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IL GIUDAISMO NELL'ETA TARDO-ANTICA
Nei primi due secoli nell'era volgate si completò la formazione del giudaismo ha conservato elementi di continuità e ha introdotto
profonde novità. Hanno contribuito in modo determinate a dare al giudaismo un'impostazione diversa. La distruzione del Tempio, la
scomparsa della liturgia e delle classe sacerdotale ad esso collegate; la sostituzione del Tempio con la Sacra Scrittura e la conseguente
nascita di una nuova casta, quella degli esperti in Sacra Scrittura, che impose la propria supremazia nella guida del popolo ebraico;
l'eliminazione della distinzione fra sacro e profano a favore della santità di tutto il popolo; l'istituzione della sinagoga e la sostituzione delle
preghiere al culto sacrificale; le persecuzioni e i limiti posti a una partecipazione completa degli Ebrei alla vita politica dei paesi in cui essi
risiedevano. Il giudaismo che risulta dai mutamenti subiti nei I-VI d.C, è un complesso di norme che derivano dalla legge, data da Dio
stesso al suo popolo prescelto, Israele, e che regolano tutta la vita dell'uomo. Suo obiettivo primario fu trovare un sistema di vita regolato
fin nei dettaglia dall'osservanza della legislazione rivelata. A raccogliere questo complesso legislativo e ad interpretarlo furono i maestri
delle scuole della Palestina e della regione babilonese. A questi maestri esperti nella conoscenza della giurisprudenza, veniva conferito il
titolo di rabbino (rabbì: il mio maestro). A causa del monopolio intellettuale e giuridico esercitato dai rabbini quel periodo viene rabinnico
o essendo Talmud l'opera fondamentale della letteratura rabbinica, quel periodo viene anche definito talmudico. I rabbini si ritennero i
legittimi successori di quegli organismi (come la monarchia) e di quelle casta (come i sacerdoti e i profeti) che nell'antico Israele avevano
esercitato la loro autorità religiosa sul popolo ebraico. Per avvalorare e consolidare la loro posizione, i rabbini dichiararono che le legge era
il bene più grande, più della stessa appartenenza alla casta sacerdotale e alla famiglia reale. Solo i rabbini erano gli unici e legittimi interpreti
della legge che commentavano secondo una complicata metodologia. Il resto della popolazione ebraica veniva chiamata con disprezzo am
ha-ares (popolo della terra). Lo studio della legge fu collocato al primo posto nella scala dei valori, e nella gerarchia sociale il rabbino
occupò una posizione privilegiata. Il giudaismo subì un processo di rabbinizzazione al punto che che l'elemento biblico e quello talmudico
hanno costituito l'ossatura del giudaismo. In realtà ci sono nel giudaismo altre componenti, come la mistica e il messianismo, che si sono
maggiormente manifestate in seguito a vicende come l'espulsione degli Ebrei della penisola iberica, o gli ebrei che vennero in contatto con
altre civiltà. La storia del giudaismo è stata permeata da due tendenze contrastanti: la prima, tesa a valorizzare l'eredità biblico-talmudica; la
seconda, senza rifiutare questa eredità. Non era insensibile al patrimonio intellettuale di altri popoli e con esso voleva confrontare il
giudaismo, riformularlo o aggiornarlo alla luce di sistemi culturali diversi. Di volta in volta, in civiltà cananea, babilonese, persiana,
ellenistica, islamica, europea medievale e contemporanea, influirono sul giudaismo che dall'incontro-scontro con queste diverse culture
uscì continuamente arricchito e aggiornato. Sul piano geografico tali rapporti furono resi possibili dalla mobilità della diaspora. La
Palestina rimaneva la terra promessa agli Ebrei e la terra in cui si sarebbe riunito il popolo ebraico all'arrivo dell'era messianica. Ma il
giudaismo si è sviluppato in diverse regioni: nel Vicino Oriente, Africa settentrionale, Europa, Americhe. Questa relazione geografica fra la
terra promessa e le terre della diaspora sia il riflesso dei rapporti che ci sono sul piano intellettuale fra la componente biblico-talmudica e le
altre componenti religiose e culturali. Infine, il rifiuto sempre opposto dalla minoranza ebraica di adeguarsi al sistema di vita e alla cultura
della maggioranza e l'attaccamento alla propria diversità che è stata protetta, tenendo distinti gli Ebrei dai non-ebrei, hanno salvaguardato
così bene nei secoli l'identità ebraica al punto che gli Ebrei sono l'unico popolo che è sopravvissuto dall'antichità fino ad oggi.
Quadro storico
In seguito alla caduta di Gerusalemme, la Palestina fu riorganizzata come una provincia romana autonoma. Nel 132, quando l'imperatore
Adriano ordinò di edificare una nuova città sulle rovine di Gerusalemme. Gli Ebrei si ribellarono ma nel 135 il generale Giulio Severo
domò la rivolta e al posto di Gerusalemme fu costruita una nuova città che fu chiamata Colonia Aelia Capitolina popolata da non-ebrei. I
governatori romani non si intromisero nelle questioni della comunità ebraiche che vivevano in provincia. Nell'impero romano si continuò
a considerare il giudaismo come religio licita. Il sinedrio, organo politico e religioso ebraico in epoca ellenistico-romana, fu ricostruito a
Jamnia e in breve la sua autorità si estese non solo sugli Ebrei della Palestina ma anche su quelli della diaspora. Il suo presidente ricevette il
titolo di nasì (principe) dagli Ebrei e quello di patriarca dai Romani che lo riconoscevano ufficialmente. Il nuovo sinedrio si attribuì la
prerogativa di comunicare alle comunità i periodi di giunto e le feste. Fu questo sinedrio a nominare i primi rabbini e a stabilire quali
dovevano essere la loro preparazione e le loro funzioni. I rapporti con i centri più lontani erano assicurarti da “inviati” che predicavano e
raccoglievano fondi. Nel 425 l'imperatore bizantino Teodosio II abolì il patriarcato, così scomparve anche l'ultimo organismo ebraico
indipendente. Nel secolo VI, al tempo delle guerre fra Persiani e Bizantini, gli Ebrei palestinesi si schierarono dalla parte dei Persiani che
riuscirono a conquistare tutta la regione. Nel 628, quando ritornarono i Bizanti, gli Ebrei furono perseguitati e emarginati. Infine nel 638,
con il passaggio della regione sotto la dominazione araba, iniziò per gli Ebrei palestinesi un nuovo periodo. L'altra comunità ebraica che
svolse un ruolo primario fu quella babilonese la cui origine risale al secolo VI a.C. Gli ebrei di Babilonia, inseriti nell'impero persiano
avevano un'autonomia superiore a quella degli Ebrei palestinesi. Il governatore della comunità in Mesopotamia era chiamato rosh galut
(esilarca), essi si proclamavano diretti discendenti della stirpe di Davide deportata in Babilonia nel 586 a.C. L'esiliarca era un funzionario
dell'amministrazione imperiale e riscuoteva le tasse, sorvegliava i mercati e fungeva da giudice. Dopo il 135 numerosi ebrei fuggirono dalla
Palestina in Mesopotamia, gli Ebrei babilonesi, poi imposero la loro supremazia nel campo della letteratura rabbinica.
Sacra Scrittura
La Bibba ebraica è dunque il frutto di una selezione fatta su libri eterogenei (sadducei, sadociti, farisei), da un gruppo di rabbini che erano
riusciti a imporre la loro supremazia in campo religioso. Nella Bibbia ebraica, chiamata anche Kitve ha-qòdesh (Sacra Scrittura), si
distinguono tre parti: 1Torah, che significa insegnamento o legge, indicando la legge data da Dio a Mosè sul Sianai e quella parte che è stata
messa per iscritto nei primi cinque libri della Bibbia, che compongono il Pentateuco. 2 Neviìm (Profeti), questa parte comprende i Profeti
anteriori, cioè i libri storici (Giosuè, Giudici, Samuele, Re) e i Profeti posteriori, cioè i libri profetici veri e propri distinti in maggiori (Isaia,
Geremia, Ezechiele) e minori (dodici profeti). 3Ketuvim (Scritti), comprendente i Cinque rotoli (Hamesh maghillòt), cioè Cantico, Rut, Lamentazioni,
Ecclesiaste, Ester e i libri dei Salmi, Giobbe, Proverbi, Daniele, Ezra-Nehemia e Cronache. I rabbini palestinesi non accettarono i libri della
comunità ebraica di Alessandria d'Egitto. Gli Ebrei di questa città, a contatto con la civiltà ellenistica, avevano costituito una loro Bibbia in
greco. I libri principali che sono classificati come apocrifi o deuterocanonici sono Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico e Maccabei. Ma uno
dei motivi che indusse i rabbini a rifiutare il canone alessandrino, fu la reazione al nascente cristianesimo che della versione greca si era
appropriato fino a metterla a fondamento della sua predicazione. Dopo la distruzione del secondo tempio, la parte più importante delle
cerimonie che si svolgevano nella sinagoga nel giorno del sabato, era la lettura dei brani del Pentateuco e dei Profeti. La lettura ebraica della
Bibbia, essendo compresa solo da una minoranza perché la maggioranza parlava è capiva soltanto l'aramaico, era seguita dalla traduzione
aramaica che poteva essere letterale, oppure libera per offrire una determinata interpretazione, talora amplificazioni del testo. Per un certo
tempo i targumìn (traduttori) ebbero un carattere privato, il traduttore aveva la possibilità di introdurre nella versione opinioni personali.
Proprio per questo motivo i targumin furono guardati con sospetto e per lungo tempo ne fu vietata la trasmissione scritta. Fra i vari
targumin relativi al Pentateuco una posizione ufficiale lo ha il targum attribuito a Onqelos. Esso è stato ufficialmente riconosciuto perché la
sua interpretazione concordava con quelle delle scuole babilonesi. Sembra che si tratti di una revisione eseguita in Mesopotamia nei secoli
V-VI di una tradizione eseguita in Palestina. Per sottrarre la Sacra Scrittura a interpretazioni approssimative si elaborò un metodo
articolato che fu chiamato madrash (ricerca), e che indicava la ricerca e l'indagine applicata alla legge. Questo metodo diede origine a uno
studio assiduo del testo biblico, tendete a precisarne il significato, e per trarne le norme della vita e gli insegnamenti della religione e della
morale. Grazie a questo metodo si ricuperò quel vasto patrimonio letterario che andava dalla leggenda all'episodio folcloristico che non
era stato inserito nella Bibbia. Le regole del middot furono codificate da Hillel il Vecchio nel I a.C e poi portate a espanse fino a 32 da altri.
(VEDI LIBRO). Secondo il sistema i midrashim (raccolte) si classificano in due gruppi: esegetici quelli in cui l'esposizione segue l'ordine dei
testi biblici a formare un commentario. Omiletici si definiscono quelli che sono stati i composti partendo dalle omelie che si tenevano sui
brani biblici. La raccolta più vasta è quella denominata Midrash rabbadì (Grande midrash).
La codificazione della legge orale
Secondo la tradizione ebraica solo una parte della rivelazione che Mosè ricevette da Dio sul Sinai sarebbe stata messa per iscritto nella
Sacra Scrittura: L'altra parte sarebbe stata tramandata per via orale di generazione in generazione fino a rabbini. A partire dai primi s