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A capo vi è di solito l'imprenditore e/o i membri della sua famiglia, che svolge attività di direzione ma
anche attività pratiche all'interno dell'azienda, come l'attività produttiva, attività di
vendita/commerciale (che non sempre c'è), funzione amministrativa/legale.
Struttura funzionale.
Cos'è una funzione aziendale? All'interno dell'unicuum aziendale, si riscontrano dei sottosistemi che si
occupano di specifiche funzioni. Queste aree di attività sono dette funzioni aziendali, che in genere
lavorano insieme per il bene aziendale centrando degli specifici obiettivi, quali per esempio:
Funzione di produzione
Attività di marketing. Cfr. le cosiddette quattro P del marketing (caratteristiche prodotto,
prezzo, canale di distribuzione, pubblicità)
Vendite
Funzione finanziaria o amministrativa
Funzione dei sistemi informativi
Attività di coordinamento delle diverse funzioni.
Per quanto riguarda invece le figure all'interno dell'impresa, si distinguono:
Direttore generale (COO) e amministratore delegato (CEO) di solito sono al vertice dell'azienda.
Il direttore generale non è membro del consiglio di amministrazione, ma vi avanza le proposte, mentre
l'AD fa parte del consiglio di amministrazione e quindi gode di maggiore libertà di azione. Ci può
essere anche la figura del presidente (chairman), che ha ruolo di rappresentanza e si occupa dei
rapporti tra azionisti e consiglio di amministrazione.
Al di sotto di queste figure si trova l'auditing, funzione che serve a controllare che esista un'adeguata
struttura amministrativa, un'adeguato mansionario che venga rispettato da tutti, e segnalare alla
direzione generale quali interventi bisogna intraprendere per ottimizzare il lavoro dell'impresa. La sua
funzione è quindi essenzialmente organizzativa. Deve essere di supporto, non dipendente, al direttore
generale; infatti dipende dal consiglio di amministrazione o meglio dall'internal auditing committee. È
quindi uno strumento essenziale alla governance della società. Se l'auditing funziona bene, si riduce di
molto il rischio che l'impresa compia dei passi falsi, che sia not compliant. Da questa funzione si è poi
distaccato l'Enterprise risk management, che si occupa di fare la mappatura dei rischi e di classificare
il possibile impatto di questi rischi; questo ha dato origine al Chief Risk Management.
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Un altro settore è la direzione ricerca e sviluppo, che è la fonte principale della capacità dell'impresa
di essere competitiva. Si è notato che questo avviene meglio se la ricerca viene affidata all'outsourcing,
cioè ad esterni. Cfr. Programma della Telecom, che offre dei concorsi di sviluppo, i cui risultati possono
essere sviluppati con pochissima spesa da parte dell'impresa.
L' imprenditorialità è legata alla creatività.
La direzione di produzione si occupa di produzione e di logistica.
Logistica= organizzazione fisica delle merci che servono per il processo produttivo.
Direzione amministrazione e finanza. Si occupa di contabilità e di tenere i rapporti con le banche
e gli investitori. Il ruolo del direttore amministrativo è diventato pari a quello di un direttore
finanziario (CFO) perché si occupa essenzialmente di raccogliere denaro che permette all'azienda di
essere produttiva e competitiva.
Direzione del personale o risorse umane. Si occupa anche di organizzazione e mansioni,e ha anche
una funzione legale.
Tema fondamentale è il coordinamento tra le diverse funzioni, di solito fatto dall'amministratore
delegato o dal direttore generale = primi riporti del direttore generale, tramite delle riunioni, delle
management board, che servono a tirare fuori i problemi. Come si fa a risparmiare sui costi basandosi
sulle dimensioni dell'impresa? Senza essere grandi, non si conseguono quei vantaggi in termini di costo
dovuti alle grandi dimensioni.
I vantaggi sono:
1. Ottimizzazione dello sfruttamento dei costi fissi: il prezzo NON cambia a seconda della
quantità produttiva. Un numero maggiore consente una maggiore efficienza perché il costo è
maggiormente distribuito (entro però certi limiti)
2. Valorizzazione delle economie di scala: risparmio di costi conseguito grazie all'ottimizzazione
del rapporto dei diversi componenti della produzione.
3. Economie di scopo: risparmi di costi conseguiti perché, nello svolgere una certa attività, si
possono produrre altre cose senza avere altri costi. È economia di scopo quando la produzione
di un altro bene non richiede la duplicazione dei costi. Spesso è anche una soluzione
tecnologica intelligente a certi problemi, per esempio, si possono utilizzare gli scarti nella
produzione di insalata come fertilizzante o mangime per animali, anzichè pagare per lo
smaltimento. È stati Grayan Kunas a teorizzare questo tipo di economia.
4. Economie di esperienza: Si intende la quantità di cose che ho accumulato nel corso della mia
attività. È il risparmio che nasce dal saper fare bene una data cosa, dall'esperienza. Serve a
ridurre i costi unitari della produzione. Se si applica una strategia di massa, l'azienda grazie alle
sue maggiori dimensioni diventa molto più competitiva. Per questo il tessile cinese si sta
diffondendo sempre di più rispetto a quello italiano.
Governance, risk and compliance. (GRC)
Che approccio usano l'aziende per la tutela dei rischi?
Governance. Riguarda il consiglio d'amministrazione, che emana le politiche a cui devono adeguarsi
tutti gli uffici.
Risk management. Gestione e controllo dei rischi interni e esterni.
Compliance. Funzione preventiva di controllo del rischio.
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Il GRC viene gestito tramite diverse normative, spesso impossibili da seguire da parte dei dipendenti.
A capo vi è il CRO. Per esempio quantifica il rischio reputazionale.
Un buon GRC deve occuparsi di
Pubblicità processi aziendali
Efficiente uso delle risorse interne e dei feedback esterni
Information flow, ovvero garantire la comunicazione tra i vari settori dell'azienda, in modo da essere
tutti coerenti verso la strategia aziendale.
Il GRC viene quindi gestito tramite
Programmazione. Raccolta di dati e informazioni sulla realtà del lavoro, creando un catalogo con
eventuali azioni correttive.
Preparazione del budget.
Misurazione e reporting sull'azione sostenuta.
Struttura divisionale.
Divisione: settori all'interno di un'azienda. Permette all'azienda di essere più competitiva e produttiva.
È il modello usato nelle aziende pluribusiness, ovvero imprese fatte di più imprese. Le varie logiche
possono essere diverse, per questo i diversi business sono divisi in diversi settori, perché possono avere
diverso prodotto, prezzo, tipo di tecnologia usata per la produzione e distribuzione (prodotto, mercato,
tecnologia: tre caratteristiche che descrivono un business.) Il modello divisionale presenta una
maggiore complessità rispetto al modello funzionale, cioè è un ulteriore divisione delle funzioni in
diversi settori business. Il livello di tipo corporate racchiude quelle attività che riguardano l'impresa nel
suo complesso, il livello business è quello che riguarda le specifiche attività dei vari settori. Livello
corporate include l'amministrazione, contabilità e controllo = gestione del denaro è indipendente
dal prodotto venduto, il tipo di bene non influenza il modo di gestire i soldi. Anche le risorse umane
possono talvolta essere gestite a livello corporate, ma altre volte si può trovare un ufficio HR all'interno
di ogni settore. Nelle imprese più articolate, c'è addirittura un ufficio contabilità e amministrazione in
ogni settore.
Struttura a matrice .
Tipico delle multinazionali. E una struttura che tenta di combinare tra di loro l'effetto di due misure
(per esempio le tabelline, che sono tabelle a doppia entrata). Cfr. Pag. 38. La struttura è formata da due
"linee", una che indica le funzioni e una che indica le divisioni. Ogni casella di incrocio tra le funzioni
e le divisioni da' origine a una diramazione specifica di un dato ufficio, che però è valido anche per
tutte gli altri settori. Rispetto al sistema divisionale, i vari uffici non sono separati tra di loro, ma i
macrosettori (direzione acquisti, direzione vendite, etc...) sono unici per tutta l'azienda, congiungendo
così la funzione particolare (specifica per ogni settore) a quella generale. La struttura a matrice obbliga
tutti i settori a lavorare congiuntamente. Si tratta di integrazione (scatta non solo la somma, ma anche
il meccanismo di interazione, come in un sistema) e non di somma (come in un insieme). Per far
funzionare bene l'integrazione, è necessario un buon reporting = insieme di attività per vedere come
funziona ogni singola divisione che vengono poi riportate in uno schema, in un modulo. Il reporting
deve avere una precisa temporalità. Di solito è su base mensile, perché è un tempo abbastanza
indicativo ma non troppo lungo. Altro tempo utilizzato è il trimestre (quarter), oppure il semestre
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(first/second half). Il reporting non ha ruolo di controllo, ma è uno strumento di gestione stimolante,
che impone ogni volta di riadattare lo schema di riferimento alle varie esigenze che si presentano ogni
volta. La burocrazia infatti è il peggior nemico dell'efficienza dei servizi, e per questo non funzionano
i modelli basati sul sistema pubblico dei servizi. La questione non è tagliare la spesa pubblica, ma offrire
maggior servizi ai privati il cui obiettivo è produrre economia. Infatti nel sistema pubblico non esiste il
reporting, ma è gestito dalla Corte dei Conti, composta non da manager, ma da magistrati, il cui
compito non è di controllo ma di punizione di eventuali mancanze.
Gruppo d'impresa .
Realtà in cui esiste una società che detiene partecipazioni in altre società, ovvero l'impresa A ha
controllo in parte o in maniera assoluta sull'impresa B e quindi ne influenza le decisioni.
Nella partecipazione di controllo, l'impresa controllante ha il potere di fatto di determinare il destino
dell'impresa controllata.
Ci sono dei tipi di partecipazione che non sono di controllo, ma permettono comunque di influenzare
le decisioni dell'impresa B: si parla quindi di imprese collegate, dove l'impresa A ha un'influenza
notevole ma NON determinante.
Un terzo concetto è quello di correlazione, quando l'interesse di una parte può essere divergente da
quello dell'altra parte e ci può essere la possibilità di un'influenza. Cfr.