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COS’È IL SERIAL CONTINUO?
Prodotto seriale che viene allo stesso tempo scritto, prodotto e trasmesso, è più redditizio e meno
costoso della fiction, basato sul triangolo amoroso, è potenzialmente infinito e si articola su tre
linee da sviluppare: romance, drama e comedy. Risponde alla logica del work in progress, ha un
numero elevato di protagonisti, si chiude su un cliffhanger e deve avere un linguaggio il più
realistico possibile. Deve proporre storie credibili nonostante un sistema rigido su tempi/budget
(non è possibile girare più volte la stessa scena), corrisponde così a una fluidità narrativa +
rigidità produttiva.
COSA SI INTENDE CON SIT-COM ALL’ITALIANA
La sitcom all’italiana ha elementi in comune con quella americana, ma la differenza sta
nell’utilizzare nel cast personaggi già noti provenienti dal mondo della tv, del cinema e dello
spettacolo, rispetto al modello americano che rende celebri attori prima sconosciuti. In Italia quindi
più che sulle vicende narrate si presta attenzione al personaggio.
TRE FASI DEL MODELLO PRODUTTIVO
Il modello produttivo si divide in preproduzione (pianificazione di tempi/costi, pianificazione della
sceneggiatura, costruzione del team), produzione (regista all’opera con tutti i settori specializzati)
e post-produzione (montaggio, colonna sonora, doppiaggio e attività promozionale). 3 di 14
UN POSTO AL SOLE - STORIA E MODELLO PRODUTTIVO
Un posto al sole è la prima e più longeva soap italiana. Nasce nel 1996 dalla collaborazione tra
RAI e Groundy Production: da una parte c’è l’italianità e dall’altra il rigore anglosassone. Non si
tratta solo dell’acquisto dei contenuti, quanto di un modello produttivo: necessità di riunire
protagonisti in un unico luogo fisico, presenza di personaggi giovani e il conflitto di classe con un
tono sempre realistico.
Va in onda tutti i giorni per 25 minuti, all’interno ci sono le tre linee drama, romance e comedy. Il
blocco consiste in 5 puntate in onda dal lunedì al venerdì. Dall’ideazione alla messa in onda
passano 10 settimane.
- SETTIMANA 1: lunedì mattina viene ideato il primo blocco progettando le linee narrative;
- SETTIMANA 2: il primo blocco viene trasformato in copione dai dialoghisti (uno per ogni puntata);
- SETTIMANA 3: sceneggiature vanno al responsabile coordinamento dialoghi che revisiona tutto;
- SETTIMANA 4: ulteriori controlli e modifiche alla sceneggiatura;
- SETTIMANA 5: incomincia la fase produttiva con la preparazione delle scene dal regista;
- SETTIMANA 6: si girano le esterne, perché sono quelle più rischiose e si affrontano per prime;
- SETTIMANA 7: si gira in studio, gli attori (dal teatro) devono rispettare rigidità e disciplina ferrea;
- SETTIMANA 8: si inizia il montaggio per altri cinque giorni;
- SETTIMANA 9: fase di post-produzione, missaggio, sonorizzazione, inserimento della sigla…
- SETTIMANA 10: il lunedì della decima settimana il blocco è pronto per andare in onda.
DIFFERENZE E CARATTERISTICHE COMUNI CON VIVERE E CENTOVETRINE
Vivere (1998) e Centovetrine (2001) sono la risposta di Mediaset a Un posto al sole, quest’ultima
intuito il grande potenziale della soap decide di cimentarsi nella produzione. Sono storie che
rispetto al modello RAI, mettono in scena il nord Italia, il mistero e l’operatività che lo avvolge,
accentuando il giallo e il mistero. Principali tematiche sono quelle amorose, i rapporti di classe, e la
competizione per arrivare al successo. In comune con Un posto al sole hanno il processo
produttivo basato sul blocco: non si lavora sulla singola puntata, ma su un blocco che viene poi
suddiviso in puntate che si articolano nel corso della settimana (dal lunedì al venerdì); aderiscono
alla realtà e trattano storie ambientate nella provincia italiana; mentre si differenziano per il
processo produttivo che in Un posto al sole è strutturato su dieci settimane, in Vivere su 15,
mentre in Centovetrine addirittura troviamo un modello estremizzato dove 6 registi si dividono le
scene in due blocchi. 4 di 14
GENERI TELEVISIVI
COME NASCE L’INDUSTRIA CULTURALE?
Con l’affermazione della borghesia nasce la necessità da parte dell’artista di produrre opere che
incontrino i gusti di fasce precise di consumatori più numerosi, con gusti meno raffinati e possibilità
economiche minori. Per la prima volta l’artista ha a che fare con un mercato di consumatori di
prodotti artistico-letterari. Si cerca di costruire fasce specifiche di lettori tramite prodotti simili per
contenuti, così da creare fedeltà verso opere sempre nuove che soddisfino i bisogni di
intrattenimento (meccanismo di standardizzazione). È riconoscibile (personaggi identificabili a
una serie), distribuito/pubblicizzato (attraverso i diversi canali) e fruito (da un pubblico vasto,
diviso in gruppi appassionati a diversi generi).
CHE COS’È UN GENERE E COME SI CLASSIFICA, TRE ACCEZIONI E A COSA SERVE?
Il genere è l’elemento cardine dell’industria culturale, caratterizzato dall’alternanza tra variazione/
ripetizione. Ci sono due approcci per distinguere i generi: a priori (definire le caratteristiche per
spiegare la varietà di produzioni) e a posteriori (attribuire delle etichette per dividere i programmi
in base alle loro caratteristiche). Entrambi gli approcci portano a dei problemi, nel primo non si può
sempre attenersi alle caratteristiche definite a priori, mentre nel secondo si rischia di creare
un’infinità di etichette.
Genere come proprietà produttivo-formale (tipi di linguaggi, modi di produzione e tecnologie
utilizzate), come proprietà di contenuto (aspetti narrativi, ambientazione, tonalità, modi di
rappresentazione) e come funzione sociale (compito dal punto di vista sociale: intrattenere,
informare ed educare).
Serve per decidere cosa produrre, come distribuirlo e con quale atteggiamento fruirne. Costruisce
un ponte tra produttore e consumatori, in modo che quest’ultimo possa riconoscere cosa sta
guardando. Altrimenti chi crea contenuti dovrebbe ogni volta convincere e spiegare il prodotto al
pubblico, il quale non avrebbe riferimenti per affrontare l’offerta e ogni volta dovrebbe
documentarsi.
QUALI SONO I GENERI EXTRATELEVISIVI?
Tutti quei generi diversi tra loro che trovano spazio nella tv, pur non essendo nati per questo
medium: il cinema, video-clip e trailer.
CHE DIFFERENZA C’È TRA PUBBLICITÀ E AUTOPROMOZIONE?
La pubblicità in televisione costituisce la risorsa principale, può essere di prodotti esterni
(pubblicità) o di programmi interni alla rete (autopromozione).
EVOLUZIONE DELLA TV:
- ANNI ’50: primi programmi, trasmissioni solo in diretta, dimensione teatrale e varietà, tv delle
origini con obiettivo di educare e alfabetizzare;
- ANNI ’60: diffusione delle tv nelle case, prime innovazioni con il satellite e la registrazione video
magnetica, nascono modelli autonomi e non presi altrove;
- ANNI ’70: 1975 nascita delle televisioni locali, creazione concorrenza RAI, nuovi generi
contenitore, serialità importante per riempire palinsesto; 5 di 14
- ANNI ’80: modello pubblico vs. forte emittente privato, telecomando, zapping cambia le
abitudini, acquisto soap estere;
- ANNI ’90: scambi di contenuti, adattamenti di format esteri, rinascita della fiction, programmi
multipiattaforma;
- ANNI ’00: trasformazione digitale, moltiplicazione delle piattaforme, svincolamento dal
palinsesto, programmi più brevi da guardare in mobile, generi esclusivi pay.
QUALI SONO LE TIPOLOGIE DI FORME PUBBLICITARIE TELEVISIVE?
La prima forma di pubblicità televisiva è stata il Carosello (1957-1977), basato sul racconto di
piccole storie dove negli ultimi 30 secondi veniva mostrato il prodotto pubblicizzato. Negli anni
sono diventati più brevi e con nuovi linguaggi. Altre forme sono la televendita (programma basato
esplicitamente sulla vendita di un prodotto), telepromozione (spazio pubblicitario all’interno di un
programma), billboard (invito inserito in testa/coda al programma) e il diario (breve messaggio
pubblicitario in testa al break). L’autopromozione invece è simile ai trailer cinematografici da cui
ne prende la brevità, può essere backstages per promozionale fiction in uscita, oppure di
mantenimento per le puntate che seguono quella messa in onda.
QUAL È LA DIFFERENZA TRA FORMAT E FORMATO?
Con format si intende lo schema di un programma che viene commercializzato, definisce uno
schema con elementi fissi (regole, struttura…) e altri variabili (presentatore, scenografie…) in
modo che si adatti alle diverse culture dei paesi e che tuteli l’idea creativa. Il formato invece è ciò
che definisce il programma (orari, durata, numero di episodi…).
COS’È LA FICTION? QUALI SONO I SUOI FORMATI PRINCIPALI?
La fiction è una forma di racconto con ricostruzione di spazi, attori ed eventi previsti da una
sceneggiatura, dove personaggi e situazioni si alternano con una vista dall’esterno, permettendo
allo spettatore di entrare nel loro privato. La continuità tra una puntata e l’altra può essere assoluta
(serie) o discontinua (collection). I formati si distinguono in telefilm (senza altri episodi), miniserie
(telefilm diviso in più parti), serie (alternanza ripetizione/variazione), serial (formula narrativa
aperta, numero e durata delle puntate dipendono se si tratta di soap o telenovela), sitcom (genere
autonomo, dura circa 30 min., prevalenza di contenuti comici e problematiche che si risolvono
tramite la comicità).
CARATTERISTICHE DELL’INTRATTENIMENTO
Gamma ampia di programmi diversi tra loro, in diretta o registrati, spazi tv generalmente con
pubblico, conduttore e protagonisti. Organizzazione teatrale e monitor per collegamenti vari, si
cerca il contatto con il pubblico tramite il presentatore.
- VARIETÀ: contenuti spettacolari, commistione elementi tipici della tv e teatrali, show con
professionisti o dilettanti, è un apparato applicabile a più generi
- GAME SHOW: sottogenere presente in tutte le tv, possono essere giochi cognitivi di fortuna
(quiz), fisico-manuali (talent o reality show), sempre con concorrenti che si sfidano e premi.
- REALITY SHOW: misto tra realtà e finzione che si declina in real tv (senza finzione: chi l’ha
visto…) o reality di prima generazione: reality based show, emotaiment (persone comuni che
mostrano i sentimenti, es. stranamore), dating show (tv come mezzo per far incontrare
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persone, es. uomini e donne), o i psicodramma reality show (mostrare relazioni delle persone
soggetti alla convivenza forzata: grande fratello, daily di xfactor, ami