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Domande e Risposte d’esame

Statistica Economica e Statistica Istituzionale

Prof. Quaranta Anna Grazia

a.a. 2015-2016

1) I dati della statistica economica

I dati della statistica economica possono essere rilevati in 3 modi:

a) Dati spaziali: cioè dati rilevati in un determinato momento per tutte le unità statistiche

(Cross Action)

b) Dati temporali (Time Series): dati raccolti per una singola entità (imprese, persone, paese)

nel tempo (Quando costituiscono un foglio Excel posso osservare le evoluzioni temporali del

carattere dell’unità statistica osservata).

c) Dati n (Dati spazio-temporali, ottusi detti dati longitudinali): Hanno 2 periodi e pedici Xit

dove i=oggetto di osservazione ed è il primo pedice che serve per l’unità oggetto di osservazione,

t=tempo è il secondo pedice che serve per il tempo cioè nel momento in cui la variabile è stata

rilevata.

I dati panel possono essere:

- Bilanciati: Se vi sono le osservazioni, sia per lo spazio che per il tempo.

Non Bilanciati: Quando vi sono dei buchi nell’informazione; i buchi possono riguardare sia

-

informazioni spaziali che temporali.

I dati possono essere sia spaziali che temporali, i dati spaziali hanno come pedice la i, i dati

temporali hanno come pedice la t, che va da 1 a T grande (ultima data).

Es. Excel

Una volta raccolti i dati mi creo delle tabelle/serie storiche.

1° Dati raccolti in modo spaziale

2° Dati raccolti in serie Temporali, cioè nel tempo.

Insieme formano dati longitudinali detti Panel.

Ogni riga del foglio Excel è un’unità statistica. Ogni colonna da un carattere (es. carattere

di un paese è “Si affaccia sul mare o no?”).

qualitativo

Se i dati li posso raccogliere da banche dati (es. OCSE) scarico i dati. Ogni riga sono unità

statistiche, le colonne sono caratteri.

Questi caratteri possono essere: qualitativi (o mutabili statistiche), quantitativi o variabili statistiche

che si suddividono a loro volta in variabili statistiche discrete che sono espressi da numeri interi e

variabili statistiche continue dove le modalità dei caratteri sono espresse da numeri ma possono

essere di tutto R (Decimale Intero).

Generalmente le modalità dei caratteri continui sono raggruppati in classi.

Es. un carattere qualitativo si dice dicotomico se può essere 0 o 1 oppure SI o NO (è quantitativo

sconnesso).

Se i dati non si possono scaricare si può usare si può usare il questionario o l’indagine telefonica.

I dati raccolti sono raccolti separatamente in un certo istante (giorno).

Li inserisco nel foglio 1 che chiamerò con la data di oggi.

La rilevazione parte sempre SPAZIALE, ma se i dati li raccolgo più volte di seguito mi crea SERIE

STORICHE.

Mentre per la raccolta dei dati TEMPORALI. Dovrò creare un foglio 2,3 ecc. .

Potrò poi rielaborare i dati spaziali e temporali per ogni unità statistica e di questa rielaborerà le

serie storiche. DATI PANEL (SPAZIO TEMPO).

Ognuno di questi 3 tipi di dati possono essere Qualitativi o Quantitativi.

Quelli qualitativi sono espressi in MODALITA’ (Modi di essere) li riconosco perché sono espressi

da NOMI o AGGETTIVI. Sono dati sui quali la statistica può solo fare:

1) Delle frequenze

2) Elaborare le frequenze

3) Fare grafici

4) Trovare la moda (come misura di sintesi)

Certe altre cose sui dati qualitativi non si possono fare. O comunque un carattere qualitativo

direttamente dentro una regressione non ci può andare. Lo posso trasformare in quantitativo

– 1, allora possiamo usare un po’

DICOTOMIZZANDOLO (variabili damni) 0 di più.

Es. essere separato o non separato se serve per legarlo ai livelli di consumo del reddito lo trasformo

in 1 o 0. Caratteri qualitativi ordinali: hanno un ordine crescente es. grado di istruzione. Caratteri

qualitativi sconnessi: es. separato-sposato.

- Cosa possiamo fare su questi dati?

Per quanto riguarda i caratteri qualitativi possiamo fare poche cose su questi dati.

- Ci sono falsi qualitativi?

Si, i qualitativi ordinabili.

I caratteri quantitativi sono espressi da numeri e possono essere discreti e continui.

finito, non c’è multiplo o

Quantitativo Discreto: Sono espressi da NUMERI INTERI (valore

sottomultiplo).

Quantitativo Continuo: numeri appartenenti ad R: decimali, frazioni, multipli o sottomultipli. Es.

tempo, spazio, peso, ecc. Quando i caratteri sono quantitativi continui si usa creare delle classi in

base alla regola di stourges.

Ma magari esista una regola standard per creare le classi (quante classi), in statistica economica ed

econometria si possono creare più o meno classi rispetto alla regola.

Si potrebbero creare le classi anche con i caratteri quantitativi discreti ma è sbagliato perché per

classi si intendono tutti i valori (anche non interi).

2) La variabilità 3) Le misure di sintesi

Una volta calcolati i valori di sintesi, bisogna verificare quanto quella media mediamente si sbaglia:

tale informazione viene data da alcuni indicatori specifici chiamati indici di variabilità.

Gli indici di variabilità indicano quanto ci si può fidare di quel valore medio: quanto più alte la

variabilità tanto più è maggiore il valore di rischio e quindi tanto meno posso fidarmi di quel valore

medio.

Un aspetto fondamentale della variabilità è la concentrazione: dati molto variabili non sono

con un’alta concentrazione la variabilità è bassa. L’alta concentrazione del

concentrati mentre

reddito la troviamo nei paesi meno sviluppati, ad esempio. Inoltre gli indici di variabilità possono

essere costituiti solo su caratteri quantitativi: occorrono delle differenze, che si fanno solo con i

numeri. Per i caratteri qualitativi esistono gli indici di eterogeneità: calcolati con le frequenze e con

i caratteri qualitativi ordinati.

Gli indici di variabilità possono essere:

quando mantengono l’unità di misura. Ad esempio se l’altezza è misurata in centimetri,

- Assoluti,

l’unità di misura della media e dello scarto è in centimetri;

- Relativi, rapportati alla media percentuale e con una misura di variabilità assoluta relativamente

alla media considerata.

Noi consideriamo cinque indici di variabilità: –

1) Campo di variazione (CV) : CV= Modalità massima Modalità minima.

2) Differenza interquartilica: Q3 (3° quartile) Q1 (1° quartile).

3) Scarto quadratico medio: si indica con S=se rapportato con il campione,

σ(sigma)=se rapportato alla popolazione.

Caso semplice:

Dettagli
A.A. 2019-2020
19 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-S/03 Statistica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marcomorelli1990 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Statistica economica e statistiche istituzionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Quaranta Anna Grazia.