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Con il bimetallismo si possono evitare situazioni di deflazione ma con l’aumento dell’offerta di oro e
argento il sistema entra in crisi.
L’ Inghilterra, potenza commerciale oltre che potenza industriale, aveva adottato un sistema aureo,
cioè emetteva sterline conservando oro.
Si commentino le condizioni del territorio dell’area tedesca all’inizio dell’Ottocento. 6
La "Germania" all'inizio dell'Ottocento era caratterizzata da:
Arretratezza economica.
I disordini dopo lo scioglimento del Sacro Romano Impero prima e le guerre napoleoniche poi
avevano contribuito a mantenere quest’area dell’Europa al margine della vita politica.
La vita economica sembrava non risentire della rivoluzione industriale
Frammentazione politica
era in parte anche dovuta alla frammentazione politica.
Nel 1815 l’unico tentativo di porre rimedio a questa eccessiva frammentazione era stata la nascita
della Confederazione tedesca che riuniva 39 Stati completamente indipendenti.
Chi erano gli Junker
Le provincie orientali erano caratterizzate da un’economia basata sulla grande proprietà nobiliare.
La classe dominante erano gli Junker, i grandi proprietari terrieri, che detenevano anche un
enorme potere politico in quanto assolvevano incarichi amministrativi ed arano anche capi militari.
Tra gli Junker, un ruolo fondamentale l’ha avuto Bismark.
Le attività economiche erano di tipo feudale e si basavano sullo sfruttamento della servitù della
gleba.
Cos’è lo Zollverein? Quale politica economica praticava?
Lo Zollverein, che vuol dire unione dogonale, fu un importante caso di integrazione economica.
Esso rappresentò l’unione economica del paese, ancor prima che si unificasse politicamente.
Le principali regole dello Zollverein furono:
- Protezionismo verso l’estero per proteggersi dalla concorrenza.
- Liberismo all’interno per favorire l’integrazione
- Moneta unica per armonizzare gli scambi
- Rete di infrastrutture per collegare le aree di approvvigionamento con quelle di sbocco.
Si discuta delle cause e delle conseguenze della guerra franco-prussiana
La guerra franco-prussiana fu combattuta nel 1870-71 tra Bismarck e NapoleoneIII.
Bismarck voleva un pretesto per spingere la popolazione ad accettare l’unità politica.
NapoleoneIII era in calo di consensi e aveva difficoltà a gestire il malcontento dei repubblicani e
riteneva che una guerra potesse ricompattare la nazione all’insegna del nazionalismo reazionario.
Bismark tese una trappola e NapoleoneII vi cadde.
Le guerre vengono sempre preparate in anticipo e non si fa altro che aspettare un pretesto, o
casus belli.
Il casus belli fu la successione al trono spagnolo, su cui accampava diritti un principe tedesco.
A questa nomina si opponeva la Francia, che temeva di essere “accerchiata” dai tedeschi.
La diplomazia francese, attraverso un dispaccio, chiese al re di Prussia, Guglielmo I, di far ritirare
la candidatura e di non accampare più pretese sulla Spagna.
Bismack rese pubblico il dispaccio (dispaccio di Ems), alterandone i contenuti in modo da far
scattare un sentimento di rivalsa nei prussiani; Napoleone III si risentì e dichiarò guerra.
I giudizi storici hanno attribuito la sconfitta subita dai Francesi a Sedan all leggerezza di
NapoleoneIII che scelse la via del conflitto pur conoscendo la forza militare prussiana e pur
sapendo che il suo esercito non era pronto. I tedeschi ottennero:
- L’unificazione politica
- L’annessione di due regioni ricchissime, l’Alsazia e la Lorena, considerate strategiche per lo
sviluppo industriale
- Il pagamento delle spese di guerra (una sorta di indennizzo)
La vittoria di Sedan fu una dimostrazione di grande forza militare e politica delle Germani ed infatti
la proclamazione del Reich avvenne a Versailles.
Si parli di unificazione economica e politica in Italia.
Quale ruolo ebbe lo Stato? 7
Guido Pescosolido, noto storico italiano, disse che “il modello di sviluppo italiano mutò
strategicamente con il mutare delle forme di intervento dello Stato.
Il capitalismo italiano era strettamente correlato all’intervento da parte dello Stato in economia.
L’Unità d’Italia, gestita dalla Destra Storica che impose politiche liberiste.
Lo Stato per favorire la crescita economica adotta strategie protezionistiche, elargisce premi di
produzione ed effettua commesse di favore.
La nascita dell’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) sancisce l’ingresso dello Stato
nell’attività economica nella veste di imprenditore.
Quali problemi dovette affrontare la Destra Storica? E come li risolse?
I problemi che dovette affrontare la destra storica erano:
ritardo tecnologico - mancanza di risorse minerarie - inadeguatezza del sistema tributario - iniquo
sistema elettorale – analfabetismo - carenza di norme igieniche - povertà diffusa - predominanza
dell’agricoltura
- questione meridionale e brigantaggio - caos monetario.
Questi problemi dovevano essere risolti per conferire al nuovo paese quel potere economico,
finanziario e militare che necessitava per emergere in ambito internazionale.
La classe dirigente chiamata ad affrontare i problemi dell’Unità d’Italia fu la Destra Storica che
adottò al nuovo Regno tutti i provvedimenti già in atto nel regno di Sardegna.
In sintesi le scelte della Destra storica furono:
Politica liberale moderata - adozione della tariffa doganale, del sistema amministrativo e del codice
civile
del Regno di Sardegna - lira italiana (piemontese) – sistema monetario bimetallico - sistema
bancario: 5 banche di emissione - il nuovo stato si accollò tutti i debiti pubblici e finanzia il deficit
con l’emissione
di titoli di stato, acquistati anche sui mercati esteri.
Cosa vuol dire “Destra Storica”?
In quanto di DESTRA, la classe dirigente italiana fu orientata verso il liberismo.
Era contraria all’intervento dello Stato in economia ed era favorevole alla competizione
internazionale da promuovere attraverso l’abbassamento di dazi doganali.
Si ritiene che la politica libero-scambista danneggiò le manifatture dell’Italia meridionale, ancora in
fase embrionali e quindi incapaci di reggere la concorrenza estera.
Questa rappresentanza di destra fu definita STORICA in quanto si dovette accollare i problemi
dell’Unità, evento storico per eccellenza.
Si parli della crisi economica legata al corso forzoso.
La Destra Storica si trovò ad affrontare fin dai primi anni di Unità una pesante crisi economica.
Fu sufficiente la diffusione della notizia dell’imminente guerra che i titoli di stato, che erano stati
emessi per finanziare l’unificazione, subissero pesanti ribassi nelle quotazioni, soprattutto sulla
piazza francese.
Lo Stato, di fronte alla massiccia richiesta di rimborso dei titoli di Stato, si trovò in difficoltà: non
aveva sufficienti quantità di metalli preziosi per convertire i titoli in liquidità e fu costretto a
dichiarare il corso forzoso (che significa temporanea inconvertibilità delle banconote in metallo
prezioso).
Una volta dichiarato il corso forzoso, fu necessario perseguire una politica di assestamento volta a
riequilibrare entrate e uscite pubbliche.
Per ottenere il pareggio del bilancio statale, la Destra Storica seguì due strade:
1) Aumento delle tasse e introduzione di nuove, la più impopolare delle quali fu la tassa sul
macinato.
2) Vendita di beni demaniale e dell’asse ecclesiastico, che apportarono delle entrate una-tantum.
Quando si realizzò il decollo industriale in Italia? 8
L’industrializzazione, almeno al decollo, fu tipica solo di alcune regioni ed in particolare Piemonte e
Lombardia.
I settori di industrializzazione furono.
La metallurgia, stimolata dalla costruzione di ferrovie e di imbarcazioni a vapore, sussidiate dallo
stato;
L’industria meccanica, settore in cui l’Italia eccelse;
L’elettricità, alla cui produzione l’Italia si dedicò con anticipo rispetto alle altre nazioni europee
L’industria tessile e L’industria chimica
Quali riforme attuò Pietro I il Grande e perchè?
Pietro I, detto il Grande avviò un grande progetto di espansione imperialistica.
Il suo primo obiettivo fu quello dell’espansione territoriale, rivolta soprattutto verso l’Impero
Ottomano per la conquista del Mar Nero.
Le riforme, tuttavia, furono centralizzate ed autocratiche, tant’è che si può parlare di assolutismo
dispotico.
Obiettivo principale della politica di Pietro I il Grande fu quello di avviare un processo di
rinnovamento militare e civile dello stato che ebbe come conseguenza anche qualche forma di
modernizzazione economica.
Per perseguire la politica espansionistica fu necessario innanzitutto creare un esercito
permanente: ciò comportò la nascita delle prime industrie manifatturiere e minerali.
La politica espansionistica, inoltre, tese a favorire il commercio.
Man mano che le vittorie imperiali comportavano nuove annessioni territoriali, la Russia poteva
sfruttare l’acquisizione di nuovi porti. Ciò favorì la crescita commerciale del Paese.
Inoltre, attraverso l’adozione del protezionismo si finì per agevolare le esportazioni e grazie ad
esse si venne a creare anche in Russia una classe borghese interessata al commercio e
all’imprenditoria.
A cosa è dovuta l’arretratezza russa all’inizio dell’Ottocento?
Nonostante le iniziative economiche l’Impero continuava ad essere arretrato perché:
L’industrializzazione non era diffusa; si trattava di iniziative isolate e le risorse presenti erano
troppo disperse.
La situazione geografica e climatica non era favorevole; i lunghi inverni impedivano il normale
svolgimento delle attività economiche in agricoltura e la vastità del territorio, privo di infrastrutture,
non consentiva si sfruttare adeguatamente i mercati interni.
Eccessivo centralismo da parte dello Stato che tendeva ad ostacolare iniziative private.
La società russa era ancora cristallizzata in una struttura di tipo feudale: a capo vi era lo Zar,
seguivano signori e in ultimo i servi.
L’economia era prevalentemente agricola ed organizzata in comunità di villaggio chiamati mir.
Il mir era un’antica forma di organizzazione autonoma delle campagne russe in forma comunitaria
caratterizzata dalla proprietà collettiva della terra.
Che importanza ebbe la Guerra di Crimea nella storia economica russa?
La guerra di Crimea (1853-56) fu combattuta dalla Russia contro l’impero Ottomano, sostenuto da
Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna.
La causa fondamentale fu il contrasto tra le mire della Russia di Nicola I a un&rsquo