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DATI URBANISTICI DI PARTENZA PER UN PIANO ATTUATIVO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE O DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

Possono essere:

  • ST: superficie territoriale (dimensione dell'area) → data- da SF+CE dove SF è la superficie fondiaria e CE sono le aree di cessione
  • Rc: rapporto di copertura → dato da SC/SF dove SC è la superficie coperta e SF è la superficie fondiaria
  • IT: è l'indice di edificabilità territoriale → volume edificabile/ST
  • UT: è l'indice di utilizzazione territoriale → definito in mq di SLP ogni metro quadro di area territoriale
  • DT: densità abitativa territoriale che rappresenta il carico urbanistico massimo o la potenzialità edificatoria territoriale → rapporto tra quantità di abitanti teorici insediabili ed unità di superficie territoriale
  • IF: è l'indice di edificabilità fondiaria → volume edificabile/SF
  • UF: è l'indice di utilizzazione fondiaria

fondiaria → definito in mq di SLP- ogni metro quadro di superficie fondiaria

DF: densità abitativa fondiaria che rappresenta il carico- urbanistico massimo o la potenzialità edificatoria fondiaria →rapporto tra quantità di abitanti teorici insediabili ed unità disuperficie territoriale

Hmax: altezza massima- standard minimi da DM 1444/68 o per la lombardia LR 12/2005

ABITANTI TEORICI (IDENTIFICATI ANCHE CON LA VOCE STANDARDRESIDENZIALI) RAPPRESENTANO LA QUOTA MINIMA DI SLP O VOLUMERESIDENZIALE. IL CALCOLO AVVIENE IN FUNZIONE DEI DATI DI CUI SOPRAE DEGLI STANDARD RESIDENZIALI.

ricavo il volume massimo edificabile dai dati forniti.

per ogni persona van considerati 100 mc (80 mc per le residenze e 20 mcper i servizi della residenza) secondo il DM 1444/1968.

volume massimo edificabile/volume pro capite = numero di abitanti teorici

in alternativa posso prendere in considerazione la SLP massimarealizzabile, se fornita nei dati, e la quantificazione

degli abitanti teorici sarà data dal rapporto tra l'SLP realizzabile e l'SLP pro capite- una volta calcolati gli abitanti teorici si può passare a calcolare la quota di standard urbanistici prevista in totale. Quindi bisognerà calcolare le aree da cedere e da destinare a spazi pubblici/urbanizzazioni secondarie (verde pubblico, istruzione, servizi di quartiere, parcheggi pubblici).- il LR 12/2005 specifica che i mq di standard urbanistici pro capite sono 18mq/ab come per DM 1444/1968 ma dice che questi devono essere distribuiti secondo le reali esigenze del piano, incentrate anche sulla scelta della tipologia di servizi da realizzare in relazione agli utenti potenziali (ovviamente ciò può cambiare in base al numero di abitanti del comune alla zona omogenea oltre che alla regione). In questo modo trovo le aree dedicate agli standard urbanistici.- togliendo l'area ottenuta totale, da cedere per le opere di urbanizzazione secondaria, alla

Superficie territoriale, troviamo la superficie fondiaria sulla quale invece si potrà edificare, la formula è SF=ST-CE. La superficie territoriale meno le aree di cessione danno la superficie fondiaria, ossia l'area dove vanno concentrati i volumi residenziali e le relative aree di competenza, o in alternativa ad altra destinazione se il piano urbanistico non è a destinazione residenziale.

Quantificare le aree destinate a residenza e servizi per la residenza secondo gli standard residenziali. Quindi moltiplichiamo il numero di abitanti per 80 mc per ottenere i mc di residenza e per 20 mc per ottenere i mc di servizi per la residenza.

Poi procediamo a calcolare i parcheggi secondo la Legge Tognoli 122/1989. Ricordiamo che ogni posto auto misura 2,5m x 5,00m, ed ogni 50 posti auto deve essere previsto un posto auto per diversamente abile di misura 3,50m x 5,00m.

Calcoliamo la superficie di parcheggi per la residenza che corrispondono a 1/10 del volume residenziale.

calcoliamo la superficie di parcheggi per i servizi alla residenza che corrispondono a 1/10 del volume per i servizi alla residenza- superficie parcheggi residenza/12,5 = numero di posti auto residenza- tot posti auto residenza/50 = numero di posti auto per disabili- superficie parcheggi servizi alla residenza/12,5 = numero di posti auto servizi alla residenza- tot posti auto servizi alla residenza/50 = numero di posti auto per disabili- ora torniamo ai volumi. dobbiamo quantificare i parametri di edificabilità fondiaria (per verificare che rispettino le condizioni in quanto volumi e superfici reali devono rispettare il carico urbanistico massimo) che indicano rispettivamente il rapporto tra volume, SLP o abitanti teorici e superficie fondiaria (IF, UF, DF > IT ,UT, DT).- calcolo l'indice territoriale IF=volume di area edificabile (destinata a residenza e servizi per la residenza)/SF > IT- infine procedere con la lottizzazione per definire la dimensione dei corpi di

fabbrica- ipotizzo più tipologie (in linea, a schiera ecc) e faccio un'ipotesi di SLP per piano e la moltiplico per l'altezza così da ottenere i metri cubi di un piano- divido il volume destinato a residenza/il volume di un piano = numero di piani- tenendo conto che un piano ospita tot persone posso calcolare il numero di persone ospitate e verificare che si avvicini al numero di abitanti teorici trovato precedentemente.

3. ora che si hanno tutte le superfici si può procedere con una bozza di zonamento, dividendo così l'area in lotti per:

  • superficie fondiaria
  • superficie destinata a standard urbanistico
  • viabilità pubblica e accessi pensati per garantire condizioni di accessibilità e sicurezza

4. i distacchi

5. il verde

i piani quadro- PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO REGIONALE ha carattere conoscitivo ed orientativo, definisce gli indirizzi ai quali deve attenersi la pianificazione dei sottostanti livelli provinciale e comunale.

Si propone di rendere coerente la "visione strategica" della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale; ne analizza i punti di forza e di debolezza, evidenzia potenzialità ed opportunità per le realtà locali e per i sistemi territoriali. Si compone di relazione + cartografia + norme di attuazione. - PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (PTCP) stabilisce gli indirizzi per lo sviluppo economico e sociale della provincia e nel rispetto del piano territoriale regionale, provvede ad individuare le zone e i beni di interesse provinciale da destinare a particolare disciplina ai fini della difesa del suolo e della sistemazione idrogeologica, della tutela delle risorse naturali e del ripristino di ambienti fisici storici monumentali. Indica i criteri ed indirizzi ai quali i comuni si devono attenere nel valutare i fabbisogni, le qualità e quantità degli insediamenti residenziali, produttivi e terziari.

indica isistemi di servizi, infrastrutture, parchi riserve naturali e altre opere pubbliche provinciali.

si compone di relazione + cartografia 1:25.000 + un documento di coordinamento dei pianidi intervento programmati per la sistemazione idrogeologica e forestale + norme diattuazione.

- PIANO PAESAGGISTICO

La sua predisposizione è a carico delle regioni. disciplina gli aspetti procedurali relativi allecosiddette bellezze d'insieme e cioè il complesso di cose immobili aventi valore estetico etradizionale, nonché le bellezze panoramiche. con la legge Galasso inoltre i vincolopaesaggistico è stato esteso anche a territori costieri, ghiacciai, fiumi e corsi d'acqua, lemontagne per la parte eccedente i 1.600 metri, i territori coperti da foreste e boschi, lezone umide, i vulcani e le aree archeologiche.

- PIANO DI COMUNITÀ MONTANE (PCM)

introdotto con lo scopo di arrestare il sottosviluppo e spopolamento delle aree montaneattraverso la loro valorizzazione.

Riunisce territori di più comuni, con omogenee caratteristiche e posizionate ad almeno 800 metri sopra il livello del mare, che prendono il nome di comunità montane. La legge 142/90 snatura il potere del piano lasciandogli solo finalità di proposta.

PIANO DI AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE (PASI) è di competenza regionale e disciplina la formazione di aree ed insediamenti industriali.

PIANO TERRITORIALE DI AREA METROPOLITANA (PTAM) con la legge 142/90 sulle autonomie locali viene introdotta anche la "città metropolitana" come ente territoriale sovra comunale che attraverso il PTAM coordina e definisce l'assetto territoriale sovra comunale relativamente alle problematiche proprie della metropoli. Nelle aree metropolitane il comune capoluogo e i comuni uniti da contiguità territoriale e rapporti di stretta integrazione (in termini di attività economica, servizi, caratteri ambientali e relazioni socio-culturali) si costituiscono in

città metropolitane. La città metropolitana assume/acquisisce le funzioni della provincia (raccogliendo l'eredità del PTCP) e ad essa compete la pianificazione territoriale dell'area metropolitana. PIANO TERRITORIALE DI BACINO I piani di bacino rappresentano lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale vengono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione delle acque sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio. PIANO DEL PARCO Le aree protette sono disciplinate nei contenuti e nelle procedure di formazione dal piano territoriale del parco, secondo il modello della zonizzazione, articolata in: zone di riserva integrale, zone di riserva orientata, aree di protezione delle Amministrazioni comunali o dei privati. PIANO DI SETTORE - I piani regolatori generali PIANO REGOLATORE GENERALE (PRG) → IN LOMBARDIA PIANO GOVERNO DEL

TERRITORIO (PGT) è lo strumento comunale urbanistico che ha lo scopo di organizzare l'assetto comunale complessivo e di regolamentarne le varie parti. Il PRG deve tener conto degli indirizzi che discendono dal piano territoriale di coordinamento. Le previsioni restano in vigore a tempo indeterminato e si attuano attraverso i piani attuativi.

Si costituisce di una relazione tecnica + elaborati preliminari di analisi e inquadramento + elaborati progettuali grafici + norme tecniche di attuazione.

In Lombardia il PGT ha validità di 5 anni, è stato adottato nel 2005 e si articola in:

  • Documento di Piano che contiene gli elementi conoscitivi del territorio e le linee di sviluppo economico e sociale che l'amministrazione comunale intende perseguire nonché definisce l'assetto geologico, idrogeologico e sismico. Definisce il quadro
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher persic di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esame di stato per l'abilitazione alla professione di architetto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Corradi Emilia.