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Dotazione organica

Gli organici riguardano la fase del reclutamento e dell'organizzazione amministrativa. Nel settore privato, per organico si intende una determinazione libera, mentre nel settore pubblico il numero è sottoposto a vincoli che derivano dal controllo della spesa. Le modalità di costituzione dell'organico sono variate nel corso del tempo, in seguito alle varie fasi.

Nel periodo pubblicistico, vi era il concetto di pianta organica, documento approvato da ciascuna amministrazione in cui venivano annotati i singoli costi per il funzionamento di quella singola amministrazione. Essa si presentava come uno schema molto rigido e formalistico, perché fotografava in maniera statica le singole funzioni che il dipendente pubblico doveva svolgere. L'amministrazione approvava la pianta organica con atto amministrativo, riflettendo il numero dei dipendenti necessario per l'amministrazione, e cioè attraverso i cosiddetti carichi di lavoro, procedura

chemirava a stabilire quale fosse il carico di personale in quella determinata amministrazione. Essi erano basati su operazioni molto complesse. Tale meccanismo risultò fallimentare, ingolfando le strutture centrali delle amministrazioni e, soprattutto, non guardava al futuro restando ancorato al passato.

Secondo periodo di privatizzazione, prima fase: si interviene con modifiche molto timide che lasciano sopravvivere la pianta organica; sebbene la privatizzazione sgancia il dipendente dall’apparato pubblicistico, rimangono i carichi di lavoro. Si privatizzano compiti e mansioni. La pianta organica prevede ancora la stretta corrispondenza tra lavoratori e mansioni, ma il sistema appare meno rigido, poiché persone e mansioni vengono identificati con un sistema meno severo.

Seconda fase di privatizzazione: vengono abbandonati i concetti di pianta organica e carichi di lavoro, intesi come indicatori per misurare il fabbisogno, e vengono sostituiti con una nuova coppia:

La programmazione triennale del fabbisogno e delle dotazioni organiche è un programma a medio termine che si affida alle singole amministrazioni, le quali devono progressivamente programmare il fabbisogno che stimano di avere per il futuro. Questa programmazione deve essere accompagnata da un atto formale che definisce la dotazione organica complessiva, la quale si differenzia dalla pianta organica in quanto serve come contenitore generale in cui inserire l'analisi del fabbisogno programmato. All'interno della dotazione organica si dovrebbero modificare mansioni e funzioni, liberandole dalla rigidità della pianta organica.

Tuttavia, questa sistemazione non ha prodotto i risultati sperati a causa di ragioni di ordine culturale (resistenza al cambiamento), del riassetto dell'ordine delle fonti (volontà del legislatore di mantenere una parte pubblicista, quella della macro-organizzazione, e di privatizzazione dall'altra.

micro-organizzazione), e i costi. Come risolvere allora tali criticità? La legge Brunetta prevede un coinvolgimento dei dirigenti nella fase di programmazione dei fabbisogni. Non modifica l'assetto delle fonti ma si limita a prevedere la partecipazione del dirigente su quelli che sono i fattori inerenti alla fase di programmazione. La Riforma Madia, prevede espressamente diversi criteri: un criterio direttivo, finalizzato al superamento della dotazione organica come limite alle assunzioni; un secondo criterio, inerente alla differenziazione delle assunzioni determinata dai termini del fabbisogno; un terzo criterio, inerente alla rivelazione delle competenze dei dirigenti pubblici. Tra

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Publisher
A.A. 2020-2021
2 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cririggio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Riccobono Francesco.