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E' la ricchezza prodotta internamente dall'impresa e oggetto di ripartizione
tra lavoro, capitale di debito, di rischio e imposte, ricavabile altrimenti
dalla sottrazione del valore dei consumi da quello della produzione. La sua
capacità informativa riguarda tre variabili: 1) il G.I.V. (V.A./produzione),
ovvero l'intensità delle trasformazioni produttive eseguite all'interno
dell'azienda 2) la dimensione, perchè essendo legato all'estensione del
processo di trasformazione interno, è probabile che più questo valore è
elevato più le dimensioni dell'azienda lo siano
3) la redditività, perchè essendo la somma delle remunerazioni dei fattori
produttivi, più esso è alto e più lo è anche il reddito disponibile per lavoro
e capitale
8) definire contratti multilaterali e bilaterali
In un mercato immaginario senza imprese, ogni soggetto dovrebbe
stipulare una miriade di contratti con altri soggetti per precisare ogni
iniziativa lavorativa; dato un sistema economico composto da n agenti, le
combinazioni possibili saranno pari a n(n-1)/2. La presenza dell'impresa
permette invece di evitare di stipulare un enorme numero di contratti,
perchè così ogni soggetto effettua transazioni con una sola controparte.
Trattandosi di rapporti bilaterali con un unico agente, il numero di contratti
sarà pari a (n-1)
9) costi di transazione
Ci sono molti elementi che incidono sui costi di transazione: 1) la gestione
delle informazioni risulta difficoltosa in un contesto in cui ogni soggetto è
condizionato da asimmetre informative, cioè quando le parti non
possiedono tutte le info necessarie lla valutazione della transazione 2) la
formulazione di un contratto completo, che tenga conto cioè di tutti i diritti
e le responsabilità in ogni possibile situazione è praticamente impossibile
3) la specificità del bene, al cui crescere aumenta anche l'onerosità della
transazione, perchè viene generato un prodotto difficile da piazzare sul
mercato al di fuori del contratto; un investimento specifico è giustificato
dalla presenza di una quasi rendita
10) quasi rendita e hold up
E' la differenza tra il valore dell'investimento all'interno della relazione
contrattuale con il suo valore nel miglior uso alternativo; il termine quasi
rendita fa riferimento al margine di guadagno superiore che esiste
all'interno della relazione contrattuale. Situazioni di questo tipo danno
origine ad un forte potere contrattuale del cliente, una sorta di ricatto
(hold up); al crescere della quasi rendita è più probabile che l'acquirente
chieda una rinegoziazione del contratto tesa ad abbassare i costi. Questo
fenomeno genera la necessità di stipulare contratti più complessi e
frequenti rinegoziazioni, maggiorando i costi di investimento e generando
sfiducia
11) impresa e mercato secondo Williamson
O. Williamson, studiando l'impresa dal punto di vista dell'organizzazione,
ha sviluppato un modello sulla gestione delle transazioni da parte
dell'impresa in alternativa al mercato. In base a questa teoria, al crescere
della specificità delle attività (K), l'impresa tende a sostituirsi al mercato
(CGTi), dato l'aumento dei costi di gestione delle transazioni con il
mercato (CGTm). Quindi quando sono richieste competenze generiche
l'impresa si affida al mercato (esternalizza), mentre preferisce svolgere processi
molto complessi internamente.
12) diferenza tra asimmetria informativa pre e post contrattuale
L'asimmetria informativa è la situazione in cui le informazioni in possesso delle parti in
causa sono diverse, e dunque alcuni agenti sono più informati di altri. Situazioni del
genere si possono verificare sia prima che dopo la stipula del contratto; sotto il profilo
decisionale, per esempio, un agente con più informazioni ex-ante preferirà un compenso
in base alla prestazione fornita, mentre uno con maggiore disponibilità ex-post preferirà
un compenso legato al risultato del contratto
13) diferenza tra azione nascosta e info nascosta
L'azione nascosta (moral hazard) è la situazione in cui l'agente e il principale hanno una
simmetria informativa precontrattuale, ma successivamente è l'agente ad avere più
informazioni; per cui una volta arrivati al risultato del contratto, il principale non è in
grado di stabilire se l'esito (positivo o negativo) sia imputabile o meno all'agente
(committente con architetto). L'informazione nascosta (adverse selection) invece, è
un'asimmetria precontrattuale; in questo caso l'agente, al momento della stipula del
contratto, possiede infomazioni ignote al principale e può servirsi di tali conoscenze per
perseguire i suoi interessi senza che il principale possa saperlo (esempio studente prof).
14) esempi di selezione avversa con Gresham o Akerlof
1) in un sistema economico basato s monete d'oro non coniate sarebbe possibile tosare
le monete per trattenere una piccola quantità d'oro, senza che altri se ne accorgano;
con l'oro sottratto sarà poi possibile creare nuove monete. L'informazione nascosta,
costituita dalla conoscenza dell'avvenuta tosatura o meno, farà si che chiunque riceva
queste monete sospetti della possibilità che il loro valore sia in realtà minore del
dichiarato, e dunque accetti di scambiarle solo per una quantità minore di beni. In
questa situazione, chi possiede monete sane sarà indotto ad adulterarle o tesaurizzarle;
gradualmente sul mercato si troveranno solo più monete tosate.
2) in un mercato di auto usate possono essere presenti sia auto di qualità che bidoni. In
condizioni di perfetta informazione, gli scambi avverranno normalmente; in assenza di
informazioni (per entrambe le parti), il mercato si svolgerà, ma con ricadute sul prezzo
delle auto dovute all'incertezza. In caso di presenza di asimmetrie informative (come è
d'altronde nella realtà), il mercato rischia di deteriorarsi profondamente, perchè i
possessori di buone auto non vorranno collocarle sul mercato ad un prezzo ribassato per
via della presenza dei bidoni. Una situazione simile si può risolvere spingendo l'agente a
rivelarsi, forzandolo a cancedere possibilità di prova o garanzie sul prodotto.
15) trade of tra salario fisso e variabile
il rapporto di agenzia tra azionista e manager genera ricadute sulla redditività
dell'impresa, e pone l'esigenza di stipulare contratti lavorativi che incentivino l'impegno.
Se infatti al manager fosse offerto un salario fisso, il rischio del rapporto graverebbe
totalmente sull'azionista, perchè non garantirebbe l'impegno del manager volto alla
buona gestione aziendale. Se viceversa si offrisse un salario completamente variabile,
spostando cioè tutto il rischio sul manager, esso non sarebbe invogliato ad accettare, in
quanto soggetto avverso al rischio (l'utilità marginale del salario è decrescente). La
soluzione del problema si trova stipulando un contratto che invogli il manager ad
accettare, ma allo stesso tempo lo spinga ad impegnarsi nei suoi compiti; verrà cioè
offerto un compenso in parte fisso ed in parte variabile, legato alle prestazioni
dell'impresa
16) esempi di selezione avversa nelle assicurazioni
il termine adverse selection è nato in ambito assicurativo; questo perchè in questo
settore è frequente che le persone che stipulano contratti assicurativi non siano un
normale campione della popolazione, ma una parte di essa che ritiene di avere maggiori
vantaggi dalla stipula del contratto. Questo particolare campione possiederà infatti delle
informazioni, ignote all'assicurazione, che gli fanno ragionevolmente pensare di
ottenere un guadagno dalla stipula del contratto assicurativo (esiste cioè una "selezione
avversa" all'assicurazione dei clienti)
17) teoria di pink
Dan Pink illustra come sia stato scientificamente dimostrato, tramite il così detto candle
problem, che per compiti creativi gli incentivi monetari sono controproducenti, perchè
invece di mettere in moto il pensiero laterale focalizzano l'attenzione del soggetto sul
premio; il metodo degli incentivi funziona correttamente solo se applicato a lavori in cui
l'obiettivo è chiaro e il procedimento meccanico. Nonostante queste scoperte
scientifiche risalgano ormai ad una quarantina di anni fa, ancora oggi la maggior parte
delle imprese non applica queste scoperte, e continua a basare i propri processi, siano
essi creativi o meccanici, sui premi, monetari o meno (there's a mismatch between what
science knows and what business does). Il nuovo approccio suggerito si basa sullo
svolgimento di compiti ritenuti importanti e non di meno interessanti dal lavoratore che
deve svolgere il compito; è interessante anche l'approccio autonomo da concedere al
personale nello svolgimento del suo lavoro (agli ingegneri di google è concesso il 20 %
del loro tempo lavorativo per lavorare su ciò che vogliono, ed è durante questi periodi
lavorativi autonomi che sono state sviluppate molte feature di successo come gmail).
18) quali voci non hanno indicazione contabile
quasi sempre l'utile netto espresso in conto economico non rappresenta una misura
corretta della redditività dell'impresa. Nella contabilità non sono infatti presenti voci
come il costo opportunità dell'utilizzo dei locali in cui si svolge l'attività imprenditoriale
(questo costo può figurare come il canone di affitto a cui potrebbero essere dati in
quello del lavoro dell'imprenditore
concessione), (rappresentabile come lo stipendio che
otterrebbe lavorando da dipendente in un'altra attività) e quello del capitale (esprimibile
come l'investimento dello stesso capitale in un'altra attività di pari rischio
imprenditoriale). Una volta aggiunte queste voci al nostro conto economico fittizio,
potremo avere una rappresentazione più fedele della redditività dell'impresa.
19) distinzione tra utile e profitto
Il termine utile è riferito all'ambito della contabilità, dove è il risultato della differenza tra
ricavi e costi; la differenza con il termine profitto è che per il calcolo di quest'ultimo è
necessario aggiungere ai costi iscritti in contabilità i costi opportunità delle risorse
impiegate nella produzione, quali capitale e lavoro. In conseguenza di ciò, un'impresa
può generare un utile contabile, ma al tempo stesso un profitto negativo, il che
significherebbe il cattivo utilizzo di risorse che, impiegate diversamente