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8. QUALI SONO GLI ORGANI DELL'AZIENDA?
DIRETTORE GENERALE → organo di gestione al quale sono attribuiti tutti i poteri di
gestione e la rappresentanza della USL (unità sanitarie locali), è responsabile della gestione
complessiva. È coadiuvato dal DIRETTORE SANITARIO e dal DIRETTORE
AMMINISTRATIVO. È nominato dalla Giunta Regionale e il suo rapporto di lavoro è
esclusivo ed è regolato da un contratto di durata non inferiore ai 3 anni e non superiore ai 5,
rinnovabile
COLLEGIO SINDACALE → è l'organo di controllo. La norma conferisce al Collegio il
potere di verificare l'amministrazione dell'azienda sotto il profilo economico, di vigilare
sull'osservanza delle leggi, di accertare la regolare tenuta delle contabilità e di riferire
almeno trimestralmente alla Regione i risultati dei controlli eseguiti
L'Azienda Sanitaria è articolata in DISTRETTI → assicurano i servizi di assistenza
primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie, nonché il coordinamento delle
proprie attività con quelle dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE → struttura operativa che ha il compito di
garantire la tutela della salute collettiva perseguendo obiettivi di promozione della salute
DIPARTIMENTI → sono il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle
AS. Hanno la funzione di accorpare funzionalmente l'attività di servizi e unità operative
diverse sotto la direzione del Direttore di Dipartimento
PRESIDI OSPEDALIERI → strutture ospedaliere presenti all'interno dell'Azienda che
sono deputate a erogare le prestazioni sanitarie in regime di degenza, sia ordinaria che in day
hospital o day surgery
SERVIZI O UNITA' OPERATIVE → unità organizzative che hanno la funzione di
erogare prestazioni sanitarie di tipo omogeneo. Al loro comando è nominato dal Direttore
Generale, a tempo determinato, un DIRIGENTE RESPONSABILE
9. COSA DICE IL PROFILO PROFESSIONALE DELL'INFERMIERE (DECRETO
MINISTERIALE 14 SETTEMBRE 1994)?
L'infermiere è responsabile dell'assistenza generale infermieristica. Le tre principali funzioni
dell'infermiere sono:
◦ prevenzione delle malattie
◦ assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età [puo essere preventiva (es. prevenire la
perdita di autonomia della persona), curativa (es. trattare una lesione da pressione),
palliativa (es. alleviare il dolore), riabilitativa (es. far recuperare anche solo
parzialmente l'autonomia)]
◦ educazione sanitaria
Gli interventi assistenziali che l'infermiere puo individuare in relazione ai bisogni dei pz
possono essere di natura:
• tecnica (es. posizionare e muovere il pz a letto senza creare rischi di lesione)
• relazionale (es. ascoltare un pz ridurrà l'ansia)
• educativa (es. educare un pz con diabete nella terapia insulinica)
Di altri operatori
FORMAZIONE
ASSISTENZA
Delle risorse in AUTO Per sviluppare
(preventiva
diversi contesti in GESTIONE FORMAZIONE competenze
curativa, palliativa
maniera appropriata riabilitativa)
ed efficace RICERCA
Per aumentare le
conoscenze
10. COSA RAPPRESENTA LA LEGGE 42 DEL 1999?
Sostituisce la denominazione di “professione sanitaria ausiliaria” (RD n.1265/'34) in
“professione sanitaria”
Legalmente gli infermieri erano ancora influenzati dal DPR N° 225 del 1974 ovvero il
“Mansionario”. È solo attraverso la sua abrogazione con la Legge 42/99 l’infermiere passa
dalla natura tecnica (professionale) ad una intellettuale (professionista).
Nel vuoto di competenze che avrebbe lasciato il solo profilo professionale si specifica quindi
un pentagono che delimita l’ambiente di competenze dell’infermiere.
Un pentagono diviso da una linea concettuale tra guida e limite:
•tre criteri guida: profilo professionale, codice deontologico, formazione base/post-base.
•due criteri limite: professione del medico e delle altre professioni.
11. QUALI SONO LE NORME CHE DEFINISCONO L'AGIRE INFERMIERISTICO?
• Autonomia
• Beneficienza e non-maleficienza
• Giustizia
• Veridicità
• Fedeltà
Guardare slide stampate
12. ANALIZZARE CODICE DEONTOLOGICO
Il Codice Deontologico, la cui ultima versione risale al 2009, è un insieme di regole e
principi adottati dalla professione che ne orienta il comportamento: è un patto esplicito dei
professionisti con la società ed è il più importante atto di autoregolamentazione.
È il Codice Deontologico a fissare le norme dell’agire professionale dell’Infermiere e a
definire i principi guida che strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione con
l’assistito; per farlo si basa sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e
sulla Costituzione Italiana.
Il Codice Deontologico racchiude i principi etici della professione ed è al suo interno che è
spiegato come l’Infermiere agisca nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo,
concependo la salute come un bene fondamentale dell’individuo e un interesse della
collettività, tenendo conto dei valori etici, ideologici, religiosi, culturali, etnici e sessuali
dell’individuo.
Cio che deve essere chiaro è che l’assistenza infermieristica è componente essenziale e
diversificata dell’assistenza sanitaria e ricade sotto la responsabilità
professionale dell’infermiere, responsabilità che (art.3)
Le norme contenute nel Codice deontologico dell'infermiere possono essere raggruppate in alcune
tematiche fondamentali:
• finalità e valori guida dell'assistenza infermieristica
• rispetto della volontà della persona assistita nei processi di cura e assistenza
• rispetto della volontà dell'assistito
• tutela della dignità della persona assistita
• tutela della sicurezza delle persone assistite
• dovere di miglioramento della qualità assistenziale e professionale
• rapporto tra professionisti e salvaguardia del decoro della professione
• rapporti con il servizio sanitario e altre istituzioni
13. 251 DEL 2000 E 43 DEL 2006. ENUNCIA TALI LEGGI
Questa legge porta due novità:
◦ il ruolo dirigenziale ?l’attivazione di uno specifico Corso di Laurea Magistrale in
Scienze Infermieristiche ed Ostetriche
251/2000 ◦ Il riconoscimento di una dirigenza autonoma del Servizio di Assistenza Infermieristica
comporta un cambiamento profondo anche nell’organizzazione: il “nuovo” dirigente
infermiere, infatti, non dovrà più confrontare continuamente le sue scelte con i vari
direttori, ma piuttosto negoziare il governo dei processi di assistenza infermieristica con
la direzione generale dell’ Azienda Sanitaria
Rende possibile la trasformazione del Collegio professionale in Ordine professionale
Classifica il personale appartenente alle professioni sanitarie come segue:
•Professionisti in possesso del diploma di laurea
43/2006 •Professionisti coordinatori in possesso di master di 1° livello in management
•Professionisti specialisti in possesso di master di 1° livello in clinica
•Professionisti dirigenti in possesso della laurea specialistica con esercizio
dell’attività per almeno cinque anni
14. QUAL è IL PERCORSO DELLA FORMAZIONE INFERMIERISTICA NEL
CORSO UNIVERSITARIO?
A partire dal 2001 per esercitare la professione di infermiere bisogna, percio, completare un
ciclo di studi universitari triennale alla fine del quale si sostiene un Esame di stato abilitante
all'esercizio professionale e si acquisisce la Laurea in Infermieristica.
Vi sono una serie di risultati di apprendimento attesi, espressi tramite i descrittori che sono
stati definiti a livello europeo per uniformare la comunicazione dei risultati di
apprendimento conseguiti con i vari titoli di studio, ovvero i Descrittori di Dublino
◦ Conoscenza e capacità di comprensione
◦ Capacità di applicare conoscenza e comprensione
◦ Autonomia di giudizio
◦ Abilità comunicative
◦ Capacità di apprendimento
15. DESCRIVI LA FIGURA DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO (DIFFERENZA
TRA ATTRIBUZIONE E DELEGA)
Guardare slide stampate
16. COSA SI INTENDE PER PROMOZIONE E PREVENZIONE (LIVELLI)?
La promozione della salute è il processo che consente alle persone di acquisire un maggior
controllo della propria salute e di migliorarla. Esso investe non soltanto le azioni finalizzate
al rafforzamento delle capacità e delle competenze degli individui, ma anche azioni politiche
volte a modificare le condizioni sociali, ambientali ed economiche. Questa finalità è
perseguita attraverso lo strumento dell'empowerment, di cui esistono tre dimensioni
interdipendenti:
◦ INDIVIDUALE → convinzione soggettiva di poter influire sulle decisioni che incidono
sulla propria vita, consapevolezza critica nel comprendere il proprio contesto socio-
politico, partecipazione ad attività collettive mirate a influenzare l'ambiente socio-
politico
◦ ORGANIZZATIVO → include i processi e le strutture che aumentano la
partecipazione con forme volontarie di associazioni e coordinamento
◦ DI COMUNITA' → espressione di azioni collettive finalizzate a migliorare la wualità
di vita e a costruire “comunità competenti”
Gli interventi di promozione della salute possono essere distinti in:
• POSITIVI → per il mantenimento di uno stato di salute e benessere (es. creare
ambienti di vita sani)
• DIFENSIVI → di prevenzione delle malattie (es. prevenzione 1,2,3)
PREVENZIONE PRIMARIA → comprende interventi rivolti a persone sane per agire
ancora prima dell'insorgenza di malattie o disabilità. Educazione e informazione giocano un
ruolo cruciale
PREVENZIONE SECONDARIA → insieme di attività volte ad individuare situazioni di
malattia nella loro fase incipiente avvalendosi delle procedure di diagnosi precoce 8es.
Screening), o modificare comportamenti a rischio
PREVENZIONE TERZIARIA → prevenzione di recidive di una patologia in atto. È in
stretta relazione con gli interventi di natura curativa e riabilitativa
17. QUALI SONO I DETERMINANTI DELLA SALUTE (MODIFICABILI E NON)
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE → il genere, l'età, il patrimonio genetico. Anche in
presenza di fattori di rischio immodificabili come la familiarità, l'adozione di stili di vita sani
puo ridurre l'insorgenza di patologie
COMPORTAMENTO → stili di vita. 8 sane abitudini:
• dormire 7/8 ore al giorno
• fare colazione tutti