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La Carta dello sviluppo sostenibile e la gestione ambientale delle imprese

La Carta dello sviluppo sostenibile è stata firmata da molte grandi imprese nel 1992 e prevede la definizione di una politica ambientale dell'impresa con sistemi di gestione ambientale che non riguardano solo la gestione dei residui e dei rifiuti, ma riguardano in maniera trasversale anche il controllo di processo e tutto ciò che è gestione delle risorse. Ad esempio, consumare energia e ridurre gli sprechi di materie significa, anche se indirettamente, inquinare. La politica ambientale è poi supportata tecnologicamente dall'area di ricerca e sviluppo perché c'è un continuo bisogno di aggiornarsi sulle possibilità di recupero e di risparmio.

Nel controllo di processo dell'azienda può richiedere una certificazione di impianto, di stabilimento, certificazione che nasce negli anni '70 in America sotto forma di Eco-Audit e si diffonde un po' ovunque. In Europa va sotto il nome di E.M.A.S. ed è appunto una certificazione di gestione ambientale. Dall'attenzione al processo ne deriva anche l'attenzione al prodotto (dal processo al prodotto) che porta all'Eco-Label che è appunto una certificazione di prodotto. L'Eco-Audit (Ambiente) L'Eco-Audit nasce in America negli anni '70 ed è una procedura volontaria di controllo e verifica delle performance ambientali. Esso si articola in 3 fasi: La 1° consiste nel determinare le cause e l'estensione dell'impatto, cioè 1) stabilire la mia attività produttiva che impatto ha (emissioni solide, liquide, gassose) e da dove vengono queste emissioni. La 2° fase è controllare che le emissioni.siano conformi alla legge.

2) La 3° fase è prevenire le emissioni e reengineering allo scopo di ridurre al di3) sotto del vincolo legislativo le emissioni. Ciò significa adottare unatteggiamento proattivo xché non mi accontento di rientrare nei limitilegislativi ma voglio stare al di sotto di essi.

PERCHE’ SOTTOPORSI ALL’ECO-AUDIT?

L’Eco-Audit è FINALIZZATO A:

Evidenziare le passività ambientali , cioè quei costi che molto spesso non- vengono contabilizzati e che derivano da una cattiva gestione delle variabili42ambientali. ES Se io ho un forno che brucia un certo combustibile, quandoquesto brucia male, inquina. L’emissione di inquinanti può essere dovuta adiverse ragioni x es. non si produce ossido di carbonio oppure la combustionenon è completa; oltre ad inquinare io uso male il combustibile. Ciò significache ci saranno degli sprechi e che dovrò comprare una maggiore quantità.

dicombustibile pagando di tasca mia un cattivo funzionamento che ha un impattoanche ambientale. Con questo esempio vogliamo dire che laddove si inquinamolto spesso si spreca e quindi ci sono dei costi indiretti collegati proprio allacattiva gestione delle variabili ambientali. L'Eco-Audit mi consente dievidenziare queste passività ambientali e di conseguenza di avere dei ritornieconomici.

Valorizzare l'industria. Ci sono molti scambi, cessioni, acquisizioni, ecc. di industrie. Immaginate un'industria che inquina, che ha in corso un giudizio xdanni ambientali. Quanto vale un'industria che ha questi problemi? L'acquisizione di un'industria di questo tipo è poco conveniente. Se invece dobbiamo acquisire un'industria che ha una certificazione ambientale che garantisce un ridotto impatto sull'ambiente dalla propria attività, è chiaro che il suo valore economico aumenta.

Costituire un elemento di prova. Nel caso in cui

Vi sia una denuncia x es. da parte di qualche cittadino che avverte un malessere e lo attribuisce all'attività dell'industria vicina, si apre un contenzioso. È evidente che avere una certificazione di questo tipo costituisce un elemento probatorio. È opportuno precisare che il giudice potrebbe anche non tener conto nel definire l'esito del contenzioso della certificazione xò, ciò non toglie che presentare una certificazione di questo tipo è certamente un elemento a favore dell'industria. Partecipare a gare internazionali grazie all'accredito dei clienti. A tal proposito, infatti, il possibile cliente, in una gara d'appalto, può richiedere che il fornitore abbia una certa certificazione ambientale. ES. L'Ansaldo ha partecipato ad una grossa fornitura ad un paese del Nord Europa che richiedeva alle industrie fornitrici, la certificazione del sito dove questi componenti dovevano essere prodotti.L'ECO-LABEL è un marchio di prodotto; si tratta di prescindere dal sito industriale dove viene prodotto un certo bene, ma di garantire che quel bene abbia delle collocazioni a parità di prestazioni funzionali ottimali rispetto all'ambiente. Anche l'Eco-Label è una certificazione volontaria, deriva da un Regolamento Comunitario del 1992 ed ha come logo una margherita con al centro la Є di Europa, che risponde all'approccio L.C.A. (analisi del ciclo di vita). In un primo tempo c'era un disaccordo, principalmente tra Germania e Francia sul significato del logo. Secondo la Germania bastava che fosse garantita in uno solo dei momenti del ciclo di vita del prodotto, una particolare attenzione verso l'ambiente. In tale ottica, guardando ad esempio alla sola fase di smaltimento, una busta di carta rispetto ad una busta di plastica nel momento in cui viene rilasciata nell'ambiente, ha certamente un minore impatto su di esso; ciò in quanto.

la carta è biodegradabile e rientra in un ciclo naturale che la porta a scomparire. La busta di plastica, invece, permane nell'ambiente e quindi ha un maggiore impatto su di esso.

Nella realtà, quando si parla di Eco-Label bisogna guardare all'intero ciclo di vita del prodotto (produzione, distribuzione, smaltimento) per stabilirne l'effettivo impatto sull'ambiente; bisogna considerare quindi la produzione di rifiuti, il consumo di energia, la produzione di rumore, ecc. relativamente a tutte le fasi del ciclo di vita e non relativamente ad una sola di esse.

In tal senso, ritornando all'esempio della busta di plastica e della busta di carta, è stato calcolato che la prima ha in realtà un minore impatto sull'ambiente rispetto alla seconda, contrariamente a quanto sopra affermato (provate ad immaginare cosa significa distruggere un albero, trasformare le cellule in pasta chimica, usare agenti chimici, usare energia, ecc. per realizzare).

Una busta di carta). Quindi quando si parla di Eco-label l'impatto ambientale dev'essere valutato relativamente all'intero ciclo di vita del prodotto (produzione, distribuzione, utilizzo e smaltimento). Relativamente a ciascuna fase si valuta l'inquinamento in un'ottica di rifiuti prodotti, energia sprecata, rumore e così via! Il bilancio complessivo ci dice poi l'impatto ambientale di un prodotto, cioè l'inquinamento complessivo associato ad un prodotto, è minore rispetto a quello degli altri con le stesse caratteristiche funzionali, allora al primo viene attribuito il logo "margherita".

Esiste anche una certificazione nominata ISO 14000 che è molto simile alla EMAS ed ha una valenza globale. È nata in America e si è diffusa su scala globale. La EMAS ha invece una valenza solo europea.

L'E.M.A.S. è un'opportunità per le imprese che vogliono certificare il proprio

(quindi riguarda un sito particolare) rispetto all'impatto ambientale di questa impresa. L'E.M.A.S. (Eco Management Audit Scheme) è integrato con il Regolamento comunitario CEE n° 1836/93 "Adesione volontaria ad un sistema comunitario di audit ambientale". "Procedura sistematica di controllo e verifica degli effetti sull'ambiente di un insediamento produttivo". L'E.M.A.S. è una certificazione volontaria che può dare all'impresa diversi VANTAGGI: - Diseconomie ambientali (cioè molto spesso inquinare non conviene perché significa per esempio sprecare materiali); - Avere un elemento probatorio; - Elevare il valore della propria impresa; ecc. Rispetto all'ISO 14.000 (che è una certificazione anch'essa di performance ambientale) l'EMAS ha qualche difficoltà in più per essere conseguita e quindi fino a qualche tempo fa, addirittura c'era qualche sorta di conflitto.tra queste due scelte.
Le ISO hanno una valenza mondiale, sono di enorme standard internazionale e nel campo ambientale sono + accessibili.
Recentemente c'è stata una verifica ed un nuovo regolamento E.M.A.S. che prende il nome di E.M.A.S. II che ha in sé alcune NOVITÀ importanti:
Può essere usato il logo dell'E.M.A.S. anche a fini pubblicitari, di marketing- (mentre prima non era consentito). N.B. A differenza del marchio di prodotto che qualifica appunto il prodotto e può avere un fine pubblicitario, il marchio di processo era proprio vietato utilizzarlo ai fini pubblicitari, cosa che con l'E.M.A.S. II si può fare.
Può essere estesa anche ad enti pubblici e persino a Comuni i quali hanno la certificazione rispetto all'ambiente, alla gestione dei rifiuti, all'uso delle risorse idriche, ecc.
Se prima c'era una sorta di conflitto fra le due certificazioni ISO 14.000 ed E.M.A.S. II (quindi le aziende

Potevano scegliere tra l'una e l'altra), ora la prima è compresa nella seconda. In che senso? Se un'azienda ha già conseguito l'ISO 14.000, le procedure che permettono di fare un ulteriore passo verso l'E.M.A.S. II sono abbreviate. Ovviamente non tutte le imprese si possono permettere una certificazione di questo tipo ma, tutte e in particolar modo le + grandi e le + attente, sono interessate ad una visibilità dal punto di vista ambientale.

Rimane il problema di cercare di COMUNICARE sia all'interno che all'esterno dell'azienda (x tutto ciò che avviene al mercato, ai fornitori, ecc.) la propria attenzione verso problematiche ambientali. Per cui si parla di:

REPORT AMBIENTALE - Riguarda un'aggregazione a consuntivo di dati fisici, economici che un'azienda comunica all'opinione pubblica, proprio x manifestare la propria politica aziendale.

BILANCIO A

Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
56 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Non --.