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N.B.
i giudizi di economicità sono complessi non
solo per le numerose condizioni che devono
essere rispettate simultaneamente, ma anche
perché essi sono incerti e rischiosi dal
momento che investono il futuro svolgersi delle
operazioni. In un ambiente dinamico e
mutevole, la dimensione di rischio, intesa come
volatilità dei flussi reddituali, è di grande
importanza.
5.2.5. LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO
Il principio di economicità non si identifica con
il criterio della massimizzazione del
profitto: il principio di economicità non si
identifica con un criterio massimizzante,
limitato e rivolto esclusivamente a una classe
di soggetti, ovvero i conferenti di capitale
nel rispetto
proprio. Esso, infatti, si traduce
simultaneo delle condizioni favorevoli al
durevole mantenimento e allo sviluppo
dell’azienda, intesa come mezzo per
conseguire i complessi fini di istituto.
5.3. L’ECONOMICITÀ DELLE FAMIGLIE
Nella azienda familiare, l’economicità viene
conseguita se la produzione di redditi da
lavoro e da gestione patrimoniale (al netto
dei tributi da corrispondere allo Stato)
consente i consumi in misura adeguata
alla posizione sociale e al progresso del
tenore di vita della famiglia. Questa
produzione di redditi dovrebbe anche generare
un risparmio in grado di alimentare un
conveniente patrimonio.
L’equilibrio monetario può giocare un ruolo
importante, anche se si risolve molto spesso
con la creazione di un fondo di mezzi liquidi
sufficiente a fronteggiare le uscite monetarie
concentrate in dati periodi dell’anno.
5.4. L’ECONOMICITÀ DELLO STATO E DEGLI
ISTITUTI PUBBLICI
Nello Stato e negli istituti della pubblica
amministrazione si ha economicità se si
realizzano i fini e si rispettano le condizioni
seguenti:
la produzione e il consumo di beni
pubblici soddisfacenti per il
funzionamento e lo sviluppo sociale ed
economico di una collettività.
la corresponsione di rimunerazioni
“adeguate” ai collaboratori e ai
finanziatori.
l’elevata efficienza delle combinazioni
economiche realizzata mediante
l’adozione di tecniche progredite di
gestione, di organizzazione e di rilevazione.
l’imposizione di tributi che siano ripartiti
secondo criteri di equità condivisi dalla
collettività.
l’attuazione di una gestione
patrimoniale che produca redditi
convenienti.
la realizzazione di un risultato
sintetico di risparmio o di un disavanzo
contenuto.
5.5. L’ECONOMICITÀ DEGLI ISTITUTI NON-
PROFIT
In molte classi di istituti non-profit solo una
parte limitata dei costi è coperta da ricavi
provenienti da cessione di beni a terzi;
l’equilibrio reddituale si realizza facendo
conto su elargizioni volontarie, donazioni o
lasciti provenienti prevalentemente da
soggetti privati ma anche da enti pubblici.
Lo snodo critico in materia è rappresentato
dalla stabilità nel tempo di tali flussi di
contributi: il difficile equilibrio reddituale rende
fragile anche l’equilibrio monetario e
l’insieme di queste condizioni mette a
repentaglio la vita dell’istituto o la sua
autonomia.
In particolare, ogni crisi reddituale o monetaria
può diventare l’occasione per il formarsi di
soggetti economici impropri o per l’alterarsi
della natura privatistica dell’istituto non-profit.
In molti istituti non-profit si presentano
problematiche complesse con riguardo alla
valutazione dell’efficienza e alla
valutazione del grado di soddisfazione
degli utenti. Il divieto di distribuire i risultati
reddituali riduce la tensione alla
minimizzazione dei costi (quando l’istituto è
governato da persone che non sono allo stesso
tempo i finanziatori o gli utenti).
Gli istituti non-profit mostrano una notevole
inerzia nel rispondere alla crescente domanda
di beni da loro offerti: ciò si spiega, oltre che
per la mancanza di incentivi connessi al
profitto, per le difficoltà strutturali nella
raccolta di risorse finanziarie. La ricerca di
nuove donazioni da parte di un istituto
non-profit equivale a una campagna di
promozione del proprio prodotto.
LA STRUTTURA DELL’AZIENDA, L’AMBIENTE
ECONOMICO, IL SISTEMA COMPETITIVO.
IL SISTEMA DELLE SCELTE E LA
STRUTTURA DELLE AZIENDE
come sistema decisionale
l’azienda
• L’azienda può essere osservata come un
sistema decisionale (quali decisioni vengono
prese, da chi, quali tempi e sequenze,
quali logiche e procedure)
• L’esigenza di decidere è dettata dal continuo
dinamismo interno ed esterno all’impresa. La
qualità del governo strategico coincide con la
qualità delle decisioni prese.
• Le decisioni in campo economico:
– sono soggette al vincolo di scarsità delle
risorse. Il vincolo delle risorse scarse può
essere visto come un gioco a somma 0
– impongono attente e rigorose analisi di
convenienza economica comparata che
possono essere svolte ricorrendo a modelli di
analisi economica per le decisioni
– sono adottate in condizioni di incertezza e,
dunque, comportano rischi
– sono intenzionalmente razionali, ma soggette
a limiti di razionalità (condizioni di razionalità
limitata) e di rischi di ritualizzazione
producono conseguenze più o meno ampie e
– stabili sulle condizioni di futuro svolgimento
dell’impresa
sono effettuate seguendo 2 principi:
1) bisogna compiere scelte con flessibilità
(capacità di adattamento ai futuri incerti
scenari)
2) rinnovare le basi per il futuro
3)
struttura dell’azienda come frutto di
la
scelte aziendali
le classi di scelte del governo strategico
scelte di configurazione del sistema di
- prodotto col quale presentarsi ai mercati
per suscitare domanda, e fronteggiare i
concorrenti
scelte di dimensionamento della capacità
- produttiva
scelt es di estensione interfunzionale e
- scelte di estensione verticale(qo)uali att
svolgere all’int e quali fare svolgere ad altri
soggetti)
scelte di estensione orizzontale (più
- bisness, più combinazioni prodotto –
mercato)
scelte di gestione patrimoniale, finanziaria,
- tributaria
scelte di formazione e sviluppo del
- patrimonio
scelte relative all’assetto organizzativo e
- all’organismo personale
scelte di assetto istituzionale
-
le 5 macrovariabili: asset
- to
istituzionale
configurazione delle combinazioni
- economiche
organismo personale
- assetto organizzativo
-
assetto istituzionale: configurazione dei
portatori di interesse, dei contributi che questi
forniscono all’azienda…………………
configurazione combinazioni economiche:
assetto complessivo delle attività svolte
dall’azienda attraverso i suoi membri o
prestatori di lavoro
patrimonio: è formato dalle varie clasi di
condizioni produttive materiali e immateriali
utilizzate dall’istituto per svolgere la propria
attività economica (riscorse monetarie,
materiali e immateriali)
organismo personale: insieme delle persone
che prestano il loro lavoro nell’istituto
assetto organizzativo: è la macrovariabile
che definisce la struttra interna e le modalità
di svolgimento dei procesi aziendali. Esso
risulta dalla configurazione di 3 variabili:
1. struttura organizzativa
2. distribuzione del potere
3. sistemi operativi
4. decisioni aziendali
Le cinque macrovariabili che compongono il
modello sono tra loro collegate da relazioni di
interdipendenza e
complementarietà (coerenza interna):
– ogni configurazione complessiva ha una
propria coerenza interna
– la variazione di una macrovariabile produce
effetti sulle altre componenti del modello
– ogni intervento di riprogettazione di una
macrovariabile può richiedere adattamenti
nelle altre componenti per assicurare nuova
coerenza
• Le cinque macrovariabili sono fortemente
influenzate dall’ambiente nel quale l’azienda
opera (coerenza esterna)
uniteratà degli istituti e del loro
l’
governo
• Ogni istituto è una realtà unitaria e unitario
deve essere il suo governo economico
(principio della unitarietà del governo
economico: tutte le decisioni devono comporsi
in un disegno unitario e coerente)
• L’unitarietà del governo economico è
realizzata con la formulazione e la realizzazione
di una strategia aziendale. La strategia
aziendale unifica le politiche delle singole aree
funzionali.
• La strategia aziendale si compone di due
elementi fondamentali:
– l’orientamento strategico di fondo (OSF) è
l’insieme di idee-guida, di valori e di
atteggiamenti che definiscono l’identità,
effettiva o ricercata, dell’impresa: che cosa
l’impresa fa o vuol fare, come e perché fare
impresa <8filosofia gestionale e organizzativa).
In quali aree competitive l’impresa vuole
operare, in che modo intende affrontare la
concorrenza, quali decisioni strategiche sul
piano finanziario..tecnologico…di marketing…
– gli indirizzi strategici in cui l’OSF si
concretizza( sono rappresentati da scelte
strategiche che definiscono in quali arene
competitive l’azienda intende operare e in che
modo intende affrontare la concorrenza, come
intende gestire gli attori istituzionali, quali
decisioni strategiche prenderà a livello
finanziario, tecnologico, di marketing e così
via )
uniteratà delle combinazioni
l’
economiche
I caratteri di unitarietà delle combinazioni
economiche sono:
– complementarietà, che si manifesta tra:
• fattori produttivi, ad es.: il lavoro è
complementare all’impiego di impianti nella
attività di trasformazione fisico tecnica
• insiemi di operazioni, ad es.: le attività di
vendita sono complementari a quelle di
trasformazione per lo svolgimento delle
combinazioni economiche
– fungibilità, che si manifesta tra:
• differenti fattori produttivi, ad es.: nell’ambito
di uno stesso processo di trasformazione fisico
tecnica, lavoro e impianti possono essere tra
loro fungibili
•