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SICAV
Sono società per azioni (SpA) che hanno un oggetto sociale esclusivo. Quindi, essendo una SpA, ha autorità giuridica (quindi, non c'è separatezza patrimoniale tra patrimonio e gestore) e si autogestisce (non c'è un soggetto che gestisce il patrimonio, ma è la società stessa con i suoi dipendenti).
La raccolta del risparmio presso il pubblico avviene mediante l'emissione di azioni e l'investimento in strumenti finanziari quotati e non.
L'aderente ad una SICAV non deterrà quote come nel fondo comune, ma azioni. Quindi, con lo stesso profilo di diritti economici e patrimoniali di un'azionista di una qualsiasi SpA.
Sotto il profilo del valore dell'investimento, il principio è lo stesso: numero di azioni * valore azioni. Quindi, profilo di investimento: paragonabile a quello dei fondi aperti.
Il valore delle azioni dipende dagli investimenti effettuati dalla SICAV. (GUARDO SOPRA IN COSA INVESTE)
Valore azione = numero di azioni∈circolazione
Facciamo una precisazione sul profilo di investimento in portafoglio. Cioè in che modo si esplica il vantaggio della gestione di portafoglio.
PORTAFOGLI DI STRUMENTI FINANZIARI
Un aspetto primario è legato al fatto che la miglior composizione di titoli non si ottiene scegliendo i migliori titoli in assoluto (= che hanno dato le migliori performance in passato) perché bisogna guardare congiuntamente rischio e rendimento.
Quindi, la migliore asset allocation non si ottiene scegliendo i migliori titoli in assoluto!
Es: 1.18.05-1.18.30
Allora, nella composizione del portafoglio si deve tenere conto dei rendimenti, ma anche dei rischi.
In particolare, di come si relaziona il rischio specifico dei singoli titoli.
Quindi, i titoli di un portafoglio devono essere scelti considerando opportunamente:
I loro rischi specifici: essi sono quella parte di aleatorietà del prezzo che è legata a quell’emittente,
a fattori specifici del titolo che stiamo considerando; La correlazione tra i singoli rischi specifici: ovvero, se investo- esclusivamente in titoli del mercato immobiliare, se questo va bene, verosimilmente tutti i titoli tenderanno a crescere (correlazione positiva); ma se va male, tutti i titoli tenderanno ad avere una dinamica negativa (correlazione negativa). Quindi, la correlazione può manifestarsi come: + 1 = perfetta correlazione positiva : caso in cui mercato immobiliare va bene e tutti i suoi titoli salgono. Cioè, i titoli si muovono nella stessa direzione e nella stessa intensità; -1 = perfetta correlazione negativa ad esempio,: caso in cui, un titolo ha una dinamica positiva di 2 punti percentuali e un altro titolo ne ha una negativa di 2 punti percentuali. Quindi, la variazione è della stessa intensità, ma di segno opposto. Allora, la diversificazione di portafoglio ottiene i risultati sperati se cerchiamo di andare il più possibile nellasituazione di perfetta correlazione negativa. Quindi, il peggior portafoglio che possiamo costruire è quello dove si ha una correlazione positiva! Quindi, il peggiore portafoglio è quello caratterizzato da titoli con perfetta correlazione positiva dei loro rischi specifici. Il miglior portafoglio è quello che combina titoli con perfetta correlazione negativa dei loro rischi specifici. In particolare, il beneficio della diversificazione è quando un portafoglio diversificato ha un rischio di portafoglio inferiore alla media ponderata dei rischi dei titoli che lo compongono. Allora, il peggior portafoglio che potremmo fare dove si hanno tutti i titoli che si muovono nella stessa direzione, avrà un rischio di portafoglio pari alla media ponderata dei rischi dei singoli titoli. Rendimento di portafoglio (è comunque) = alla media ponderata dei rendimenti dei titoli che lo compongono. E questo vale sia se il portafoglio è diversificato, sia se non lo è. Quindi,il rendimento di portafoglio non è influenzato dalla diversificazione. Quest'ultima impatta sul rischio, cioè sulla variabilità dei rendimenti. Io faccio tanto meglio, quanto più scendo dei titoli che hanno una dinamica diversa a fronte dello stesso scenario di mercato. E la diversificazione si ottiene su base geografica e su base settoriale.
SWAP
Lo swap è un contratto finanziario che prevede che le parti effettuino nel corso del tempo una serie di scambi e, per la precisazione, scambi periodici di flussi di pagamento secondo modalità predefinite e specificate nel contratto stesso. Questi flussi di pagamento sono in qualche modo ancorati ad una certa attività (underlying asset), sottostante (= cioè dipendono da essa. Il fatto che lo swap sia un contratto che preveda un'attività sottostante spiega perché questi contratti si chiamano derivati e appartengano alla famiglia dei contratti derivati.
Sono considerati
derivati perché prevedono che vi sia un’attività sottostante che condiziona, che determina le obbligazioni, le prestazioni cui le parti si stanno vincolando. Per esempio, questa attività sottostante può essere valuta o tassi di interesse. Quindi, la natura dell’attività sottostante determina il tipo di swap e anche il nome che avrà lo swap nel corso del tempo. Lo swap è anche un contratto non standardizzabile. Vuol dire che è un contratto che può essere oggetto di una libera personalizzazione e definizione tra le parti. L’altra faccia della medaglia dei contratti personalizzati è che non sono idonei ad essere negoziati sui mercati regolamentati perché un asset, per poter essere negoziato, deve possedere delle caratteristiche di standardizzazione. Se non le possiede, è difficile che venga negoziato. Ecco perché si dice che sono contratti negoziati OTC (= Over-The-Counter, cioè sono)Contratti che sono negoziati in circuiti non ufficiali, in mercati non regolamentati proprio perché non hanno le caratteristiche per essere negoziati nei mercati regolamentati ufficiali. Quindi, lo swap lo stipuliamo sempre con la banca, unico intermediario possibile.
Occupiamoci degli:
INTEREST RATE SWAP (IRS)
È un contratto che prevede uno scambio periodico di flussi di interessi che sono calcolati secondo modalità predefinite. Cioè facendo riferimento ad un capitale sottostante, che è la base di calcolo degli interessi. Questo capitale sottostante è chiamato capitale nozionale.
Capitale nozionale significa che è un'entità astratta, teorica, cioè è un capitale ma non è il capitale che viene scambiato dalle parti, non è questo ciò che le parti si impegnano a scambiarsi.
Le parti si impegnano a scambiarsi degli interessi che sono calcolati venendo applicati a questa base teorica di riferimento che.
è il capitale nozionale. Ovviamente, le parti si scambiano dei flussi calcolati a tassi diversi perché se non fosse così le parti si scambierebbero la stessa cosa e il contratto non avrebbe senso. Tassi diversi significa che una parte prende questo capitale nozionale e ci applica un tasso variabile; mentre un’altra parte prende questo capitale e ci applica un tasso fisso. Ma sia il tasso variabile sia il tasso fisso sono individuati dal capitale nozionale. In partica, una volta che abbiamo calcolato sia il flusso a tasso variabile, sia quello a tasso fisso, le parti non si scambiano sempre questi flussi. Quello che viene scambiato è il flusso netto! Flusso netto cioè che da chi perde a chi guadagna. + guardo figura quad. esempio di interest rate swap. Rappresentiamo un. Immaginiamo vi siano 2 parti (soggetto A e soggetto B) che si incontrano e si dicono che nei prossimi 5 anni, con cadenza periodica annuale, A si impegna a riconoscere a B una cifra calcolata
Applicando un tasso fisso (6%) ad un capitale nozionale di 1.000.000€. Quindi, una volta all'anno per i prossimi 5 anni prendo una cifra di 1.000.000€ come base di riferimento, ci applico il tasso fisso del 6% e ti erogo questo flusso.
In cambio di questo, B, in corrispondenza delle stesse scadenze, riconoscerà ad A un pagamento applicando un flusso variabile (Euribor+150bp (= 1,5%)).
Il soggetto che paga il tasso fisso (A) è chiamato, in questo caso, "fixed ratepayer". Si dice, inoltre, che il soggetto A sta assumendo una "posizione corta sul fisso". Cioè si impegna ad effettuare dei pagamenti a tasso fisso.
E corrispondentemente il soggetto A sta assumendo una "posizione lunga sul variabile".
Dall'altra parte, il soggetto che paga il tasso variabile (B) è chiamato "floating ratepayer" (floating = variabile). Si dice, inoltre, che il soggetto B sta assumendo una "posizione corta".
sul variabile ”. E corrispondentemente il soggetto B sta assumendo una “ posizione lunga sul fisso ”. Il contratto rappresentato è il più semplice ed è chiamato “ plain vanilla” IRS (=plain vanilla è un’espressione che fa riferimento al gusto più semplice dei gelati e vuol dire che è un contratto standard, semplice). L’IRS in esame è da tenere ben distinto da un altro contratto: FRA (= Forward Rate Agreement). Esso è un contratto in cui le parti si impegnano ad uno scambio di flusso di interessi calcolati secondo modalità predefinite. Manca il termine “ periodici ” in questo contratto!! Quindi, il FRA prevede che le parti si impegnano allo scambio solo di un unico flusso di interessi in un certo istante. È un contratto, quindi, che si esaurisce in un unico scambio. È, di fatto, un contratto a termine. Potremmo dire, allora, che l’ IRS è una somma, una
La successione di FRA (Forward Rate Agreement) nel caso di prima è un contratto del tipo "fixed-to-floating", vuol dire che c'è uno che paga il tasso fisso e uno che paga il variabile.
Un altro tipo di IRS (Interest Rate Swap) è un contratto che preveda scambio di flussi del tipo "floating-to-floating", cioè entrambe le parti si impegnano a scambiarsi flussi di interesse entrambi calcolati facendo riferimento ad un tasso variabile.
Ma allora perché scambiarsi la stessa cosa? Non si stanno scambiando la stessa cosa perché non è detto che i meccanismi di indicizzazione siano gli stessi.
Es: una parte si potrebbe impegnare ad effettuare dei pagamenti ad un flusso variabile parametrato all'Euribor (vuol dire che è il tasso a cui le banche si scambiano fra di loro prestiti dalla durata di 6 mesi). Magari l&r