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POTERE
CONTRATTUALE DEI
CLIENTI
4.1.1 INTENSITA’ DELLA CONCORRENZA
L’intensità della concorrenza misura il grado di rivalità tra le imprese presenti nel settore.
Può essere misurata in base a numerosi parametri:
- Numero delle imprese
- Presenza di barriere all’uscita
- Livello dei costi fissi
- Grado di differenziazione tra prodotti/servizi di imprese concorrenti
4.1.2 POTERE CONTRATTUALE DI CLIENTI E FORNITORI
Il potere contrattuale di clienti e fornitori dipende:
- dalla DIMENSIONE e dall’ELASTICITA’ della domanda al prezzo
- dalla DIFFERENZIAZIONE o dalla CRITICITA’ dei beni scambiati
- dal GRADO DI CONCORRENZA nel business del cliente o del fornitore
Un forte potere contrattuale dei fornitori andrà ad aumentare i costi sostenuti dall’impresa e il profitto dell’impresa
verrà quindi ridotto.
Un forte potere contrattuale dei clienti provocherà la diminuzione dei ricavi portando quindi ad una riduzione del
profitto dell’impresa.
4.1.3 MINACCIA DI NUOVE ENTRATE
La minaccia di potenziali nuovi entranti rappresenta il rischio dell’entrata nel mercato di riferimento di nuovi competitors.
Tale rischio dipende dall’esistenza di barriere all’entrata, ossia di tutti quegli ostacoli che limitano l’ingresso di nuovi
operatori in un dato settore.
4.1.4 MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI
La minaccia di prodotti sostitutivi dipende:
- dalla disponibilità di prodotti diversi, ma con caratteristiche simili in termini di
bisogno soddisfatto
- dalla propensione dei clienti ad acquistare detti prodotti
Un prodotto sostitutivo è un qualsiasi prodotto alternativo a quello proposto dall’impresa che soddisfa il bisogno
dell’acquirente, anche nel caso in cui si tratti di prodotti derivanti da imprese che operano in settori diversi
11
4.2 LE STRATEGIE CORPORATE
Le strategie corporate definiscono il modo con cui l’impresa può creare valore configurando e coordinando le sue attività
multimercato. La configurazione si occupa della definizione dei confini dell’impresa; il coordinamento si occupa della gestione
dei differenti business in cui l’impresa risulta impegnata.
La definizione dei confini dell’impresa viene realizzata lungo tre direttrici: diversificazione
o Settoriale internalizzazione
o Geografica integrazione
o Dimensionale verticale
STRATEGIE
CORPORATE
INTEGRAZIONE INTERNAZIONALIZZAZIONE DIVERSIFICAZIONE
VERTICALE Espansione oltre i
Internalizzazione CORRELATA
confini domestici:
delle attività lungo la esportazioni, accordi
filiera produttiva con partner stranieri.. CONGLOMERATA
A VALLE
A MONTE
a) DIVERSIFICAZIONE
La direttrice settoriale identifica la strategia di diversificazione, che consiste nell’ingresso dell’impresa in business
diversi da quelli precedentemente occupati.
- Si parla di diversificazione correlata nel caso in cui i business in cui è coinvolta
l’impresa presentano significative interdipendenze.
- Si parla di diversificazione conglomerata nel caso in cui i business in cui risulta
coinvolta l’impresa non fanno registrare alcuna interdipendenza tra loro.
b) INTERNAZIONALIZZAZIONE
La direttrice geografica identifica la strategia di internazionalizzazione, intesa come strategia di espansione
dell’impresa oltre i confini domestici.
Per quanto riguarda le attività, le imprese possono svolgere all’estero una o più funzioni del proprio processo: acquisti,
produzione, vendita, ricerca e sviluppo, finanza..
Per quando riguarda le modalità, le strategie di internazionalizzazione possono tradursi in esportazioni, accordi con
partner stranieri e investimenti diretti all’estero, con cui l’impresa crea una propria unità produttiva e commerciale sul
territorio straniero.
c) INTEGRAZIONE VERTICALE
La direttrice dimensionale identifica la strategia di integrazione verticale, che consiste nell’integrazione delle attività
lungo la filiera economico-produttiva, ossia nell’occupare quei business precedentemente presidiati da:
integrazione
propri fornitori a monte
propri clienti integrazione a valle
12
4.3 LE STRATEGIE BUSINESS
Le strategie business definiscono le modalità con cui le imprese possono competere in un dato settore. Esse hanno come fine
ultimo quello di ottenere un vantaggio competitivo, ossia un profitto di impresa che sia superiore al profitto dei concorrenti.
Le strategie business possono essere ricondotte a due distinte modalità:
LEADERSHIP DI COSTO
DIFFERENZIAZIONE
STRATEGIE
BUSINESS
LEADERSHIP DI DIFFERENZIAZIONE
COSTO
FOCALIZZAZIONE
a) LEADERSHIP DI COSTO
La leadership di costo consiste nel ricercare condizioni di vantaggio che consentano all’impresa di produrre a costi più
bassi rispetto ai concorrenti, così da avere un margine di profitto potenziale rispetto alle altre imprese.
Ciò consente all’impresa di applicare al cliente un prezzo inferiore rispetto alle altre aziende e ottenere maggiori
profitti, oppure di applicare al cliente lo stesso prezzo dei concorrenti, mantenendo comunque un margine di guadagno
maggiore.
Tale vantaggio di costo è possibile raggiungerlo attraverso:
o economie di scala, che consentono la riduzione del costo medio unitario
all’aumentare delle quantità prodotte
o economie di apprendimento, che consentono la riduzione dei costi unitari
per effetto dell’esperienza maturata dall’imprese
o costi dei fattori produttivi
b) DIFFERENZIAZIONE
La differenziazione consiste nell’arricchire il prodotto con caratteristiche distintive e uniche che gli conferiscono contenuti
qualitativi superiori ai concorrenti, così da poter spuntare un prezzo più elevato (PREMIUM PRICE) e ottenere margini di
guadagno maggiori.
I fattori attraverso i quali è possibile raggiungere un vantaggio in termini di differenziazione sono:
o Qualità e performance del prodotto
o Affidabilità
o Varietà
o Localizzazione
o Immagine e marchio
c) FOCALIZZAZIONE
Le strategie di leadership di costo e differenziazione sono strategie implementate dall’impresa nell’intero settore di
appartenenza. Quando un’impresa, però, intende specializzarsi non più nell’intero settore, ma in un suo specifico
segmento, la strategia competitiva prende il nome di FOCALIZZAZIONE e si concretizza nel perseguimento di un vantaggio
di costo o un vantaggio di differenziazione in uno specifico segmento.
13
4.4. LA RESOURCE-BASED VIEW
La Resource-based view evidenzia come sia possibile giungere a un più elevato vantaggio competitivo tramite la corretta
combinazione delle due strategie (leadership di costo/differenziazione).
A seconda di quello che l’impresa ha (risorse) e di quello che essa sa fare (competenze) è di volta in volta più opportuno
sfruttare il vantaggio di costo (leadership) o quello di ricavo (differenziazione)
L’attività dell’impresa è sempre finalizzata al conseguimento di un vantaggio competitivo.
Secondo la Resource-based view le aziende possono guadagnare profitti al di sopra del normale se hanno risorse superiori e
se quelle risorse sono protette da certi tipi di meccanismi di isolamento che impediscono la loro diffusione nel settore
(brevetti, accordi di non divulgazione, ambiguità causale)
Le rendite superiori alla media, dunque, possono essere conseguite grazie alle risorse nel momento in cui queste sono VRIN
e cioè: V aluable (preziose)
R are
I mperfettamente imitabili
N on sostituibili 14
5. L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
L’organizzazione aziendale studia i criteri di divisione del lavoro e i relativi meccanismi di coordinamento.
Oggetto di studio dell’
ORGANIZZAZIONE
AZIENDALE
ASSETTI ORGANIZZATIVI
RISORSE UMANE (Insieme degli strumenti per il
coordinamento delle risorse
umane all'interno dell'azienda)
STRUTTURE SISTEMI
ORGANIZZATIVE OPERATIVI
Costituiscono le regole e le
Rappresentano l’articolazione procedure per il buon
delle unità organizzative tra le funzionamento della struttura
quali è diviso il lavoro, il loro organizzativa e dell’impresa in
ruolo e le interrelazioni che generale
tra di esse intercorrono
I criteri di divisione del lavoro sono generalmente due:
- Divisione del lavoro per tipologia di operazione da compiere, secondo il quale
vanno comprese nella stessa unità organizzativa (funzione) operazioni aventi
contenuto tecnico simile.
- Divisione del lavoro per output delle operazioni, secondo il quale vanno comprese
nella stessa unità organizzativa (divisione) operazioni che contribuiscono
all’ottenimento di un medesimo output, cioè di uno stesso prodotto o servizio.
A seconda del criterio di divisione del lavoro adottato, si distinguono le varie strutture organizzative:
STRUTTURA STRUTTURA STRUTTURA STRUTTURA
ELEMENTARE FUNZIONALE DIVISIONALE MATRICIALE
•Le singole unità •La divisione delle unità •La divisione delle unità •La divisione del lavoro
operative dipendono organizzative di primo organizzative di primo tra le unità organizzative
direttamente dal riporto rispetto al riporto è per prodotto o di primo riporto avviene
direttore generale, vertice è per tipologia di output (per es. direzione sia per tipologia di
senza livelli direttivi operazione da compiere prodotto A, direzione operazione da compiere,
intermedi prodotto B) ferma che per output,
•Per es. direzione restando al di sotto dei stabilendo una doppia
•Tale struttura è usata produzione, direzione primi riporti, la divisione linea di comando.
soprattutto nelle finanza, direzione del lavoro per
imprese di piccole commerciale ecc. specializzazione
dimensioni, perlopiù funzionale
familiari 15
5.1 LA STRUTTURA FUNZIONALE
La struttura organizzativa funzionale prevede la divisione del lavoro per tipologia di operazione da compiere.
Ogni funzione è un insieme di attività simili da un punto di vista tecnico.
Consente elevati livelli di specializzazione e si economie di scala e comporta un impiego efficiente delle risorse. I principali difetti
della struttura funzionale sono rappresentati dalla scarsa capacità di risposta ai mutamenti ambientali, dallo scarso
orientamento alle esigenze dei singoli business, e dalla lentezza dei processi decisionali centralizzati.
DIREZIONE
GENERALE .....
VENDITE
PRODUZIONE AMMINISTRAZIONE
......
UNITA' OPERATIVA 1 UNITA' OPERATIVA 1
UNITA' OPERATIVA 2
PRO CONTRO
•Forte rigidità strutturale
•Economie di scala •Ritardi nel