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LA REGOLAMENTAZIONE DEL SISTEMA FINANZIARIO

I rischi dell'attività di intermediazione

1. Gli obiettivi gli strumenti della regolamentazione

2. Gli organi di controllo

3. L'evoluzione della regolamentazione

4. La normativa

5. Basilea 1

6. Basilea 2

7. Basilea 3

8. I rischi dell'attività di intermediazione

1.

Agli operatori economici, il sistema finanziario offre contratti di investimento e di finanziamento

con caratteristiche di liquidità, scadenza e rischio ovviamente diverse, essendo diverse le preferenze

e le funzioni di domanda degli operatori in deficit e degli operatori in surplus finanziario. I rischi

finanziari sono così classificabili:

a) rischio di credito: qualsiasi attività di finanziamento è esposta ad un rischio di credito, cioè

alla possibilità che il debitore non assolva alle obbligazioni previste;

b) rischio paese: rischio di credito che una banca assume quando presta fondi o acquista

un'attività finanziaria emessa da una impresa che opera in un paese estero;

c) rischio di liquidità: rischio collegato alle difficoltà dell'operatore di far fronte

tempestivamente ed economicamente alle uscite di cassa. La banca è soggetta al rischio di

un ritiro non previsto di depositi e alla necessità di reperire in modo tempestivo la

corrispondente quantità di moneta (banking liquidity risk). Il rischio di liquidità può

assumere due fattispecie: la prima è il cosiddetto funding liquidity risk, che si verifica

quando la banca trova difficoltà nel raccogliere risorse liquide, per esempio sul mercato

interbancario. La seconda è il market liquidity risk che si manifesta quando vi sono difficoltà

nel reperire la necessaria liquidità sui mercati tramite la cessione di titoli;

d) rischio di mercato: il rischio di mercato corrisponde al rischio di fluttuazioni nei valori delle

attività finanziarie, dovute ai mutamenti nelle condizioni di mercato;

e) rischio di interesse: il valore di mercato di un'attività finanziaria può variare per effetto di

variazioni dei tassi di interesse. Essendo il valore di un'attività finanziaria definito come la

somma dei flussi di cassa scontati a un tasso di interesse di mercato, variazioni nel valore di

quest'ultimo determinano fluttuazioni nel valore dell'attività, tanto maggiori quanto più

lontana è la sua scadenza;

f) rischio di cambio: variazione di valore di un'attività finanziaria, denominata un una valuta

estera, che subisce per effetto dell'oscillazione del tasso di cambio tra valuta nazionale e

valuta estera;

g) rischio operativo: riguarda il funzionamento dell'impresa in generale, malfunzionamento dei

sistemi operativi;

h) rischio di controparte: il rischio di controparte può emergere quando un operatore adempie

alla sua prestazione prima di ricevere la controprestazione, correndo quindi il rischio che il

contratto stipulato non venga chiuso.

Gli obiettivi e gli strumenti della regolamentazione

2.

Obiettivi Gli obiettivi della regolamentazione sono da ricollegarsi alle funzioni svolte dal sistema

finanziario ed in particolare dagli intermedi bancari: monetaria, creditizia e di trasmissione degli

impulsi della politica monetaria.

a) Tutela dei risparmiatori → i risparmiatori sono contraenti deboli di ogni transazione

finanziaria e come tali meritevoli di tutela.

b) Stabilità dei singoli intermediari e del sistema finanziario nel suo complesso → si tratta di

un obiettivo teso sia a rafforzare la tutela dei risparmiatori, sia ad evitare situazioni di crisi

di singoli intermediari finanziari che, propagandosi a diversi intermediari con il cosiddetto

effetto domino, possono compromettere l'esecuzione delle funzioni del sistema finanziario

stesso.

c) Efficienza → riguarda il buon funzionamento dei circuiti di intermediazione. L'efficienza

allocativa consiste nella capacità di destinare le risorse finanziarie scarse ai programmi di

investimento più redditizi. L'efficienza tecnico-operativa riguarda la ricerca di minori costi

operativi da parte degli intermediari e dei mercati finanziari, con l'obiettivo di ridurre il

costo dell'intermediazione per i clienti. L'efficienza informativa riguarda soprattutto il

mercato mobiliare e indica la capacità dei prezzi delle attività finanziarie di riflettere tutte le

informazioni disponibili.

d) Correttezza e trasparenza dei comportamenti degli intermediari → questo obiettivo è

strettamente collegato a quello della tutela dei risparmiatori, soprattutto nei confronti del

rischio di conflitto di interesse.

Gli obiettivi della regolamentazione assumono rilevanza differente, in relazione ai circuiti

dell'intermediazione, diretto e indiretto.

e) Nel canale indiretto, l'intervento regolamentare e di controllo risulta più incisivo ed è in

primo luogo mirato a conseguire la stabilità degli intermediari bancari. Questo obiettivo

della cosiddetta vigilanza bancaria si ricollega in particolare al ruolo di controparte diretta

dei risparmiatori che le anche hanno nell'ambito della funzione creditizia; alla funzione

monetaria da loro svolta con l'emissione di passività con natura monetaria, la moneta

bancaria appunto, e la gestione del sistema dei pagamenti. Per quanto concerne la funzione

monetaria, le passività con natura monetaria emesse dalle banche sono accettate dal

pubblico in virtù del cosiddetto rapporto fiduciario che si instaura tra le banche ed i

risparmiatori, basato appunto sulla fiducia del pubblico che le banche siano in grado di fare

fronte alla conversione delle loro passività in moneta legale. Obiettivo della vigilanza

bancaria è anche quello di evitare che situazioni di crisi di una sola banca si ripercuotano

sull'intero sistema generando crisi a catena.

f) Per quanto riguarda gli scopi della regolamentazione in relazione al canale di

intermediazione diretto, gli obiettivi principali sono quelli di assicurare agli investitori le

informazioni necessarie per effettuare in modo efficiente le decisioni di investimento e di

garantire correttezza e trasparenza nel comportamento degli intermediari. In questo ambito,

la funzione di regolamentazione e controllo opera lungo tre direttrici: mercati, intermediari

ed emittenti. L'obiettivo della regolamentazione per i mercati, è quello di assicurare la tutela

degli investitori e la trasparenza, nonché l'ordinato ed efficiente svolgimento delle

negoziazioni per la salvaguardia della stabilità del mercato stesso. La tendenza in atto nei

diversi contesti è per una separazione tra la funzione organizzativo-gestionale e quella di

supervisione dei mercati. La prima è svolta da apposite società di emanazione degli stessi

intermediari che operano nell'ambito della cosiddetta autoregolamentazione. La seconda

rimane alle autorità di settore. Nel caso della regolamentazione degli intermediari mobiliari,

l'obiettivo di stabilità è posto in relazione alla tipologia e al grado di rischio assunto.

Maggior rilevanza viene assunta dagli obiettivi di trasparenza e di correttezza del

comportamento a tutela dei risparmiatori. Con riferimento infine agli emittenti, gli oneri

regolamentari imposti mirano a garantire che l'accesso del mercato finanziario con

sollecitazione del pubblico risparmio sia consentito a chi rispetta regole che garantiscano la

massima informazione da fornire agli investitori, nonché correttezza e trasparenza dei

comportamenti.

Gli strumenti La funzione di vigilanza utilizza tre tipi di strumenti: regolamentari, informativi e

ispettivi. Le tipologie di controlli che rientrano nella vigilanza regolamentare sono: controlli

strutturali, prudenziali e di correttezza e trasparenza.

I controlli strutturali sono utilizzati per definire o modificare la morfologia del comparto finanziario

interessato. Questa categoria di strumenti si suddivide:

i. controlli all'entrata, regole più o meno discrezionali per l'accesso all'attività;

ii. vincoli all'operatività, limitare o impedire alcune tipologie di attività;

iii. condizioni per effettuare operazioni, vengono dettate modalità di condotta per l'effettuazione

di operazioni, quali, nel caso delle banche, l'apertura di sportelli, le fusioni e le

acquisizioni.

I controlli prudenziali sono utilizzati per monitorare i rischi assunti dagli intermediari e limitarne

l'esposizione. Possono agire su grandezze dell'attivo oppure del passivo: il principale di essi

riguarda l'adeguatezza del patrimonio degli intermediari.

I controlli di trasparenza e correttezza, che costituiscono la cosiddetta fair regulation, sono effettuati

principalmente in due ambiti. Il primo riguarda le caratteristiche dei rapporti negoziali tra la

clientela e l'intermediario e la specifica delle condizioni applicate; il secondo è relativo in modo

particolare alle operazioni in titoli e alla modalità per garantire che esse siano svolte nell'interesse

del cliente.

Gli organi di controllo

3.

Le autorità di controllo perseguono le finalità generali della funzione di vigilanza, intervenendo con

gli strumenti sopra individuati cercando di introdurre parità di trattamento a parità di funzione

svolta da intermediari diversi , secondo il principio noto come levelling the playing field. In molti

paesi si è iniziato a passare ad una impostazione per finalità della vigilanza, che vede attribuiti ad

autorità diverse i controlli di stabilità sugli intermediari rispetto a quelli di correttezza e trasparenza

e di tutela della concorrenza.

Alla Banca d'Italia competono i controlli di stabilità. I controlli sulla correttezza e trasparenza per

operazioni su strumenti finanziari competono invece alla Commissione Nazionale per le Società e la

Borsa (CONSOB).

La Banca d'Italia partecipa alla conduzione della politica monetaria unica quale membro del SEBC,

mantiene le funzioni affidatele dall'attuale legislazione: vigilanza bancaria e creditizia, supervisione

dei mercati e sorveglianza sui sistemi di pagamento.

Alla Consob aspetta la vigilanza sulla trasparenza e la correttezza dei comportamenti degli

intermediari. Esercita la vigilanza con poteri regolamentari, amministrativi e di controllo, sugli

elementi per aspetti che vanno dalla sollecitazione all'investimento, all'informazione societaria, agli

assetti proprietari, alla tutela delle minoranze, al ruolo del collegio sindacale, alla revisione

contabile.

Comparto assicurativo → Isvap

Fondi pensione → Covip

Antitrust → Autorità garante della concorrenza e del mercato.

L'evoluzione della regolamentazione

4.

Legge sulle Sim → Società di intermediazione m

Dettagli
A.A. 2014-2015
10 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pietro Paolo Piccoli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Geretto Enrico.