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TURBINA CONDENSATORE
|̇| |̇
̇ ℎ =
̇ ℎ +
̇ ℎ =
̇ ℎ + |
3 3 4 4 4 4 1 1
Riepilogo: ̇ (̇ℎ
|̇ |̇
|̇| |̇| ̇(ℎ )
= ̇(ℎ − ℎ ) = − ℎ = (
ℎ − ℎ ) = − ℎ )
| |
2 1 3 4 3 2 4 1
|̇
|̇| |̇| |̇|
− |
− − −
= ≅ = ≅ =1− =−
̇ ̇ ̇
− − −
| | | | | |
di più rapido impiego, poiché non richiede il calcolo dell’entalpia dell’acqua all’uscita della pompa, bensì
quella all’ingresso, che può essere letta direttamente sulle tabelle di saturazione
3
= 1 − =1− =
4
Ciclo di Rankine reale
Per esaminare il comportamento del ciclo di Rankine reale occorre
eliminare l’ipotesi di endoreversibilità, il che provoca generazione di
entropia non solo negli scambi di calore con differenza di
temperatura finita che avvengono al condensatore e al generatore di
vapore, ma anche nelle macchine a fluido.
• rispetto al ciclo endoreversibile, a parità di calore fornito (QA) al
sistema dal SETA c’è un aumento del calore (QB) ceduto al SETB e
quindi una diminuzione del lavoro netto fornito al SEM, con
conseguente diminuzione del rendimento. |̇ |
∆ℎ ℎ −ℎ
3 4
(ℎ )
= ∆ℎ = ∆ℎ = − ℎ = =
3 4
|̇|
∆ℎ ℎ −ℎ
3 2
4s si calcola facilmente perché isoentropico con 3
40. Rendimento di 1° e 2° principio
Il parametro rendimento indica il rapporto tra l’utile e la spesa fornita
Come si evince dal teorema di Carnot il rendimento delle macchine reali è per forza di cose inferiore a
quello della macchina reversibile e da esso limitato superiormente; ciò impedisce che il valore assoluto
del rendimento della macchina reale (spesso indicato come rendimento di primo principio) possa
fornire una fotografia immediata della bontà di conversione di una macchina rispetto ad un’altra.
Il valore del rendimento di primo principio della macchina reale va in effetti confrontato con quello
della macchina reversibile operante tra le stesse temperature per fornire la cifra assoluta della bontà di
conversione della macchina.
Tale parametro è definito rendimento di secondo principio, si indica con il simbolo Ψ
=
Di fatto pensando a due macchine Termiche: la prima avente rendimento pari a 0.5 e operando tra le
temperature di 25 K e 100 K; la seconda con rendimento di 0.3 e operante tra due set a temperatura 25
K e 40K
La prima macchina che sembrerebbe più favorevole guardando il rendimento di secondo principio è
pari a 0.67 mentre per la seconda macchina il rendimento di secondo principio è di 08
Questo significa che la prima macchina pur avendo un rendimento di primo principio reale maggiore
non “esprime al massimo le sue potenzialità” dovute alla alta differenza di temperatura tra i due set. (la
qualità di energia termica aumenta con la temperatura)
41. Ciclo Joule
Il Ciclo di Joule è un ciclo a gas quindi lavora per tutta la durata del ciclo nelle condizioni di aeriforme al
di sopra della temperatura critica, allora si parla di “impianti motori a gas”, o di cicli diretti a gas.
Lo si può descrivere con: combustione interna dove lo stesso fluido di lavoro è il luogo in cui avviene la
combustione e quindi deve essere continuamente scaricato e rinnovato (a rigore non rappresenta un
vero e proprio ciclo); combustione esterna dove il fluido di lavoro riceve calore, attraverso uno
scambiatore a superficie, da un SET esterno.
L’adozione di cicli termodinamici di riferimento è possibile se si accettano le seguenti approssimazioni:
• il fluido di lavoro viene modellato come un gas ideale, e i calori specifici vengono ipotizzati
come costanti nel campo di operazioni del ciclo (in questo caso il fluido si definisce “standard”);
• il processo di combustione viene modellato come somministrazione di calore al sistema da
parte di un SET.
• l’aria atmosferica costituisce il SET a temperatura bassa a cui viene ceduto il calore di scarto;
• la portata massica di fluido lungo tutto il ciclo è considerata costante e per proprietà si
adottano quelle dell’aria, modellata come un gas a comportamento ideale, alle condizioni
assunte durante l’evoluzione nel ciclo.
Con queste tre ipotesi il fluido di lavoro si definisce “aria standard” e il ciclo analizzato sulla base delle
stesse ipotesi prende il nome di ciclo di Joule standard.
Aggiungendo l’ulteriore ipotesi di:
• →
ciclo endoreversibile si parla di ciclo endoreversibile di Joule standard.
Il ciclo endoreversibile di Joule standard è costituito da:
• due adiabatiche
• due isobare
(1-2) compressione abiabatica – fase di spesa Lc
(2-3) combustione lungo l’isobara - viene fornito calore Qa
(3-4) espansione adiabatica – fase utile Lt
(4-1) il calore non trasformato in lavoro viene ceduto all’ambiente Qb
1°ANALISI
|̇ |̇ |̇ |̇
|̇| |̇| |̇| |̇|
| + = | + − = − |
|
Nel ciclo di Rankine la compressione avviene in fase liquida (pompa) e il lavoro assorbito è molto piccolo
rispetto al lavoro di espansione, infatti si trascura.
Nel ciclo di Joule sia la turbina che il compressore lavorano su un aeriforme e il lavoro positivo e quello
= −
negativo sono confrontabili. −
|̇
|̇| |̇|
− |
= =1−
|̇ |̇
| |
Lungo le isobare, dove si scambia solo calore, il bilancio di energia si riduce
̇
= ̇∆ℎ = ̇ ∆
( − )
=− ( − )
Ciclo di Joule standard
Rimuovere l’ipotesi di endoreversibilità del ciclo, sostanzialmente, significa
considerare la compressione e l’espansione non più isentropiche ma a entropia crescente. Solo che a
differenza del ciclo di Rankine il parametro di lavoro da sostituire non è più uno ma due:
∆ − ∆ −
= = = =
, ,
∆ − ∆ −
( )]
[ − − −
,
=− −
− [ + ]
,
42. Ciclo di Otto
Nel motore ad accensione comandata a 4 tempi il pistone esegue 4 corse all’interno del cilindro e
l’albero motore compie due giri per completare un ciclo.
Le 4 corse del pistone nel cilindro: (compressione, espansione, scarico, aspirazione)
La combustione della miscela deve essere innescata dalla scintilla della candela, quindi non si devono
verificare all’interno del cilindro le condizioni di P e T che possano provocare l’autoaccensione (il
cosiddetto battito in testa)
Le ipotesi da introdurre per l’analisi sono quelle solite. Si ripetono qui quelle specifiche per i cicli a gas
Con queste ipotesi le 4 fasi del motore reale, diventano le 4 trasformazioni del ciclo endoreversibile di
Otto costituito da:
• due adiabatiche
• due isocore
L’analisi termodinamica si esegue partendo dal bilancio di energia scritto per un sistema chiuso
− = ∆
Lungo le due isocore del ciclo endoreversibile di Otto standard, nelle quali non si scambia lavoro
proprio per il fatto di essere isocore il calore scambiato può essere dunque valutato come:
= ∆ = ( − )
2−3 2−3 3 2
= ∆ = ( − )
4−1 4−1 1 4 ( − )
4 1
=1−
Il rendimento termodinamico del ciclo: (uguale al ciclo Rankine) ( − )
3 2
Se ora si introduce il rapporto volumetrico di compressione (ρV) definito come:
= = (
punto morto inferiore/ punto morto superiore )Con questo risultato il
1
=1− =
rendimento del ciclo diventa: Dove
−1
43. Ciclo Diesel
Nei motori ad accensione spontanea le fasi di aspirazione e compressione riguardano solo l’aria
comburente. Alla fine della fase di compressione il combustibile viene iniettato nell’aria già portata ad
alta P e T. 4 trasformazioni del ciclo endoreversibile di Diesel standard rappresentate sui piani
termodinamici costituito da:
➢ due adiabatiche
➢ una isobara
➢ una isocora
L’analisi termodinamica si esegue con la stessa metodologia vista per gli altri cicli, partendo dal bilancio
di energia scritto per un sistema chiuso, − = ∆
Per valutare il calore assorbito dal fluido di lavoro lungo l’isobara (23) è necessario ricordare che il
lavoro reversibile scambiato per variazione di volume in un sistema chiuso vale:
= ∫
ℎ = +
che l’entalpia è definita dalla: ∆ℎ = ∆
e che la variazione di entalpia si può valutare, per il gas ideale con calore specifico costante
Quindi ) ( ) ) ( )
= + ∆ = ( − + ( − =
− − −
2−3 2−3 2−3 3 2 3 2
3 2 3 2
Energia interna
lavoro ( )
| | = −
−
Il calore ceduto all’ambiente esterno lungo l’isocora, nella quale lo scambio di lavoro è nullo, si valuta
invece allo stesso modo del calore scambiato nel ciclo di Otto