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RASFERIMENTO DELLE RISORSE FINANZIARIE E OBIETTIVI DEI SOGGETTI DELLO SCAMBIO

Processo di wealth planning: si inizia con la mappatura dei bisogni del cliente e si conclude con l'individuazione del profilo di investimento del cliente.

Processo suddiviso in 4 fasi:

  1. Una fase di pre-vendita: figura professionale è il Relationship manager, ha il compito di identificare le caratteristiche del cliente prima di offrirgli strumenti finanziari. (indaga sulle caratteristiche socio-demografiche, sull'esistenza di un nucleo familiare, dei suoi componenti, sulla finalità del finanziamento) Tutte le informazioni prese in questa fase sono funzionali alle fasi successive. È importante guadagnarsi la fiducia del cliente per mandare avanti la relazione.
  2. Una di asset allocation: le informazioni del R. manager passano all'asset manager gestore del portafoglio. Asset allocation strategico l'obiettivo dell'asset manager è quello di costruire un

Portafoglio modello sulle caratteristiche ed esigenze del cliente. Su quale verranno applicati degli aggiustamenti, previsti dalla fase di Asset allocation tattica, che ha la finalità di ridefinire il portafoglio sia sulla base delle prospettive di breve periodo, sia a livello di fattori macro-economici (andamento economico, occupazione e dei tassi di interesse).

Componenti fondamentali dell'asset allocation:

  1. Definizione delle asset classes, che avviene sulla base della propensione o avversione del cliente al rischio. L'asset manager stabilisce come le risorse del suo patrimonio debbano essere diversamente allocate su strumenti a diverso grado di rischio.
  2. Scelta dei pesi da attribuire ai singoli titoli che si intende inserire in portafoglio, stabilendo quanti titoli azionari, obbligazioni, depositi bancari e strumenti differenti farvi rientrare.
  3. Ingresso dell'asset picker, il quale sceglie gli specifici titoli da inserire in portafoglio.

Proposta di

investimento: in cui rientra la figura del relationship manager che deve essere in grado di illustrare e spiegare la proposta di investimento al cliente, esponendo le motivazioni alla base della scelta della composizione del portafoglio. Una volta che il cliente ha validato la proposta di investimento, la gestione del portafoglio ha inizio.

4. valutazione e monitoraggio dei risultati svolta dall' asset manager e presentazione al cliente è compito del relationship manager.

FASE di PRE-VENDITA
Mappatura dei bisogni del cliente: è il primo step fondamentale, che dà inizio alla fase di pianificazione finanziaria; individuazione della destinazione che il cliente vuole imprimere alla propria ricchezza.

Attorno agli anni '30-'40 del 900 Abraham Maslow ha costruito la "piramide dei bisogni", secondo la quale ogni individuo è portato per natura a soddisfare per primi i desideri basici e dopo quelli meno essenziali.

Alla base di questa gerarchia noipossiamo individuare un bisogno di protezione, l'investitore esprime al Relationship manager un'esigenza di mantenere inalterato il capitale e tutelare i propri risparmi. Ma mano che saliamo nella piramide possiamo trovare bisogni anche di azione dei guadagni sempre più elevati, o di accrescere il proprio capitale non tanto per avere una remunerazione finanziara in sé ma in quanto perché i soldi guadagnati servono per acquistare la casa o realizzare dei progetti. L'aspettativa di rendimento di un titolo deve essere sempre indagata insieme alla PROPENSIONE AL RISCHIO, cioè il livello o il grado in cui l'investitore è pronto a perdere tutto, e tale livello dipende: - dagli obiettivi primari dell'investimento: un cliente che non ha chiaro l'obiettivo di investimento sarà più propenso al rischio rispetto ad un individuo che ha un obiettivo chiaro. - profilo psicologico del cliente ovvero come il cliente reagisce.alle diverse fasi del mercato. Un cliente puravverso al rischio, potrebbe mostrare uno stato di panico in una situazione decrescente di mercato. - Vincoli soggettivi strettamente legati al grado di educazione finanziaria del cliente; - Vincoli oggettivi: - Il livello del patrimonio: - Secondo la teoria, al crescere della ricchezza, l'avversione al rischio diminuisce, in quanto l'individuo è meno sensibile al bisogno di sopravvivenza. - Aumento dell'investimento in attività rischiose. - In realtà, è difficile valutare la ricchezza complessiva di un investitore: - Componenti anche non finanziarie e azioni non quotate. - Patrimonio detenuto presso altri intermediari. - Il reddito: - Caratteristiche del reddito che influenzano le scelte finanziarie: - Livello: vale la relazione generale tra ricchezza e avversione al rischio. - Aleatorietà: un imprenditore è meno avverso al rischio rispetto a un lavoratore dipendente (es. impiegato).

flessibilità finanziaria: lavoratore autonomo potrebbe essere propenso al rischio perché decide lui quando lavorare, si immagina che possa sempre lavorare di più per compensare le perdite.

provenienza: un soggetto che incassa rendite finanziarie, oltre a beneficiare del proprio reddito da lavoro, è normalmente meno avverso al rischio, rispetto a chi vive esclusivamente del proprio reddito da lavoro.

Le caratteristiche socio-demografiche

Età: La propensione degli individui ad investire in titoli rischiosi, non cresce progressivamente all'aumentare dell'età. I giovani dovrebbero detenere una quota maggiore di attività rischiose. L'evidenza empirica mostra che la quota della ricchezza investita in azioni cresce fino a 50 anni, poi si riduce.

Istruzione: a parità di altri fattori, gli investitori laureati hanno una probabilità doppia di detenere azioni in portafoglio rispetto agli altri.

Genere Donne Uomini

(più propensi in investire nelle azioni)

Liquidità 28.1% 23.9%

Azioni 23.4% 29.6%

L'orizzonte temporale dell'investimento

Periodo al termine del quale si presume di dover disporre del capitale investito. Spesso gli investitori commettono l'errore di formulare attese di elevati rendimenti anche in un orizzonte temporale breve, trattando gli investimenti in attività rischiose come una scommessa piuttosto che come un'attività finanziaria da inserire in portafoglio in base a determinate regole.

Ad un orizzonte temporale più lungo, dovrebbe corrispondere un target di rendimento più elevato ed anche una maggiore propensione al rischio e viceversa. Ad esempio:

  • Breve termine (fino a 12 mesi) PURA LIQUIDABILITÀ
  • Breve/medio termine (da 1 a 3 anni) DIFESA DEL POTERE D'ACQUISTO
  • Medio/lungo termine (da 3 a 7 anni) GRADUALE CRESCITA DEL CAPITALE
  • Lungo termine (oltre 7 anni) CRESCITA SOSTENUTA DEL

CAPITALEL'ASSET ALLOCATION

Asset allocation strategica: si delinea la politica di investimento di medio-lungo periodo del portafoglio:

  • Selezione delle asset class
  • Definizione dei pesi

In particolare: allocazione tra obbligazioni e azioni; investimento in asset class alternative; livello di diversificazione all'interno delle asset class a livello internazionale e a livello dei settori; livello di copertura in merito al tasso di cambio.

Asset allocation tattica di tipo puro (market timing): ribilanciamento dei pesi delle asset class, a seguito dell'evoluzione di variabili macroeconomiche individuate dal gestore o cambiamenti delle esigenze del cliente, per massimizzare la performance del portafoglio. Il ribilanciamento viene pagato dal cliente.

Asset allocation tattica di tipo dinamico: i ribilanciamenti del portafoglio sono effettuati in funzione di alcune regole automatiche predeterminate dal gestore. Potrebbe avere individuato un criterio.

La dicomposizione del portafoglio è finalizzata a far sì che il peso delle azioni e delle obbligazioni rimanga sempre costante. In questo senso si parla di strategia Constant weight.

La funzione obiettivo dell'investitore è misurare il risultato economico dell'investimento, che si esprime in percentuale e si parla di tasso di rendimento. Dipende dal capitale investito, quindi dal:

  • prezzo di acquisto dello strumento finanziario
  • redditi periodici (+)
  • valore di rimborso (+)
  • prezzo di cessione (+)
  • oneri fiscali (-)
  • costi di transazione (-)

Il rischio dell'investimento può essere:

  • di controparte (inadempienza) di credito da parte di chi ha emesso i titoli
  • di interesse
  • di prezzo
  • di liquidabilità: legato alla scadenza o se sono quotati o no
  • di cambio: per aver investito in valuta estera
  • di perdita del potere di acquisto (inflazione)

Altri interessi che possono influenzare l'investimento sono quelli etici e sociali, così come i diritti.

proprietariLa funzione obiettivo del prenditore di fondi = Unità in deficit IMPRESACosto Rischio– Importo del finanziamento – di interesse– Oneri periodici – di cambio– Valore di rimborso – di instabilità delle fonti di finanziamento– Effetti dell’imposizione fiscale – di condizionamento da parte del finanziatore– CommissioniLe scelte di investimento in un contesto aleatorioQuando sceglie il suo investimento, l’individuo non conosce il risultato ma il prezzo di acquisto del titolo.• Le scelte finanziarie di un individuo devono basarsi almeno sulle seguenti dimensioni:• aspettative di rendimento,la probabilità con cui si può ottenere un risultatoil rischio.La teoria tradizionale della finanza tratta il rendimento ed il rischio come entità misurabili oggettivamente:– indicatore di rendimento → valore atteso del rendimento del titolo o del portafoglio di titoli cui

Sono attribuite delle probabilità che gli avvenimenti si verifichino - indicatore di rischio → deviazione standard dei rendimenti calcolata sui rendimenti storici del titolo

Gli indicatori di rendimento atteso e rischio atteso

La deviazione standard misura lo scostamento medio dei rendimenti registrati sul titolo in un certo periodo di tempo, rispetto al rendimento medio

Un titolo con una deviazione standard maggiore rispetto ad un altro è più rischioso

Singoli titoli

Sulla base dei rendimenti (r) registrati da un titolo e della probabilità (p) associata a tali risultati, è possibile determinare il rendimento medio atteso (r) e il rischio corrispondente (σ).

ES. Consideriamo tre titoli e supponiamo di aver osservato il loro rendimento negli scorsi 100 giorni ("n=100).

Il pedice i sta per "iesima osservazione": in tal caso, quindi, i va da 1 a 100.

.ri —> rendimenti registrati

pi (fi) —> frequenza della manifestazione

di rendimenti. Metto perché si utilizzano le osservazioni st
Dettagli
A.A. 2022-2023
48 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lullysuperstar di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Querci Francesca.