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DOMANDE AGGIUNTIVE
1. Confronta gli environmental claims
Gli environmental claims sono certificazioni di prodotto che riguardano ISO 14021, ISO 14024, ISO 14025. Queste certificazioni possono utilizzare strumenti come etichette, marchio o dichiarazioni.
Le certificazioni di tipo I coincidono con la norma ISO 14024 e hanno come finalità una selezione comparativa dei prodotti più ecologici, il destinatario è il consumatore finale. Lo strumento comunicativo in questo caso è un marchio più eventuali frasi esplicative. In questo tipo di certificazione l'utilizzo dell'approccio LCA è obbligatorio per lo sviluppo dei criteri per il rilascio del label. I programmi esistenti sono diversi, il più famoso è Ecolabel, un marchio di qualità ambientale per i prodotti; ma anche Forest Stewardship Council (FSC) che è un'etichetta presente su carta e legna e riguarda foreste gestite in modo sostenibile. Se si vuole
ottenere questa certificazione, l'intera filiera produttiva è concepita in un'ottica di sostenibilità. La certificazione di tipo II (ISO 14021) è una comunicazione non ingannevole sulle prestazioni ambientali del prodotto, il destinatario anche in questo caso è il consumatore finale ma a differenza del tipo I, l'utilizzo dell'approccio LCA è un consiglio e non è obbligatorio. In questo caso lo strumento comunicativo è un'asserzione ambientale auto-dichiarata. Nella certificazione di tipo III (ISO 14024) abbiamo informazioni garantite per favorire il confronto fra prodotti sulla base di indicatori di categorie d'impatto ambientali. In questo caso il destinatario è il cliente intermedio (si parla spesso di rapporto B2B). L'utilizzo dell'approccio LCA è obbligatorio per elaborare gli indicatori da inserire nella dichiarazione ambientale di prodotto o eco-profile. Lo strumentocomunicativo privilegiato è la dichiarazione ambientale di prodotto e ne esiste una serie in base a sistemi-paese, ad esempio: EPDs program (Canada), NHO Type III program (Novergia). 2. Descrivi le estensioni dell'analisi LCA (from cradle to grave...etc) È bene introdurre il discorso con una definizione di LCA (Life Cycle Assessment) la quale è una procedura standardizzata a livello internazionale, che permette di valutare il potenziale impatto ambientale di un prodotto o processo. Ci sono delle norme ISO che guidano per farlo in modo corretto. È uno strumento che considera l'intero ciclo di vita. L'estensione dell'LCA riguarda 4 categorie: - from cradle to grave: che considera i consumi di tutti gli input e tutti gli output. - from cradle to gate: considera la fase di approvvigionamento delle materie prime fino all'immissione del prodotto sul mercato. - from gate to gate: analizza solo le fasi di fabbricazione e assemblaggio del prodotto. - from gate to grave: considera solo la fase di utilizzo e smaltimento del prodotto.prodotto in esame. - from cradle to cradle: considera anche la rivalorizzazione del prodotto a fine vita alloscopo di diminuire la quantità di rifiuti.
3. Descrivi lo scopo, gli obiettivi e i principi della PEF
La PEF, product environmental footprint, è una metodologia che permette di misurare l'impatto ambientale di un prodotto o servizio. Lo scopo di questa metodologia è quello di fornire degli orientamenti tecnici quanto più dettagliati possibile per l'effettuazione dello studio LCA (Life Cycle Assessment) in modo da aumentare la comparabilità di studi e risultati condotti da analisti diversi su prodotti dello stesso tipo. L'obiettivo fondamentale è l'inserimento dell'LCA nella normativa ambientale, ma anche avere una armonizzazione metodologica, una cooperazione internazionale, comparabilità sopra la flessibilità ecc. I principi da rispettare sono rilevanza, completezza, coerenza, precisione, trasparenza.
4. Supply
chain management, che cos'è e quali sono gli altri tipi di SCM Il SCM è considerato come un approccio sistemico per considerare la supply chain come un'unica entità e per gestire il flusso totale di beni dal fornitore al consumatore finale. Un orientamento strategico verso sforzi cooperativi per sincronizzare e convergere le capacità operative e strategiche tra imprese e all'interno della singola impresa verso un obiettivo comune. Una focalizzazione sul cliente per creare uniche e specifiche fonti di customer value capaci di accrescere la customer satisfaction. I vari tipi di SCM sono: - Sustainable supply chain management: l'integrazione strategica degli obiettivi sociali, ambientali ed economici. - Green supply chain management: concentrata sulla variabile ambientale. Integra il Life cycle thinking nella gestione della supply chain. - Circular supply chain management: l'integrazione del circular thinking nella gestione della catena, con un focus sulla riduzione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali. una visione di zero sprechi. 5. La matrice di Kralijc nell'approvvigionamento La matrice di Kralijc permette l'analisi strategica delle forniture: ha sull'asse delle ascisse la complessità del mercato di riferimento (=quanto è difficile approvvigionarsi di un determinato materiale o componente), sull'asse delle ordinate invece vi è l'importanza economica o strategica (l'incidenza sul valore aggiunto che quel componente ha sul prodotto finale). 4 quadranti: - Entrambe le variabili sono basse: materiali non critici, non rilevanti, si cerca di trovarli al costo più contenuto possibile, sono commodities. Materiali di cancelleria per esempio. - Bassa complessità del mercato ma alta importanza economica del materiale: materiali con effetto leva, che quindi incidono sulla redditività, sono più specifici ed hanno un alto impatti. Gli obiettivi sono quelli di gestire al meglio la divisione fornitore e produttori. Per esempio,i compressori dei frigoriferi rimangono nonstrategici.
Alta complessità del mercato ma bassa importanza economica del materiale: colli di bottiglia, condizionano la possibilità di avere un'alta redditività con la difficoltà di reperirli, magari vi è monopolio. Si cerca di assicurarne il flusso. Per esempio i pneumatici,
Entrambe alte: componenti strategici, grande valore ed impatto, ci sono pochi fornitori, l'obiettivo è sviluppare una forte relazione con i fornitori. Per esempio sistemi di iniezione.
Perché la plastica è un problema ingombrante
Il problema delle plastiche nasce con la sua invenzione in territorio americano. Prodotti costituiti da plastica sono stati molto pubblicizzati, soprattutto verso il target femminile che la usava prevalentemente per mantenere il cibo. Solo in un secondo momento ci siamo accorti quanto la produzione e smaltimento successivo del materiale sia ad alto tasso inquinante. Tra il 2015 e
Il 2018 la domanda di plastica all'interno dell'Unione Europea è aumentata di 2 milioni di tonnellate. Il suo uso è prevalentemente per packaging date le sue qualità, ma può essere usata anche in altri settori industriali come: il tessile, l'automotive, le costruzioni e l'elettronica. La Commissione Europea, con il documento "European Strategy for Plastic and Circular Economy", ha cercato di sensibilizzare il riciclaggio e il riutilizzo della plastica. Si cerca quindi sempre di più di andare verso un'ottica circolare, che vede il coinvolgimento di due attori: il consumatore e l'azienda produttrice, un comportamento virtuoso di entrambi garantirebbe il raggiungimento di obiettivi macro.
7. Industria 4.0
L'industria 4.0 ha introdotto nuovi modelli che si dividono in tre aspetti: offerta sul mercato, supply chain e relazioni con il cliente. In termini di offerta sul mercato abbiamo un connubio sempre maggiore tra
sue esperienze e feedback. Questo ha portato ad un aumento della personalizzazione dei prodotti e dei servizi offerti, in quanto le aziende sono in grado di raccogliere e analizzare i dati dei clienti per comprendere meglio le loro esigenze e preferenze. Inoltre, la digitalizzazione ha reso possibile la creazione di nuovi modelli di business, come ad esempio l'e-commerce, che permette alle aziende di raggiungere un pubblico più ampio e di vendere i propri prodotti e servizi online. Questo ha aperto nuove opportunità di mercato e ha permesso alle aziende di espandersi a livello globale. Tuttavia, è importante sottolineare che la digitalizzazione e l'utilizzo delle nuove tecnologie devono essere gestiti in modo responsabile e sostenibile. È necessario considerare l'impatto ambientale delle tecnologie utilizzate e adottare pratiche sostenibili lungo l'intera catena del valore. Inoltre, è fondamentale garantire la sicurezza dei dati dei clienti e proteggere la loro privacy. In conclusione, la digitalizzazione ha trasformato profondamente il modo in cui le aziende operano e interagiscono con i clienti. Ha aperto nuove opportunità e ha reso possibile la creazione di prodotti e servizi sempre più personalizzati. Tuttavia, è importante gestire questa trasformazione in modo responsabile e sostenibile, tenendo conto degli impatti ambientali e garantendo la sicurezza dei dati dei clienti.innumerevoli piattaforme e i forum proposti dalle aziende stesse. I vantaggi sono:
- Economici, flessibilità quindi maggiore soddisfazione del cliente e un vantaggio reputazionale garantito dalla maggiore trasparenza e sostenibilità dei costi.
- Vantaggi ambientali, innovazione e dematerializzazione con riduzione degli sprechi.
- Sociali, si cerca personale sempre più qualificato e maggiore inclusione di tutti gli stakeholder.
8. Definizione di startup
Le startup sono imprese giovani che non hanno più di 5 anni, con prodotti innovativi ad alto valore tecnologico. Le startup non nascono da fusione, scissione societaria o cessazione. Hanno una ReS di almeno 15%, 2/3 della forza lavoro sono laureati magistrali e hanno molti brevetti. Il tetto massimo del valore è fissato a quota 5 milioni di euro. La sede deve essere in Italia o in Europa e la società non deve distribuire utili. Le startup nascono in un ecosistema fertile.
9. Cleantech startup
La cleantech
startup è una combinazione di innovazione e attenzione all'ambiente, crea meno rifiuti rispetto ad altre startup e riduce l'impatto umano sull'ambiente. Con le cleantech startup abbiamo molti investimenti in rinnovabili, tecniche di riciclo e trasporti verdi. L'importante è che sussistano due fattori: la disponibilità locale di conoscenza scientifica e tecnologica e una tecnologia consapevole dell'ambiente. Esistono 6 fattori detti spillovers che hanno un impatto positivo sulle startup e sono: presenza di imprese sul territorio, brevetti locali, consapevolezza ambientale da parte dei clienti e del governo, presenza di università e organizzazioni ambientali sul territorio. In classe abbiamo analizzato diversi esempi: RICEHOUSE, UNDERGROUNDPOWER e WRAD.
10. Tassonomia e Green Bond
La tassonomia crea una classifica su base scientifica delle attività eco-compatibili e stabilisce quali attività sono green e viene utilizzata sia
dai governi sia dalle aziende. I criteri