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TOTALE UGUALE A TOTALE

Quindi l'attivo, (Detto anche patrimonio lordo), è sempre uguale alla somma tra il patrimonio netto e le passività esigibili:

A = PN + P (esigibili) dunque PN = A - P

Il patrimonio netto, (PN) rappresenta il fondamento per ogni indagine di tipo patrimoniale o reddituale. Il PN sintetizza il valore contabile del patrimonio aziendale o secondo l'ottica del proprietario, infatti nel patrimonio aziendale compare solo se si può vantare un diritto di proprietà. Il PN vuole rappresentare la sintesi di quello che è lo studio della situazione patrimoniale nell'ottica del proprietario, singolo o soci, andando ad evidenziare quello che è il valore dell'azienda nella prospettiva, nell'ottica del proprietario, ma da un punto di vista contabile. Il PN è una grandezza che viene determinata contabilmente. In generale alla fine di un periodo amministrativo nel momento in cui andiamo a redigere lo stato patrimoniale.

Con finalità quantitativa, attribuiamo un valore monetario a tutti gli elementi che compongono l'attivo, ma anche agli elementi che compongono le passività esigibili, infatti il PN si determina secondo la seguente formula: PN = A - P.

NOTA BENE PN ≡ MP

  1. Patrimonio sociale (misurabile ++)
  2. Riserve (accantonamenti di utile – 1. Tasche proprietari azienda; 2. auto-finanziamento)
  3. Utile (perdita) - risultato attività

Dunque il PN inizialmente è composto solamente dal capitale sociale ma con l'avanzare della vita aziendale si hanno dei feedback dell'attività aziendale che vanno a modificare il PN, quest'ultimo diventa possibile rilevarlo solamente da un punto di vista contabile. In sintesi il PN mi riassume quanto rimarrebbe nelle tasche del proprietario se dal valore dell'attività si liquidasse, cioè si restituissero tutti i debiti (Le risorse finanziarie).

Sezione

attiva:
  • Beni materiali, BM (a fecondità ripetuta = immobilizzazioni materiali; ao fecondità semplice = disponibilità economiche)
  • Beni immateriali - Diritti al godimento dei servizi, DS (Pluriennali =o immobilizzazione immateriali; breve nel tempo = disponibilità economiche -risconti attivi)
  • Crediti finanziari, CF (Diritti breve termine = disponibilità finanziarie; diritti ao lungo medio-termine = mobilizzazioni finanziarie)
  • Denaro disponibile - denaro liquido, DDo
Sezione passiva:
  • Obblighi economici, OB (risconti passivi e risconti pluriennali)
  • Obblighi finanziari esigibili, DFE (Debiti oltre o entro l'anno)
NOTA BENE:

(BM + DS + CF+ DD) - (OE - DFE) = VPC ≡ PN

VPC = valore contabile del patrimonio

(BM + DS + CF+ DD) = PL ≡ A

PL = patrimonio lordo qualitativamente aziendale

(OE - DFE) = D ≡ P

quindi A = patrimonio lordo quantitativamente

PN = A - P

D = debiti; analisi qualitativamente

P = debiti; analisi

quantitativamenteIl valore economicoValore contabile ≠ valore economicoDeterminiamo il valore economico: <strong>VE</strong> = valore economico <strong>AV</strong> = avviamento <strong>VE</strong> = VC + AV <strong>VC</strong> = valore contabile L'avviamento, è un parametro solitamente positivo, è una grandezza che va a esprimere un valore maggiore che l'azienda ha rispetto a quello che è il suo valore di partenza, dunque il VC; valore che esiste per il semplice motivo che l'azienda è avviata, cioè è un sovrappiù che deriva da quelle mansioni che non sono contate nello stato patrimoniale. (L'avviamento si può determinare in tanti modi). L'avviamento deve essere calcolato quando abbiamo la necessità di esprimere un valore complessivo dell'azienda che vada al di là di quella che è l'ottica del proprietario, (VC). Il valore economico mira ad esprimere il potenziale complessivo dell'azienda, come ente economico. Le situazioni in cui vacalcolato il valore economico sono le operazioni straordinarie come fusione, di incorporazione e discorporo. Normalmente il valore economico è di natura positiva poiché solitamente è superiore al valore contabile, in quanto abbiamo l'aggiunta dell'avviamento. Ci possono essere però situazioni precarie, di crisi in azienda e dunque le operazioni straordinarie servono a riportare la curva in crescita; pertanto l'avviamento in questa situazione, risulterà negativo. L'avviamento può essere presente nella situazione patrimoniale, è racchiuso nelle immobilizzazioni immateriali. L'avviamento è presente nello stato patrimoniale, perché è emerso da una situazione di operazioni straordinarie come la cessazione. La sezione attiva, la distinzione tra: - Attivo fisso: Risorse patrimoniali destinate a rimanere in azienda per un periodo medio-lungo, (sinonimo di patrimonio strutturale). - Attivo operante o
  1. Risorse circolanti: Risorse patrimoniali destinate a rimanere in azienda per un periodo breve, solitamente entro l'anno, (sub-aggregato delle disponibilità).
  2. La sezione passiva si distingue tra:
    1. Passività consolidate: Obblighi sia economici che finanziari oltre l'anno.
    2. Passività correnti: Obblighi sia economici che finanziari entro l'anno.
  3. Confronto fra due situazioni patrimoniali:
    • Se PNi = Ai - Pi e se PNf = Af - Pf, allora PNf ≠ PNi.
  4. Il modello precedente ci può mostrare l'andamento della situazione aziendale, in particolare:
    • PNf - PNi = Utile (U)
  5. A parità di altre condizioni, quindi supponendo che non sia cambiato altro di quella che è la consistenza delle altre voci che compongono il patrimonio netto, la ragione fondamentale di questo aumento si definisce UTILE.

t fUtilet Di esercizioi Patrimonio Patrimonio Patrimonio netto Netto finale Netto Finale Iniziale L'utile

è una grandezza che deve essere calcolata alla fine di un periodo amministrativo e rappresenta la sintesi di tutta l’attività aziendale. Questa grandezza, se è presente, raffigura un requisito positivo per l’azienda, infatti va ad aumentare l’aggregato del patrimonio netto. Vale però anche il contrario: →¿PNf PNi Perdita (Pr) detto anche PNf = Pr Perdita di esercizio Patrimonio Netto Patrimonio netto Netto iniziale Iniziale Finale Se le perdite, dunque le passività, sono maggiori rispetto alle attività, abbiamo il <A P → Deficit patrimoniale cosiddetto deficit patrimoniale. Deficit patrimoniale Passività Attività Le passività fittizie Esse fanno parte della sezione destra dell’analisi quantitativa. Le passività fittizie derivano direttamente da meccanismi contabili, cioè sono rilevate da chi tiene la contabilità generale dell’azienda. Vengono rilevate nei conti

Aziendali per diversi ragioni. Attività di integrazione e di ratifica. Prima di redigere la situazione patrimoniale, bisogna fare delle attività dette "di integrazioni e di rettifica". I ratei sono un esempio di attività di integrazione, questo perché i ratei sono quella parte di operazioni che devono essere integrati nell'anno di chiusura in quanto derivano da operazioni che non sono state possibili inserirle nel precedente periodo amministrativo. Al contrario i risconti sono una tipica operazione di rettifica, in quanto essi sono operazione che hanno avuto la loro manifestazione finanziaria interamente nell'anno andiamo ad eliminare la parte dell'operazione che fa riferimento al periodo successivo. Sono operazioni effettuate il 31/12 per rilevare gli effetti di operazioni che sono a cavallo fra due periodi amministrativi, ratei e risconti, oppure per operazioni che vanno a complementare il quadro della tenuta dei conti prima di.

redigere la situazione patrimoniale. Per chiarire:

Operazioni di rettifica: Eliminiamo dati dai conti che non fanno riferimento al presente periodo amministrativo ma al successivo - Risconti

Operazione di integrazione: Aggiungiamo dati nei conti perché essi fanno riferimento all'attuale periodo amministrativo nonostante siano iniziati nel precedente - Ratei

Le passività fittizie sono ulteriori elementi che andranno a confluire nel passivo dello stato patrimoniale. Ma perché fittizie? Sono delle poste che vengono create ad "arte", emergono nella fase di chiusura delle scritture contabili e rendono la situazione patrimoniale più completa. NON SONO DEBITI.

Si generano essenzialmente per 2 motivazioni:

  1. Un atteggiamento prudenziale -> principio che tende ad evitare che il patrimonio aziendale risulti avere un valore superiore eccessivo a quello che è effettivamente il suo valore reale, questo perché
è il patrimonio aziendale che funge da prima garanzia per gli stakeholder, inoltre bisogna evitare anche per legge, una situazione sbilanciata tra il vero valore del patrimonio e il valore effettivo che gli si attribuisce.
  1. La constatazione che il tempo invecchia o deteriora le risorse patrimoniali.

L , ( ), 2 - :E POSTE PASSIVITÀ FITTIZIE SI CONCRETIZZANO IN SUB AGGREGATI CONTABILI

Fondi di ammortamento: riguardano i beni tangibili o intangibili a fecondità ripetuta, (patrimonio tecnico, strumentale o strutturale - fisso). I beni a fecondità ripetuta con il tempo vanno a deteriorarsi; si definisce.

Deterioramento fisico o materiale -> perdono le loro potenzialità iniziali o che con il tempo si consumano.

Deterioramento immateriale o virtuale (obsolescenza) -> lo stare al passo con i progressi. Perché durante quel lasso di tempo in cui utilizziamo quel determinato bene, esso risulterà ad un prezzo minore dunque bisogna tener in

Considerando la progressione tecnologica, il bene ha perso una parte del valore proprio a causa del progresso scientifico. Questo meccanismo viene rilevato tramite la contabilità e viene definito processo di ammortamento. Questo processo ci permette di ripartire il valore iniziale del bene nei diversi periodi amministrativi, in questo modo ci è possibile definire quanto valore è stato consumato in quel determinato arco di tempo. Ma quali elementi sono indispensabili per definire un processo di ammortamento? Sono 4 e sono:

  • Valore globale (storico), incorporato nel bene di acquisto o di fabbricazione;
  • dunque ci serve il valore del bene a fecondità ripetuta che bisogna distribuire nei diversi momenti amministrativi. Il valore storico s
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
62 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher livia.001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Scienze economiche Prof.