva era una retta nel modello di ricardo: i coefficienti tecnici di produzione erano sempre gli stessi a prescindere dalla scala produttiva. Nel modello a fattori specifici tiene in considerazione la scala produttiva: ogni lavoratore in più produce sempre meno la produttività marginale è decrescente. Questo è il motivo per cui la frontiera delle possibilità produttive in questo modello è