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PROVE DOMANDE ESAME.Modulo 21. Descrizione diagnosi e nosografia-descrittiva
Il termine diagnosi deriva dal greco e significa conoscenza della persona attraverso la raccolta di una serie di dati di tipo biologico, psicologico e sociale. Tale processo non comporta un'applicazione di un'etichetta ma la comprensione dell'individuo nella sua globalità. Per raggiungere tale obiettivo è importante conoscere i diversi aspetti del normale sviluppo del bambino, per poter riuscire a definire i sintomi come fisiologici, inquietanti e patologici. Nella analisi nosografica descrittiva vengono divise le patologie e categorizzate in base alle descrizioni dei sintomi e le sue componenti. Le più conosciute sono: il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-IV (5 assi, disturbi clinici, di personalità, condizioni mediche generali, problemi psicosociali ed ambientali e valutazione globale del funzionamento) e la classificazione internazionale delle
Sindromi e disturbi psichici e comportamentali ICD-10.2. Differenza tra colloquio amnestico e colloquio clinico.
Il termine anamnesi deriva dal greco e significa ritorno al passato. Tale colloquio ha la finalità di ricostruire la storia della persona attraverso dati di ordine biologico, psicologico e sociale. In età adulta viene effettuata col paziente, in età evolutiva viene affrontata attraverso i genitori tramite il racconto degli eventi che riportano i sintomi. Solo in seguito vi sarà l'anamnesi generale in cui anche il piccolo paziente dovrà completare tali notizie.
Il colloquio clinico, invece, può essere effettuato attraverso l'intervista non strutturata (libera), semi strutturata (serie di domande) e strutturata (serie di domande a schema fisso). Il clinico non interroga, né intervista, ma deve mettersi in relazione con il paziente facendo in modo che anche la prima seduta abbia un effetto terapeutico (non solo di scelta delle terapie).
strategie da usare). Molto importante il concetto del setting e quindi l’esame del comportamento, che sia verbale e non e che riguardi l’aspetto della persona. Sarà importante comprendere anche la differenza tra un paziente adulto e bambino in cui quest’ultimo spesso è portato dai genitori e non dalla sua volontà e pertanto la richiesta viene effettuata da altre persone vicine. Pertanto la differenza sostanziale è che nel colloquio anamnestico vi è una ricostruzione della vita del paziente (emergere della successione degli eventi) e nel colloquio clinico l’interesse va prevalentemente sul vissuto emotivo lasciando spazio al discorso spontaneo.
3. Differenza tra diagnosi psicodinamica e psicoanalitica. La diagnosi psicodinamica è un processo che considera l’individuo nella sua totalità e può essere definita comprensiva in quanto è tesa a comprendere il paziente nella sua unicità. Pertanto la
La diagnosi ha la finalità principale dell'attività conoscitiva e trasformativa, prospettando al paziente una possibile via d'uscita, attraverso la comunicazione.
La diagnosi psicoanalitica si sposta dai sintomi ai processi psichici, non considerando più il sintomo con l'aspetto oggettivo ma come un sostituto dell'inconscio. Tale metodologia si rifà alla visione Freudiana.
Il lavoro terapeutico si basa sulla decodificazione dei materiali (sogni, lapsus, agiti) prodotti dal paziente che in realtà sono delle allusioni ad altro da cui lo psicoanalista deve comprenderne la natura e comunicare al paziente quanto dedotto. Pertanto lo studio di tale branca viene considerato come quello dei fenomeni inconsci, in cui si utilizzano i processi di transfert (paziente trasferisce al terapeuta le esperienze come se fossero pertinenti al presente - paziente non consapevole) e del controtransfert introdotto da Freud (il terapeuta utilizza i suoi).
Pensieri se pertinenti al mondo interno del paziente. Vengono considerati anche i meccanismi di difesa dell'io che sono inconsce, gestiscono gli istinti ed effettie possono essere adattive e patologiche. I sogni sono la forma dell'attività psichica che si assume nel sonno e viene definito come un contenuto onirico latente in quanto produce desideri, tendenze ed inconsci (se si ricordano - contenuto psicomanifesto). La tecnica delle interpretazioni avviene attraverso l'analisi simbolica e le associazioni libere.
Descrizione Test e ambiti in cui si utilizzano. La psicodiagnostica è una branca della psicologia che mira alla conoscenza e valutazione delle caratteristiche basandosi su osservazione, colloquio clinico e somministrazione di test psicologici. Questa integrazione di test permette di avere un'accurata descrizione della struttura psicologica dell'esaminato, ciò avviene attraverso il metodo psicometrico. Tale disciplina si occupa
della misurazione in numeri delle caratteristiche psicologiche dell'individuo attraverso i test psicometrici (quantitativo). La misura di tali test permette di assegnare valori quantitativi una volta ottenuto il risultato, confrontarlo rispetto a dei punteggi normativi. Il test deve essere affidabile e valido (capacità di cogliere effettivamente la caratteristica che ci interessa) e può essere sottoposto in maniera standardizzata o per campionamento. Pertanto i test vengono definiti come strumenti di indagine il cui fine è quello della somministrazione, attribuzione del punteggio e interpretazione dei risultati. Vi sono delle critiche all'uso dei test: sono artificiosi, influenzabili dall'atteggiamento dei soggetti, tautologici e hanno una struttura semplicistica. I test possono essere suddivisi in test attitudinali (su abilità) e test di personalità (attraverso questionari o tecniche proiettive). Vi sono inoltre i test di intelligenza che sono.costituito da prove diverse in base al tipo di intelligenza che vogliamo misurare. I più utilizzati sono Le scale di Wechsler e Le matrici progressive di Raven. In Francia fu ideata la scala metrica dell'intelligenza in cui si identificavano i bambini con ritardo mentale attraverso punteggi espressi in età mentale rapportata all'età cronologica (QI). Nelle scale di Wechsler sono state prese in considerazione l'età cronologica e il deterioramento fisiologico, ottenendo come risultati il QI verbale e il QI di performance, calcolando come persone nella media chi risponde all'incirca alla metà della scala. Il QI pertanto venne considerato come il rapporto tra età mentale e cronologica moltiplicata per 100 (85<100>115).
I test proiettivi (qualitativo) producono risposte che vanno interpretate (secondo Freud la proiezione all'esterno di percezioni interne è un meccanismo primitivo). Tali test si suddividono in test
proiettivi strutturali, tematici (t.a.t,c.a.t.), di completamento e grafici o carta e matita.
Test dei disturbi della personalità: MMPI, grazie alla diretta applicabilità e alla scarsa influenzabilità vengono utilizzati nell'ambito clinico. Da tali test è possibile ricavare indicatori di validità, scale cliniche (in adolescenza, ipocondria e depressione) e scale di contenuto (adulti/adolescenti, ansia e ossessività). Vengono utilizzati inoltre per i test di selezione lavorativa.
5. Descrizione metodo scientifico, osservativo, correlazionale e sperimentale.
Metodo scientifico: la conoscenza scientifica è caratterizzata dalla sistematicità e tende a fornire spiegazioni verificabili dei fenomeni osservati, pertanto le sue leggi devono essere valide in tutte le condizioni. La scienza deve descrivere (delineare ciò che accadrebbe se modificassimo in modo intenzionale gli elementi) e spiegare le relazioni causali dei fenomeni osservati.
Il metodo ha diverse prospettive come quella osservativa (descrive situazioni e registra gli individui in condizione naturale), correlazionale (osservazione dei fatti) e sperimentale (in laboratorio). Importante è da considerare l'esigenza di tener conto di tutte le variabili, ovvero il passaggio tra visione bivariata (causa/effetto) a visione multivariata in quanto non si può parlare di una causa determinata ma di una catena causale o processo (es. impulsività, problemi socio-economici e familiari). Metodo osservativo: tale metodo si approccia alle variabili comportamentali che si studiano attraverso l'osservazione come gli eventi e gli stati comportamentali (con un inizio e una fine). I metodi utilizzati sono carta ematita (annotazioni), diari (non fedeli, troppo personali), videoregistrazione (trascrizione fedele). Metodo correlazionale: si studia la co-variazione di due variabili, all'aumentare dei valori di una aumenta l'altra (es. problemi socio-economici e problemi familiari). Metodo sperimentale: si manipolano le variabili indipendenti per osservare gli effetti sulle variabili dipendenti. Si utilizzano gruppi di controllo e gruppi sperimentali per confrontare i risultati. In conclusione, l'utilizzo di diverse prospettive e metodi di ricerca permette di ottenere una visione più completa e approfondita del fenomeno studiato.in famiglia, problemi sociali). Si possono mettere in relazione le variabili strutturali e i punteggi delle risposte ai test, creando un coefficiente di correlazione (informazioni sulla direzione e intensità della relazione).
Metodo sperimentale: definito come metodo ipotetico-deduttivo consiste nella ricerca delle ipotesi che devono essere verificate o falsificate all'interno di una situazione sperimentale producendo fenomeni attraverso la manipolazione delle variabili. La ricerca è costituita da tre elementi fondamentali: le cause, gli effetti e le unità sperimentali. L'indagine scientifica invece avviene attraverso l'osservazione del fenomeno, la formulazione delle ipotesi, la verifica e la valutazione. In ogni esperimento viene manipolata la variabile indipendente e vengono misurati gli effetti sulla variabile dipendente. Per rilevare il rapporto è importante mantenere tutte le altre variabili costanti. Vi è inoltre una divisione tra
gruppo sperimentale e di controllo. Le tipologie di esperimenti sono esperimenti randomizzati, quasi esperimenti, esperimenti naturali, non esperimenti.
PROVE DOMANDE ESAME.
Modulo 31. Concetto, funzioni dell'attenzione e relazione con la coscienza.
Il concetto di attenzione secondo James è l'atto per cui la mente prende possesso in forma limpida di uno tra tanti pensieri o oggetti tra tanti, il contrario dell'attenzione pertanto viene definito come confusione. L'attenzione è quell'insieme di dispositivi che permettono la concentrazione e la focalizzazione di determinate informazioni piuttosto che altre e che ne favorisce l'ingresso nella nostra coscienza. La funzione del filtro è quella di salvaguardare la nostra mente dalle innumerevoli informazioni. La concezione tra attenzione selettiva e automatica si può capire attraverso l'effetto cocktail party (esempio discoteca). Le funzioni dell'attenzione sono quelle
di mettere in evidenza alcune informazioni ed escluderne altre. Per tali funzioni valgono gli stessi principi della Gestalt (buona forma). Il processo di focalizzazione pertanto è essenziale e strettamente legato alla pratica (automatizzazione, alto livello di divicin